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Alessandra Fino, Mauro Rotatori, Silvia Mosca Convegno Progetto SELVA

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Presentazione sul tema: "Alessandra Fino, Mauro Rotatori, Silvia Mosca Convegno Progetto SELVA"— Transcript della presentazione:

1 “I principali aspetti della normativa inerente gli impianti a biomassa”
Alessandra Fino, Mauro Rotatori, Silvia Mosca Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012 CNR –Istituto sull’Inquinamento Atmosferico

2 Contesto Europeo La promozione di energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili (FER) figura tra le priorità dell'Unione europea per motivi di sicurezza e di diversificazione dell'approvvigionamento energetico, per motivi di protezione ambientale e per motivi legati alla coesione economica e sociale. In base al Protocollo di Kyoto il vincolo per I Paesi più industrializzati del mondo è quello di ridurre complessivamente del 5,2% le emissioni di gas climalteranti rispetto ai livelli del 1990 (anno di riferimento) nel periodo Siamo ormai nella fase successiva del cosiddetto POST KYOTO, che stabilisce una strategia per il periodo successivo al 2012. Il pacchetto legislativo formulato dalla Commissione Europea intende consentire alla UE di ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra, portare al 20% la quota di efficienza energetica e al 20% la percentuale di rinnovabili utilizzate nel consumo energetico entro il 2020. CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

3 Contesto Europeo “Post Kyoto” OBIETTIVI PER L’ITALIA:
+ EFFFICIENZA ENERGETICA  -20% dei consumi energetici rispetto alla media degli anni + ENERGIA DA FER  incremento dal 5,2% (2005) al 17% (2020) di energia da FER GAS SERRA  Riduzione del 13% delle emissioni dei gas serra rispetto al 2005 Alle fonti rinnovabili di energia si riconosce, pertanto, un ruolo positivo e cruciale nel perseguimento di uno sviluppo sostenibile. CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

4 La biomassa La definizione include una vastissima gamma di materiali, vergini o residui di lavorazioni agricole e industriali, che si possono presentare in diversi stati fisici, con un ampio spettro di poteri calorifici. Le soluzioni impiantistiche variano per tipo di biomasse, tecnologia utilizzata e prodotto finale (solo energia elettrica, combinata con produzione di calore, solo energia termica). È importante, una precisa descrizione delle biomasse che si intendono utilizzare e la loro provenienza, al fine di poter adeguatamente inquadrare l’intera produzione all’interno delle diverse norme vigenti CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

5 Definizione di biomassa
L’art. 2 del DLgs 387/2003 riprende testualmente la direttiva 2001/77/CE (Del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 settembre 2001 sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità) e stabilisce che "... per biomassa si intende la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”. La definizione di biomassa ai sensi del DLgs 387/2003, è stata ampliata dal recente DLgs 28/2011 recante “Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE”. L'art. 2, lettera e), definisce la biomassa come “la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l'acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde pubblico e privato, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani.” CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

6 Biomasse combustibili:
Il testo unico ambientale, stabilisce all’allegato X , Sezione 3, le caratteristiche delle biomasse combustibili e le loro condizioni di utilizzo in impianti industriali e termici: Tipologia e provenienza Materiale vegetale prodotto da coltivazioni dedicate; Materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate; Materiale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, da manutenzione forestale e da potatura; Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati e cascami di sughero vergine, tondelli, non contaminati da inquinanti; Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli Sansa di oliva disolcata avente le caratteristiche riportate nella tabella seguente [omissis], ottenuta dal trattamento delle sanse vergini con n-esano per l'estrazione dell'olio di sansa destinato all'alimentazione umana, e da successivo trattamento termico, purché i predetti trattamenti siano effettuati all'interno del medesimo impianto; tali requisiti, nel caso di impiego del prodotto al di fuori dell'impianto stesso di produzione, devono risultare da un sistema di identificazione conforme a quanto stabilito al punto 3 Inoltre tra le biomasse sono ulteriormente annoverati il liquor nero. La conversione energetica della biomasse può essere effettuata attraverso la combustione diretta, ovvero previa pirolisi o gassificazione. CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

