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PubblicatoFabiano Carlini Modificato 7 anni fa
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Progetto Pavia2020 LA FILIERA AGROALIMENTARE IN PROVINCIA DI PAVIA work in progress al 25.10.2014
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Obiettivi e metodologia (slide 3-6) Lo situazione attuale (slide 7-53)
Contenuti Obiettivi e metodologia (slide 3-6) Lo situazione attuale (slide 7-53) Scenari di settore (slide 54-66) Analisi Benchmarking (slide 67-75) Obiettivi e direttrici (slide 76-92) Possibili azioni (slide ) 2
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1. Obiettivi e Metodologia
Pavia2020 – Filiera Agrifood 3
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Obiettivi Redigere una mappatura della filiera agroalimentare in Provincia di Pavia (PPT), considerando tutte le fasi della catena del valore. Rilevare le principali opportunità di sviluppo e le minacce da presidiare. Il tutto tenendo in attenta considerazione gli scenari regionali, nazionali ed internazionali e alcuni benchmark di riferimento. Il fine ultimo è quello di intentificare direttrici e progetti di sviluppo per questo comparto, tenuto conto delle possibili intersezioni con altre filiere.
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Metodologia: nuovi metodi per nuove sfide
Analisi Desk Oltre 20 rapporti sul comparto di enti e istituti di ricerca analizzati Analisi di banche dati da fonti pubbliche (ASR) Estrazione di informazioni dalla banca dati “Ulisse” (tutte le imprese operanti in Provincia di Pavia); in particolare, questi ultimi sono stati elaborati anche mediante tecniche innovative di ‘Topic Modeling’ per leggere il territorio in una prospettiva nuova, che parte da come le sue imprese si descrivono Interviste e Focus Group 10 interviste in profondità ad imprenditori, enti territoriali ed opinion leader 2 focus group tematici Grazie a questi incontri sono stati mappati obiettivi, scenari e progetti, che venivano via via affinati seguendo un approccio ispirato al metodo Delphi Analisi scenari bottom-up con la nuova metodologia SGAP Benchmark su territori e filiere agro-alimentari «di successo» Prima definizione delle direttrici di sviluppo e delle ipotesi di azioni concrete
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Il percorso di analisi 1. Le imprese della Provincia di Pavia:
Dove siamo 2. Scenari di settore: Dove andare? 3. Analisi di Benchmarking: Dove vanno gli altri? 4. Obiettivi e direttrici 5. Azioni 6
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1. L’agrifood in Provincia di Pavia: dove siamo
Pavia2020 – Filiera Agrifood La filiera AA provinciale: Dove siamo Scenari di filiera: Dove andare (?) Analisi di Benchmarking: riferimenti d’eccellenza Obiettivi e direttrici Azioni 7
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La Filiera: ipotesi iniziale
R&D CHIMICA (es. fertilizzanti) AGRICOLTORI (/cooperative/ consorzi) ESPORTATORI ALTRI INPUT MACCHINARI INDUSTRIA ALIMENTARE DI TRASFORMAZIONE IMPORTATORI LOGISTICA / TRASPORTO / STOCCAGGIO PACKAGING WEB & NUOVI MERCATI KNOWLEDGE INTENSIVE SERVICES Analisi laboratorio MARKETING Comunicazione consulenza INTERMEDIARI COMMERCIALI INGROSSO RETAIL (GDO, SHOPS, HORECA) CONSUMATORE
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Analisi desk: cosa ci dicono i dati da fonti statistiche ufficiali
Una fotografia per settori e non per filiere Una rappresentazione parziale e utile solo in parte ai fini delle nuove vision e strategie di sviluppo locale
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L’analisi da fonti pubbliche: principali evidenze
Precisato che l’analisi da fonti pubbliche offre una visione utile ma parziale, le principali considerazioni che si derivano alla lettura di tali informazioni sono le seguenti: Si riporta di seguito una selezione di alcune delle principali statistiche da fonti pubbliche sull’intera filiera dell’agroalimentare in Provincia di Pavia; Settori lungo la filiera Evidenze Agricoltura Un comparto fondamentale per l’economia del territorio, seppur in difficoltà; a livello “quantitativo”, buona attenzione alla produzione biologica; B. Industria e trasformazione alimentare In proporzione rispetto al peso dell’agricoltura nel sistema PPV, questa fase della catena del valore è meno sviluppata rispetto ad altre provincie lombarde; C. Distribuzione e Retail La distribuzione agroalimentare nel territorio è cresciuta molto negli ultimi anni, specie attraverso il format della la grande distribuzione; Di recente si registrano elementi di cambiamento; Filiera “corta” e filiera km 0 Gli piccoli/micro operatori che accorciano la filiera e/o puntano ad una commercializzazione km 0 sono sempre più numerosi (agricoltori, agriturismi ma non solo).
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Utilizzo del suolo - Superficie Agricola Utilizzata (SAU)
1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE Utilizzo del suolo - Superficie Agricola Utilizzata (SAU) Lo 1. Agricoltura 2. Industria alimentare 2. Distribuzione e Retail Un Provincia a spiccata vocazione agricola Fonte: Censimento Generale dell’Agricoltura (2010)
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1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE
Le imprese attive in PPV A. Agricoltura B. Industria alimentare C. Distribuzione e Retail Un comparto importante, ma da rilanciare Il trend negativo parte prima del 2008 Fonte: ASR Lombardia
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Imprese attive: un confronto con Lombardia e Italia
1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE Imprese attive: un confronto con Lombardia e Italia A. Agricoltura A livello di imprese attive, Pavia segue l’andamento regionale e nazionale B. Industria alimentare C. Distribuzione e Retail Fonte: ASR Lombardia | Trend evolutivo sul base 100 all’anno 2003
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Livelli occupazionali nel comparto agricolo
1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE Livelli occupazionali nel comparto agricolo A. Agricoltura B. Industria alimentare C. Distribuzione e Retail …a livello dimensione (n. di occupati) il comparto agricolo in PPV si contrae in modo significativo rispetto al dato medio nazionale e, soprattutto, lombardo Fonte: ASR Lombardia | Trend evolutivo sul base 100 all’anno 2004
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Imprenditorialità nel comparto agricolo
1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE Imprenditorialità nel comparto agricolo Lo A. Agricoltura B. Industria alimentare C. Distribuzione e Retail Lo stesso può dirsi in termini di evoluzione dell’ imprenditorialità nel tempo Fonte: ASR Lombardia | Trend evolutivo sul base 100 all’anno 2004
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Superficie a coltivazione bio
1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE Superficie a coltivazione bio Lo A. Agricoltura B. Industria alimentare C. Distribuzione e Retail L’agricoltura biologica in Provincia di Pavia è una realtà importante, quantomeno a livello di superficie coltivata… Fonte: DG Agricultura Regione Lombardia (2012)
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Operatori nel biologico
1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE Operatori nel biologico Lo A. Agricoltura B. Industria alimentare C. Distribuzione e Retail …e in termini di numero di aziende coinvolte Fonte: DG Agricultura Regione Lombardia (2012)
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1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE
Industria e Trasformazione Alimentare: Imprese attive A. Agricoltura B. Industria alimentare C. Distribuzione e Retail A livello di numero di imprese, la rilevanza del comparto dell’industria alimentare è meno che proporzionale rispetto al peso dell’attività agricola nel quadro della Regione Lombarida Fonte: Infocamere | 2012
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1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE
Industria e Trasformazione Alimentare: Dipendenti A. Agricolture B. Industria alimentare C. Distribuzione e Retail Lo stesso può dirsi per quanto concerne il numero di addetti Fonte: Inail | 2011
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Distribuzione: superficie ogni 1.000 abitanti
1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE Distribuzione: superficie ogni abitanti Lo A. Agricoltura B. Industria alimentare C. Distribuzione & Retail Una presenza importante della grande distribuzione… Fonte: Censimento Generale dell’Agricoltura (2010)
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La Grande Distribuzione alimentare in PPV
1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE La Grande Distribuzione alimentare in PPV Lo A. Agricoltura mq mq B. Industria alimentare C. Distribuzione & Retail …che è cresciuta nel tempo Fonte: ASR Lombardia | Superficie in MQ
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Commercio al dettaglio in PPV
1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE Commercio al dettaglio in PPV Lo A. Agricoltura B. Industria alimentare C. Distribuzione & Retail Mentre il commercio al dettaglio, dopo essersi anch’esso sviluppato, è in difficoltà (in controtendenza rispetto al dato regionale) Fonte: ASR Lombardia | Trend su base 100
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La Filiera Corta A. Agricoltura Lo
1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE La Filiera Corta Lo A. Agricoltura B. Trasfor-mazione alimentare C. Distribuzione e Retail La Provincia di Pavia segue il trend generale: gli agricoltori puntano sempre più sulla vendita diretta, specie per quanto riguarda i prodotti già trasformati e finiti Fonte: Istat (2010)
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Strutture agrituristiche: distribuzione in Lombardia
1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE Strutture agrituristiche: distribuzione in Lombardia Lo A. Agricoltura PPV è terza in Lombardia in quanto a numero di strutture agrituristiche, sia a livello assoluto (vedi grafico), sia in quanto a numero di strutture per abitanti (42 ogni 1000; in questo caso dietro solo a Mantova e Sondrio) B. Trasfor-mazione alimentare C. Distribuzione e Retail Fonte: ASR Lombardia | Dati 2012
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Attività svolte dalle imprese agrituristiche
1.1. L’ANALISI DEI DATI DA FONTI PUBBLICHE Attività svolte dalle imprese agrituristiche Lo A. Agricoltura B. Trasfor-mazione alimentare C. Distribuzione e Retail Agriturismo in Provincia di Pavia poco dediti a promozione e degustazione dei prodotti locali Fonte: ASR Lombardia | Dati 2012
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Alla ricerca di nuove rappresentazioni delle imprese del territorio
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L’analisi ‘Topic Modeling” (1)
I dati ufficiali disponibili non consentono analisi con il dettaglio richiesto dal progetto Pavia2020; in particolare, non consentono riclassificazioni “per filiera”; pertanto – oltre ad una indagine mediante questionari – è stata implementata in via sperimentale una metodologia innovativa derivata da tecniche di “Topic Modeling” (Muresan & Harper, 2004), creando una procedura ad hoc con il software ‘R’; ciò ha permesso un’ analisi approfondita dei testi delle descrizioni delle attività svolte da tutte le imprese attive in Provincia di Pavia (aggiornamento al ; banca dati Ulisse); si noti come l’analisi consideri il contesto semantico del significato, non la mera frequenza delle parole “chiave”.
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L’analisi ‘Topic Modeling” (2)
I risultati sono stati prima incrociati con le informazioni derivate dai codici ATECO, poi se ne è verificato la robustezza rispetto ai dati dell’Annuario Statistico Regionale (ASR) e mediante un controllo manuale a campione; l’attività di validazione mediante codice ATECO ha ristretto l’analisi alla sola attività dichiarata come principale; i risultati proposti sono soggetti ad errore statistico, stimato inferiore al 5%; questi dati, da leggere in modo integrato rispetto a dati ufficiali, interviste e focus group, presentano elementi inediti, non ottenibili diversamente (se non analizzando una per una le imprese locali). Questa versione dell’analisi concerne la sola numerosità delle imprese attive; se giudicata interessante, si procederà all’analisi del “valore della produzione” e a replicarla per altre filiere.
