Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoRocco Tonelli Modificato 7 anni fa
1
Tecnologie Informatiche ed Elettroniche per le Produzioni Animali
CORSO LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE E TECNOLOGIE DELLE PRODUZIONI ANIMALI Tecnologie Informatiche ed Elettroniche per le Produzioni Animali (corso TIE) Massimo Lazzari Scienze veterinarie per la salute, la produzione animale e la sicurezza alimentare – VESPA Università di Milano
2
TIE per le Produzioni Animali
CORSO LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE E TECNOLOGIE DELLE PRODUZIONI ANIMALI Lezione introduttiva TIE per le Produzioni Animali Massimo Lazzari Scienze veterinarie per la salute, la produzione animale e la sicurezza alimentare – VESPA Università di Milano
3
massimo. lazzari@unimi
5 CREDITI + 3 CREDITI ESAME ORALE a seguito di un test basato su un questionario con domande a risposta multipla effettuato al calcolatore materiale didattico a:
4
M. Lazzari, F. Mazzetto MECCANICA E MECCANIZZAZIONE
dei processi produttivi agricoli
6
SCIENZE E TECNOLOGIE DELLE PRODUZIONI ANIMALI
DEFINIZIONI TECNOLOGIA Parte della scienza che si occupa dei procedimenti tecnici e dei macchinari attraverso i quali le materie prime si trasformano in prodotti lavorati. ATTUALI TECNOLOGIE Le attuali tecnologie sono tecnologie convenzionali che hanno incorporato i principi delle NUOVE TECNOLOGIE. Ingegneria Elettronica Informatica Automatica Telecomunicazioni SCIENZE E TECNOLOGIE DELLE PRODUZIONI ANIMALI
7
Un poco di storia e di confronti
SIMBIOSI DEI POPOLI FORAGGIATORI I cacciatori mesolitici creavano con il fuoco radure dove era favorita la crescita di essenze arbustive ricche di gemme e foglie tenere al fine di attirare un numero elevato di CERVI e ridurre gli spostamenti e le fatiche della caccia. Non a caso si è parlato di civiltà dei “foraggiatori”, successiva a quella dei “cacciatori-raccoglitori” e antecedente a quella degli “orticoltori-pastori”. Successivamente la simbiosi si evolse fino a forme di protoallevamento senza che si pervenisse alla domesticazione vera e propria di questa specie (Forni definisce il cervo “domesticoide”). La transizione neolitica, che portò in Europa altre specie più facilmente oggetto di allevamento (ovicaprini) rese inutili ulteriori tentativi di domesticazione, ma resta molto interessante questo concetto dei FORAGGIATORI
8
STAGIONALITA’ DELLA CRESCITA DEI FORAGGI
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI STAGIONALITA’ DELLA CRESCITA DEI FORAGGI
9
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
PASCOLO NATURALE CONSUMO RISERVE CORPOREE
10
INTENSIVIZZAZIONE DEL PASCOLO
APPROVVIGIONAMENTO FORAGGIERO
11
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
APPROVIGIONAMENTO FORAGGIERO NECESSITA’ DI LAVORO E STRUTTURE PER CONSERVAZIONE
12
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
APPROVIGIONAMENTO FORAGGIERO E STABULAZIONE NECESSITA’ DI MACCHINE, IMPIANTI E STRUTTURE PER CONSERVAZIONE E ALLEVAMENTO
13
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
OBIETTIVI NON AMMAZZARSI DI LAVORO!!!!! (NON ESSERE STANCHI) COPRIRE I PROPRI FABBISOGNI ALIMENTARI (NON AVERE FAME). AVERE MAGGIORI POSSIBILITA’ DI NUTRIRSI COSTANTEMENTE DURANTE TUTTO L’ANNO (STARE IN SALUTE)
14
COME NON AMMAZZARSI DI LAVORO???