7 Soglie al di sotto delle quali è sufficiente una DIA
Le autorizzazioni Gli impianti di produzione di energia elettrica da biomassa sono soggetti ad autorizzazione unica di cui al DLgs 387/03. La legge 24 Ottobre 2007, n.244 integrando l’art.12 comma 5, del DLgs 387/03 stabilisce che gli impianti da biomassa cui la capacità di generazione sia inferiore ai 200 kWe sono soggetti a D.I.A. Soglie al di sotto delle quali è sufficiente una DIA CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

8 Le autorizzazioni L’8 luglio 2010 la Conferenza Stato-Regioni-Enti locali ha approvato alcuni punti che riguardano Linee Guida nazionali per le energie rinnovabili. Le Linee Guida sono state predisposte dal ministero dello Sviluppo economico di concerto con i ministeri dell'Ambiente e per i Beni e le Attività culturali. Il tutto si basa su un nuovo sistema di autorizzazione unica rilasciata dalle Regioni per la costruzione, l'esercizio e la modifica degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di maggiore importanza. Ma anche su un sistema di comunicazione unica, da inviare on-line al Comune competente (insieme alla documentazione) per gli impianti considerati opere di edilizia libera di maggiore rilevanza; e infine un terzo sistema facilitato, basato esclusivamente sulla Dia, per gli impianti domestici più piccoli. Le Regioni avranno 90 giorni di tempo per adeguarsi alle Linee Guida. E' prevista invece la verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per gli impianti da fonti rinnovabili di potenza nominale complessiva superiore a 1 MW. CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

9 Le emissioni in aria Le biomasse che vengono usate come combustibile, anche dopo depurazione dei fumi prodotti, provocano l’immissione nell’ambiente di quantità non trascurabili di numerosi macro e micro inquinanti (polveri sottili ed ultra sottili, ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici, diossine), in quantità proporzionale alla massa di biomasse trattate, con effetti potenzialmente pericolosi per la salute della popolazione esposta. La combustione: E nel bilancio ambientale, occorre sommare anche le emissioni prodotte dal traffico pesante indotto dall’entrata in funzione dell’impianto Completo: NOx, CO2, SO2, particolato PROCESSO DI COMBUSTIONE Incompleto: CO, VOC, IPA, particolato, ceneri, diossine CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

10 Le autorizzazioni alle emissioni in atmosfera
Il gestore che intende installare un impianto nuovo o trasferire un impianto da un luogo ad un altro presenta all’autorità competente una domanda di autorizzazione per le emissioni in atmosfera (ai sensi della parte quinta del DLgs 152/2006). L’autorizzazione rilasciata ai sensi del presente articolo ha una durata di quindici anni. Non sono sottoposti ad autorizzazione i seguenti impianti: a) Impianti di combustione, compresi i gruppi elettrogeni a cogenerazione, di potenza termica nominale inferiore a 1 MW, alimentati a biomasse di cui all’Allegato X alla parte quinta del DLgs 152/06, a gasolio, come tale o in emulsione, o a biodiesel; b) Impianti di combustione, ubicati all’interno di impianti di smaltimento dei rifiuti, alimentati da gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas, di potenza termica nominale non superiore a 3 MW, se l’attività di recupero è soggetta alle procedure autorizzative semplificate previste dalla parte quarta del DLgs 152/06 e tali procedure sono state espletate; c) Impianti di combustione alimentati a biogas di cui all’Allegato X alla parte quinta del DLgs 152/06, di potenza termica nominale complessiva inferiore o uguale a 3 MW. CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

11 Valori limite alle emissioni in atmosfera
Gli impianti termici civili che utilizzano biomasse di cui all’Allegato X devono rispettare i valori limite di emissione riportati nella seguente Tabella, riferiti ad un’ora di funzionamento dell’impianto nelle condizioni di esercizio più gravose, esclusi i periodi di avviamento, arresto e guasti. Il tenore di ossigeno di riferimento è pari all’11% in volume nell’effluente gassoso anidro (flusso di emissione). I valori limite sono riferiti al volume di effluente gassoso secco rapportato alle condizioni normali. Valori limite delle emissioni di impianti termici civili alimentati a biomassa Fonte: DLgs 152/2006 e s.m.i. – Parte V, allegato IX CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

