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IL LINGUAGGIO DEL CORPO E QUELLO VERBALE SONO INTERDIPENDENTI.

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Presentazione sul tema: "IL LINGUAGGIO DEL CORPO E QUELLO VERBALE SONO INTERDIPENDENTI."— Transcript della presentazione:

1 IL LINGUAGGIO DEL CORPO E QUELLO VERBALE SONO INTERDIPENDENTI.
NELLA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE UN RUOLO FONDAMENTALE È GIOCATO DAL NON VERBALE PROF PIERRO

2 La comunicazione può essere: Comunicazione verbale: utilizza le parole
Comunicazione non verbale: espressione dei volto, gesti, tono della voce, etc. E' meno facilmente sottoponibile a "censura", e quindi tradisce gli effettivi sentimenti, stati d'animo, opinioni. Comunicazione simbolica: il nostro modo di vestire, gli oggetti di cui ci circondiamo, etc, costituiscono una parte molto significativa della nostra comunicazione

3 Comunicazione verbale
In ogni caso occorre fare molta attenzione perché non tutto quello che viene comunicato arriva al ricevente. Anzi, di solito: Vuoi dire 100 In realtà dici 80 Il ricevente ne sente 50 (anche a causa dei disturbi dell’ambiente Ne capisce 30 Ne ricorda 20

4 Il linguaggio del corpo Portamento/atteggiamento
Aspetto esteriore Portamento/atteggiamento Mimica facciale Gestualità Voce (volume e tono) Distanza e gestione dello spazio

5 Comunicazione non verbale
È contestuale (avviene sempre in un preciso contesto) È comunicativa (non si può non comunicare) È caratterizzata da più comportamenti e gesti È più credibile

6 Le espressioni del volto

7

8 Concludendo CONTATTO VISIVO: abilità nel cercare il contatto visivo con tutti i partecipanti. Evitare lo sguardo nel vuoto o diretto solo su alcuni. Esprimere un contatto visivo sicuro. SORRISO APERTURA: trasmettere una percezione di proiezione verso l’uditorio. GESTUALITA’: abilità nel dare forza al messaggio con una gestualità spontanea e disinvolta. POSTURA E MOVIMENTI: esprimere sicurezza e padronanza d’aula attraverso una posizione eretta e con movimenti disinvolti. Evitare le posizioni insicure di appoggio e i movimenti nervosi. VOLUME E TONO DI VOCE: abilità di usare un volume adeguato e tonalità variabili. Evitare di parlare sottovoce e con tono monocorde. PERSONALITA’ - HUMOUR - ENTUSIASMO: esprimere la propria personalità ed i propri punti di forza senza inibizioni, manifestare entusiasmo in ciò che si dice. LINGUAGGIO - NON PAROLE - PAUSE: usare un linguaggio semplice, naturale, incisivo e sintetico. Ricorrere ad aneddoti, esempi, analogie. Evitare le non parole”. Dare forza “al discorso con le pause. GESTIONE STRESS: abilità nel gestire la propria emozione utilizzandola produttivamente.

9 Linguaggio non verbale
Linguaggio non verbale: i presupposti principali Per capire e migliorare il linguaggio del corpo è necessario diventare più consapevoli. Un minimo di attenzione a come stiamo seduti, come cambiamo atteggiamento in contesti diversi, come agiamo quando si parla con qualcuno in particolare o come muoviamo le mani.

10 La comunicazione non verbale al colloquio di lavoro
La comunicazione non verbale è una componente molto importante in un colloquio di lavoro, perchè tramite il canale non verbale passano numerose informazioni sul nostro modo di essere, che il selezionatore è senza dubbio in grado di comprendere e interpretare, quindi dobbiamo essere in grado di padroneggiarla. La comunicazione non verbale è cruciale in tutte le tipologie di colloquio a cui assistiamo oggi: colloquio individuale, in serie, di gruppo. Anche nei cosidetti colloqui hi tech, svolti grazie all’ausilio del telefono o della web cam, la comunicazione non verbale conserva il suo peso. Prima del colloquio vero e proprio, abbiamo già fornito il selezionatore del nostro curriculum vitae, con dati anagrafici, studi, esperienze lavorative, lingue, esperienze lavorative; ecco, quindi, una prima impressione emergere già dalla carta, ma anche al telefono con le nostre pause e in web cam con tanti altri aspetti della comunicazione, continuiamo ad arricchire la quantità di informazioni sul nostro conto.

