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previdenza complementare
Corso divulgatori previdenza complementare Presentazione a cura di Giovanni Mattoccia
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L’evoluzione del sistema pensionistico in Italia
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Gli ultimi turbolenti anni della previdenza in Italia
A partire dagli anni ’90 la previdenza pubblica è cambiata in modo radicale. In ordine cronologico, ecco le principali novità introdotte in Italia dalle riforme del sistema pensionistico pubblico e contemporaneamente l’evoluzione della previdenza complementare: 1992 Riforma Amato 1995 Riforma Dini 2004 Riforma Maroni 2007 Riforma Prodi 2012 Riforma Monti
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Sistema pensionistico fino a dicembre 1992
Pensione circa 80% ultimo stipendio. Il lavoratore iscritto all’INPS riceveva una pensione il cui importo era collegato alla retribuzione percepita negli ultimi anni di lavoro. Con una rivalutazione media del 2 per cento per ogni anno di contribuzione, per 40 anni di versamenti, veniva erogata una pensione che corrispondeva a circa l’80 per cento della retribuzione percepita nell’ultimo periodo di attività lavorativa. Inoltre, la pensione in pagamento veniva rivalutata negli anni successivi tenendo conto di due elementi fondamentali: l’aumento dei prezzi e l’innalzamento dei salari reali. In questa fase esperienze di previdenza complementare sono presenti solo in alcune aziende con apposite polizze previdenziali create per i soli dipendenti delle aziende stesse.
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Riforma Dini del 1995 (Legge 335/1995)
Dal sistema retributivo si passa a quello contributivo. Differenza retributivo/contributivo nel sistema retributivo la pensione corrisponde a una percentuale dello stipendio del lavoratore: essa dipende, dall’anzianità contributiva e dalle retribuzioni, in particolare quelle percepite nell’ultimo periodo della vita lavorativa, che tendenzialmente sono le più favorevoli; nel sistema contributivo, invece, l’importo della pensione dipende dall’ammontare dei contributi versati dal lavoratore nell’arco della vita lavorativa.
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Ante Riforma 1995 METODO RETRIBUTIVO: l'importo della pensione era calcolato sulla media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni di lavoro. Nella maggior parte dei casi, dal 1992 in poi, il calcolo considerava gli ultimi 10 anni. Secondo tale metodo, chi andava in pensione percepiva mediamente il % dell’ultima retribuzione.
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PENSIONI PUBBLICHE PIU’ BASSE
Post riforma 1995 METODO CONTRIBUTIVO:l'importo della pensione è strettamente correlato ai contributi previdenziali versati all'INPS e non più all'ultima retribuzione percepita. Il nuovo metodo di calcolo ha nettamente ridimensionato l’importo che si arriverà a percepire al momento della pensione. PENSIONI PUBBLICHE PIU’ BASSE Presumibilmente la pensione pubblica rispetto all’ultima retribuzione percepita sarà: Dal 50 % al 60 % 7
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Chi rientra nel calcolo della Riforma Dini
La riforma Dini (L.335/1995) ha introdotto il metodo contributivo. Tale cambiamento non ha però toccato in egual modo tutti i lavoratori. In particolare: Anzianità al 31/12/1995 Metodo di calcolo A chi aveva almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995 continuava ad applicarsi il sistema retributivo Almeno 18 anni Retributivo A chi aveva meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995 si applicava invece un sistema misto (anche detto pro-rata): retributivo per le anzianità maturate fino al dicembre 1995 e contributivo per le anzianità maturate successivamente Meno di 18 anni Misto Infine, a coloro che avevano cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995, si applicava il sistema di calcolo contributivo No anzianità Contributivo
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RIFORMA MONTI – FORNERO La nuova regola
La principale novità della riforma è l’estensione del metodo di calcolo contributivo a tutti i lavoratori. METODI DI CALCOLO A CONFRONTO Con il metodo contributivo l’ammontare della pensione è commisurato ai contributi versati secondo il principio “più versi, più prendi”. I contributi versati si accumulano su un ipotetico conto corrente previdenziale e sono rivalutati di anno in anno al tasso medio quinquennale di crescita del PIL. Al momento del pensionamento, la somma dei contributi versati rivalutati (il cosiddetto montante dei contributi) è convertita in pensione utilizzando dei coefficienti (i coefficienti di trasformazione del montante in rendita) che dipendono dall’età di pensionamento. In particolare, più elevata è l’età, più alta sarà la pensione. Con il sistema di calcolo retributivo la pensione dipende invece dalla retribuzione media degli ultimi anni di lavoro e dall’anzianità maturata. Prescinde invece sia dall’età, sia dall’ammontare dei contributi versati. Dal primo gennaio 2012 tutte le pensioni (per la quota maturata da quel momento in poi e, dunque, pro-rata) verranno calcolate con il sistema di calcolo contributivo.