12 Potenza termica nominale installata (MW)
Valori limite alle emissioni in atmosfera Se sono utilizzate le biomasse di cui all'allegato X in impianti nuovi e in impianti anteriori al 2006 autorizzati a partire dal 12 marzo 2002, si applicano i valori di emissione, riportati nella tabella seguente, riferiti ad un tenore di ossigeno nell'effluente gassoso dell'11%. Valori limite alle emissioni degli impianti industriali alimentati a biomassa (combustibili solidi) Inquinante Potenza termica nominale installata (MW) 0,15 < Pn ≤ 3 MWt 3 < Pn ≤ 6 MWt 6 < Pn ≤ 20 Pn > 20 MWt Polveri totali 100 mg/Nm3 30 mg/Nm3 20 mg/Nm3 CO T - 10 mg/Nm3 [2] CO 350 mg/Nm3 300 mg/Nm3 250 mg/Nm3 150 mg/Nm3 200 Ossidi di azoto (espressi come NO2) 500 mg/Nm3 400 mg/Nm3 200 mg/Nm3 Ossidi di zolfo (espressi come SO2 ) [1] Agli impianti di potenza termica nominale pari o superiore a 0,035 MW e non superiore a 0,15 MW si applica un valore di emissione per le polveri totali di 200 mg/Nm3 [2] Valori medi giornalieri. Fonte: DLgs 152/2006 e s.m.i. – Parte V. allegato I CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

13 Potenza termica nominale
Valori limite alle emissioni in atmosfera Se sono utilizzate le biomasse di cui all'allegato X in impianti anteriori al 1988, si applicano i valori di emissione, riportati nella tabella seguente, riferiti ad un tenore di ossigeno nell'effluente gassoso dell'11%. Se sono utilizzati altri combustibili solidi in impianti anteriori al 1988, si applicano i valori di emissione, riportati nella tabella seguente, riferiti ad un tenore di ossigeno nell'effluente gassoso del 6%. Valori limite alle emissioni degli impianti industriali alimentati a biomassa (combustibili solidi) Inquinante Potenza termica nominale ≤ 5 MW > 5 MW Polveri mg/Nm3 50 mg/Nm3 CO V Ossidi di azoto 650 mg/Nm3 Ossidi di zolfo 600 mg/Nm3 per gli impianti a letto fluido 2000 mg/Nm3 per tutti gli altri impianti I valori di emissione per gli ossidi di zolfo si considerano rispettati se sono utilizzati combustibili con contenuto di zolfo uguale o inferiore all’1%. Composti alogenati Non si applica la parte II, paragrafo 3, tranne nel caso in cui il combustibile utilizzato sia legno o residui di legno contenente prodotti sintetici o sanse residue da estrazione. Fonte: DLgs 152/2006 e s.m.i. – Parte V. allegato I CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

14 Potenza termica nominale
Valori limite alle emissioni in atmosfera Se sono utilizzate le biomasse di cui all'allegato X in impianti anteriori al 1988, si applicano i valori di emissione, riportati nella tabella seguente, riferiti ad un tenore di ossigeno nell'effluente gassoso dell'11%. Se sono utilizzati altri combustibili solidi in impianti anteriori al 1988, si applicano i valori di emissione, riportati nella tabella seguente, riferiti ad un tenore di ossigeno nell'effluente gassoso del 6%. Valori limite alle emissioni degli impianti industriali alimentati a biomassa (combustibili liquidi) Inquinante Potenza termica nominale < 5 MW ≥ 5 MW Polveri 150 mg/Nm3 100 mg/Nm3 Non si applica la parte II, paragrafo 2 se il valore limite di emissione per le polveri è rispettato senza l’impiego di un impianto di abbattimento Ossidi di azoto 500 mg/Nm3 Ossidi di zolfo 1700 mg/Nm3 Il valore di emissione per gli ossidi di zolfo si considera rispettato se sono utilizzati combustibili con contenuto di zolfo uguale o inferiore all’1%. Fonte: DLgs 152/2006 e s.m.i. – Parte V. allegato I CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