11 Comunicazione non verbale, i fattori che la determinano
Tanto per la comunicazione verbale, quanto per quella non verbale, è utile cercare di essere efficaci nell’interazione, con un dialogo spigliato e ponendo la massima attenzione all’entrata in ufficio, al saluto e alla stretta di mano, alla postura e all’aspetto esteriore. Conviene, dunque, ispirarsi all’assertività, tecnica che ci consente di essere socievoli, rispettosi, fermi sui propri diritti, aperti al confronto: in una parola, sicuri di se. Questo elemento dell’assertività deve coinvolgere anche la comunicazione non verbale, capace di esprimere e comunicare emozioni, regolare l’interazione, esprimere atteggiamenti circa l’immagine di sè, aiutare le presentazioni e disperdere l’ansia. Di cosa si compone la comunicazione non verbale? La comunicazione non verbale si compone di mimica facciale, ma anche di gestualità, contatto oculare, postura e aspetto esteriore. E’ fondamentale per fornirci la prima impressione di un qualsiasi attore sociale, e anche al colloquio di lavoro è decisiva per ottenere dal selezionatore un parcezione positiva, o per averne una noi del selezionatore. Quando la percezione è positiva, il dialogo e l’interazione scorrono in un clima sereno e propizio. Quando la percezione è negativa si moltiplicano gli stati di disagio e ansia e il dialogo diventa irto di contrasti, poco costruttivo. Altri fattori della comunicazione non verbale che contribuiscono ad un’impressione favorevole sono il trucco, i profumi, gli atteggiamenti, gli abiti e gli accessori, con gli obiettivi di riuscire a gestire il colloquio, controllare le proprie emozioni e sicurezza e apparire affidabile e motivato grazie anche alla comunicazione non verbale.

12 Gli occhi, cura il contatto visivo
Gli occhi, cura il contatto visivo. Durante una conversazione, le persone si concentrano la maggior parte delle volte sui tuoi occhi? quanto conta per te uno sguardo? Il nostro sguardo ha una certa rilevanza e comunica all’interlocutore il nostro interesse. Bada bene, sempre con il giusto equilibrio. Perché se mantieni troppo il contatto visivo, rischi di sembrare ammaliatore. Al contrario, non guardando negli occhi, potresti sembrare insicuro e disinteressato. Per cui, mantenere il contatto visivo è una buona abitudine. Se non sei pratico potresti avere difficoltà all’inizio ma pian piano diventerà un’abitudine.

13 Usi skype o devi fare un colloquio tramite webcam?
Il contatto visivo può essere difficile anche quando utilizziamo dispositivi tecnologici come una webcam. Dal momento che guardare gli occhi del nostro “esaminatore” non è sempre intuitivo. Occorre trovare un equilibrio tra l’immagine sullo schermo ed i nostri occhi verso la webcam. Dobbiamo resistere alla tentazione di cercare o guardare la nostra immagine in un piccolo quadrato dello schermo. Altrimenti è come se non mantenessimo lo sguardo in una normale conversazione. Il linguaggio del corpo non è importante solo quando sei seduto dall’altra parte della scrivania del tuo esaminatore, ma anche quando il datore di lavoro si trova dall’altra parte della webcam.

14 Linguaggio del corpo in ufficio
Riservare poca attenzione al linguaggio non verbale danneggia la comunicazione e incrina le relazioni lavorative. Il linguaggio non verbale svolge un ruolo primario nella comunicazione, anche in ambito lavorativo. I gesti possono alterare la percezione delle parole, con spiacevoli conseguenze per quanto riguarda il rapporto con i colleghi, con i superiori o i clienti. Se la presenza di rughe sulla fronte è segno di stress, ad esempio, la posizione delle mani indica apertura (se sono tenute lontane dal corpo) o viceversa necessità di proteggersi (se vicine). Sul lavoro, tuttavia, prestare attenzione ad alcuni atteggiamenti riveste un'importanza maggiore che in altri ambiti. Quando si è impegnati in una conversazione, ad esempio, la posizione del corpo è fondamentale: non disporsi di fronte a chi parla può denotare una mancanza di interesse  così come qualsiasi movimento nervoso e ripetuto (toccarsi il viso, accavallare le gambe di continuo) rivela insicurezza. Molta importanza nella comunicazione rivestono gli occhi e la capacità di mantenere il contatto visivo con l'interlocutore: secondo gli esperti, infatti, un'ottima strategia per comunicare interesse consiste nel guardare negli occhi chi parla per almeno il 50% o il 60% del tempo dell'intero dialogo.