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Che cosa cambia L’estensione a tutti del metodo contributivo dal gennaio 2012 ha effetti sul calcolo delle prestazioni di coloro che avevano almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995. Ad essi spetterà una pensione calcolata secondo il criterio del pro-rata, con applicazione del sistema retributivo alle anzianità maturate fino al 31 dicembre 2011 e del sistema contributivo alle anzianità maturate successivamente. Anzianità fino al 31 dicembre 2011 Anzianità maturata dal 1 gennaio 2012 Calcolo retributivo Calcolo contributivo
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Una tabella di sintesi Anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995 Anzianità contributiva maturata fino al 31 dicembre 1995 Anzianità contributiva maturata dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2011 Anzianità contributiva maturata dal 1° gennaio 2012 18 anni o più Calcolo Retributivo Calcolo Retributivo Calcolo Contributivo Meno 18 anni Calcolo Retributivo Calcolo Contributivo Calcolo Contributivo Nessuna anzianità contributiva Calcolo Contributivo Calcolo Contributivo
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Le nuove pensioni Sintesi dei requisiti NUOVA PENSIONE DI VECCHIAIA
anzianità minima: 20 anni età minima: 66 anni per gli uomini e le dipendenti pubbliche 62 anni per le dipendenti private 63,6 anni per le autonome età massima: 70 anni innalzata con la longevità, sino a raggiungere almeno 67 anni nel 2021 gradualmente innalzata sino a raggiungere i 66 anni nel 2018 PENSIONE ANTICIPATA Anzianità: 42 anni e 1 mese per gli uomini 41 anni e 1 mese per le donne con penalizzazione se età inferiore a 62 anni: -1% per ogni anno di anticipo fino a 2 anni -2% per ogni anno di anticipo oltre i 2 anni gradualmente innalzata di 1 mese nel 2013 e di un ulteriore mese nel 2014
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Gli effetti delle riforme
Sensibile diminuzione della copertura del I pilastro - Ieri - Domani Da qui la necessità di dotarsi di un secondo pilastro e questo pilastro è certamente la previdenza complementare che consente una volontaria e consapevole gestione delle risorse finalizzata anche a garantirsi un tenore di vita adeguato all’età di pensionamento.
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La previdenza complementare
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Fondi Pensione Perché sono nati ? Mutamento scenario demografico
Rapporto fra occupati e pensionati Conseguente aumento spesa pensioni 100 occupati = 85 pensioni occupati = 100 pensioni occupati = 132 pensioni
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Il sistema previdenziale misto
IL SISTEMA A TRE PILASTRI * Previdenza Pubblica * Fondi Pensione (legge 124/93 e successive) * Previdenza individuale
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Storia della previdenza complementare in Italia
In Italia, prima del D. Lgs. 124/93, esisteva un insieme eterogeneo di fondi pensione (i cd. preesistenti) rivolti principalmente a categorie particolari: dipendenti delle banche e delle assicurazioni, dirigenti delle imprese e dipendenti di imprese multinazionali,… Questi fondi pensione avevano come obiettivo quello di integrare “ulteriormente” la copertura pensionistica garantita dalla previdenza pubblica di base Dal 1993, fino al 2005 una serie di interventi normativi hanno regolato la figura del Fondo Pensione in Italia perseguendo una serie di obiettivi “… assicurare più elevati livelli di copertura previdenziale” (Art. 1 D.Lgs. 124/93) “… i lavoratori hanno diritto che siano provveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria …” (Art.38, co.2, Cost.)