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI COME NON AMMAZZARSI DI LAVORO??? GLI ATTREZZI AGRICOLI SERVONO A DIMINUIRE’ IL LAVORO (L = f*s). A FINE GIORNATA SI E’ MENO STANCHI E SI HA MENO FAME GLI ANIMALI PRIMA E LE MACCHINE E IMPIANTI POI SERVONO A SOSTITUIRE IL LAVORO FISICO UMANO. PERO’ RICHIEDONO ENERGIA PER FUNZIONARE
15
PERCHE’ LA CONSERVAZIONE???
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI PERCHE’ LA CONSERVAZIONE??? LA CONSERVAZIONE DEI FORAGGI E DEGLI ALIMENTI (CRAUTI, FORMAGGI, SALAMI ETC.) SERVE A PRESERVARE LE PERDITE DI PRODOTTO CHE SONO L’ENERGIA CHE IMPIEGANO GLI ANIMALI PER CRESCERE E ALL’UOMO PER LAVORARE SERVE PER AVERE CONTINUITA’ DI PRODUZIONE E QUINDI MAGGIORE SALUTE E PRESTAZIONI
16
PERCHE’ LA STABULAZIONE
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI PERCHE’ LA STABULAZIONE SERVE AD AVVICINARE GLI ANIMALI SENZA PERICOLO E CON POCA FATICA (NON SI DEVE CORRERE!!!!!) SERVE A NON SPERECARE I FORAGGI (CHE SONO ENERGIA!!!!) SERVE A PROTEGGERSI DALLE INTEMPRERIE, CIOE’ E VIVERE E LAVORARE IN UN AMBIENTE CONDIZIONATO (MINORI MALATTIE, MIGLIORI PRESTAZIONI)
17
(IN MOLTI CASI SOLO SOPRAVVIVERE)
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI OBIETTIVI MACCHINE, IMPIANTI E COSTRUZIONI SONO STATI FATTI PER CHI: LAVORA E MANGIA PER VIVERE (IN MOLTI CASI SOLO SOPRAVVIVERE)
18
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
Il problema del lavoro: macchina romana per la raccolta dei cereali– motore misto animale e uomo
19
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
DEFININIZIONE DI MACCHINA sistema di organi in movimento che servono a trasferire energia
20
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
Verso la fine del ‘700 con la rivoluzione industriale si ebbe un primo impulso allo sviluppo di nuove macchine
21
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
L’Accademia dei Georgofili nasce a Firenze nel 1753 con lo scopo di promuove studi e concorsi per lo sviluppo dell’agricoltura. Infatti: «Utili, comode, e necessarie son tutte le arti che tendono alla prosperità, o alla ricchezza di una Nazione, ma più utili e necessarissime sono quelle che si rivolgono alla soddisfazione dei primitivi bisogni». Con queste parole che sono un manifesto dello spirito del tempo, Michele Gareani apriva la sua Breve memoria economica-agraria sulla necessità delle scienze meccaniche in rapporto alla agricoltura, presentata ai Georgofili nel febbraio del L’agricoltura «eccelsa fra tutte le arti» era considerata, assieme al commercio («arti ambedue necessarie e utili ad ogni nazione»), fonte principale «di ogni ricchezza e potere». Le scienze meccaniche favorivano grandemente l’una e l’altra attività; l’uso delle macchine, sosteneva Gareani, non soltanto era utile all’uomo poiché alleviava la fatica del suo lavoro quotidiano, ma aveva anche una positiva ricaduta sull’attività commerciale grazie al minor costo dei prodotti derivato dai diminuiti tempi di produzione.
22
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
Il dibattito sui nuovi “strumenti” e sulle nuove “macchine” non fu tuttavia scevro di difficoltà per la resistenza che molti opposero alla loro introduzione in considerazione dei riflessi sull’economia e sulla società. Eco di questa preoccupazione può leggersi nella memoria di Giovan Battista Lapi presentata ai Georgofili il 4 gennaio 1824 che, se nelle intenzioni dell’Autore doveva costituire un’analisi del grave e persistente ristagno economico del momento, finì per essere una condanna delle macchine alle quali egli imputava eccesso di produzione e riduzione di attività per l’uomo con conseguenti fenomeni di prolungata disoccupazione.