15 Linguaggio del corpo: il potere della postura
I vantaggi di una postura studiata a tavolino e alcuni consigli per sfruttare al meglio il linguaggio del corpo. Il linguaggio del corpo svolge un ruolo determinante non solo nella ricerca di lavoro ma, più in generale, nella costruzione di una carriera duratura e caratterizzata da successo e rispetto. Tra i segnali non verbali la postura rappresenta senza dubbio una notevole risorsa  da sfruttare. Una postura non lasciata al caso, infatti, è in grado di conferire maggiore rilievo alle proprie opinioni e di far acquisire rispetto, aumentando la fiducia degli altri. Una posizione eretta e dominante potenzia il controllo di sé e aiuta a tollerare anche uno stress emotivo notevole. Secondo alcuni studi, inoltre, la postura sarebbe più importante della stessa gerarchia di ruoli: posizionando se stessi in modo da occupare uno spazio ben preciso aiuta a sottolineare il proprio ruolo all'interno di un gruppo (è l'effetto creato da chi entra in una stanza dirigendosi direttamente al centro, ad esempio). Per sfruttare al meglio la propria postura è bene assumere un atteggiamento espansivo soprattutto quando si inizia una conversazione, presentandosi in piedi in modo da comunicare agli interlocutori la propria sicurezza. La postura e lo stesso modo di camminare vengono spesso interpretati come specchi dell'autostima, basti pensare all'effetto negativo che ha sugli altri un eccessivo gesticolare e la conseguente perdita di controllo delle mani usate, ad esempio, per toccarsi nervosamente viso e collo. Il medesimo risultato si ottiene incrociando braccia e gambe nel corso di un incontro.

16 La prossemica! La prima volta che ho incontrato questa parola durante l’adolescenza, ho pensato fosse una parolaccia :-). Invece, è la scienza che studia lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione. Mantenere la distanza dovuta e valutare le preferenze dell’interlocutore aiuta a non invadere il “campo” degli altri e favorisce il dialogo. Fra un po’ capirai ancora di più il significato. Ti è mai capitato di trovarti vicino ad un estraneo in ascensore o su un mezzo pubblico? Si? Ok. Avrai notato che in quella situazione cerchi di muoverti con attenzione per non infastidire. Che cosa fai in genere? Presti maggiore attenzione ai movimenti dei tuoi piedi e delle tue braccia. Questo succede perché non sei a tuo agio e ti senti privato del tuo spazio. A limite, inizi una conversazione sulle previsioni meteo… per spezzare la piccola tensione, ma noti che il modo di porsi è diverso da quando conversi con le giuste distanze. Ad esempio, in un corridoio. Questo ovviamente varia da persona a persona o quando in ascensore trovi l’amore della tua vita (non hai problemi di distanza :-)). In ogni caso, renditi conto di quanto la prossemica possa influire la comunicazione tra due persone. Ogni partecipante al dialogo, deve mantenere la distanza giusta senza invadere il campo dell’altro interlocutore. Qual è la distanza giusta? Un buona regola, è stare almeno a quattro piedi di distanza e valutare se l’altra persona è a suo agio. Nel caso, ti avvicini o ti allontani di poco.

17 Tipi di comunicazione non verbale
Il linguaggio del corpo è veramente molto vario. Vediamo insieme alcuni tipi di comunicazione non verbale su cui è possibile intervenire per rendere più efficace il tuo modo di comunicare: Espressione facciale La parte del corpo più espressiva dell’essere umano è il volto: le espressioni facciali sono capaci di esprimere infinite emozioni senza bisogno di parole. Inoltre a differenza di altre forme di comunicazione non verbale, le espressioni del volto sono universali: la mimica facciale che si usa per esprimere felicità, tristezza, rabbia, sorpresa, paura, disgusto è uguale per tutti gli uomini in ogni parte del mondo.