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La normativa della previdenza complementare
Decreto legislativo 252/2005 ( in vigore dal 1 gennaio 2007) Decreto Legislativo 47/2000 e decreto correttivo Decreto 703/96 Min. Tesoro su investimenti Decreto 166 Disposizioni COVIP e Min. Finanze
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Le caratteristiche della previdenza complementare
L’adesione è volontaria Complementarità alla pensione pubblica Garanzie e controlli nella gestione del piano Incentivi fiscali Sistema a capitalizzazione
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La previdenza complementare in vigore dal 1 gennaio 2007
Sono forme pensionistiche complementari: i fondi pensione negoziali, i fondi pensione aperti, i contratti di assicurazione sulla vita con finalità previdenziali e i fondi pensione preesistenti (istituiti anteriormente al novembre 1992). La scelta di aderire o meno ad una forma pensionistica complementare è sempre volontaria e personale. Il lavoratore può decidere di avvalersi: di una forma pensionistica collettiva, istituita in base di contratti o accordi collettivi anche aziendali stipulati tra le rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro o, in determinati casi, prevista da regolamenti di enti o aziende, che individuano specifiche categorie di destinatari (es.: lavoratori di un determinato comparto, di una determinata azienda o gruppo di aziende); oppure di una forma pensionistica individuale, in base esclusivamente alla scelta individuale del lavoratore, anche se destinatario di una forma pensionistica prevista da contratti o accordi collettivi.
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La previdenza complementare in vigore dal 1 gennaio 2007
Che cos’è il TFR? Il trattamento di fine rapporto (anche conosciuto come “liquidazione”) è la somma che viene corrisposta dal datore di lavoro al lavoratore al termine del rapporto di lavoro dipendente Come si determina? Il TFR si determina accantonando per ciascun anno di lavoro una quota pari al 6,91 % della retribuzione lorda. La retribuzione utile per il calcolo del TFR comprende tutte le voci retributive corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, salvo diversa previsione dei contratti collettivi. Gli importi accantonati sono rivalutati, al 31 dicembre di ogni anno, con l'applicazione di un tasso costituito dall'1,5% in misura fissa e dal 75% dell'aumento dell'indice dei prezzi al consumo Istat. Al momento della liquidazione, il TFR è tassato, in linea generale, con l’applicazione dell’aliquota IRPEF media del lavoratore nell’anno in cui è percepito. Per la parte di TFR che si riferisce agli anni di lavoro decorrenti dal 1° gennaio 2001, l’amministrazione finanziaria provvede poi a riliquidare l’imposta, applicando l’aliquota media di tassazione del lavoratore degli ultimi 5 anni.
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I Fondi Pensione Si distinguono in: Fondi aperti
per lavoratori autonomi, professionisti, soci cooperative produzione lavoro Fondi chiusi per i lavoratori dipendenti attivati dalla contrattazione sindacale collettiva Forme pensionistiche individuali (PIP) adesione individuale a polizze vita con finalità previdenziale
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I Fondi Pensione Fondi Chiusi Fondi Aperti e Polizze
Soggetti costitutori parti contrattuali con accordi collettivi, CCNL e accordi aziendali Associazioni senza fini di lucro le risorse sono gestite unicamente nell’interesse degli aderenti Struttura di governo indipendente Minimizzazione dei costi Rappresentatività degli aderenti da parte degli organi decisionali Fondi Aperti e Polizze Soggetti costitutori Banche, SGR, SIM e Compagnie di assicurazioni Intermediari finanziari con fini di lucro le risorse sono gestite unicamente nell’interesse degli aderenti, ma c’è rischio di conflitto con l’interesse del soggetto istitutore Struttura di governo è quella del soggetto costitutore Commissioni comprendono la remunerazione del soggetto costitutore Mancanza di rappresentatività
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I Fondi Pensione I FPchiusi possono pertanto garantire rispetto ai FPaperti e ai PIP: maggiore tutela previdenziale rappresentanza diretta degli interessi dei soci maggiore trasparenza nel controllo minori costi Contributo del datore di lavoro
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I Fondi Pensione chiusi
Nascono da: Negoziazione fra le parti ( aziendale, categoriale, territoriale, nazionale ) E sono a: Contribuzione definita Prestazione in base ai rendimenti Capitalizzazione individuale Adesione volontaria
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I Fondi Pensione chiusi
Perché il fondo nazionale? Economie di dimensione Maggior potere contrattuale Maggior potere di influenza a livello politico istituzionale Maggior impatto sul sistema finanziario Maggior omogeneità delle imprese e degli iscritti Estendibilità a settori affini
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Le caratteristiche del Fondo Pensione chiuso
ADESIONE VOLONTARIA il lavoratore sceglie di iscriversi volontariamente CONTRIBUZIONE DEFINITA determinate le aliquote di contribuzione al Fondo CAPITALIZZAZIONE INDIVIDUALE la posizione individuale è costituita dai contributi capitalizzati secondo i rendimenti realizzati dal comparto di appartenenza ADESIONE CHIUSA Il fondo è rivolto ai lavoratori delle imprese rientranti nella sfera di applicazione del CCNL PENSIONE COMPLEMENTARE Obiettivo finale del fondo è garantire una pensione complementare a quella pubblica
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Soci del Fondo Pensione
Soci del fondo sono: Lavoratori dipendenti iscritti al Fondo Imprese con lavoratori dipendenti iscritti al fondo Lavoratori pensionati che percepiscono prestazioni dal fondo
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Organi del Fondo Pensione
Assemblea dei Delegati Consiglio di Amministrazione Presidente e Vice presidente Sindaci Revisori N.B. Tutti gli organi sono paritetici, per cui il 50% è espressione dei lavoratori iscritti al fondo e l’altro 50% delle imprese associate.