23
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
Verso la fine del ‘700 con la rivoluzione industriale si ebbe un primo impulso allo sviluppo di nuove macchine
24
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
Verso la fine del ‘700 con la rivoluzione industriale si ebbe un primo impulso allo sviluppo di nuove macchine
25
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
Le macchine hanno assunto notevole importanza in agricoltura quando hanno incominciato ad essere azionate con UN FONTE di energia diversa da quella umana e/o animale FINE ‘700 Brynjolfsson & McAfee et Al. – The second machine age
26
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
FINE ‘800
27
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
FINE ‘800 Presenti in Italia meno di 50 macchine di questo tipo
28
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
FINE ‘800
29
3000 anni di mungitura manuale
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI 3000 anni di mungitura manuale
30
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
FINE ‘800
31
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
1890 primi tentativi mediante “strizzatura” con alternanza di livelli di pressione Notare la posizione dove il capezzolo viene strizzato
32
Prime macchine con motore a ciclo Otto
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI Prima metà del ‘900 Prime macchine con motore a ciclo Otto
33
Prime macchine con motore a ciclo Otto
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI Prima metà del ‘900 Prime macchine con motore a ciclo Otto
34
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
Prima metà del ‘900
35
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
Prima metà del ‘900
36
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
Nella seconda metà del ‘900 si è principalmente assistito alla sostituzione del lavoro fisico umano e/o animale con quello meccanico
37
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
Brynjolfsson & McAfee et Al. – The second machine age
38
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
Seconda metà del ‘900
39
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
40
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
41
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
42
Evoluzione agricoltura nel 1900
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI Evoluzione agricoltura nel 1900
43
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
44
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
45
Evoluzione agricoltura nel 1900
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI Evoluzione agricoltura nel 1900
46
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
47
Evoluzione agricoltura nel 1900
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI Evoluzione agricoltura nel 1900
48
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
49
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
50
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
51
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
52
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
53
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
54
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
55
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
56
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
57
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
58
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
si può ricordare che la razza bovina Frisona, detentrice di tutti i record di produzione di latte, alla fine dell'Ottocento aveva produzioni intorno ai 1600÷1800kg per lattazione, mentre oggi, nei paesi temperati, si superano agevolmente i 7000kg, e sono frequenti allevamenti con medie di stalla intorno ai 10.000 kg;