18 Movimenti del corpo e postura
Anche il modo in cui ti muovi è in grado di trasmettere una ricchezza di informazioni che va ben oltre le parole; questo tipo di comunicazione non verbale comprende la postura, il portamento, la posizione che assumi rispetto al tuoi interlocutore e i movimenti del corpo Gestualità La gestualità è una componente importante della comunicazione non verbale, in quanto i movimenti delle mani spesso accompagnano in modo inconsapevole le parole durante una conversazione. Tuttavia, dato che il significato dei gesti può essere molto diverso tra le culture e regioni, è importante porre molta attenzione alla gestualità per evitare errori di interpretazione. Contatto visivo La vista è di sicuro fra i sensi più sviluppati nell’uomo, pertanto il contatto visivo è uno dei tipi di comunicazione non verbale cui bisogna porre la massima attenzione: il modo in cui guardi qualcuno è in grado di comunicare molte cose, compreso interesse, affetto, ostilità, attrazione. Il contatto visivo è anche importante per mantenere il flusso della conversazione e per misurare la risposta dell’altra persona.

19 Contatto fisico Gli essere umani comunicano moltissimo attraverso il tatto, pensa a quanti messaggi sei in grado di dare solo con il toccarsi: una stretta di mano, una toccata di spalla, un abbraccio, una pacca sulla schiena, un buffetto sulla guancia o una stretta sul braccio. La lista dei messaggi che puoi dare solo toccando un’altra persona è davvero infinito. Spazio fisico Anche la distanza che prendi dal tuo interlocutore quando parli comunica qualcosa: se ti avvicini troppo, ad esempio, rischi di invadere lo spazio fisico dell’altra persona e suscitare disagio e ostilità; se invece sei troppo lontano potresti trasmettere rigidità e freddezza. Non esiste una regola generale circa la distanza giusta da prendere dagli altri perché molto dipende dalla cultura, dalla situazione e dal tipo di rapporto. Tono della voce Non è importante solo quello che dici, ma anche come lo dici: se il tono della tua voce è monotono, questo potrebbe infastidire chi ti ascolta; se invece saprai usare il ritmo giusto, alternando le parole a brevi pause o espressioni che trasmettono attenzione e comprensione, la conversazione sarà più fluida e scorrevole. Il tono della voce è anche utile a sottolineare il tuo stato d’animo e la tua idea su ciò di cui stai parlando.

20 La candidatura Si chiama la “Comunicazione non verbale” o “Linguaggio non verbale”. Questi gesti, coscienti o incoscienti, che accompagnano il vostro discorso verbale, possono servirvi ed essere dei fattori valorizzanti per la vostra candidatura. Possono ugualmente rivelare dei comportamenti che non faranno di voi IL candidato ideale, allora attenzione! Da fare Le attitudini corporali positive Lo sguardo franco e diretto (non guardate i vostri piedi, mani, la penna o i fogli durante il colloquio). E sempre preferibile, anche imperativo, guardare il suo interlocutore (non c’è niente di più fastidioso di una persona in fronte a voi che guarda di lato o dietro senza incrociare il vostro sguardo). Siete timidi o impressionati, non è una scusa! Respirate con calma, bevete (nessuno potrà rimproverarvi di prendere una bottiglietta d’acqua o di chiedere / accettare un caffè al momento dell’arrivo) e alzate gli occhi! Ovviamente, mantenete quest’attitudine, anche se il reclutatore non fa lo stesso. Dovete sapere suscitare l’interesse

21 La famosa stretta di mano: deve essere ferma e rilassata (sì, è possibile). Allenatevi con i vostri amici, serata divertente garantita! Il sorriso: Dopo avere ovviamente controllato la vostra dentatura allo specchio con eventualmente uno spazzolino da denti, siete pronti per il vostro più bel sorriso. Ciononostante, nessun bisogno di farne troppo, siate naturali ++ (cioè sorridenti ma non troppo e soprattutto ai momenti giusti poiché, attenzione, sorridere non significa per forza ridere). Ancora una volta, tutto è questione di dosaggio. Sappiate che la vostra tenuta (vestiti / capelli / trucco) è un elemento importante nella comunicazione non verbale: come sempre, deve adattarsi alla situazione e al posto per il quale vi presentate. A voi di studiare lo stile dell’azienda e di scegliere la vostra tenuta in funzione (una tenuta pulita, gradevole da indossare e da guardare, che traduca la vostra personalità – un piccolo tocco di colore per rallegrare una scelta classica, etc. E pensate che, se fa caldo, sarete più al vostro aggio in giacca, dunque riflettete bene alla maglietta da indossare sotto).