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Il Fondo Pensione Organi del fondo: Assemblea dei Delegati ELEGGE
Consiglio di Amministrazione Collegio dei revisori Contabili Presidente VicePresidente
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Il Fondo Pensione Funzionamento del Fondo
Possono essere individuate tre fasi: 1. Contribuzione 2. Gestione delle risorse 3. Erogazione delle prestazioni
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La contribuzione al fondo
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Fondo Pensione Contribuzione:
Alle forme pensionistiche complementari si può contribuire mediante: il TFR futuro; contributi a carico del lavoratore; contributi a carico del datore di lavoro. Dal 1° gennaio 2007, si può aderire alle forme pensionistiche complementari anche mediante il solo conferimento del TFR futuro (V. ‘La scelta sulla destinazione del TFR’). Tale adesione non comporta l’obbligo di versamento di altri contributi, né da parte del lavoratore né del datore di lavoro. Nelle forme pensionistiche collettive, gli accordi e i contratti possono stabilire la misura minima della contribuzione (in cifra fissa o in percentuale della retribuzione) dei lavoratori e dei datori di lavoro.
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Regime fiscale della contribuzione
Versamenti dell’azienda: Esclusi dal reddito del dipendente e deducibilità dal reddito d’impresa. Rimane invariato il contributo di solidarietà del 10% sui versamenti a carico dell’azienda. Versamenti del lavoratore: deduzione fiscale fino ad un max di Euro Nel tetto di tale importo devono essere conteggiati i contributi a carico del Datore di lavoro, MA NON IL TFR. Ne deriva per l’aderente un risparmio fiscale che varia in funzione del livello di reddito.
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Vantaggi fiscali del Fondo Pensione
Vantaggi fiscali sui versamenti Versamento del lavoratore Obbligatorio + volontario Versamento dell’azienda Non soggetti ad Irpef fino a Euro 5.164 Risparmio Fiscale Pari all’aliquota marginale: 23%, 27%, 38%, 41%, 43%.
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Esempio aliquota 27% Retribuzione lorda mensile 1.600,00
Contributo del lavoratore al Fondo (1%) ,00 Risparmio Fiscale aliquota media marginale 27% ,32 Il risparmio fiscale del lavoratore è riconosciuto direttamente in busta paga. Costo effettivo per il lavoratore (16, % risparmio fiscale) = 11,68 Al quale va aggiunta la totale deducibilità implicita del versamento a carico dell’azienda che non concorre alla formazione del reddito in sede di determinazione della base imponibile per l’effettuazione delle ritenute alla fonte.
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La gestione delle risorse
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Fondo Pensione Gestione delle risorse
I fondi pensione gestiscono le risorse mediante convenzioni, effettuate con gara pubblica, con Compagnie di Assicurazioni, Sim e Banche. La COVIP vigila sulla scelta dei gestori finanziari e sull’osservanza e il rispetto delle regole di investimento. È bene sottolineare, che il D.Lgs. 252/2005 prevede che il TFR, quando conferito in modo tacito, sia conferito obbligatoriamente a una linea di investimento a contenuto prudenziale, tale da garantire la restituzione del capitale e rendimenti comparabili al tasso di rivalutazione del TFR. (“Linea Garantita”)
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La Gestione delle risorse
I contributi versati, al netto della quota di gestione trattenuta al momento del versamento, sono investiti in strumenti finanziari (azioni, titoli di Stato e altri titoli obbligazionari, quote di fondi comuni di investimento), sulla base della politica di investimento definita dal CdA per ciascun comparto del Fondo Pensione e producono nel tempo un rendimento variabile in funzione degli andamenti dei mercati e delle scelte di gestione. Opzioni di investimento (comparti), ciascuna caratterizzata da una propria combinazione di rischio/rendimento: Linea Garantita Linea Bilanciata Linea Dinamica Per la verifica dei risultati di gestione viene indicato, per ciascun comparto, un “benchmark”. Il benchmark è un parametro oggettivo e confrontabile, composto da indici, che sintetizzano l’andamento dei mercati in cui è investito il patrimonio dei singoli comparti. 39
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Come valutare i rendimenti?
