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POLITICA SOCIALE Le politiche del lavoro
Le sfide degli anni ‘90 Crollo del muro di Berlino nel 1989; Accordo di Maastricht nel 1992: controllo della spesa e dell’inflazione per rispettare i parametri di convergenza economica e monetaria in vista dell’euro; Si ha la fine della conventio ad excludendum; Abolizione della scala mobile (1992); Monitoraggio dell’incremento dei salari per controllare l’inflazione; Contrasto alla disoccupazione (soprattutto giovanile) attraverso: a) miglioramento della competitività e la produttività; b) flessibilizzazione del mercato del lavoro. Prof. Carmelo Bruni
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La regolazione dei rapporti di lavoro: anni ‘90 La flessibilizzazione dei rapporti di lavoro riguarda il lavoro a termine. Si assiste così a: legalizzazione del lavoro interinale (1997): adecco, manpower etc.; diffusione dei co.co.co (collaborazione coordinate e continuate) con iscrizione alla gestione separata INPS; incentivazione del part-time e del lavoro a tempo determinato (rinnovabile illimitatamente, purché con interruzione di 10 giorni; 20 se il contratto supera i 6 mesi). Prof. Carmelo Bruni
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Le misure di sostegno al reddito: anni ‘90 Venne creato un nuovo istituto di tutela del reddito: l’indennità di mobilità (riservata a chi ha subito un licenziamento collettivo dopo la CIGS) che era una forma di indennità di disoccupazione il cui importo era pari a quello della CIG (80% della retribuzione), ed era di durata variabile a seconda di dove si risiedeva. Poteva essere prolungata per favorire il pensionamento del lavoratore. Prof. Carmelo Bruni
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Le politiche pro-attive: anni ‘90 Sono centrali 2 provvedimenti: piena libertà di ricorrere alla chiamata nominativa (scelta diretta del personale); abolizione del monopolio pubblico sul collocamento (creazione dei Centri per l’Impiego) e ridisegno dei servizi per l'impiego con la devoluzione di funzioni a livello regionale e locale. Prof. Carmelo Bruni
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Le politiche del lavoro: anni ‘90 in sintesi Si avvia il processo di unificazione europea e questo determina la necessità di un riallineamento anche dell’Italia. I temi al centro delle politiche del lavoro: Razionalizzazione della politiche dei redditi: abolizione della scala mobile; controllo delle dinamiche salariali; Flessibilizzazione del lavoro a termine per favorire l’occupazione; Riorganizzazione del sistema di incontro tra domanda e offerta. Prof. Carmelo Bruni
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Le sfide degli anni 2000 Processo di convergenza economica che induce a rimediare alle dissennatezze finanziarie dei decenni passati. Il sistema economico italiano è debole: nella produttività, nell’occupazione, nella crescita; Le risposte politiche: drastica ridefinizione delle relazioni tra il governo e le parti sociali; innalzamento del tasso di occupazione e sviluppo della dimensione qualitativa del lavoro (occupabilità, in linea con le indicazioni UE); accrescimento della flessibilità delle condizioni di inserimento professionale (revisione dell’art. 18: licenziamento per giusta causa);. Prof. Carmelo Bruni
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La regolazione dei rapporti di lavoro: anni 2000 La flessibilizzazione dei rapporti di lavoro trova il suo apice. Viene varata la L. 30/2003 (cosiddetta Legge Biagi), che prevede: meno vincoli al part-time; lavoro intermittente o a chiamata (job on call) somministrazione di lavoro (ex-interinale), con meno vincoli e anche a tempo indeterminato; lavoro a progetto (co.co.pro. anziché co.co.co) lavoro ripartito (o job sharing): 2 lavoratori si dividono lo stesso lavoro. Prof. Carmelo Bruni
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Le misure di sostegno al reddito: anni 2000 Gli unici cambiamenti sono di natura parametrica, cioè si modificano gli importi delle indennità di disoccupazione e la durata a requisiti pieni e a requisiti ridotti. Questo in un contesto nel quale si è ormai usciti da un modello occupazionale di carattere fordista, fondato cioè sul “posto fisso”. Prof. Carmelo Bruni
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Le politiche pro-attive: anni 2000 La riforma del Titolo V della Costituzione decentra concorrenzialmente a Stato e Regioni la competenza delle politiche attive: nuova disciplina dell’apprendistato; Introduzione del contratto di inserimento che sostituisce i contratti di formazione-lavoro. Prof. Carmelo Bruni
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Le politiche del lavoro: anni 2000 in sintesi Il processo di flessibilizzazione comincia a mostrare i suoi effetti: l’incidenza dei contratti a termine passa dal 7,2% al 13,2% tra il 1995 e il 2007. Permane la diseguaglianza dei trattamenti tra chi è garantito e chi no. Il nuovo sistema elettorale, che consente una maggiore stabilità delle coalizioni, riduce la necessità del ricorso alla concertazione. Prof. Carmelo Bruni
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Le politiche del lavoro: oggi Il provvedimento più importante è stato recentemente connesso alla riforma, cosiddetta, “Fornero”. Con la Riforma Fornero nasce la Assicurazione sociale per l’Impiego (ASPI) che sostituiva l’indennità di disoccupazione (durava 12 mesi anziché 8, 18 per chi ha più di 54 anni anziché 12 se ne hai più di 50; ha un importo maggiore rispetto al passato). Questa poteva essere anche “mini” (in luogo della disoccupazione con requisiti ridotti). Viene abolita dal 2016 l’indennità di mobilità. CIG e CIGS invariate e introduzione dei Fondi di Solidarietà per i settori non coperti dalla CIG. Prof. Carmelo Bruni