22 Da non fare Mani e viso: spesso non sapete cosa fare delle vostre mani e con un po’ di stress, vi ritrovate a metterle in bocca, rimettere una ciocca a posto, mettersi le mani davanti alla bocca quando si sorride, toccarsi l’orecchio o il naso. È poco gradevole per il vostro interlocutore d’assistere a questo genere di mimiche, che vi deconcentrano, anche se non ve ne rendete conto. Dimenticatele poiché sono delle attitudini parassiti che, invece di farvi rimanere concentrato sul vostro discorso, vi fanno perdere energia e persino il filo della frase! Il clic della penna, la masticazione della gomma (non è necessario sviluppare, è già chiaro). Le attitudini invadenti: Siccome non sapete cosa fare delle vostre mani, potete senza alcun problema appoggiarle sul tavolo, (da evitare ovviamente i gomiti con la testa appoggiata sopra! Avete il diritto di essere stanchi o in ammirazione ma non siete in anfiteatro, né davanti a Brad Pitt!) o servirvene per parlare (con moderazione, non state recitato per una pubblicità né a l’arbitro di calcio!). Non siate dunque troppo invadenti. Rimanete nel vostro spazio, evitando di avvicinarvi troppo con i vostri gesti. Lo stesso vale per i vostri effetti personali: cappotto, penna, fogli…

23 Da non fare Le attitudini familiari: dobbiamo per forza precisare che l’occhiolino e la pacca sulla schiena non sono i benvenuti ?! Il colpo d’occhio veloce al vostro orologio o cellulare: riguardo al telefono, è meglio lasciarlo in tasca, (spento andrebbe meglio! Siete a un colloquio dunque pensare a comprare del pane per pranzo, cancellare una foto su Facebook o sapere com’era la famosa festa di ieri, che avete mancato per preparare il colloquio, non sono nelle vostre priorità). Sempre riguardo al telefono: Siate attenti alle chiamate effettuate subito dopo essere usciti dal colloquio, soprattutto se siete ancora nel corridoio o davanti all’ufficio. I muri e le finestre sono meno spessi di quello che immaginiate e non sapete chi conosce chi nell’azienda. Sarebbe stupido rovinare tutto proprio ora! Eccovi pronti ad affrontare con serenità il vostro colloquio! Una buona notte di sonno il giorno prima, un tic-tac prima di entrare e tocca a voi!

24 Linguaggio non verbale: stringere la mano nel modo sbagliato
Ti hanno detto che devi stringere bene la mano quando incontri una persona. Va bene… ma devi anche evitare di simulare uno schiaccianoci e far del male il tuo interlocutore. Altrimenti inizi la conversazione nel modo errato. Insomma, usare la forza di Braccio di Ferro serve a poco, perché la stretta di mano deve essere adeguata senza ostentare potenza.

25 Linguaggio non verbale: fiducia e “power zone”
Quando parli con qualcuno devi lasciare aperte (visibili) la fossetta del collo (giugulare), l’ombelico e la zona inguinale. Se la nascondiamo, diamo l’impressione di una persona chiusa, insicura e poco interessata alla conversazione. Prova ad osservarti allo specchio e noterai la differenza tra quando cerchi di coprire le parti di cui abbiamo parlato e nota la differenza quando non lo fai. Un esempio pratico: se ti trovi in un bar per un aperitivo e stai parlando con una persona, evita di coprire la “power zone” con il cocktail. Piuttosto abbassa il braccio col bicchiere e tienilo accanto ad una gamba. Con questo semplice gesto sarai più “vicino” al tuo interlocutore. E non finisce qui. Tenere le spalle aperte o esporre i polsi quando parliamo, dimostra la nostra predisposizione a parlare ed ascoltare gli altri. Lo stesso vale anche quando parli in pubblico o durante un’interrogazione. La protezione della zona inguinale stile “calcio di punizione” o la postura sbagliata, oltre a farti apparire insicuro, ti portano a respirare nel modo sbagliato. Di conseguenza, aumenta lo stato ansioso.