59
QUALE E’ IN PROCESSO CHE E’ IN ATTO ORA???
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI TUTTO QUESTO E’ QUELLO CHE E’ SUCCESSO FONDAMENTALMENTE FINO ALL’ANNO 2000 QUALE E’ IN PROCESSO CHE E’ IN ATTO ORA??? Brynjolfsson & McAfee et Al. – The second machine age
60
UN POCO DI STORIA E DI CONFRONTI
SONO APPARSI ALTRI OBIETTIVI QUALI: BENESSERE ANIMALE, SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE, MULTIFUNZIONALITA’ CHE FINO AL 1980 NON VENIVANO ASSOLUTAMENTE CONSIDERATI
61
LAVORO MECCANICO E LAVORO INTELLETTUALE
L = F * s L = monitoraggio e controllo
62
MECCANIZZAZIONE AUTOMAZIONE
LAVORO MECCANICO E LAVORO INTELLETTUALE MECCANIZZAZIONE SOSTITUZIONE DELLA FORZA LAVORO UMANA MEDIANTE MACCHINE AUTOMAZIONE SOSTITUZIONE DEL CONTROLLO UMANO MEDIANTE MACCHINE
63
LAVORO MECCANICO E LAVORO INTELLETTUALE
64
LAVORO MECCANICO E LAVORO INTELLETTUALE
65
AUTOMAZIONE: sostituzione dell’operatore umano con sistemi automatici
LAVORO MECCANICO E LAVORO INTELLETTUALE MECCANIZZAZIONE: sorveglianza dell’uomo AUTOMAZIONE: sostituzione dell’operatore umano con sistemi automatici CONTROLLO AUTOMATICO CENTRALIZZATO: elettronica e informatica per il governo dei processi
66
LAVORO MECCANICO E LAVORO INTELLETTUALE
Ordine Attributo sostituito Esempio Nessuno Utensili manuali 1 Energia/lavoro fisico Utensili motorizzati a controllo manuale (trattore + macchine operatrici classiche) 2 Destrezza Automazioni a ciclo singolo (trattore con controllo del sollevatore, macchine scavalcaceppi per trattamenti in vigneto con sensori meccano idraulici) 3 Diligenza Automazione a ciclo ripetuto (trattore con controllo delle procedure di regolazione in capezzagna) 4 Giudizio Controllo a ciclo chiuso (trattore con macchine operatrici VRT guidate da sensori ottici per concimazione differenziata in base a vigore vegetativo, bracci robotizzati per l’attacco dei prendicapezzoli in mungitura) 5 Valutazione Capacità di ottimizzazione del ciclo (AMS nella loro concezione integrale per la mungitura, prototipi di trattori per trattamenti alle colture in pieno campo eseguite autonomamente in base alle previsioni meteo) 6 Apprendimento Limitate capacità di auto- programmazione (macchine utensili nei processi industriali) 7 Ragionamento Capacità di ragionamento induttivo 8 Creatività Capacità di creare manufatti originali 9 Dominio (HAL9000, 2001 Odissea nello spazio) 10 Dominio II Distruzione dell'umanità (matrix)
67
LAVORO MECCANICO E LAVORO INTELLETTUALE
L’importanza dell’uomo come principale fattore di produzione è destinata a calare allo stesso modo in cui il ruolo del cavallo nella produzione agricola è prima diminuito e poi scomparso dopo l’introduzione dei trattori Wassily Leontief, 1983
68
Il contesto agroalimentare
Il comparto agroalimentare italiano è una realtà strategica per il nostro paese. È il secondo in termini di fatturato dopo il metalmeccanico e fattura più di 100 miliardi di Euro Fonte: stime Federalimentare e ISTAT, 2011
69
IL CONTESTO AGROALIMENTARE
Coinvolge: circa 60 mila imprese dell’industria alimentare e bevande (fonte federalimentare); Circa 1,6 milioni di aziende agricole, per la maggior parte medie e piccole (solo circa sono però vere imprese). Meno 33% in circa 10 anni (dal 2000 al 2010 – fonte censimento) un totale di più di di operatori ( nel solo settore dell’industria).
70
IL CONTESTO AGROALIMENTARE
Non sempre è stato così!!! Dall’autoconsumo al mercato
71
DALL’AUTOCONSUMO….. Dall’autoconsumo … Filiera super corta
72
…AL MERCATO Filiera lunga Sicurezza alimentare e qualità?