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Le politiche del lavoro: oggi Tra il 2014 e il 2015 abbiamo avuto il Jobs Act (Jumpstart Our Business Startups Act). Le caratteristiche principali della legge sono: introduzione di un contratto unico a tempo indeterminato a tutele crescenti in base all'anzianità di servizio (valido per le nuove assunzioni) e riduzione di altre forme contrattuali come i cosiddetti "co.co.pro."; modifiche all'articolo 18 per i licenziamenti illegittimi, prevedendo un rimborso economico crescente in base all'anzianità; introduzione di nuove forme e criteri di sostegno al reddito; Prof. Carmelo Bruni
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Le politiche del lavoro: oggi istituzione di un'Agenzia nazionale per l'occupazione, che gestisce i centri per l'impiego e l'erogazione della Naspi; estensione dell'indennità di maternità anche alle lavoratrici parasubordinate e alle donne lavoratrici autonome che hanno figli disabili non autosufficienti; riforma degli ammortizzatori sociali. Prof. Carmelo Bruni
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Le politiche del lavoro: oggi Nuove forme e criteri di sostegno al reddito Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l'Impiego (NASpI), avente la funzione di fornire una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione, sostitutiva dell'Aspi e della mini-Aspi; Assegno Sociale di Disoccupazione (ASDi) come forma di sostegno al reddito a ex percettori della Naspi che ancora non abbiano trovato lavoro; Indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa e a progetto come nuovo sussidio di disoccupazione (Diss-Coll); Prof. Carmelo Bruni
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Naspi Affinché i lavoratori possano fruirne, sono previsti tre requisiti: Il lavoratore deve aver versato nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione contributi per almeno tredici settimane; possano far valere trenta giornate di lavoro effettivo o equivalenti, a prescindere dal minimale contributivo, nei dodici mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione lo stato di disoccupazione in cui versa il lavoratore deve essere involontario Prof. Carmelo Bruni
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L’art. 18 modificato dalla c.d. legge Fornero, prevedeva che, in caso di invalidità del licenziamento, il giudice poteva ordinare la reintegrazione del lavoratore in 3 soli casi: per “ manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento per giustificato motivo oggettivo”; per motivo oggettivo consistente nell’inidoneità fisica o psichica del lavoratore; in caso di licenziamento intimato nel periodo di comporto (malattia, maternità, puerperio…). In tutti gli altri casi al lavoratore spetta una tutela esclusivamente economica. Prof. Carmelo Bruni
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Il Decreto legislativo 23/2015, in tema di “contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti” (NON riguarda un nuovo contratto), attuativo della legge delega 183 del 2014 (c.d. Jobs Act), ha introdotto nel nostro ordinamento un nuovo regime sanzionatorio da applicarsi in caso di licenziamento illegittimo, che prevede che il giudice possa ordinare la reintegrazione del lavoratore (oltre al pagamento di un’indennità): - nel solo caso in cui il giudice accerti il difetto di giustificazione per motivo consistente nella disabilità fisica o psichica del lavoratore. Prof. Carmelo Bruni
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In tutti gli altri casi, l’art. 3, co. 1, del Decreto legislativo 23/2015 stabilisce l’estinzione del rapporto di lavoro e condanna il datore di lavoro al pagamento di un’indennità, non assoggettata a contribuzione previdenziale, di importo pari a 2 mensilità di retribuzione per ogni anno di servizio (la base di calcolo è costituita, anche in questo caso, dall’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto). In ogni caso, l’indennità non potrà essere inferiore a 4 mensilità, né potrà superare le 24 mensilità. Prof. Carmelo Bruni
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Le politiche del lavoro: oggi Le principali caratteristiche del mercato del lavoro in Italia sono: basso tasso di attività rispetto alla media EU; elevato tasso di disoccupazione femminile e giovanile forte diversificazione per aree geografiche dei tassi di occupazione e disoccupazione. Prof. Carmelo Bruni
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In un contesto sociologico caratterizzato da: Struttura familiare italiana: modello del male breadwinner; le donne sono “scoraggiate” all’ingresso nel mondo del lavoro; Struttura economica italiana: numerose piccole imprese che offrono lavori a bassa qualifica. Difficoltà ad inserire rapidamente giovani qualificati. Scarso ritorno di posizione economico-sociale rispetto all’investimento nell’istruzione e alle aspettative delle famiglie Situazione dei giovani: livelli di istruzione elevati e permanenza prolungata nei nuclei familiari. Maggiore è il sostegno familiare, minore è la propensione all’inserimento nel mondo del lavoro. Prof. Carmelo Bruni
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La sfida: I rischi sociali della contemporaneità sono diversificati e possono colpire le diverse forme di transizione nel corso del ciclo di vita di una persona: tra scuola e lavoro; i percorsi lavorativi; tra lavoro e disoccupazione; tra lavoro e aggiornamento o formazione; tra lavoro e pensione. Occorre quindi pensare ad una maggiore integrazione tra le politiche sociali: lavorative attive e passive, formative, socio-assistenziali. Occorre pensare al welfare in termini generativi, come sistema di produzione del reddito e non solo come luogo dell’assistenza a fondo perduto. Prof. Carmelo Bruni
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