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Fonte: nostra elaborazione
1.2. TOPIC MODELING Il tessuto produttivo in PPV: Tag Cloud Lo Fonte: nostra elaborazione
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Fonte: nostra elaborazione
1.2. TOPIC MODELING La filiera agroalimentare in PPV: Tag Cloud Lo Fonte: nostra elaborazione
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Fonte: nostra elaborazione
1.2. TOPIC MODELING La filiera agroalimentare in PPV: imprese attive Lo 1. Ricerca & Servizi 44 0.40% 2. Agricoltura 6,620 59.79% 3. Trasformazione 455 4.11% 4. Macchinari agrifood 185 1.67% 5. Altri input 171 1.54% 6. Packaging 159 1.44% 7. Intermediazione 845 7.63% 8. Commercio 2,565 23.16% Altri attori 29 0.26% Totale 11,073 100.00% Il numero di imprese fa riferimento all’attività principale dichiarata (testo) ed è trasversale alle categorie ATECO; è quindi una lettura differente rispetto ai dati ufficiali Infocamere, appunto basati sul solo codice Ateco, rispetto a cui è necessaria una visione integrata. Fonte: nostra elaborazione
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Le sotto-filiere agroalimentari in PPV: dettaglio (1)
1.2. TOPIC MODELING Le sotto-filiere agroalimentari in PPV: dettaglio (1) Lo Prov. PV SUB FILIERE - VALORI ASSOLUTI (imprese che specificano un focus) RISO / CEREALI specializzati RISO VINO FRUTTA E VERDURA LATTIERO-CASEARIA ALLEVA-MENTO 1. Ricerca & Servizi 44 4 3 14 1 2 2. Agricoltura 6,441 3631 1330 2147 323 61 779 2b. C.terzisti 177 8 6 3. Trasformazione 455 42 25 58 26 30 85 4a. Macchinari agrifood - produzione 34 4b. Macchinari agrifood - rip&man 141 4c. Macchinari agrifood - comm 11 5a. Altri input 5 5b. Altri input - comm 142 28 7 23 15 6a. Packaging 133 6b. Packaging - comm 7. Intermediazione 845 43 138 64 63 105 8. Retail (negozi / ristoranti) 2,565 149 314 102 309 Altri attori della filiera agrifood 29 Totale 11,073 3,791 1,397 2,560 730 262 1,300 Il numero di imprese fa riferimento all’attività principale dichiarata (testo) ed è trasversale alle categorie ATECO; è quindi una lettura differente rispetto ai dati ufficiali Infocamere, appunto basati sul solo codice Ateco, rispetto a cui è necessaria una visione integrata. Fonte: nostra elaborazione | margine d’errore stimato al 5%
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Le sotto-filiere agroalimentari in PPV: dettaglio (2)
1.2. TOPIC MODELING Le sotto-filiere agroalimentari in PPV: dettaglio (2) Lo Prov. PV SUB FILIERE - VALORI % (imprese che specificano un focus) RISO / CEREALI specializzati RISO VINO FRUTTA E VERDURA LATTIERO-CASEARIA ALLEVA-MENTO 1. Ricerca & Servizi 0.4% 0.1% 0.2% 0.5% 1.1% 2. Agricoltura 58.2% 95.8% 95.2% 83.9% 44.2% 23.3% 59.9% 2b. C.terzisti 1.6% 0.0% 0.3% 3. Trasformazione 4.1% 1.8% 2.3% 3.6% 11.5% 6.5% 4a. Macchinari agrifood - produzione 4b. Macchinari agrifood - rip&man 1.3% 4c. Macchinari agrifood - comm 5a. Altri input 5b. Altri input - comm 0.7% 0.9% 1.2% 6a. Packaging 6b. Packaging - comm 7. Intermediazione 7.6% 1.0% 5.4% 8.8% 24.0% 8.1% 8. Retail (negozi / ristoranti) 23.2% 5.8% 43.0% 38.9% 23.8% Altri attori della filiera agrifood Totale 100.0% 100% Il numero di imprese fa riferimento all’attività principale dichiarata (testo) ed è trasversale alle categorie ATECO; è quindi una lettura differente rispetto ai dati ufficiali Infocamere, appunto basati sul solo codice Ateco, rispetto a cui è necessaria una visione integrata. Fonte: nostra elaborazione | margine d’errore stimato al 5%
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Fonte: nostra elaborazione
1.2. TOPIC MODELING Focus: packaging Lo V. Assoluti % Imballaggi in materie plastiche 50 38.2% Imballaggi in legno 23 17.6% Imballaggi in carta / cartone Macchine per l'imballaggio 21 16.0% Imballaggi in materiali metallici 9 6.9% Imballaggi in materiale tessile 2 1.5% Vetro cavo Imballaggi in gomma 1 0.8% Totale 131 100.0% Il numero di imprese fa riferimento all’attività principale dichiarata (testo) ed è trasversale alle categorie ATECO; è quindi una lettura differente rispetto ai dati ufficiali Infocamere, appunto basati sul solo codice Ateco, rispetto a cui è necessaria una visione integrata; Fonte: nostra elaborazione
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Fonte: nostra elaborazione
1.2. TOPIC MODELING Focus: macchine agricole e per l’industria agroalimentare Lo 34 imprese sul territorio si occupano di meccanica e macchinari per l’agricoltura, a cui si aggiungono: 21 realtà che producono macchine per imballaggio (vedi slide precedente); 141 aziende - per lo più micro-imprese - che si occupano di riparazione e manutenzione; 11 rivenditori (commercio di macchine agricole). MACRO-AMBITO (totate 34 imprese) SPECIALIZZAZIONE (19 imprese su 34) Il numero di imprese fa riferimento all’attività principale dichiarata (testo) ed è trasversale alle categorie ATECO; è quindi una lettura differente rispetto ai dati ufficiali Infocamere, appunto basati sul solo codice Ateco, rispetto a cui è necessaria una visione integrata. Fonte: nostra elaborazione
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Cosa scopriamo con questo metodo innovativo?
1.2. TOPIC MODELING Cosa scopriamo con questo metodo innovativo? Abbiamo una mappatura nuova e originale delle attività economiche del territorio. Abbiamo una visione della filiera AgroAlimentare (AA) in tutti i suoi segmenti. Si tratta di una filiera con alcuni punti di forza (segmenti ad alta densità di imprese) e con punti di debolezza (segmenti poco densi). Alcune parti della filiera AA pavese sono in realtà «esterne» al territorio. Abbiamo potuto mappare –dentro la macro filiera AA- alcune sotto-filiere rilevanti. Alcune sono già note, altre meritano una riflessione per il loro potenziale di sviluppo (filiere embrionali). 36
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Interviste e Focus Group
1.3. Evidenze da Interviste e Focus Group
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Un approccio bottom-up
Attraverso interviste e focus group, emerge progressivamente una vision delle imprese della filiera AA circa lo sviluppo territoriale e le possibili direttrici di azione Emergono anche intersezioni tra filiere (agro-alimentare e salute, agroalimentare ed energia, agroalimentare e advanced manufacturing, agroalimentare e turismo/beni culturali) Emergono evidenze utili lungo i diversi tasselli della filiera (v.slides successive)
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1.3. Evidenze da Interviste e Focus Group
Il primo tassello: Ricerca, Innovazione e Tecnologie In Provincia di Pavia, l’attività di ricerca e innovazione su tematiche “agrifood” è un contesto emergente; ad oggi è debolmente connessa con le imprese locali, mentre sembrerebbe più apprezzata da imprese esterne; in particolare, l’Università di Pavia lavora su temi di frontiera che coinvolgono la filiera “agrifood” a diversi stadi, e che possono fare da “perno” fra filiere differenti; a livello industriale, il comparto “packaging” è quello che presenta un’attività di R&D più sviluppata; un centro di ricerca interessante e specializzato sul territorio è poi il “Centro Ricerche sul Riso” a Castel d’Agogna; vi operano 30 persone tra ricercatori, tecnici, amministrativi ed operai; ospita un’Azienda Agricola Sperimentale; potenzialmente interessante in chiave prospettica anche il centro “Riccagioia” per il vino; la struttura si presta tuttavia ad essere maggiormente valorizzata in tal senso; nonostante alcuni casi interessanti, la componente di servizi di supporto alle imprese della filiera agrifood – specie quelli ad alta intensità di conoscenza - è invece complessivamente carente nel territorio. 39
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AMBITI PREV. INTERESSATI
Ricerca, Innovazione e Tecnologie MAPPA DELL’ATTIVITA’ DI R&D AGRIFOOD IN PROVINCIA DI PAVIA (principali) MACRO-AMBITO ATTIVITA’ DI RICERCA SOGGETTO AMBITI PREV. INTERESSATI agricoltura input industria alimentare macchinari / meccatronica packaging distribuzione e vendita Biologia molecolare e biochimica / Nutraceutica e Integratori alimentari Influenza alimenti su: patologie tumorali, malattie neurodegenerative, riabilitazione, tono dell'umore; in particolare: studi sulle proprietà del caffè; drug-delivery & microincapsulazione; packaging attivi, antibatterici e antiossidanti. Università di Pavia / Dipartimento di Scienze del Farmaco; Dipartimento di Scienze Fisiologiche-Farmacologiche X Biologia molecolare e biochimica / Analisi e rilevazioni Analisi per smascherare contraffazioni alimentari; Università di Pavia / Dipartimento di Scienze del Farmaco Ricerca di marcatori molecolari; Screening contaminazioni; Analisi qualitative del riso (es. ricerca materiali pesanti) / Analisi su eventuali contaminazioni; Centro Ricerche sul Riso Biotecnologie in ambito alimentare; Genetica Alimentare: variabilità genetica alla base della scelta degli alimenti; Università di Pavia / Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Genetica alimentare; Resistenza riso alle malattie; Breeding assistito; mantenimento varietà riso; banca germoplasma; Biotecnologie vegetali; risposta dei piante allo stress genotossico (performance delle piante e dei semi); Università di Pavia / Dipartimento di Scienze Fisiologiche-Farmacologiche Selezione ed ottimizzazione sementi; recupero di antiche varietà agricole; Università di Pavia / Dipartimento di Scienze della Terra e dell'Ambiente Agronomia,Fitopatologia Entomologia fitopatologia e entomologia; controllo delle infestanti; nutrizione vegetale; relazioni fra insetti e attività agricola; Ingegnerizzazione della produzione vite e vino Impresa Locale: Olcru Droni path planning; picking di oggettioptical flow; wavelet per la compressione di immagini; scheduling real-time; software per droni; sensoristica; Università di Pavia / Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell'Informazione Bioenergie Bioenergie; utilizzo di sottoprodotti per il packaging alimentare Università di Pavia / Dip. di Chimica Packaging e Conservazione nuovi materiali per imballaggi; barriere a luce/gas; riutilizzo materiali; Imprese locali: ITP; PiberGroup; Riduzione materiali utilizzati; Imprese locali: ITP; PiberGroup; Antares; Innovazioni per aumentare la praticità degli imballaggi; Imprese locali: Minigrip; PiberGroup; Stampa in quadricromia direttamente sull'imballaggio; Imprese locali: PiberGroup; Innovazione a livello di processo di imballaggio Energy saving; Vetri e tecnologie per una conservazione degli alimenti; Impresa locale: Thermo Glass Door Economia e gestione delle imprese agrifood Marketing territoriale / Sviluppo sistemi locali; Marketing vino; Comportamento del consumatore nel consumo di alcolici e bevande; Università di Pavia / Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali;
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1.3. Evidenze da Interviste e Focus Group
Il secondo tassello: Agricoltura e Industria alimentare - AMBITI DI ATTIVITÀ - La produzione agroalimentare rappresenta un importante punto di forza per la Provincia di Pavia, tanto in termini di qualità che di quantità; riso e uva rappresentano circa l'85% della produzione locale (fonte: Coldiretti), tuttavia un elemento caratterizzante del territorio è l'elevata varietà delle coltivazione (pressochè assenti solo agrumi e olio); la filiera del latte in PPV è oggi debole, agli ultimi posti in Lombardia, ma non marginale; da notare un big player e alcune eccellenze di nicchia a livello caseario (specie Valle Staffora), interessanti a livello di turismo enogastronomico ma non a livello di quantità prodotte; fra quelle che meritano approfondimento, per quanto meno rilevanti/embrionali: ortofrutta, allevamento, caffè (torrefazione/macchine caffè). 41
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Agricoltura e Industria alimentare
1.3. Evidenze da Interviste e Focus Group Agricoltura e Industria alimentare - COMPETENZE IMPRENDITORIALI E MANAGERIALI - Le competenze manageriali appaiono nel complesso piuttosto deboli, così come i livelli di imprenditorialità, soprattutto in relazione al marketing ed alla commercializzazione del prodotto locale; nel complesso, manca una visione e una cultura internazionale: le idee su quali mercati affrontare appaiono generiche, quando si raggiunge il 20% di export di parla di “elevati livelli di internazionalizzazione”, ecc.; quando poi si riesce ad approcciare opportunità di internazionalizzazione importanti, si fatica ad assecondare richieste di quantitativi rilevanti (non tanto per reale mancanza di prodotto, quanto per la frammentazione del sistema); in chiave positiva, si rilevano diversi progetti con vision innovativa ed ambiziosa da parte di imprenditori che arrivano da fuori provincia (in particolare nel vino). 42