73
MAGGIORI DIMENSIONI AZIENDALI
IL CONTESTO AGROALIMENTARE MAGGIORI DIMENSIONI AZIENDALI NECESSITA’ DI CONTROLLARE CICLI PRODUTTIVI SEMPRE PIU’ AMPI SPECIALIZZAZIONI PRODUTTIVE
74
L’ “INFORMAZIONE” COME FATTORE PRODUTTIVO
L’INFORMAZIONE, benchè immateriale, tende ad assumere tutte le caratteristiche tipiche degli altri FATTORI PRDUTTIVI materiali input (fattore) reimpiego output (prodotto) L’informazione, infatti, deve essere: RACCOLTA costi approvvigionamento IMMAGAZZINATA sistemi archiviazione USATA sistemi presa decisioni, certificazione
75
Sistema sempre esistito e disponibile presso l’impresa in diverse
SISTEMI INFORMATIVI SI INSIEME DI MEZZI E PROCEDURE CHE CONSENTONO L’IMPIEGO DELL’INFORMAZIONE Obbiettivo finale DISTRIBUZIONE DI INFORMAZIONI ALLE PERSONE CHE OPERANO ALL’INTERNO DELL’ORGANIZZAZIONE NEL MOMENTO IN CUI L’INFORMAZIONE E’ NECESSARIA VIRTUALE CARTACEA FORMATO ELETTR. Sistema sempre esistito e disponibile presso l’impresa in diverse FORME:
76
I RUOLI DELL’INFORMAZIONE
L’informazione può definirsi come tale quando ASSUME un preciso RUOLO nell’ambito dell’organizzazione forma del suo UTILIZZO uso INTERNO ESTERNO attività DECISIONALI CERTIFICATIVE Ruolo di fattore di input della produzione, o di bene reimpiegato Ruolo di prodotto dell’organizzazione
77
OBIETTIVO CORSO Disciplina che studia:
l’impiego delle informazioni nella zootecnia, organizzata in imprese, aziende, consorzi etc. l’influenza dell’automazione della gestione dell’informazione sulle diverse categorie di elementi che costituiscono il sistema zootecnico aziendale ed extra aziendale Principale obbiettivo del corso Definire il quadro metodologico e applicativo dell’informazione (specie di quella automatizzata – INFORMATICA) in imprese che operano nel settore ZOOTECNICO Target principale: AZIENDA ZOOTECNICA PMI micro Impresa primario secondario e terziario
78
DATI E INFORMAZIONI (1) DATO INFORMAZIONE sistema semplificato
Le aziende operano su sistemi reali descrivibili attraverso astrazioni sistema semplificato sistema reale astrazione il sistema identificato e rappresentato dipende dal DOMINIO DI INTERESSE DATO MESSAGGIO, relativo ad aspetti specifici del sistema reale, estraibile dal sistema semplificato determinato dal dominio di interesse; detto anche DATO GREZZO, può avere natura sia quantitativa sia qualitativa INFORMAZIONE DATO GREZZO, o DI SINTESI (previa elaborazione da insiemi di dati grezzi), che assume un RUOLO all’interno dell’azienda (dato che trova una sua forma di utilizzo)
79
DATI E INFORMAZIONI (1) sistema reale: conoscenza esperienziale sistema semplificato: conoscenza analitica astrazione Sensori fisici automatizzano la raccolta dei dati ma soli non servono a nulla DATO GREZZO, o DI SINTESI (previa elaborazione da insiemi di dati grezzi), che assume un RUOLO all’interno dell’azienda (dato che trova una sua forma di utilizzo)
80
INFORMAZIONI E DATI (2) decisione azione
Utilizzo INTRA-AZIENDALE delle informazioni: SISTEMI DI PRESA DELLE DECISIONI UTILIZZO RACCOLTA ELABORAZIONE ANALISI decisione azione Attività di controllo monitoraggio Dati grezzi Selezione e sintesi dei dati valutati Informazioni
81
INFORMAZIONI E DATI (3) RACCOLTA ELABORAZIONE ANALISI UTILIZZO
82
ma cos’è un PROCESSO DECISIONALE ?
RICOGNIZIONE DEL PROBLEMA ELABORAZIONE DATI e INFORMAZIONI eventuali Dati Grezzi NON utilizzati DEFINIZIONE DEGLI SCOPI SCELTA DEI CRITERI DI VALUTAZIONE IDENTIFICAZIONE DELLE POSSIBILI ALTERNATIVE RACCOLTA DATI GREZZI esperienza del decisore base cognitiva ed ci deve innanzitutto essere un problema da risolvere nel sistema reale PROCESSO DI VALUTAZIONE SELEZIONE TRA LE ALTERNATIVE e DECISIONE
83
I COMPONENTI DEI SISTEMI INFORMATIVI
SISTEMI DI COMUNICAZIONE E TRASFERIMENTO DATI Controllo e decisione C C C Valutazione dati e aumento di conoscenza B C Acquisizione dati grezzi A C C B SISTEMI E SENSORI PER AUTOMAZIONE, CONTROLLO E RACCOLTA DATI MODELLI E SISTEMI DI SUPPORTO ALLE DECISIONI Elaborazione dati grezzi
84
I COMPONENTI DI UN SI Aziendale
Applicativi specifici e sistemi di supporto alle decisioni Applicativi di utilità generale Database Management Systems SOFTWARE Sistemi di elaborazione, comunicazione e trasferimento dati Dispositivi e sistemi di regolazione e controllo, automazione e raccolta dati HARDWARE Sistemi INFORMAZIONALI Sistemi OPERAZIONALI TEC. ELE. TEC. INF. CORSO T.I.E.