Il valore della quota - NAV Il patrimonio di ciascun comparto del fondo è suddiviso in quote. Ogni versamento effettuato dà pertanto diritto alla assegnazione di un numero di quote. Il valore del patrimonio di ciascun comparto e della relativa quota è determinato con periodicità mensile, con riferimento all’ultimo giorno del mese. Il valore delle quote di ciascun comparto del Fondo Pensione è reso disponibile sul sito web. Il valore della quota è determinato al netto di tutti gli oneri a carico del comparto, compresi gli oneri fiscali sui rendimenti della gestione. Metodologia di calcolo del valore della quota 1 Attivo Netto Destinato alle Prestazioni - Contributi Entrati nel Mese = NAV_Mese Numero Quote in Essere al Mese precedente 2 Contributi Entrati nel Mese = Numero Quote da assegnare nel mese Nav_Mese 40
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La Gestione Finanziaria
Regime fiscale dei rendimenti: I rendimenti, vale a dire gli incrementi positivi conseguiti a seguito della gestione finanziaria delle risorse, erano sottoposti all’imposta sostitutiva dell’11%. Dal 2015 l’aliquota di tassazione è stata portata al 20 %(sotto forma di ritenuta a titolo d’imposta), ma con un’agevolazione particolare: sulla quota di rendimento che deriva dall’investimento in Titoli di Stato, l’imposta del 20 % si applica solo sul 62,5 % del rendimento. Questo equivale a dire che si applica il 12,5 % sul rendimento complessivo derivante dai Titoli di Stato.
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Le prestazioni del fondo
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Che cosa mi darà il fondo pensione?
Il fondo pensione, a fronte dei contributi versati, permette al lavoratore Di ottenere in tutto o in parte (e a certe condizioni) le risorse accumulate anche prima di andare in pensione Anticipazione Riscatto Trasferimento Di ottenere, AL MOMENTO DEL PENSIONAMENTO, le risorse accumulate in forma di rendita (pensione integrativa) e/o in forma di capitale (una somma disponibile in unica soluzione)
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Anticipazione Che cos’è?
La possibilità di ottenere una quota delle risorse accumulate nel Fondo pensione per far fronte a determinati bisogni dell’iscritto Per quali motivazioni posso richiederla? Per spese sanitarie per terapie e interventi straordinari Per acquisto ed interventi di ristrutturazione della prima casa di abitazione per ulteriori esigenze dell’iscritto Quanto posso richiedere? dipende dalla motivazione (causale)
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Anticipazione Per spese mediche fino al 75% delle risorse accumulate
sempre Per acquisto prima casa e ristrutturazioni edilizie fino al 75% della posizione dopo 8 anni di iscrizione Per “altre esigenze” fino al 30% della posizione
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Anticipazione quante volte posso richiederla?
L’anticipazione si può richiedere anche più volte, ma deve sempre restare nel fondo almeno il 25% delle risorse Nel calcolo si considerano anche i valori di anticipazioni già richieste Esempio: Prima richiesta (75% per acquistare la prima casa dopo 8 anni) : Posizione reale € Anticipazione lorda € (75% di ) Posizione reale post-anticipazione €
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Anticipazione quante volte posso richiederla?
Seconda richiesta (anticipazione spese sanitarie): Posizione precedente € Posizione attuale dopo 5 anni € Anticipazioni precedenti € Posizione lorda ( che ha al momento più i che ha già preso) Anticipazione lorda € (75% di ) Meno anticipazioni erogate in precedenza € Seconda anticipazione erogabile € 7.500 Posizione reale post anticipazione € Secondo controllo - Limite complessivo (25% del totale) : € x25% = €
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Anticipazione come viene tassata?