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1.3. Evidenze da Interviste e Focus Group
SPUNTI: Il comparto “valvole industriali”, rilevante in PPV, tocca (seppur ad oggi marginalmente) anche il comparto agricolo Il terzo tassello: Macchinari Agrifood Nel territorio sono presenti competenze importanti a livello di meccanica e meccatronica, tuttavia si fatica a valorizzare queste competenze a livello di industria “agro-alimentare”; ad oggi le imprese locali potenziali acquirenti: acquistano i macchinari per lo più da altre aree; quando agricoltori (spesso coinvolti anche nella trasformazione) acquistano pochi macchinari in quanto soffrono di margini di profitto piuttosto bassi; sono spesso dipendenti da investimenti passati e percepiscono un’evoluzione tecnologica lenta (“le macchine che ho vanno benissimo anche se vecchie”); il punto “b” accentua questo fenomeno. Alcune imprese piuttosto attive sul fronte macchine per preparazione piatti pronti e distribuzione da consumo immediato hanno potenzialità importanti a livello di automazione della filiera produttiva; Un ulteriore canale è rappresentato dai “conto-terzisti” (trebbiatori, aratori, ecc.). I piccoli agricoltori/trasformatori spesso non si possono permettere macchine e attrezzature, quindi si affidano a conto-terzististi, che così diventano acquirenti rilevanti di tecnologie agroalimentari per piccole e micro imprese. 43
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1.3. Evidenze da Interviste e Focus Group
Il quarto tassello: Packaging Questo ambito rappresenta uno dei principali punti di forza della filiera agroalimentare PPV, anche in chiave di sviluppo potenziale e in chiave prospettica; è piuttosto innovativo e presenta competenze ben allineate rispetto agli scenari di mercato; gli sviluppi più interessanti riguardano: gli studi per la riduzione dei materiali utilizzati (con impatto positivo in termini di riduzione dei costi e dell'impatto ambientale); i miglioramenti tesi ad aumentare la praticità delle confezioni. Le imprese sono molto attive anche sul fronte dei materiali biodegradabili (es. da sottoprodotti alimentari) e sul riutilizzo di materiali usati; il mercato presenta interesse verso queste tecnologie, tuttavia la diffusione è frenata da costi ancora alti; altri sviluppi innovativi: stampa in quadricromia direttamente sull'imballaggio; innovazione a livello di processo di imballaggio (quale tema che si intreccia con il comparto "macchine"); filiera corta dei sottoprodotti agricoli per materiali da imballaggio (es. progetto ValRiso). 44
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1.3. Evidenze da Interviste e Focus Group
Packaging: perno di filiera? Un punto di debolezza è rappresentato da una scarsa interconnessione con le altre imprese leader (e non) del territorio; ne è una riprova il fatto che manca una specializzazione vera e propria rispetto alle produzioni tipiche locali (vino e riso); sviluppando le relazioni fra imprese locali di questo settore prima e con altri comparti poi, il packaging potrebbe rappresentare una sorta di “perno / traino”: lungo la filiera, ad esempio pensando specie al rilancio del comparto macchine; es. macchine da imballaggio, ma anche distributori di piatti pronti; con altre filiere, specie con quella della Salute, dove alcune di queste imprese sono già molto attive. SPUNTI: un cluster del packaging in PPV? Per quanto ad oggi mancano alcuni presupposti , si tratta di una ipotesi percorribile Un ambito attiguo è pure quello della conservazione degli alimenti, rispetto a cui sussistono sinergie rilevanti (es. migliori imballaggi migliorano la performance degli ambienti di conservazione e viceversa). Sul territorio è presente un'impresa d'eccellenza che produce vetri e soluzioni per l'energy saving nei sistemi industriali di refrigerazione degli alimenti; tuttavia, è prematuro parlare di una vera e propria filiera del freddo in PPV. 45
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1.3. Evidenze da Interviste e Focus Group
Il quinto tassello: Intermediazione, Retail, Mercati (1) Intermediazione e distribuzione: si è in una fase di transizione. Le imprese agroalimentari locali stanno ripensando le modalità di interazione con questi attori (es. progetto ‘VOI’ di Coldiretti) e/o cercando connessioni con nuovi attori, specie per trovare nuovi sbocchi di mercato (all’estero). Sotto questo punto di vista, sono piuttosto attivi i consorzi e le associazioni; le opinioni sui mercati a cui puntare sono molto diverse, a riprova del fatto che sembra non esistere una “vision di sistema” sul fronte internazionalizzazione; l’unica tendenza è quella di ritenere la Russia uno dei mercati più importanti (quale tema ricorrente in diverse interviste); il sistema locale presenta numerosi attori (oltre 800) che dichiarano attività all’ingrosso in ambito alimentare, ma si tratta per lo più di piccole/micro realtà. Le poche imprese leader dell’intermediazione agroalimentare in PPV ancora una volta appaiono poco radicate nel territorio; si registra una scarsa attenzione – di fatto – verso il canale digitale, specie mediante strumenti e competenze professionali. Ciò tende altresì a creare la percecezione di scarsa rilevanza di queste soluzioni, viste al più come modalità per ridurre i costi di promozione, più che come vera leva competitiva. 46
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1.3. Evidenze da Interviste e Focus Group
Intermediazione, Retail, Mercati (2) Il Retail di “qualità” – in chiave prospettica - può e deve rappresentare un punto di forza nel territorio; c’è ancora molto lavoro da fare, ma esistono i presupposti affinché ciò avvenga; Il ruolo che si sta cercando (timidamente) di giocare, è specie quello di rinforzo del brand territoriale; SPUNTI: Provincia di Pavia quale patria dello “SloWholesales”? qui il legame con la filiera turistica è pronunciato, e presenta una sfumatura interessante: sul territorio si registrano alcuni esperimenti – positivi – dove nuove strutture di accoglienza di qualità vengono valorizzate soprattutto per invitare e “coccolare” i grandi buyers e/o le personalità che possono aiutare a creare vie preferenziali verso nuovi mercati. L’intermediario viene invitato a trascorrere alcuni giorni nel territorio, ad apprezzarlo ed a scoprirlo, a gustarlo, ad approfondire tecniche e tecnologie di produzione. A toccare con mano - dal vivo e in maniera “slow” - che prodotto e processo sono di qualità, che non è un “bluff”. Questo approccio è perseguito specie da nuovi imprenditori; ciò non vale solo per i prodotti agricoli, ma anche per le produzioni industriali; questo trend non è nato qui, ma qui trova elementi interessanti per attecchire. 47
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1.3. Evidenze da Interviste e Focus Group
Il “Made in Pavia” e le filiere “corte” il marchio “ultimo miglio”: esempio MARCHIO ITALIANO… (Firenze dal 1893) …MA OLIVE E PROPRIETA’ by SPAGNA Sul territorio è particolarmente sentito il tema che potremmo definire “Marchio Ultimo Miglio”. Sempre più spesso il ‘Made in Italy” è valorizzato in modo fraudolento o quantomeno improprio; è radicata la convinzione che la creazione e/o il consolidamento di brand d’area – verso un “Made in Pavia” - debba partire da qui. SPUNTI: E’ possibile per una filiera agroalimentare industrializzata innovare cercando di replicare il senso di fiducia dato dal micro-produttore agroalimentare che copre l’intero processo? Sicurezza, trasparenza e salubrità degli alimenti da fattori igienici stanno diventando fattori critici di successo. Un presidio “di filiera” diventa strategico. In termini generali, si può affermare che più la filiera si complica e allunga, e più è difficile garantire tali valori (si pensi al recente scandalo della carne di cavallo nelle lasagne Findus). Agricoltori ed allevatori locali (ma non solo) cercano di combattere i margini risicati abbracciando le fasi di trasformazione e commercializzazione (ove possibile puntanto sul KM0), presidiando di fatto l’intera filiera. Purtroppo la mentalità non evolve in senso “imprenditoriale”, come servirebbe. Quelli che vi riescono con successo convergono nel dichiarare che buona parte di tali risultati deriva da un effetto psicologico positivo generato nel consumatore, che “si fida di più” se chi ha davanti è garante dell’intero processo.
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Alcune evidenze specifiche sulla filiera “RISO”
La produzione annua di riso in Provincia di Pavia è pari tonnellate, con ettari e 1700 aziende impegnate a vario titolo; la produzione di riso italiana copre il 45% del mercato europeo, in termini di riso grezzo; dopo la raccolta e la raffinazione, la quota di sottoprodotti è, in media, circa pari a (un terzo circa del totale); applicazioni sottoprodotti riso: combustibile, packaging, bioedilizia (strutture isolanti e vernici), pula nell'alimentazione animale, frazioni amidacee nell'alimentazione umana, cosmetica e farmaceutica; ad oggi, in genere i risicoltori conferiscono il prodotto grezzo ai trasformatori industrali che dopo il processo di raffinazione immettono sul mercato sia il prodotto finito che i sottoprodotti; le quotazioni di questi ultimi non di rado sono paragonabili a quelle dei prodotto principale (riso).
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Alcune evidenze specifiche sulla filiera “VINO” (1)
Grande capacità produttiva del territorio: circa ettari di viti; 70% della produzione di vino dell'intera Lombardia); il comparto del Vino arriva da decenni dove si è puntato sulla quantità più che sulla qualità; chi ne ha risentito di più è il brand d’area; i numeri (vedi slide successive) potrebbero far pensare ad un trend che continua: in controtendenza rispetto ad altri territori italiani, cresce la quantità IGT (vino di qualità medio-bassa), decresce il volume di DOC e DOCG (vino di alta qualità).
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Produzioni italiane a confronto con l’Oltrepò
Classifica delle DOC Italiane - produzione in e ttolitri - Federdoc Dati Oltrepò 2013 (Certificazioni) Denominazione 2009 2010 2011 2012 Var% PROSECCO 863. 33% MONTEPULCIANO D'ABRUZZO 897. 796. 877. 10% ASTI 687. 769. -6% CHIANTI 790. 673. -13% SICILIA 618. CONEGLIANOVALDOBBIADENE 413. 480. 528. 571. 8% SOAVE 443. 386. 412. 530. 29% TRENTINO 619. 579. 563. -8% VALPOLICELLA 356. 354. -1% ROMAGNA 305. 86% ALTO ADIGE O SUDTIROL 294. 271. 295. 287. -3% BARDOLINO 235. 249. 251. 2% CHIANTI CLASSICO 297. 245. 286. 228. -20% BARBERA D'ASTI 227. 221. 233. -4% TREBBIANO D'ABRUZZO 201,168 197. 188. 5% LAMBRUSCO SALAMINO DI S. CROCE 142. 184. 186. 1% PIEMONTE 247. 306. 230. OLTREPO' PAVESE 427. 236. 198. 172. BONARDA DELL'OLTREPO' PAVESE 223. 196. 169. -14% FRIULI GRAVE 280. 244. 237. 161. -32% CASTELLI ROMANI 167. 177,881 156,989 155,854 SALICE SALENTINO 28. 140. 141. REGGIANO 156. 154. 135. -12% LAMBRUSCO DI SORBARA 105. 125. 129. 3% VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI 181. 187. 145,730 FRANCIACORTA 146. 118. -29% IGT Provincia di Pavia hl Bonarda hl Oltrepò Pavese hl Sangue di Giuda hl Pinot Grigio 3592 hl Buttafuoco 2639 hl Metodo Classico Oltrepò 2558 hl Pinot Nero 2535 hl (I numeri del vino, Valoritalia) 51
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Alcune evidenze specifiche sulla filiera “VINO” (2)
…in realtà, questi dati vanno analizzati rispetto ad un quadro più articolato. Infatti, l’Oltrepò si sta lentamente riposizionando verso la qualità: crescono i riconoscimenti e i premi, l’attenzione dei media e dei giornali specializzati verso questo territorio, aumentano gli investimenti dall’esterno che puntano su progetti d’eccellenza, ecc. Come si spiega questa sorta di paradosso? L’impressione è che l’Oltrepò stia lentamente cercando di riposizionarsi e sia partito dalle fasi a monte: migliora la qualità del prodotto e dei processi agricoli. Nonostante questo percorso sia ancora in fieri, negli ultimi anni è stato fatto molto in tal senso. Ciò rappresenta un’opportunità non ancora adeguatamente sfruttata per l’indotto in termini di macchine, attrezzature, input, ecc. In questo processo di crescita, l’Oltrepò ha iniziato ora ad affrontare lo “step 2”, ossia la promozione di questa qualità e la sua valorizzazione sui mercati, nazionali e non. L’Oltrepò arriva da una eredità difficile sul fronte “brand/qualità” e necessita quindi di tempo per riaffermare un brand di qualità sul mercato; è una fase decisiva dove le scelte dei prossimi anni saranno cruciali in tal senso. È quindi una condizione potenzialmente propizia per il resto della filiera, per agganciarsi al processo e supportare questo riposizionamento.