15 Le emissioni Secondo dati MATTM, le emissioni di polveri primarie per combustione di biomassa solida, espressi in mg/KWh in generatori di piccla potenza sono rilevanti. Confronto tra Fattori di Emissione di polveri primarie per combustione di biomassa solida e per combustione di gas naturale (metano) Generatori piccola potenza <100KWt – Emissione diretta Generatori taglia media – abbattitori polveri multi canna Generatori taglia grande >50 MWt – abbattitori polveri filtri a manica 200 – 800 200 – 60 60 – 30 Combustione di gas naturale CH4 99% 0,01 – 0,1 raffrontando i fattori di emissione per gli ossidi di azoto tra combustione a biomassa solida e gas naturale, si ottiene che una centrale a biomassa legnosa (la cui potenza elettrica è 45 volte inferiore ad una CTGCC) ha un fattore di emissione 10 volte superiore ad una centrale a gas naturale. Inoltre, a parità di ore di funzionamento annue, una CTGCC non ha sostanzialmente emissioni di polveri, di HCl e di SO2. CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

16 Cogenerazione La cogenerazione di piccola taglia è una tra le soluzioni migliori per la realizzazione di un sistema di produzione energetica decentralizzato. La produzione locale di energia elettrica avviene in prossimità dell’utenza, riducendo le perdite di trasporto e aumentando il rendimento energetico complessivo. La piccola cogenerazione, o micro–cogenerazione, è caratterizzata da un basso impatto ambientale, con conseguente avvicinamento agli obiettivi del protocollo di Kyoto. Impianti con potenza elettrica < 1 MWe, possono essere utilizzati per soddisfare il fabbisogno di ospedali, alberghi, centri commerciali, centri sportivi e piscine, grandi complessi residenziali, serre e piccole/medie industrie. CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

17 Incentivazione Il GSE (gestore dei servizi energetici) è il soggetto che controlla e autorizza ad avere diritto agli incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In seguito all’ottenimento della qualifica di Impianto Alimentato da Fonte Rinnovabile (IAFR) da parte del GSE, i titolari di impianti a biomasse possono chiedere l’incentivazione con la Tariffa Onnicomprensiva oppure con i Certificati Verdi. CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

18 Incentivazione Gli incentivi base per i soli impianti a biomassa solida, sono incrementati di un fattore 1,3 nel caso in cui la media annua dei parametri di emissione in atmosfera descritti nella seguente tabella e riferiti ad una percentuale di ossigeno libero nell’effluente gassoso pari al 6%, risulti inferiore o uguale ai valori indicati in Tabella 1. Inquinante Limite (mg/Nm3) Pn ≤ 5 MWt 5 < Pn ≤ 20 MWt 20 < Pn ≤ 50 MWt Pn > 50 MWt NOX (espressi come NO2) 200 NH3 (1) 5 CO 350 150 100 50 SO2 25 COT - 30 10 Polveri 20 HCl CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

19 Valutazione della qualità dell’aria nel Lazio
Nella Regione Lazio la valutazione della qualità dell’aria ha condotto all’individuazione di 3 zone e 2 agglomerati (Roma e Frosinone). Gli agglomerati di Roma e Frosinone sono considerati generalmente come una zona unica e indicati come zona 1. Il comune di Rieti è in Zona 2, quello di Leonessa in Zona 4. Leonessa Rieti Rieti Leonessa Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 Nome completo della zona Roma Frosinone Z2 Z3 Z4 Codice della zona IT1201 IT1202 IT1203 IT1204 IT1205 Tipo Agglomerato zona Area (km2) 1.282 47 2.932 6.771 6.145 Popolazione 45.000 Fonte: Regione Lazio, Questionario 2008 CNR Institute of Atmospheric Pollution Research A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

20 Gestione della qualità dell’aria nel Lazio
Con il Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria, adottato nel 2008, ai fini dell’adozione dei provvedimenti tesi a contrastare l’inquinamento atmosferico, il territorio regionale è stato suddiviso in tre zone: A, B e C. La zona A comprende i due agglomerati di Roma (IT1201) e Frosinone (IT1202) dove per l’entità dei superamenti dei limiti di legge sono previsti provvedimenti specifici. La zona B comprende i comuni classificati in zona 2 (IT1203) dove è accertato, sia con misure dirette o per risultato di un modello di simulazione, l’effettivo superamento o l’elevato rischio di superamento del limite da parte di almeno un inquinante. In questa zona sono previsti i piani di azione per il risanamento della qualità dell'aria; in questa zona rientra il comune di Rieti. La zona C comprende il restante territorio della Regione nel quale ricadono i comuni delle zone 3 e 4 (IT1204 – IT1205) a basso rischio di superamento dei limiti di legge, dove sono previsti provvedimenti tesi al mantenimento della qualità dell’aria; in questa zona rientra il comune di Leonessa (Ri). Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 Nome completo della zona Roma Frosinone Z2 Z3 Z4 Codice della zona IT1201 IT1202 IT1203 IT1204 IT1205 Tipo Agglomerato zona Area (km2) 1.282 47 2.932 6.771 6.145 Popolazione 45.000 Fonte: Regione Lazio, Questionario 2008 CNR Institute of Atmospheric Pollution Research A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