85
SISTEMI OPERAZIONALI MONITORAGGIO DOCUMENTAZIONE CONTROLLO
“INFRASTRUTTURA INFORMATICA” dell’attività esecutiva MONITORAGGIO DOCUMENTAZIONE CONTROLLO raccolta e memorizzazione dati relativi al contesto produttivo capacità di rendere disponibili le informazioni per regolazioni, controlli funzionali o certificazioni capacità di guidare un responsabile esecutore attraverso procedure e flussi predefiniti (automazione) gestione di problemi BEN STRUTTURATI
86
SISTEMI INFORMAZIONALI
Potenziamento delle capacità di ANALISI della direzione aziendale data warehouse ANALISI SIMULAZIONE SINTESI elaborazioni tecniche ed economiche in base a diversi approcci di calcolo interattivi sviluppo di scenari alternativi e valutazione comparativa del loro comportamento ricerca di correlazioni e aggregazioni dati, analisi storiche, formulazione prescrizioni per l’ambiente operativo gestione di problemi NON STRUTTURATI non standardizzabili e non automatizzabili, scelte condizionate dai modelli di realtà dei singoli decisori
87
STRUMENTI GESTIONALI OLTP OLAP Sistemi ON LINE TRANSACTION PROCESSING
modifica, aggiornamento o ricerca di informazioni puntuali Sistemi OLAP ON LINE ANALYTICAL PROCESSING analisi globali su informazioni aggregate, massima flessibilità nelle interrogazioni Sistemi OPERAZIONALI Sistemi INFORMAZIONALI due diversi sistemi tecnologici per mantenere SEPARATE le elaborazioni di tipo analitico da quelle legate alla gestione delle singole transazioni
88
CICLO TRASFORMAZIONE DATI GREZZI IN INFORMAZIONI
Automazione del processo Management informatizzato
89
STRUMENTI GESTIONALI
90
AMBITI DECISIONALI AZIENDALI
L’azienda è una struttura produttiva organizzata gerarchicamente piramide di Anthony (1965) Livello gerarchico Alta direzione (attività strategiche) – Obiettivi primari dell’azienda ne confronti del mercato (e della concorrenza); scelta degli investimenti STRATEGICO DIRETTIVO OPERATIVO Direzione funzionale (attività tattiche) – Analisi economiche e previsionali a medio termine; piani di produzione e piani esecutivi; verifiche periodiche di attuazione Personale esecutivo (attività operative) – Attuazione dei piani ed esecuzione dei processi ambito entro cui si pongono diversi gradi di limitazione al POTERE DI INTERVENTO di un ATTORE
91
ORGANIGRAMMI STRATEGICO DIRETTIVO OPERATIVO
92
ORGANIGRAMMI X
93
ORGANIGRAMMI STRATEGICO DIRETTIVO OPERATIVO Addetto contabilità
Amministratore Direzione settore stalla Operai stalla Mungitore Operaio preparazione alimenti Direzione settore campagna Addetto manut. macchine Addetti campagna Direzione contabilità Addetto acquisti Addetto vendite Addetto contabilità Responsabile sicurezza Responsabile qualità STRATEGICO DIRETTIVO OPERATIVO
94
NATURA DEI PROCESSI DECISIONALI
NON STRUTTURATI processo assai poco standardizzato assolutamente NON automatizzabile fondamentale la base cognitiva e l’esperienza del decisore più istintivo che analitico molto sporadico SEMISTRUTTURATI processo poco standardizzato, solo talvolta automatizzabile fondamentale l’esperienza del decisore più analitico che istintivo frequente (a cadenza regolare) STRUTTURATI processo fortemente standardizzato facilmente automatizzabile utile l’esperienza e la manualità del decisore tendenzialmente ripetitivo