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Le filiere minori ma con alto potenziale
Cereali, altre coltivazioni e bioenergia Filiera lattiero-casearia: come unire le competenze tecnologiche dei big player alle eccellenze di nicchia locali? Alcune linee di ricerca universitaria sono trasversali a diverse sotto-filiere agroalimentari. Si pensi al lavori sulla genetica del gusto e alle ricerche sul rapporto tra cibi e umore.
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2. Scenari di settore: dove andare?
Pavia2020 – Filiera Agrifood La Provincia di Pavia: Dove siamo Scenari di settore: Dove andare (?) Analisi di Benchmarking: riferimenti d’eccellenza Obiettivi e direttrici Azioni 54
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Domanda di fondo: Quanto sono allineati gli operatori locali con i macro scenari agri-food nazionali e internazionali?
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Il metodo “SGAP” Un metodo innovativo, per fasi:
Scouting. Individuare le diverse analisi di scenario agro-alimentari, lungo le diverse dimensioni (tecnologie, prodotti, mercati e consumatori, concorrenza, etc). Filtering. Filtrare le indagini ritenute più autorevoli dagli operatori del settore. Convergence. Identificare i macro-trend per diverse fonti e confrontarli per verificare se ci sono opinioni convergenti o divergenti. Validation. Sottoporre tramite focus e interviste ai diversi operatori locali le mappe di convergenza/divergenza e testare il sentiment locale, aggiungendo o togliendo scenari, e verificandone l’allineamento. In questa fase viene mutuato in parte ed adattato il metodo Delphi. Gap analysis. Misurazione qualitativa del gap tra visioni locali e trend da fonti autorevoli di cui al punto (3).
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Scenari locali e Analisi gap locale/globale
Scouting & filtering Mappe di convergenza Scenari locali e Analisi gap locale/globale globale GAP Locale
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Scenari: sintesi ex ante
PRODOTTI Cambiamento demografico Convergenza delle Diete GUSTO / QUALITA’ FUSION “Monogamia” Vegetariarian/vegan Riscoperta Ingredienti Alternativi BIOLOGICO / NATURA Allergie / Int. NUTRACEUTICA Trend Consolidati Trend Emergenti FOOD SECURITY Pochi ingredienti in Evidenza Filiere Corte / Km0 ICT / MOBILE BIO FUEL Concentrazione Grandi Imprese Ampia convergenza Bio-tecnologie Ingegneria Genetica scenari controversi PROCESSI
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Fonti principali Agricoltura civica e filiera corta Nuove pratiche, forme d’impresa e relazioni tra produttori e consumatori, F. Di Iacovo, M Fonte, A. Galasso (2014) AgrOsserva - Trimestrale di analisi e previsioni per la filiera agroalimentare (2014) Bilancia agroalimentare: tendenze del ISMEA Global food production and prices to 2050 Scenario analysis under policy assumptions. Linehan, V., S. Thorpe, et al. (2013). Il Futuro Del Biologico, Forum Bio Management Lab, SDA BOCCONI (2013) Il Sistema Agroalimentare della Lombardia: Rapporto 2013, Direzione Generale Agricoltura (2013) La competitivita’ dell’Industria Alimentare Italiana di fronte ai nuovi scenari evolutivi, Nomisma, 2013 L'alimentazione nel 2030: tendenze e prospettive, Barilla Center for food and Nutrition (2012) Le Sfide dell’Industria Alimentare, Cultura di prodotto, innovazione e tecnologie per far crescere, l’industria alimentare italiana nello scenario globale, Sistemi&Impresa(2012) OECD-FAO Agricultural Outlook Produzione alimentare in un’economia globale -scenari di mercato e sfide sociali, 2014 Rapporto sullo stato dell’AGRICOLTU RA 2013, INEA2013 Risks And Opportunities For The EU Agri-Food Sector In A Possible Eu-Us Trade Agreement, Agriculture And Rural Development, European Union (2014) Tendenze Agroalimentari: La congiuntura in sintesi, ISMEA (2013) The State of Food and Agriculture 2013, FAO (2013) Towards a Greener Agrifood sector, FAO (2013)
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Validazione scenari sul campo
Focus group di filiera agrifood Interviste
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Scenari secondo le imprese pavesi: sintesi ex post
PRODOTTI Cambiamento demografico GUSTO / QUALITA’ Intolleranze & gluten free Vegetariarian/vegan BIOLOGICO NUTRACEUTICA Trend Consolidati Biopackaging e de-packaging Trend Emergenti FOOD SECURITY Filiere Corte / Km0 Smart packaging Tech & alimentazione mirata negli allevamenti ICT / MOBILE BIO energia Concentrazione Grandi Imprese Convergenza locale/globale Bio-tecnologie Ingegneria Genetica Gap PROCESSI
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Le analisi dei gap Ci dice che su alcuni temi le vision degli operatori locali sono allineate ai trend nazionali e globali (caselle a sfondo arancione). Si conferma un gap di percezione rispetto al ruolo delle nuove tecnologie e all’ICT. Molti operatori sono scettici sul tema degli alimenti bio, ma il consumatore li chiede. E il dato contrasta con la superficie coltivata bio in provincia Ancora poca consapevolezza dell’impatto sui consumi alimentari dei trend demografici in atto (cambiamenti dieta, invecchiamento, malattie croniche in aumento). Ancora poca consapevolezza delle sinergie ad alto potenziale con la ricerca in ambito nutraceutico e con la filiera salute 62
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Priorità lungo la filiera: Principali evidenze da Rapporti e fonti pubbliche
SCENARI PRIORITARI Ricerca, competenze e tecnologie 'leading change' la Nutraceutica è il tema prioritario, destinato a crescere; altro tema particolare rilevante sono i Droni, ma non intendersi solo come maccanica /meccatronicae hardware: il valore aggiunto sta diventando specie il Software grazie al quale i droni agiscono, effettuano le analisi ed eleborano i dati; tale software deve avere caratteristiche specifiche di produzione e di territorio (context-specific knowledge); il trend è orientato all'innovazione tecnologica per coniugare "qualità, industria e tecniche artigianali", più che per automatizzare e abbattere costi; Agricoltura agricoltura 'di precisione'; valorizzazione dei sottoprodotti (energia, bioedilizia, bioimballaggi); da "agricoltura" ad "agroalimentare": le filiere si accorgiano, gli agricoltori cercano di abbracciare trasformazione e commercializzazione; Macchinari automazione del processo di trasformazione alimentare; vending machine; Altri input Chimica per l’agrifood e sementi quali aspetti sempre più rilevanti, più che in passato; significativo intreccio con nuove tecnologie e soluzioni innovative (es. insetti al posto di fitofarmaci); Industria alimentare / trasformazione innovazione sia di prodotto che di processo; identificazione con il territorio sempre più rilevante; Packaging Smart Packaging: tecnologia, ecologia, praticità; riduzione delle quantità di materiali utilizzati (miglior impatto ambientale, minori costi); Distribuzione nuovi players da altri comparti (specie della logistica); filiere corte; multicanalità: web e canali tradizionali intrecciati; Trend consumatori identificazione prodotto-territorio; il territorio diventa potente veicolo di marketing, per il consumatore finale ma anche per il buyer; segmentazione del mercato sempre più spinta (es. fra baby food e adulti si inseriscono fasce intermedie con prodotti mirati); Il comumatore predilige prodotti con pochi ingredienti; Di sistema tracciabilità, sicurezza e trasparenza dell'intera filiera; "ingegnerizzazione" / system integrator della filiera agroalimentare (ottimizzazione di sistema, che può essere differente rispetto all'ottimizzazione delle singole fasi); certificazioni; punti di contatto con altre filiere e a diversi livelli, specie con: salute; turismo/accoglienza;
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Priorità lungo la filiera: Principali evidenze da Interviste e Focus Group
SCENARI PRIORITARI Ricerca, competenze e tecnologie 'leading change' la Nutraceutica è il tema prioritario, di grande interessa anche in Provincia di Pavia; il trend è orientato all'innovazione tecnologica per coniugare "qualità, industria e tecniche artigianali", più che per automatizzare e abbattere costi; sempre più importante la tecnologia negli allevamenti, specie alimentazione mirata e personalizzata per capi differenti ("alimentarista animale" quale figura sempre più richiesta); Agricoltura agricoltura 'di precisione'; valorizzazione dei sottoprodottii: c’è consapevolezza dell’importanza di questo tema, ma anche che il territorio è indietro su questo punto di vista; da "agricoltura" ad "agroalimentare": le filiere si accorgiano, gli agricoltori cercano di abbracciare trasformazione e commercializzazione; Macchinari Debolezza del territorio sul fronte “macchine agricole” e quindi anche a livello di definizione dei relativi scenari (Eccezione: macchine per l’imballaggio); Attenzione allo sviluppo delle “vending machine”; Altri input maggior attenzione alle sementi ed alle loro proprietà (es. resistenza); Industria alimentare / trasformazione in questa fase storica: innovazione di prodotto, più che di processo; Packaging Smart Packaging: tecnologia, ecologia, praticità; riduzione delle quantità di materiali utilizzati (miglior impatto ambientale, minori costi); Distribuzione filiere corte e esperimenti ispirati a questo paradigma (es. “VOI” di coldiretti); Trend consumatori Si riconosce che l’identificazione prodotto-territorio è sempre più importante, ma anche che il territorio PPV può e deve fare di più sotto questo punto di vista; Di sistema tracciabilità, sicurezza e trasparenza dell'intera filiera; certificazioni; punti di contatto con altre filiere e a diversi livelli, specie con: salute; turismo/accoglienza; Difficoltà a livello normativo; Pericoli da parte di paesi emergenti (che hanno costi minori);
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Scenari Policy Regione Lombardia (1)
Prossime politiche regionali agrifood orientate a: assicurare l’accesso ad un’alimentazione sicura e nutrizionalmente corretta; aumentare le conoscenze necessarie per consentire un salto tecnologico della bio-economia regionale facendo leva sull’eco-intensificazione della produzione e sulla sostenibilità delle diverse filiere agricole e alimentari; priorità a sistemi produttivi regionali ad alta sostenibilità e biodiversità.