26 Linguaggio non verbale: le mani sulla pancia
Potremmo dire anche le mani sul grembo. Questa particolare abitudine del nostro linguaggio non verbale è sconsigliata soprattutto in un incontro lavorativo, come potrebbe essere una riunione in cui dovrai esprimere le tue idee. Lo facciamo perché vorremmo evitare di muovere molto le mani quando parliamo ma, può farci apparire timidi e insicuri. Ricorda questo particolare anche durante un colloquio, poiché la maggior parte si svolgono da seduti.  Secondo alcuni studiosi quando abbiamo una scrivania davanti è meglio tenere le braccia sul tavolo, cosi possiamo muovere meglio le mani e condividere la nostra energia ed entusiasmo quando raccontiamo di noi. Occorre fare una precisazione perché potresti essere tentato di incrociare le mani e creare una barriera con il tuo interlocutore. Quindi, tieni le braccia sul tavolo e nello stesso tempo evita la tentazione di incrociare le mani.

27 Linguaggio non verbale: spazio, pausa e movimento
Saper sfruttare i movimenti nello spazio in cui agiamo, rafforza la nostra comunicazione. Proprio perché gli esseri umani sono attratti naturalmente dal movimento: se cambiamo posizione, catturiamo l’attenzione. Questo aspetto è utile soprattutto quando parliamo in pubblico, perché ti consente di sottolineare i punti chiave del discorso o una pausa. Per farlo, devi spostarti ad ogni variazione del tuo discorso. Un po’ come mettere un punto ed andare a capo. Solo che in questo caso lo fai muovendoti nello spazio a disposizione, invece che sulla carta. Ad esempio, se devi affrontare tre punti diversi dello stesso argomento, spostati in una posizione fisica diversa per ciascuno di loro. Se hai buone o cattive notizie, puoi presentarle nei lati opposti del palco (uno di fronte all’altro). Muoversi e fare una pausa è fondamentale. A volte, il solo movimento accompagnato dal silenzio comunica più della parola. Comunque, nessuno sta dicendo che devi muoverti ogni secondo come una trottola :-). Anzi, devi dosare i secondi in cui sei fermo con i movimenti. Così sarai in grado di evidenziare con il linguaggio del corpo, i punti salienti del discorso e catturare l’attenzione del pubblico.

28 Linguaggio non verbale: guardare per aria?
Smettila di guardare “per aria” quando stai parlando a più persone. Lo so bene che molti consigliano: “Se hai paura di parlare in pubblico, guarda sopra la testa delle persone per allentare la tensione ed evitare le facce…”. Solo che nessuno ti ha spiegato che dopo un po’ sembrerai un bambino perso tra i suoi pensieri mentre guarda le stelle. Se vuoi sentirti più a tuo agio, scegli di guardare le persone che annuiscono e ti danno riscontri positivi nelle tue prime battute. E poi, in un secondo momento, distribuisci lo sguardo in modo uniforme in tutta la stanza. Aspetta! Non ho finito. Evita di muovere gli occhi alla velocità della luce da una parte all’altra della stanza perché il risultato è snervante per chi ti guarda. Sembrerai qualcuno a cui stanno girando gli occhi prima dell’arrivo dell’esorcista… Un buon equilibrio è mantenere il contatto visivo su una persona per volta ad ogni singolo pensiero (il tempo di una frase per intenderci).

29 Linguaggio non verbale: seduzione e colpo di testa
Il movimento della testa può comunicare empatia, comprensione o sottomissione. La prossima volta che ti trovi in una conversazione e vuoi incoraggiare qualcuno a parlare, prova ad annuire con la testa. Perché, secondo alcune ricerche, il tuo interlocutore è portato a parlare tre o quattro volte più del solito. Come devi fare? Sporgendosi in avanti Fare un piccolo cenno col capo Inclinare la testa L’inclinazione della testa è un segnale per far capire se siamo interessati o coinvolti. Possiamo comunicare empatia e comprensione. Attenzione però, perché la testa inclinata da un lato può essere recepita anche come segnale di sottomissione (i cani mostrano il collo in rispetto all’animale più dominante). Quindi è meglio non usare eccessivamente questo segnale, anche se delle volte è inconsapevole, soprattutto durante la seduzione. La donna, ad esempio, potrebbe comunicare interesse o disinteresse al corteggiamento


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