95
La pianificazione strategica opera:
LIVELLO STRATEGICO STRATEGICO Tipo di decisioni Ipotesi su scenari futuri, analisi mercati e concorrenza, scelta indirizzi produttivi (cosa produrre), valutazione nuovi investimenti La pianificazione strategica opera: con frequenza tendenzialmente sporadica su dati estremamente sintetici e poco strutturati… … provenienti sia dall’interno sia dall’esterno dell’azienda con bassi volumi di dati IMPRENDITORE, ALTA DIREZIONE
96
LIVELLO DIRETTIVO DIRETTIVO Tipo di decisioni Verifica dell’attuazione della pianificazione strategica, definizione degli obbiettivi a breve, scelta gestione produttiva (come produrre), scelta misure correttive, suggerimento nuovi investimenti La gestione direttiva (controllo tattico) opera: con frequenza prefissata (pianificazione annuale, con verifiche mensili; pianificazione settimanale, con verifiche giornaliere) su dati strutturati, sintetici o analitici … … provenienti prevalentemente dall’interno dell’azienda con medi volumi di dati MEDIA DIREZIONE, QUADRI
97
LIVELLO OPERATIVO con frequenza molto elevata, se non costantemente
Tipo di decisioni Esecuzione dei processi, finalizzata all’attuazione dei piani e allo svolgimento dell’attività corrente; registrazione degli eventi, quando non automatizzata La gestione esecutiva (controllo operativa) opera: con frequenza molto elevata, se non costantemente su dati fortemente strutturati e dettagliati (analitici)… … provenienti dall’interno dell’azienda con elevati volumi di dati IMPIEGATI, OPERAI, BRACCIANTI
98
RIASSUMENDO…
99
RILEVANZA DEL LIVELLO DIRETTIVO
Management ha la responsabilità della GESTIONE propriamente detta dell’azienda Deve intensamente interagire, a monte e a valle, con gli altri due livelli SINTESI STRATEGICA OPERATIVA piani strategici registrazioni eventi, dati su processi e attività svolte
100
LAVORO MECCANICO E LAVORO INTELLETTUALE
101
INFORMAZIONI E DATI (4) Utilizzo EXTRA-AZIENDALE delle informazioni:
CERTIFICAZIONE PROPRIE ATTIVITA’ Prestazioni effettive e documentate UTILIZZO Attività di documentazione Prestazioni attese Informazioni Disciplinare produzione Dati formattati ANALISI RACCOLTA Dati grezzi Attività di monitoraggio Selezione e sintesi dei dati ELABORAZIONE
102
Dall’autoconsumo al mercato: LA DOCUMENTAZIONE DIVENTA OBBLIGATORIA
UTILIZZAZIONE EXTRA-AZIENDALE DELL’INFORMAZIONE Dall’autoconsumo al mercato: LA DOCUMENTAZIONE DIVENTA OBBLIGATORIA “Fare della sicurezza alimentare l’ingrediente di base della nostra alimentazione” David Byrne Commissario europeo per la sanità e la protezione dei consumatori
103
Differenza tra sicurezza e qualità
INFORMAZIONE COME PARTE DEL PRODOTTO Differenza tra sicurezza e qualità la sicurezza alimentare un pre-requisito naturale ed obbligatorio. Vista dagli appartenenti alla filiera come costo la qualità è fattore strategico e competitivo. Visto dagli appartenenti alla filiera come opportunità (analisi costi/benefici)
104
Norme volontarie per applicare il CE 178/2002
INFORMAZIONE COME PARTE DEL PRODOTTO Norme volontarie per applicare il CE 178/2002 UNI EN ISO 9001/2000 relative ai sistemi di qualità Norma UNI (2001) relativa ai “Sistemi di rintracciabilità nelle filiere Agroalimentari” Norma UNI (2002) relativa ai sistemi di rintracciabilità nelle aziende agroalimentari