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(in grassetto quelli più rilevanti, specie nel breve termine)
Scenari Policy Regione Lombardia (2) SELEZIONE DI PRIORITA’ REGIONALI DI PARTICOLARE INTERESSE PER IL TERRITORIO AG1.1 Sviluppo di tecnologie e processi ad alta efficienza produttiva per la separazione di filiere ogm da non-ogm AG1.2 Selezione varietale per l'aumento della quantità/produttività e qualità AG1.3 Sviluppo di componenti o di sistemi di controllo, di monitoraggio e di tracciabilità dei processi e della produzione agroalimentare AG2.1 Sviluppo di tecnologie e processi innovativi per l'ingredientistica da piante aromatiche di interesse dell'industria agroalimentare AG2.2 Sviluppo di automazione del campionamento, dell'estrazione e della diagnostica di dispositivi POC per il controllo lungo la filiera AG2.3 Sviluppo di piattaforme analitiche flessibili, anche "walk away", per la standardizzazione dei test di controllo e l'assicurazione di qualità AG2.4 Tecnologie e metodi per la produzione di nuovi ingredienti da sottoprodotti AG3.1 L'innovazione tecnologica di processo per l'aumento della shelf-life di prodotti alimentari, in particolare di quelli ad elevata deperibilità AG3.2 Sviluppo di sistemi logistici sostenibili per la distribuzione delle produzioni deperibili AG3.3 Sviluppo di sistemi di difesa contro contaminazioni abiotiche e biotiche delle produzioni agroalimentari AG3.4 Sviluppo di sistemi non invasivi per il controllo dell'assenza di corpi estranei e/o di non conformità AG3.5 Sviluppo di nuovi sistemi intelligenti e sostenibili di confezionamento AG4.1 Composti bioattivi da fonti agroalimentari: efficacia per differenti categorie di consumatori AG4.2 Nuovi ingredienti naturali ad elevate prestazioni tecnologiche AG4.3 Prodotti alimentari funzionali per prevenire e ridurre le concause di dismetabolismi nell'uomo. AG4.4 Nuovi ingredienti per la soddisfazione sensoriale del consumatore AG4.5 Sviluppo di prodotti per consumatori specifici e/o esposti ad allergie ed intolleranze di origine alimentare (in grassetto quelli più rilevanti, specie nel breve termine)
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3. Analisi Benchmarking: riferimenti d’eccellenza
Pavia2020 – Filiera Agrifood La Provincia di Pavia: Dove siamo Scenari di settore: Dove andare (?) Analisi di Benchmarking: riferimenti d’eccellenza Obiettivi e direttrici Azioni 67
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Sistema locale selezionato per il benchmarking
La pre-selezione dei sistemi locali per il Benchmarking Sistema locale selezionato per il benchmarking Langhe Franciacorta Empordà (Spagna) Focus Produzione vitivinicola Allevamento Industria casearia Macchine enologiche Industria dolciaria Birra artigianale Presidi e movimento Slow Food Turismo enogastronomico Agricoltura Punti di forza Brand Completezza della filiera Cooperazione & Networking Know how radicato nel tempo Focus strategico su qualità e differenziazione Presenza di aziende leader (es. Ferrero) Supporto degli organi isitituzionali Leadership filiera vino Cooperazione & networking Focus strategico sulla qualità Importanza di R&D Cooperazione & networking Compatto e strutturato cluster del turismo a sostegno (Dalì+CostaBrava) Punti di debolezza Path dependance ed effetto lock in Resistenza all’innovazione e al cambiamento Alti costi di produzione Scarso supporto delle istituzioni Piccoli volumi di produzione Poca affermazione del brand inglobato nel colosso “Costa Brava” Piccola rete di produttori e basso livello di competitività rispetto ai nuovi mercati 68
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Le Langhe: principali caratteristiche
Regione storica del Piemonte fra la Provincia di Cuneo e Asti, con capoluogo Alba, si suddivide in Alta Langa, Bassa Langa e Langa Astigiana. Si caratterizza per un marcato paesaggio collinare a vocazione vitivinicola, delimitato dal corso di quattro fiumi. Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, le Langhe conobbero un forte degrado, che portò ad uno spopolamento progressivo delle campagne in favore delle città industriali. Un rinnovato interesse per il patrimonio agricolo a fine anni 70 e l’azione di alcune aziende leader come Ferrero ha portato nuova fiducia e azioni comuni volte al ripopolamento di questi territori, con investimenti nel settore agroalimentare. Piccoli borghi che svettano sulla sommità delle colline disegnano un territorio unico, nominato Patrimonio Unesco nel giugno 2014. Oggi il 30,5% delle aziende sul totale (Dato relativo alla provincia di Cuneo) è impiegata nel settore agroalimentare, definendo il territorio come uno dei più competitivi in questa area a livello nazionale. Il comparto del vino, seguito da quello del cioccolato e dei dolciumi impiega la maggior parte degli addetti, non solo in aziende trasformatrici ma anche in aziende produttrici di macchine enologiche (leader mondiali) e alimentari. Altri comparti ben consolidati sono quello dei formaggi e delle birre artigianali. Quest’ultimo grazie all’azione del birrificio Baladin, nato a fine anni ‘90 come brewpub (Produzione e pub) ed oggi è leader internazionale, ha dato vita a un nuovo movimento di microbirrifici. La valorizzazione del patrimonio culturale del territorio e la diffusione di un turismo enogastronomico, supportato da più di 1500 strutture ricettive e posti letto, con la promozione delle tipicità del territorio attraverso fiere ed eventi con risalto nazionale ed internazionale (Fiera del Tartufo di Alba, Cheese a Bra), ne fanno oggi uno dei capisaldi del patrimonio enogastronomico italiano. Inoltre è da ricordare l’azione di Slow Food, Società no-profit fondata a Pollenzo nel da Carlin Petrini, che è stata capace di rivoluzionare il modo di consumare, produrre e commerciare i prodotti alimentari, portando l’attenzione su un cibo sano, biologico e locale. E da Slow Food nasce l’idea dell’imprenditore Oscar Farinetti che ha tradotto in “Eataly”, l’idea di un supermercato di prodotti italiani e di qualità. Territorio Industria Punti di forza 69
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Il cluster agro-alimentare Langhe
INNOVATION & TECHNOLOGY PRODUZIONE Il cluster agro-alimentare Langhe Macchine alimentari Track chain: tracciabilità e logistica R&D Packaging Tecnogranda / Parco Agroalimentare Piemontese/Torino Wireless Food core: aspetti sensoriali e salute LOGISTICA, TRASPORTO Università di Torino, Università del Piemonte Orientale, Centri di Ricerca Trasportatori Food sustainability DISTRIBUZIONE&MARKETING Farm of the future: meccanizzazione agricola e tecnologia in campo Produzioni Agricole (cooperative, consorzi) Industria alimentare di trasformazione Agenti di commercio (locale, export) Food marketing Associazioni di categoria Cluster turistico piemontese Tecnologie per l’irrigazione Distribuzione (GDO/Horeca) Macchinari agricoli Distribuzione Alta Gamma (es. Eataly) Cluster vino piemontese Chimica organica per l’agricoltura Promozione tipicità (Slow Food) 70
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Il cluster del vino 71 SUPPLIERS INNOVATION & TECHNOLOGY
Istituti pubblici (es. Camera di Commercio, agenzie del territorio, consorzio Langhe e Roero) Stoccaggio uve Enomeccanica Chimica organica, zimotecnica Prodotti per il trattamento chimico R&D: Università di Torino, Università Piemonte Orientale, Centri di Ricerca, Scuola Enologica (Alba) Imbottigliatrici /Etichettatrici Vendemmiatrici SUPPLIERS Tecnologie per l’irrigazione Viticoltori Cantine/ Trasformatori Botti Fitosanitari Bottiglie Capsule, tappi etichette, cartoni NETWORKING:Associazioni di categoria, Consorzio per la tutela Langhe/Roero Cluster alimentare piemontese Commercio all’ingrosso Agenzie/Agenti di commercio export Cluster agricolo piemontese Cluster turistico piemontese RETAILS GDO/Horeca Agenzie di Wine Marketing 71
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INNOVATION & TECHNOLOGY
Il sistema del vino INNOVATION & TECHNOLOGY + R&D Parco agroalimentare Piemontese (Tecnogranda) Torino Wireless Università Torino, Piemonte Orientale, Università del Gusto Scuola Enologica Alba Osservatori Statistici Istituti pubblici FORNITORI Interni al cluster Prodotti chimici per l’enologia Tecnologie per la coltivazione Fitosanitari Macchine enologiche (leader mondiali) Packaging (etichette, tappi, capsule) COOPERAZIONE& NETWORKING Consorzio Langhe Roero Unione di comuni “Colline di Langa e di Barolo” Ente turismo Alba Bra Langhe Roero Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato PRODUZIONE Viticoltori Cantine Cooperative DISTRIBUZIONE & MARKETING Aziende per la logistica e il traporto Agenti di commercio/export Agenzie wine marketing Retailers (GDO (Eataly) + Horeca SETTORI COMPLEMENTARI A SUPPORTO Comparto Agricolo Turismo enogastronomico Turismo culturale Birra & Spirits Comparto alimentare 72
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Produzione vinicola a confronto
Langhe e Roero Oltrepò 15000 ettari vitati 10 Denominazioni 4 D.O.C.G. (Barolo, Barbaresco, Dogliani, Dolcetto Diano d’Alba) 6 D.O.C. (Nebbiolo, Barbera, Dolcetto d’Alba, Palaverga, Langhe, Alba) hl (2013, Provincia di Cuneo) hl totale Piemonte (2013) Fatturato (2013): 742 milioni € circa 13269 ettari vitati 9 Denominazioni 1 D.O.C.G. (Metodo Classico) 7 D.O.C. (Bonarda, Buttafuoco, Casteggio, Oltrepò Pavese, Pinot nero, Pinot grigio, Sangue di Giuda) 1 I.G.T (Provincia di Pavia) hl (2013, Provincia di Pavia) hl totale Lombardia (2013) Fatturato (2013): 197 milioni € c. ca (Fonte dati: I numeri del vino, ISMEA, Valoritalia; ORBIS) 73
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SWOT delle Langhe Punti di Forza Forte networking e cooperazione
Presenza di aziende leader Sinergie (valorizzate) fra filiere Know-how radicato nel tempo Focus strategico su qualità e differenziazione Sviluppo turismo enogastronoomico Sito Patrimonio Unesco Opportunità Rafforzamento della posizione come leader del settore agroalimentare di qualità Nuove opportunità di mercato nel settore cibo “Slow” Mercati internazionali Incremento turismo enogastronomico Collaborazioni col polo agroalimentare piemontese per innovazione e ricerca Punti di Debolezza Frammentazione tessuto industriale Rischio di Path dependence e dell’effetto lock in Difficoltà nell’innovazione e nel cambiamento (es. Comparto vino) Alti costi di produzione Minacce Nuovi mercati e territori volti all’agroalimentare (es. Spagna, Cile, Australia) La crescita del settore cibo “slow” a discapito di investimenti nei mass market, molto più grandi Alta dipendenza dai mercati internazionali, con maggiore volatilità di preferenze Elevata dipendenza dal turismo Polo agroalimentare lombardo e la vicina Francia con i suoi sistemi concorrenti
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Cosa ci suggerisce il caso analizzato?
Spunti dal Benchmarking Cosa ci suggerisce il caso analizzato? Sviluppare radicamento e identità, - accentuando così l’associazione “prodotto-territorio” - non è una mera leva turistica: nelle filiere agroalimentare ciò crea esternalità positive che si propagano lungo l’intera value chain. All’interno di una filiera ben connessa, la qualità traina la quantità e alza la redditività per tutti, non è un’alternativa. L’intersezione dei diverse filiere può essere un vero e proprio elemento di competitività territoriale, che fra l’altro stimola all’innovazione le singole filiere (cross-fertilization di idee) e crea circoli virtuosi positivi. Il successo del caso vede in uno dei suoi punti cardine una filiera ben bilanciata, in quanto crea elevato valore non solo a livello di produzione (es. vini pregiati o Ferrero), ma anche a monte in termini di ricerca e formazione (es. UNISG-Pollenzo,) nei macchinari (es. produttori macchine agricole) e a valle sviluppando progetti innovativi per la valorizzazione su mercati nazionali ed internazionali (es. Eataly, ed in un certo senso anche SlowFood). Imprese Leader (es. Ferrero) connesse con il sistema rappresentano l’ulteriore “ingrediente” importante attorno a cui sviluppa – nel tempo - una filiera.