21 Rete regionale di misura della qualità dell’aria
Situazione al 2010 La rete di qualità dell’aria del Lazio, gestita dall’ARPA Lazio, è costituita da 34 stazioni di misura distribuite su 22 comuni per un totale di circa 110 analizzatori più cinque stazioni meteo, una per provincia, collocate presso le sezioni provinciali dell’Agenzia. Fanno inoltre parte della rete 5 centri provinciali di gestione e validazione dei dati e un centro regionale di raccolta, elaborazione e diffusione dei dati. Nel 2010, le stazioni considerate nello scambio di dati sono state ridotte a 32 (Fonte: Questionario QA Lazio, 2010). Fonte: Regione Lazio, Rapporto sullo stato della qualità dell’aria nella regione Lazio, 2004 CNR Institute of Atmospheric Pollution Research A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

22 Inquinanti rilevati e classificazione delle stazioni utilizzate a norma del DLgs 155/ Situazione al 2010 (Lazio) La rete di qualità dell’aria del Lazio, è attualmente in corso di revisione, ai sensi dei recenti aggiornamenti della normativa di settore Fonte: Regione Lazio, Questionario 2010 CNR Institute of Atmospheric Pollution Research A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

23 Gli inquinanti normati in aria ambiente
(ex Direttiva 2008/50/EC e DLgs 155/2010) Inquinante Concentrazione Periodo di mediazione Tipologia di standard e data entro cui rispettare l’obbligo Superamenti permessi per anno Particolato fine (PM2.5) 25 µg/m3 1 anno Valore obiettivo, entrato in vigore il Valore limite entrerà in vigore il -- PM10 50 µg/m3 24 ore Valore limite, entrato in vigore il 35 40 µg/m3 Biossido di zolfo(SO2) 350 µg/m3 1 ora 24 125 µg/m3 3 Biossido di azoto (NO2) 200 µg/m3 Valore limite, entrato in vigore il 18 Piombo (Pb) 0.5 µg/m3 Valore limite, entrato in vigore il Monossido di carbonio (CO) 10 mg/m3 Maximum daily 8 hour mean Benzene 5 µg/m3 Principali standard di qualità dell’aria per la protezione della salute fissati dalla normativa vigente PM10 e NO2 meritano maggiore attenzione, in questo contesto, considerando la situazione italiana sulla qualità dell’aria I valori limite sono parametri molto più vincolanti rispetto ai valori obiettivo. La nuova Direttiva sulla QA (Dir. 2008/50/CE ha introdotto nuovi parametri sul PM2,5, tra cui quelli riportati in tabella. CNR Institute of Atmospheric Pollution Research A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

24 Gli inquinanti normati in aria ambiente
(ex Direttiva 2008/50/EC e DLgs 155/2010) Inquinante Concentrazione Periodo di mediazione Tipologia di standard e data entro cui rispettare l’obbligo Superamenti permessi per anno Ozono 120 µg/m3 Media max giornaliera su 8 ore Valore obiettivo, entrato in vigore il 25 giorni per anno come media su 3 anni Arsenico (As) 6 ng/m3 1 anno Valore obiettivo, entrerà in vigore il -- Cadmio (Cd) 5 ng/m3 Nichel (Ni) 20 ng/m3 Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) 1 ng/m3 (espresso come concentrazioni di Benzo(a)pirene) Principali standard di qualità dell’aria per la protezione della salute fissati dalla normativa vigente CNR Institute of Atmospheric Pollution Research A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