105
TRACCIABILITA’ FILIERA (TRACKING)
… si ESCE dai confini aziendali per inseguire il flusso dei prodotti FARM Consumatore finale sicurezza alimentare INDU Ente pubblico sicurezza ambientale DISTR nuove strategie di gestione necessità di tecnologie avanzate Capacità di certificare le attività GLOBALMENTE
106
CARATTERISTICHE DEI SISTEMI DI TRACCIABILITA’
TRACCIABILITA’ FILIERA (TRACKING) CARATTERISTICHE DEI SISTEMI DI TRACCIABILITA’ NORMATIVA COGENTE FACILITA’ NELLA SCELTA DEI DATI DA TRACCIARE E NELLA LORO TRASFORMAZIONE IN INFORMAZIONE UTILI A GARANTIRE LA SICUREZZA ALIMENTARE
107
RINTRACCIABILITA’ FILIERA (TRACING)
… si ENTRA nei confini aziendali per seguire a ritroso il flusso dei prodotti. Trasparenza della filiera FARM INDU Consumatore finale alla ricerca della qualita’ DISTR nuove strategie di gestione – etichettatura facoltativa necessità di tecnologie avanzate Capacità di certificare le attività GLOBALMENTE
108
ETICHETTATURA FACOLTATIVA - marketing
INFORMAZIONE E QUALITA’ ETICHETTATURA FACOLTATIVA - marketing Informazioni ulteriori possono essere apposte sull’etichetta da operatori e organizzazioni che dispongono di un disciplinare di produzione e lavorazione (approvato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali) e che vogliono comunicare al consumatore attraverso l’etichetta ulteriori requisiti delle carni o degli animali
109
CARATTERISTICHE DEI SISTEMI DI TRACCIABILITA’ DELLA QUALITA’
INFORMAZIONE E QUALITA’ CARATTERISTICHE DEI SISTEMI DI TRACCIABILITA’ DELLA QUALITA’ NORMATIVA NON COGENTE DIFFICOLTA’ A SCEGLIERE I DATI DA TRACCIARE E A TRASFORMARE I DATI IN INFORMAZIONE (difficolta’ ontologiche)
110
INFORMAZIONE E QUALITA’
La “cipolla” della qualità da comunicare al cliente Qualità igienico–sanitaria Qualità nutrizionale Qualità tecnologica Qualità organolettica Qualità territoriale Qualità culturale Qualità etc.. Fonte: prof. Carlo Cantoni – Ispezione degli Alimenti
111
INFORMAZIONE COME PARTE DEL PRODOTTO
La “cipolla” della qualità da comunicare al cliente
112
INFORMAZIONE COME PARTE DEL PRODOTTO
Per ognuno dei 3 livelli e’ necessaria un tecnologia efficiente per realizzare l’extended product
113
INFORMAZIONE COME PARTE DEL PRODOTTO
Ogni prodotto esige una sua infrastruttura tecnologica Hardware e Software per gestire i dati da trasformare in informazione
114
IMPATTO OCCUPAZIONALE
? 2003!!!!!!
115
LAVORO ROUTINARIO NON STRUTTURATI SEMISTRUTTURATI STRUTTURATI
processo assai poco standardizzato assolutamente NON automatizzabile fondamentale la base cognitiva e l’esperienza del decisore più istintivo che analitico molto sporadico SEMISTRUTTURATI processo poco standardizzato, solo talvolta automatizzabile fondamentale l’esperienza del decisore più analitico che istintivo frequente (a cadenza regolare) STRUTTURATI processo fortemente standardizzato facilmente automatizzabile utile l’esperienza e la manualità del decisore tendenzialmente ripetitivo
116
IMPATTO OCCUPAZIONALE
117
L’ALTERNATIVA
118
INQUADRAMENTO TECNOLOGIE DI BASE
Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia Artur C. Clarke, 1962
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.