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4. Obiettivi, Direttrici e Progetti
Pavia2020 – Filiera Agrifood La Provincia di Pavia: Dove siamo Scenari di settore: Dove andare (?) Analisi di Benchmarking: riferimenti d’eccellenza Obiettivi e direttrici Azioni 76
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Riepiloghiamo… 77
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Diagnostica: gap analysis
Pezzi sconnessi di una filiera agro-alimentare locale… …ma questa filiera può costituire un futuro possibile e realistico per l’industria e per i servizi pavesi. Il gap maggiore risiede nella debolezza del tessuto connettivo di filiera, con alcune eccezioni: il caso del packaging alimentare. Esiste anche un gap di percezione di scenari e tendenze di mercato ed un gap di posizionamento competitivo rispetto a realtà vicine come le Langhe Ci sono legami e comparti emergenti. Il caso dei centri di ricerca e analisi esterni. Il caso della logistica avanzata. Il caso di alcune start up innovative per la valorizzazione dei prodotti locali. Il connettivo va rafforzato anche in orizzontale tra operatori dello stesso comparto, laddove sono possibili sinergie e complementarietà. Il connettivo va sviluppato anche con altre filiere, come la filiera salute e la filiera turismo/cultura
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La Filiera dopo l’analisi sul campo
R&D CHIMICA (es. fertilizzanti) Forza Debolezza AGRICOLTORI (/cooperative/ consorzi) EXPORT C.Terzi ALTRI INPUT Emergente ad alto potenziale MACCHINARI INDUSTRIA ALIMENTARE DI TRASFORMAZIONE IMPORT LOGISTICA / TRASPORTO / STOCCAGGIO PACKAGING WEB & NUOVI MERCATI KNOWLEDGE INTENSIVE SERVICES Analisi laboratorio MARKETING Comunicazione consulenza INTERMEDIARI COMMERCIALI INGROSSO GDO SHOPS / HORECA / ACCOGLIENZA CONSUMATORE
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SWOT della filiera agrolimentare in PPV
Punti di Forza Produzioni agrialimentari di qualità, che il mercato ci riconosce; Possibilità di coniugare qualità (per il brand) e quantità (export), specie a livello di riso e vino; Nonostante un focus su Riso e Vino che coprono circa l’85% della produzione locale, vi è un'elevata diversità dell’attività agricola (paniere d’offerta pressoché completo tranne agrumi ed olio); Imprese comparto packaging con competenze tecnologiche avanzate; Ambito “ricerca” emergente; Opportunità Rafforzamento del brand d’area; Sviluppo di competenze mirate lungo l’intera filiera ; Collaborazione con Cluster ”Polo di Eccellenza per le Biotecnologie Agro-alimentari “di Lodi e con alcune ricerche UNIPV; Commercio, turismo e accoglienza di qualità possono alimentare il brand d’area e fare da volano per l’intera filiera (non solo per i prodotti, ma anche per industria e macchine); Margini per un cluster del packaging (importante per filiera agrifood, ma trasversale a diversi settori); Interconnessione con altre filiere locali (specie “Salute”); Miglior interconnessione con il sistema della logistica. Punti di Debolezza Non si può ancora parlare di “Filiera”: il territorio è “forte” specie a livello agroalimentare, ma presenta diverse lacune specie verso valle; Brand “Made in Pavia” debole; Elevata frammantazione a livello orizzontale, specie nella fase “agricoltura”, che si traduce specie in: paralisi decisionale di sistema ,scarso potere contrattuale, incapacita di connettersi meglio con il resto della filiera e nuovi mercati in genere; Elevata frammentazione anche a livello verticale (filiera,) con il risultato di deprimere (in parte) il potenziale di alcuni elementi d’eccellenza; Il comparto “macchine” non ha saputo consolidare competenze d’eccellenza nel comparto vino e riso; Competenze carenti di marketing e commercializzazione Difficoltà ad allinearsi ad alcuni scenari «forti» del comparto Minacce Alcuni importanti gap di scenario vanno colmati (rischio di perdita di competitività dove oggi il territorio presenta punti di forza); Sul territorio vi è un’attività di ricerca promettente ed emergente sull’AA. Tuttavia, ad oggi, questi attori lavorano prevalentemente con aziende esterne al territorio e che si occupano di produzioni AA differenti. Il rischio è quindi che questo valore aggiunto vada a vantaggio di filiere di altri territori e si specializzi in ambiti secondari per PPV; il potenziale locale, in genere, rischia di essere valorizzato specie da attori esterni (es. intermediari non locali), che spesso riescono a trattenere la parte maggiore del prezzo finale.
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SWOT della filiera RISO in PPV
Punti di Forza Elevata qualità del prodotto; Presenza di imprese leader di settore nell’industria alimentare; Innovazione di prodotto nasce spesso dalle imprese locali, che sotto questo punto di vista si vendono impegnate in una “sana concorrenza”; Quantità importanti di sottoprodotti; Alcune iniziative emergenti - sul territorio - per la valorizzazione del prodotto (es. Rice – i sapori del riso italiano); Opportunità A livello internazionale, in questo momento vi un’attenzione crescente verso il riso “Made in Italy”, specie verso il risotto; Il riso di qualità è pavese, ma non c’è un brand “Made in Pavia” , che invece avrebbe le potenzialità per affermarsi; Sviluppo di un’integrazione mirata con il sistema della logistica (es. Polo integrato di Mortara); Utilizzo di sottoprodotti per usi alternativi , specie: bioenegie, bioedilizia, biopackaging Punti di Debolezza Elevata frammantazione a livello orizzontale; ciò si riflette soprattutto in: paralisi decisionale di sistema , riduzione del potere contrattuale , difficoltà nel connettersi meglio con il resto della filiera e nuovi mercati in genere; Sul territorio mancano competenze specifiche a livello di meccanica; Elevata frammentazione anche a livello di filiera; Connessione non adeguata con il sistema della logistica; Minacce Concorrenza dei mercati asiatici in difficoltà a cui sono state concesse facilitazioni (in primis Cambogia, ma anche Birmania e Thailandia); Assenza di una standardizzazione dei metodi di produzione, anche a livello Europeo (es. differenze importanti rispetto ai prodotti chimici che possono essere utilizzati);
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SWOT della filiera VINO in PPV
Punti di Forza Paniere di vini molto ampio (“intero scaffale”), fra i più significativi d’Italia, anche grazie ad altimetria favorevole che consente vini di qualità sia bianci che rossi; grande capacità produttiva del territorio ; qualità del prodotto in trend di crescita (come comprovato da riconoscimenti ed attenzione degli attori esterni); presenza di alcuni progetti innovativi sul territorio; Opportunità Il mercato mondiale vuole le bollicine; in particolare, si vive la moda del “Rosé” : in Italia manca un territorio leader di questa nicchia, che potrebbe diventare elemento distintivo dell’Oltrepò; Il comparto vino si sta riposizionando; è a buon punto sul fronte “qualità prodotto”, sta iniziando ora un percorso di valorizzazione di questi risultati sul mercato; in questa fase ci sono opportunità per altri attori locali della filiera per “agganciare” questo riposizionamento, crescere insieme e sviluppare competenze mirate lungo l’intera catena del valore; Investimenti da parte di attori esterni (che puntano sulla qualità), che possono stimolare cambiamento e innovazione; Grazie all’ampiezza della varietà di vini, possibilità di proporsi a mercati internazionali diversi con proposte diverse; Punti di Debolezza Non è ancora una “Filiera”: frammentazione orizzontale e verticale; Dialogo da migliorare fra imprese che producono vini pregiati e cantine sociali, quale elemento importante per valorizzare le sinergie fra “qualità” e “quantità” sui mercati; L’elevato numero di vitigni e vini, è anche un punto di debolezza in quanto rende difficile una comunicazione efficace (messaggio poco chiaro) e in parte paralizza i processi decisionali di sistema, che devono accontentare troppe istanze diverse fra loro; Sul territorio mancano competenze specifiche a livello di meccanica; Mentalità e competenze ancora prevalentemente “di prodotto”; Competenze manageriali in genere carenti; in particolare, mancano competenze a valle per valorizzare nuovi mercati/canali (es. export manager; marketing digitale); Minacce Ritardo nel valorizzare trend di mercato favorevoli, che arrivano e sfumano sempre più velocemente; Rischio d ifarsi trovare non pronti (come organizzazione e quantità) se i mercati internazionali dovessero interessarsi seriamente al nostro prodotto; Incapascità nel territorio di soddisfare una possibile richiesta crescente nei prossimi anni di input e tecnologie adeguate per puntare ad un prodotto di qualità;
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La filiera AAPV rispetto a SSS e KET
Key Enabling Technologies (UE) Nano-Tecnologie Biotecnologie Materiali Avanzati Tecn. Prod. Avanzate Micro e Nano-Elettronica Fotonica Smart Specialization Strategies – Reg. Lombardia Aerospazio 1 Mobilità 2 Manifatturiero Avanzato 3 Agroalimentare Industria della Salute Eco-Industria Industrie Creative e Culturali Droni Logistica Movimentazione e tracciabilità Macchine e Packaging Agricoltura di precisione Nutraceutica Processi innovativi Processi innovativi Nutraceutica Processi e prodotti innovativi Innovazioner nella Sicurezza e salubrità alimenti BioEnergia BioPackaging BioEnergia BioEdilizia 0 – rilevanza limitata / assente 1 2 3 – ambito molto rilevante La mappa evidenzia i principali punti di contatto fra le specificità e le priorità di sviluppo della filiera agroalimentare pavese e le SSS (Reg. Lombardia) e le KET (UE)
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CON UNA VISION CHIARA E CORAGGIOSA ORIENTATA AL MERCATO INNOVATIVA
OBIETTIVI E DIRETTRICI …verso una filiera: CON UNA VISION CHIARA E CORAGGIOSA ORIENTATA AL MERCATO INNOVATIVA BILANCIATA CHE INTEGRA RETI CORTE E LUNGHE INTEGRATA CON ALTRE FILIERE “ORGOGLIOSA”
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OBIETTIVI E DIRETTRICI
A) Creare una Visione di Filiera Ad oggi, la filiera agroalimentare pavese non lavora come filiera. Esistono diversi ambiti di eccellenza, che presentano anche interessanti sinergie, ma esistono anche punti carenti e soprattutto una situazione dove la filiera è sconnessa e frammentata. Pertanto, l’obiettivo – realistico – deve essere anzitutto trovare una modalità per garantire un presidio di filiera, come coordinamento ma anche a livello culturale (in tal senso, da considera anche il tema delle certificazioni), che sia in grado di creara una vera e propria “vision di filiera”; Un presidio (non necessariamente un nuovo ente…!) che possa: creare una vision chiara: oggi la filiera agrolimentare “fa troppe cose”, idem le singole sotto- filiere; in epoca di risorse scarse, diventa sempre più difficile “accontentare tutti”, se invece alcuni ambiti diventano vincenti, a cascata ne beneficia l’intero sistema; senza una vision chiara e unica, anche i processi di comunicazione diventano complessi e ambigui; non perdere il contatto con il consumatore – customer proximity - e saper riverberare le indicazioni che da esso arrivano lungo l’intera filiera; capire come e dove valorizzare le sinergie verticali, puntando alla vision di diventare punto di riferimento d’eccellenza in quanto a “system integration” della filiera agroalimentare (da rivendere anche in altri territori), ossia la competenza di sapere creare valore anche e soprattutto nel come è ingegegnerizzato il SISTEMA nella sua interezza, più che solo in alcune isolate eccellenze. C’è grande bisogno di questa competenza e ce ne sarà sempre più in futuro; ciò è particolarmente evidente nella coltivazione e produzione di vino di qualità, dove sono coinvolte un numero enorme di variabili, ma è vero per altri comparti agroalimentari e lungo l’intera filiera.
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OBIETTIVI E DIRETTRICI
B) Stimolare un orientamento al mercato Fra i punti di forza di una filiera, vi è uno o più prodotti di qualità, sia esso un alimento o un imballaggio o un servizio. Se da un lato si tratta evidentemente di un fattore positivo, dall’altro esso è riprova di un orientamento al “prodotto” e/o alla “produzione”, mentre è piuttosto carente un orientamento al mercato, che va stimolato e sviluppato per beneficiare appieno del potenziale locale e capire verso quali canali e sbocchi puntare. In altre parole: la cultura imprenditoriale locale sa studiare il mercato per capire “chi” e “dove” il valore creato viene maggiormente percepito ed apprezzato? E quindi dove si può puntare a margini più elevati? Ad oggi si tratta di una carenza che emerge chiaramente dall’analisi dei gap di scenario. Un (piccolo) esempio positivo di orientamento al mercato L’OCA SFORZESCA (Vigevano) ha certificato l’attività di macellazione secondo il precetto Hallal e così vende il suo salame senza suino al mondo arabo, puntando specie su una clientela esclusiva (es. hotel di lusso) e posizionandosi come un prodotto italiano d’eccellenza, a circa 35euro al Kg (contro una media attorno ai euro). Per quanto si tratti di una piccola realtà di nicchia, è un caso interessante in quanto il valore e il margine di ricavo nasconono anzitutto da una corretta lettura di una opportunità di mercato.