25 PM10 – normativa e situazione in Europa e in Italia
Per il PM10, la normativa stabilisce un valore limite giornaliero di 50 μg/m3, da non superare per più di 35 volte in un anno, e un valore limite annuale di 40 μg/m3. Tali limiti sono spesso superati, soprattutto il più stringente, il valore limite giornaliero che, nel 2009, è stato superato nel 45% delle stazioni. I superamenti si concentrano soprattutto nelle aree urbane del bacino padano (Fonte: Ispra). In Europa oltre il 32% delle stazioni orientate al traffico supera il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana. In figura: PM10, 2008, Europa. In rosso i punti al di sopra del VL annuale di 40 μg/m3 Fonte: EEA PM 10 - Stazioni di monitoraggio per classi di giorni di superamento del valore limite giornaliero (2009). Fonte: Annuario Ispra 2010 CNR Institute of Atmospheric Pollution Research A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

26 PM10 in aria ambiente Trend delle concentrazioni di alcune centraline di monitoraggio di PM10 nel Lazio Trend delle concentrazioni di PM10 in Italia Alcune statistiche descrittive calcolate sulla media annuale di un set di stazioni di monitoraggio opportunamente selezionate a livello nazionale, mostrano deboli indicazioni di un trend decrescente (si osserva una netta diminuzione dei livelli massimi), che necessita comunque di ulteriori conferme nel tempo (Fonte: Ispra). Andamento simile si registra nel Lazio PM 10, media annua - Statistiche descrittive calcolate su una selezione di 70 stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale. Fonte: Annuario Ispra, 2010 CNR Institute of Atmospheric Pollution Research A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

27 NO2 – normativa e situazione in Italia
Per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), il valore limite annuale per la protezione della salute umana (40 μg/m3), entrato in vigore nel 2010, nel 2009 è stato rispettato nel 72% delle stazioni. (Fonte: Ispra). In Europa quasi il 50% delle stazioni orientate al traffico supera il valore limite Annuale per l’NO2. In figura: NO2, 2008, Europa. In arancione e in rosso i punti al di sopra del VL annuale di 40 μg/m3 Fonte: EEA NO2 - Stazioni di monitoraggio per classi di valore medio annuo (2009). Fonte: Annuario Ispra, 2010 CNR Institute of Atmospheric Pollution Research A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

28 Biossido di azoto in aria ambiente
Trend delle concentrazioni di alcune centraline di monitoraggio di NO2 nel Lazio Trend delle concentrazioni di NO2 in Italia Il box plot per l’NO2, costruito su un set di stazioni selezionate sulla base di criteri omogenei per copertura temporale, mostra nel periodo un trend in leggera diminuzione, che necessita comunque di ulteriori conferme nel tempo (Fonte: Ispra). L’andamento delle concentrazioni di NO2 nel Lazio è abbastanza in linea con l’andamento delle concentrazioni rilevato a livello nazionale. NO2, media annua - Statistiche descrittive calcolate su una selezione di 134 stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale Fonte: Annuario Ispra 2010 CNR Institute of Atmospheric Pollution Research A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

29 Conclusioni La biomassa è una fonte estremamente importante di energia rinnovabile, disponibile pressoché ovunque è spesso economicamente interessante, specie se utilizzata in centrali di cogenerazione di calore ed energia. In particolare, l'energia ottenuta è massimizzata nelle piccole centrali per la produzione di elettricità (da poche centinaia di kW fino a uno o due MWe) costruite vicino all'utilizzatore del calore. occorre approfondire le conoscenze relative alle emissioni degli impianti a biomassa in relazione alla tipologia di biomassa specifica utilizzata e al tipo di tecnologia adottata per la combustione e agli effetti che le emissioni producono in aria ambiente occorre contribuire ad un ulteriore sviluppo della normativa CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012

30 Per ulteriori info fino@iia.cnr.it
Grazie, in particolare a Mauro Rotatori, a Silvia Mosca e ad Ettore Guerriero, del CNR IIA, per la collaborazione nella realizzazione di questo lavoro! Per ulteriori info CNR Istituto sull’Inquinamento Atmosferico A. Fino - Convegno Progetto SELVA Scenari Energetici nel Lazio e Valutazione Ambientale dell’uso di biomasse Montelibretti (Roma), 21 Giugno 2012


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