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OBIETTIVI E DIRETTRICI
C) Innovazione e riposizionamento Diversi ambiti analizzati attraversano una fase di transizione; la definizione di una nuova vision passa per un riposizionamento strategico che in parte è già in corso (specie vino, ma non solo) e in parte va ulteriormente stimolato; imprese locali industriali - e non solo - devono valorizzare questa fase di cambiamento “agganciandola”: le imprese di trasformazione (industria alimentare) devono valutare di trarre giovamento pure da ottimizzazioni di filiera (e in termini di brand d’area), oltre che di “stabilimento”; le imprese industriali della meccanica/meccatronica hanno già oggi un importante know-how riconosciuto a livello nazionale/internazionale, ma che non è adeguatamente valorizzato nella filiera agroalimentare. Questo potrebbe essere il momento di riconsiderare questa possibilità; l’ambito packaging può ambire a diventare un punto di riferimento sotto diversi punti di vista (per la filiera agroalimentare e quale perno con altre), diventando anche un cluster a sé. Questo riposizionamento deve però essere ispirato da processi di innovazione secondo le linee precedentemente discusse (leading change), creando anche qui nuove connessioni a monte (ricerca) e a valle (customer proximity).
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OBIETTIVI E DIRETTRICI
D) Bilanciare il valore aggiunto Definita la strategia e la vision, servirà pure una filiera bilanciata in termini di valore aggiunto, ossia: capace di creare valore a tutti i sui diversi livelli, dalla ricerca fino al rapporto con il consumatore; dove tutti gli attori lungo la filiera riescono a trattanere una quota adeguata di valore aggiunto (bilanciamento fra valore apportato e valore trattenuto); Il punto “2” si lega ad un ripensamento delle politiche di pricing, verso il cliente finale (in primis del vino) ma anche lungo la filiera. Ad esempio, una sorta di “patto di filiera” che consenta un incremento dei margini per il comparto agricolo toglierebbe una barriera che ostacola l’innovazione e l’ acquisto di macchine/macchinari/input; se questa azione fosse ben orchestrata, si può far sì che tali dinamiche finiscano con lo stimolare imprese soprattutto le imprese locali – industriali, ma non solo - che a loro volta potrebbero sviluppare know-how mirato da rivendere anche altrove. NON è impossibile: il progetto “VOI” di Coldiretti (dove il riso è tutto di produzione “Made in Pavia”) è un primo esperimento teso a ribilanciare la filiera; può essere affinato, ampliato e svolto assieme agli industriali.
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OBIETTIVI E DIRETTRICI
E) Internazionalizzazione e reti lunghe La distanza geografica conta: nell’epoca della globalizzazione, la co-localizzazione è ancora importante e lo è anche per le attività knowledge-intensive. Premesso questo, filiere e cluster moderni presentano connotati nuovi. In particolare, NON è per nulla necessario che nel territorio debbano essere presenti e/o forti tutti gli anelli della filiera: importante è un presidio ed un’eccellenza a livello di intero sistema, dove parti di esso possono essere dislocati altrove. La filiera diventa così baricentrata nel territorio, ma attraverso un bilanciamento di reti corte locali e lunghe nazionali/internazionali. In altre parole, si deve passare dalla co-localizzazione dei produttori alla co- localizzazione dei innovatori e dei trend-setter, a livello di prodotti alimentari, macchine, packaging, ecc. Una riconessione moderna secondo le logiche qui auspicate può supportare – per definizione - i processi di internazionalizzazione e consentire di superare il paradosso “qualità-quantità”, ossia: si fa fatica ad esportare, e quando arriva la richiesta non si sa assecondare i quantitativi richiesti. Secondo questo approccio, diventa sempre più importante che anche la logistica locale assuma una qualche specializzazione per l’agroalimentare.
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F) Integrazione con altre filiere (1)
OBIETTIVI E DIRETTRICI F) Integrazione con altre filiere (1) Le opportunità di integrazione con altre filiere è reale e può essere molto efficace nello stimolare sinergie reciproche e stimoli all’innovazione; in particolare, rispetto alla filiera della salute, vi sono punti di contatto pressoché lungo l’intera filiera: Verso una filiera dell’ “Alimentazione e della Salute”? Filiera Interconnessioni della filiera agroalimentare con la filiera salute – spunti preliminari Ricerca Nutraceutica, integratori alimentari e biotecnologie Analisi di laboratorio Agroalimentare Nutraceutica / cibo funzionale Macchine Meccatronica ed informatica applicate alle macchine presentano punti di contatto fra agroalimentare e salute (es. medical device)? Ipotesi ambizioosa e da verificare Packaging Tecnologie già oggi usate sia per agroalimentare che per salute/medicina (oltre che altri, ma questi due rappresentano la quota di fatturato complessivamente più rilevante) Logistica e distribuzione Salubrità, tracciabilità e sicurezza degli alimenti Contatto con il consumatore Educazione all’alimentazione sana Riabilitazione del malato in ambiente sano e piacevole (link con turismo / agriturismo / terme)
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OBIETTIVI E DIRETTRICI
F) Integrazione con altre filiere (2) …ma vi sono interconnessioni importanti anche con altre filiere, in primis con: Turismo/beni culturali; oltre ai filoni evidenti (es. agriturismo) anche accoglienza mirata. L’approccio a maggiore potenziale per il territorio è quello del tipo inbound marketing (portare i clienti presso di sé) anziché quello outbound classico (v.slide successiva) ICT; web ma non solo. Ad esempio: i droni sono fondamentali per l’agricoltura, e il loro utilizzo diventerà sempre più rilevante. Parlare di droni significa anzitutto meccatronica – e quindi il territorio deve recitare una parte in tal senso… - ma anche e soprattutto software e cloud computing, che diventeranno sempre più il valore aggiunto di questi sistemi; ma questi elementi possono diventare d’eccellenza solo dove ci sono coltivazioni estese e grande varietà (ergo il ritratto della PPV), dove queste soluzioni possono essere testate in modo adeguato. Logistica, quale comparto molto importante in provincia di Pavia, ma ad oggi più al servizio di imprese non qui localizzate; Edilizia, pensando alla bioedilizza (valorizzazione sotto-prodotti) e all’edilizia mirata per stabilimenti eco-sostenibili e mirati rispetto alle esigenze del comparto.
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OBIETTIVI E DIRETTRICI
G) Promuoversi con coraggio Serve una filiera che è orgogliosa delle proprie radici, delle proprie bellezze, del proprio radicamento (“IDENTITÀ”). Una filiera agrolimentare che “sa di esser bella” e quindi – pur senza diventare presuntuosa – voglia mettersi in mostra. Si parte da turismo ed accoglienza, ma non è solo turismo ed accoglienza: è creare brand territoriale che a cascata genera vantaggi per tutta la filiera, è coinvolgere i buyer invitandoli a toccare con mano c’è l’eccellenza “qui c’è”. In particolare, non ci sono le condizioni per creare un’accoglienza di elevata qualità nel breve periodo per grandi numeri, ma ci sono tutte le carte per avere alcune strutture di alto livello per “coccolare” intermediari e contatti strategici; al riguardo, diventa importante creare alberghi diffusi fra strutture di pregio (es. anche creando un B&B in rete presso le cantine storiche più belle).
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Pavia2020 – Filiera Agrifood
5. Possibili Azioni Pavia2020 – Filiera Agrifood La Provincia di Pavia: Dove siamo Scenari di settore: Dove andare (?) Analisi di Benchmarking: riferimenti d’eccellenza Obiettivi e direttrici Azioni 93
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Ipotesi progettuali Progetti avviati e/o 'ready2go'
Ipotesi prioritarie Altre ipotesi Evento B2B per Expo2015; ValRiso; Tech Communities. Il cluster “Food Health & Wellness”; Logistica e agroalimentare; Cluster del Packaging (alimentare); Provincia dello "SloWholesale“. Pavie en Rose; Naked Food (/Wine); Filiere emergenti (es. caffè / cioccolato) come opportunità di sviluppo innovativo; 94
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5. La relazione fra Direttrici e Azioni
Il numero di asterischi indica il livello di impatto. Evidenziati i progetti già avviati o comunque “ready2go” A. Stimolare una visione "di filiera" B. Stimolare orientamento al mercato C. Innovare D. Connettere e bilanciare la filiere E. Internazionalizzazi one / reti lunghe F. Integrazione con altre filiere G. Promozione Radicamento Brand Focus strategico chiaro, coraggio, ambizioso;Creare presidi "di filiera" Coinvolgimento nei processi di intermediazione; rete con gli intermediari "che contano“; pratiche e sistemi di CRM; Leading tecnologies; customer proximity; innovazione "di sistema"; Startup & imprenditorialità valorizzare le sinergie verticali; Mettere in rete i "leader"; nuovi mercati di sblocco; Sviluppare nuove competenze; leva sul sistema per coniugare qualità e quantità Integrazione quale leva di innovazione; Integrazioni con: salute, turismo, bio- industria; Simolare il radicamento con il territorio; Individuare ambiti prioritari attorno a cui rinnovare l’immagine locale; 1. Il cluster “Food Health & Wellness” *** ** 2. Evento B2B per Expo2015 * 3. ValRiso 4. Naked Food / Wine 5. Pavie en Rose 6. Filiere emergenti innovative 7. Distretto del Packaging (alimentare) 8. Logistica e agroalimentare 9. Provincia dello "SloWholesale" 10. Tech Communities
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P1: Il cluster “Food Health & Wellness”
La filiera agroalimentare presenta tante e tali interdipendenze con quella della salute che si può pensare ad un presidio congiunto (es. formalizato da un contratto di rete), che lavori per sviluppare sinergie e brand in questa direzione; Queste interdipendenze appaiono nelle imprese della Provincia di Pavia forse ancor più spiccate che altrove. Ad esempio, sono diverse le società che lavorano contemporaneamente per entrambi i comparti. Inoltre, in PPV sono frequenti imprese che offrono i propri prodotti e servizi a clienti operanti in numerosi settori, diversi fra loro, ma dove sommando i due ambiti “Salute” e “Agrifood” si ottiene la preponderante dell’intero volume d’affari; In un progetto di questo tipo, la parola chiave è “NUTRACEUTICA”; l’auspicio infatti è quello di attivare una serie di sotto-progetti in questa direzione, che possano riguardare tanto le filiere consolidate (riso e vino), le filiere second core (formaggi, frutta e ortaggi) e quelle emergenti (caffè e cioccolato). Possibile sotto-progetto: la carta nutraceutica del riso/vino; Fondamentale sarà la rete di collaborazioni ed alleanze, come ad esempio con il Polo di Eccellenza per le Biotecnologie Agro-alimentari “di Lodi e con alcuni gruppi di ricerca universitari; al riguardo, un potenziale per la filiera AAPV e per tutte le altre filiere è dato dal protocollo d’intesa tra Polo Tecnologico di Pavia, Universita’ di Pavia e ICE-agenzia per l’internazionalizazione.
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P2: Evento B2B per Expo2015 (1) Questo progetto di promozione del territorio – svolto in collaborazione fra Confindustria Pavia e Università di Pavia - mira ad accrescere l'attrattività della Provincia di Pavia e il suo brand su scala internazionale quale cluster locale dell'Enogastronomia/Food Experience, dando visibilità al fatto che in questo territorio nascono e si sviluppano ricerche e tecnologie all'avanguardia lungo l'intera filiera agroalimentare; In concreto, si è realizzato un momento di incontro, su scala internazionale, in primis fra scienza e industria; Confindustria Pavia ha organizzato un evento B2B rivolto ad operatori della filiera agroalimentare dove si sono presentati e hanno discusso una serie di tecnologie agroalimentari - specie sul fronte della salute e della sicurezza, ma non solo - che nascono in Provincia di Pavia e che si collocano a diversi stadi di evoluzione; Lungo una Timeline dinamica, si sono posizionati idee e progetti per applicazioni industriali/di mercato - importanti per capire come sarà il cluster pavese di domani, nonchè gli scenari futuri dell'agroalimentare in generale - via via fino ad arrivare a quelle tecnologie che le realtà del cluster pavese sono già pronte a fornire a propri clienti (altre imprese, locali e non).
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P2: Evento B2B per Expo2015 (2) La parte del progetto curata dall’Università di Pavia si è concentrata anzitutto su una serie di “laboratori aperti”, dove sono state presentate alcune ricerche di punta nei settori agroalimentare e biomedico-nutraceutico; In particolare, si è lavorato su 5 sotto-progetti: Effetti biologici dei polifenoli dell’uva Croatina dell’Oltrepò Pavese (resp. prof. Borroni); Sicurezza alimentare di diversi tipi di riso coltivati nel territorio pavese (resp. prof. Corazza); Progettazione e sviluppo di alimenti funzionali per il miglioramento della salute dell'anziano (resp. prof. Daglia); Genetica del gusto, scelte alimentari e stato di salute (resp. prof. Ranzani); Nutraceutica, funghi e riutilizzo di prodotti di scarto agricolo (resp. prof. P. Rossi); Inoltre, dal 15 al 17 settembre è stato organizzato un convegno dal titolo: "Food but not only food: sustainable use of agriculture and biodiversity conservation" presso l’Università di Pavia.
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P3: ValRiso Il progetto Val.Riso del CESCRI - già avviato – è uno studio di fattibilità finalizzato a capire come meglio valorizzare i sottoprodotti della lavorazione del riso e potrebbe essere parte delle azioni di Pavia 2020; Con i sottoprodotti del riso, oltre agli utilizzi energetici, si possono produrre bottiglie (per la filiera vino), materiali per imballaggio e packaging, materiali isolanti per la bioedilizia, amidi per l’industria farmaceutica e cosmetica; In particolare il focus è su: Raffinazione del riso grezzo per separarlo dai sottoprodotti amidacei, dalla lolla e dalla pula; Estrazione dell’amido della risina, rotture e grana verde; recupero delle proteine; Realizzazione di imballaggi biodegradabili per alimenti da pula e lolla.
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P4: Naked Food / Wine Naked wine è progetto statunitense di successo che aggrega una serie di produttori, prevalentemente californiani, in un portale web e che offre “vino nudo”, ossia con spiccato focus sul prodotto (di qualità), lasciando in secondo piano marketing, packaging, etc. puntando all’essenziale. La leva principale è l’abbinamento con il territorio: se vedi e vivi il territorio, sai che è un buon vino, non ti serve altro. Al servizio dei piccoli produttori, Naked Wine si focalizza specie sui giovani imprenditori, che supporta anche nella ricerca finanziamenti di tipo equity; La provincia di Pavia potrebbe replicare un’esperienza analoga con il Riso, che si presta particolarmente bene, ma anche per il vino (affinando la formula) o per altre produzioni agroalimentari molto frammentate; Un progetto complementare è la creazione di portali di ecommerce basati sui contenuti - content marketing - , ossia non di pura vendita del prodotto: storie, chef & ricette, guide al territorio, ecc.. Su questo fronte è il vino il prodotto locale che più di altri sente il bisogno di progetti di questa natura.
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P5:“Pavie en Rose”
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una ipotesi per collegare filiere in senso orizzontale
P5: Pavie en rose: una ipotesi per collegare filiere in senso orizzontale Accanto a strategie di connessione «verticale» è auspicabile portare avanti progetti id connessione orizzontale tra diverse filiere, unite alla promozione del territorio; A puro titolo di esempio, una possibile strategia di integrazione orizzontale può essere legata alla scelta ed alla promozione di un colore. Nel caso Pavie en rose, il leading driver sarebbe il Cruasè, che ha un potenziale sui mercati nazionali ed esteri ancora di cogliere, che poi trascinerebbe con sé prodotti con note di colore vicine (salame sia di suino che d’oca, peperone di Voghera,…) Trattandosi d un puro esercizio intellettuale, si potrebbero trovare numerose altre chiavi di promozione orizzontale.
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P6: Stimolare le Filiere emergenti ed innovative
Stimolare innovazioni significative in filiere agroalimentari consolidate e radicate nel tempo (in primis: vino e riso) può essere particolarmente difficile per via delle barriere al cambiamento che si creano inevitabilmente in business ed imprese con una lunga tradizione; Potrebbe essere efficace sviluppare azioni di supporto a filiere emergenti e/o minori ma con un certo potenziale (es. caffè o cioccolato, anche valutando collaborazioni e sinergie con territori vicini come Alba), purché queste accettino di essere laboratori d’innovazione ad alta intensità di conoscenza, lungo l’intera filiera; Se questi progetti attecchiscono, poi è ragionevole riuscire ad attivare una “contaminazione positiva” in filiere più consolidate, verso il rinnovamento anche di queste ultime; Esempio: nel caso del cioccolato a Pavia esiste una micro-presenza sia sul versante macchinari sia sul versante produzione. Nel contempo un gruppo di ricerca dell’università di Pavia sta lavorando sulla relazione tra stati dell’umore e consumo di cioccolato.
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P7: Il Distretto del Packaging (alimentare?)
L’indagine ha mostrato che – per quanto sia necessario un approfondimento mirato - potrebbero esistere le condizioni per la nascita di un distretto del packaging; Si tratta di 131 imprese - di diversa natura e per circa la metà collocate in Lomellina - fra cui alcune “leader” con tecnologie ed eccellenze di alto livello; a queste se ne aggiungono 26 che si occupano del commercio di imballaggi; L’ipotesi di partenza è che questo cluster sia baricentrato sulla specializzazione alimentare, per quanto non in via esclusiva; Tale specializzazione potrebbe arrivare ad abbracciare i temi della salute e della salubrità; Il progetto dovrebbe tenere in consideraione anche le problematiche e le tecnologie di conservazione/stoccaggio, nonché quelle proprie della catena del freddo; Dovrà però trattarsi un distretto di ultima generazione, orientato all’innovazione, alla speriementazione, alla ricerca, al marketing ed ai mercati, più che alla mera produzione.
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P8: Provincia dello "SloWholesale"
PREMESSA: I contratti più importanti non si firmano più in freddi uffici. Gli intermediari ed i contatti che “contano” vanno invitati a toccare con mano la qualità del sistema Provincia di Pavia, a visionare le tecniche di produzione e ad apprezzare – con lentezza – cosa offre il territorio. Vanno invitati in strutture d’accoglienza e ospitalità di alto livello, invitati a restare qualche giorno per apprezzare dal vivo – e in tutte le sue sfumature - quel che si propone e quel che si racconta, anziché visionare semplici slide powerpoint. Ciò non solo a servizio del comparto agroalimentare. PERTANTO: il territorio deve essere al servizio delle relazioni clientelari B2B Creare una rete fra piccole strutture di alto livello; es. B&B diffuso fra cantine storiche di pregio; riqualificazione dell’enoteca di Cassino anche in questo senso; convenzioni con chi già sta lavorando in questa direzione; puntare sul turismo di “lusso” in PPV, ad oggi, è impossibile. Creare invece un sistema - al servizio delle imprese locali che ne hanno bisogno - per offrire un servizio di alto livello, e distintivo, a pochi “turisti strategici” che veicolano relazioni commerciali di una certa importanza è invece possibile ed auspicabile; una volta organizzati in tal senso, sarà importante “aggredire” catene e location che “fanno tendenza” e generano circoli commerciali virtuosi (es. Harrods).
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P9: Logistica ed agroalimentare
Esistono spazi per specializzare (almeno in parte) il sistema della logistica pavese rispetto alle esigenze della filiera agroalimentare pavese? L’impatto sul tessuto economico sarebbe particolarmente pronunciato; Si pensi per esempio allo stoccaggio degli alimenti o alle esigenze della catena del freddo; Oppure all’offerta di servizi ad alto valore aggiunto, come ad esempio un centro di “analisi e cerficazioni” contro la contraffazione alimentare; Si tratta di un progetto che darebbe un impulso decisivo all’accessibilità dei mercati internazionali (es. si pensi alle richieste FDA per esportare negli USA); L’obiettivo è anche accrescre le garanzie a livello di tracciabilità, sicurezza e salubrità alimentare (tema prioritario per Horizon2020); Diventa fondamentale fare leva anche su tecnologie ICT; Queste soluzioni/tecnologie potrebbero essere appetibili anche per imprese agroalimentari oggi localizzate altrove. Il Polo logistico di Mortara, oggi in crescita, potrebbe sviluppare anche una vocazione in questa direzione?
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P10: Tech Communities Serie di incontri tematici e con un format predefinito e costante, finalizzati a sensibilizzare rispetto a tecnologie emergenti, allineare esigenze e competenze sul territorio, suggerire nuove utilizzi per tecnologie ben sviluppate, incentivare reti attorno a progetti concreti connessi al tema dell’incontro. Il gruppo così creato è stimolato a restare in contatto e - se il meeting ha generato “embrioni di progetto” che hanno stimolato interesse - si fissa subito un’agenda di incontri successi; FORMAT “TIPO”: Parte 1 “Lead Tech”: breve speech, da parte di un esperto, su una tecnologia emergente, che rappresenta il tema dell’incontro; Parte 2 “Tech Storming”: una serie di usufritori di tecnologie (es. industrie alimentari) esplicitano le loro esigenze e problematiche (“il packaging che vorrei” o “la macchina che non trovo sul mercato”) e dialogano con fornitori del territorio, provenienti anche da filiere differenti (es. meccanica, non necessariamente specializzati su agroalimentare); Parte 3 “Call For Project”: gli organizzatori dell’evento lanciano un progetto e cercano di fare rete attorno ad esso (es. un bando Horizon2020); il progetto in oggetto serve anche ad aumentare l’interesse verso l’incontro ed evitare che vada deserto, quindi dovrà sempre essere molto “appeal” (idealmente: legato ad occasioni per raccogliere fondi); Idee per le prime “Tech Communities”: Meccatronica, Advanced Manafacturing e Droni per l’agroalimentare; Nutraceutica: proprietà e opportunità delle tipicità locali; Bioenergie: livelli di sostenibilità economica e fonti del vantaggio competitivo
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HORIZON 2020: selezione progetti
PROGETTO SINTESI DEADLINE BUDGET TIPO NOTE Cluster facilitated projects for new industriel chains Sviluppare filiere industriali cross-settoriali, specie al fine di accrescrere il potenziale d'innovazione delle PMI europee, nonchè la loro integrazioni con le grandi imprese. 25 mln€ Innovation Actions / Sustainable Food Security: Biological contamination of crops and the food chain Progetto sulla contaminazione biologica nelle coltivazioni agricole, lungo l'intera filiera agroalimentare. Particolare attenzione a progetti che fanno uso di ICT. 104 mln€ Research and innovation actions Auspicata la presenza di partner anche extra europei (in particolare: Cina); Sustainable Food Security: Small farms but global markets: the role of small and familiy farms in food and nutrition security Identificare un "enabling environment" ideale per fare sviluppare le piccole imprese ed i "family business" nel comparto agrifood per valorizzare il loro ruolo, nel rispetto del concetto di sviluppo sostenibile e coerentemente con le esigenze della filiera nel suo complesso. Sustainable Food Security: Assessing soil-improving cropping systems Ottimizzazione delle coltivazioni, in collaborazione con imprese industriali e produttori/fornitori di fitofarmaci, sementi, tecnologie di varia natura ed altri input, Resource-efficient eco-innovative food production and processing Migliorare l'effecienza dei processi e l'utilizzo di risorse lungo la filiera agroalimentare (call ideale, fra l'altro, per la ricerca sul riutilizzo dei sottoprodotti agroalimentari. Elevata rilevanza assegnata ai temi di "food sicurity" 221 mln€ SME Instrument Organizzata su due fasi: una più di ricerca/analisi di mercato; la seconda più operativa di coaching/mentor per accrescrere la competitività delle SME Innovative, Sustainable and inclusive Bioeconomy: Unlocking the growth potential of rural areas through enhanced governance and social innovation Sviluppo di innovazione "sociale", al fine di accrescere l'inclusione e il potenziale delle aree rurali/agricole. Le proposte dovranno valutare il ruolo e l'efficacia delle politiche di innovazione sociale in questo comparto, nonchè il funzionamento dei connessi incentivi promossi da organismi di varia natura - enti pubblici, associazioni di categoria, ecc. - da intendersi anche quali facilitatori di innovazione sociale. 15 mln€ Innovative, Sustainable and inclusive Bioeconomy: Biomarkers for nutrition and health Sviluppo e validazione di biomarkers per salute e nutrizione, incluso i biomarkers legati alle malattie connesse alla dieta. Il coinvolgimento delle PMI in questi progetti di innovazione è elemento qualificante 27 mln€ ERA-NET Cofund Auspicata una collaborazione internazionale particolarmente spiccata, che può arrivare ad includere partner da fuori UE
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