Se si richiede per spese mediche Tassazione agevolata (15% decrescente al 9%) Se si richiede per acquisto prima casa, ristrutturazioni edilizie o per “altre esigenze” Tassazione al 23%
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Cessazione requisiti di partecipazione
SE VENGONO MENO I REQUISITI DI PARTECIPAZIONE ALLA FORMA PENSIONISTICA COMPLEMENTARE IL LAVORATORE PUO’: TRASFERIRE LA POSIZIONE INDIVIDUALE MATURATA AD ALTRA FORMA PENSIONISTICA COMPLEMENTARE A CUI ACCEDA IN RELAZIONE ALLA NUOVA ATTIVITA’ RISCATTARE IL 50% DELLA POSIZIONE INDIVIDUALE MATURATA IN CASO DI CESSAZIONE DELL’ATTIVITA’ LAVORATIVA CHE COMPORTI L’INOCCUPAZIONE PER UN PERIODO DI TEMPO TRA 1 E 4 ANNI O IN CASO DI RICORSO DEL DATORE DI LAVORO A PROCEDURE DI MOBILITA’, CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI ORDINARIA O STRAORDINARIA
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Cessazione requisiti di partecipazione
RISCATTARE L’INTERA POSIZIONE INDIVIDUALE MATURATA IN CASO DI INVALIDITA’ PERMANENTE CHE COMPORTA LA RIDUZIONE DELLA CAPACITA’ DI LAVORO A MENO DI UN TERZO O A SEGUITO DI CESSAZIONE DELL’ATTIVITA’ LAVORATIVA CON CONSEGUENTE INOCCUPAZIONE PER UN PERIODO SUPERIORE A 4 ANNI: SE LE CAUSE DELLA PERDITA DEI REQUISITI SONO DIVERSE DA QUELLE DI CUI SOPRA: MANTENERE LA PROPRIA POSIZIONE PRESSO IL FONDO ANCHE IN ASSENZA DI CONTRIBUZIONE
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Cessazione requisiti di partecipazione
Decesso in costanza di attività lavorativa In caso di decesso dell'associato, il montante maturato della posizione individuale è riscattato dai beneficiari indicati esplicitamente o in assenza di questi dagli eredi legittimi. BENEFICIARI In mancanza di tali soggetti, la posizione resta acquisita al Fondo Pensione EREDI
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La portabilità della propria posizione previdenziale
Se si cambia azienda Se il lavoratore si trasferisce in un’altra azienda in cui si applica lo stesso C.C.N.L. o un C.C.N.L. rientrante tra quelli che consentono l’iscrizione allo stesso Fondo prosegue con la nuova azienda il proprio accantonamento rimanendo associato a Fondo, senza nessuna interruzione. Se invece ci si trasferisce in un’azienda di un settore diverso? Può trasferire la sua posizione pensionistica presso il Fondo pensione previsto dal contratto che la nuova azienda applica, oppure può ricevere la liquidazione sotto forma di capitale corrispondente a tutto quanto maturato fino a quel momento sulla posizione individuale (contributi, TFR, rendimenti). Il trasferimento E’ possibile comunque trasferire la propria posizione da un fondo pensione ad un altro dopo due anni di iscrizione al Fondo. 52 52
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Riassumendo: che posso fare se cambio o perdo il lavoro?
L’obiettivo della previdenza complementare è quello di dare una pensione integrativa: quando possibile è meglio non riscattare l’intera posizione dal fondo Tuttavia, se cambio lavoro ho diverse possibilità Riscattare tutta la posizione È la soluzione più costosa in termini di tassazione Lasciare le risorse nel fondo o trasferirle a un altro fondo pensione È la soluzione meno costosa in quanto non viene tassata Se, invece, resto senza lavoro, posso Riscattare subito l’intera posizione Aspettare 12 mesi (senza lavoro) e riscattare la metà (procedure di mobilità; cassa integrazione guadagni;) Aspettare 48 mesi (senza lavoro) e riscattare tutta la posizione
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Riscatto: come viene tassato?
Il riscatto è tassato con l’imposta sostitutiva del 15% decrescente al 9% Se si richiede il riscatto per perdita dei requisiti di partecipazione ( senza attendere 12 o 48 mesi di inoccupazione ) la tassazione è in base all’aliquota Irpef di riferimento con un minimo del 23%
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E quando vado in pensione?
Se ho i requisiti per accedere alla pensione pubblica e sono iscritto a un fondo pensione da almeno cinque anni, posso ottenere tutte le risorse accumulate nel fondo pensione in due possibili forme: Capitale una somma percepita interamente al momento del pensionamento Rendita una somma percepita periodicamente che si aggiunge alla pensione pubblica Quanto si può ottenere in capitale e quanto in rendita dipende da diverse condizioni
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Al pensionamento: Quanto posso ottenere sotto forma di capitale?
Fino alla metà del montante può essere richiesta da tutti sotto forma di capitale Solo quando le risorse accumulate non superano determinati limiti si può richiedere anche tutto il montante in unica soluzione Il limite è parametrato al valore dell’assegno sociale in vigore al momento del pensionamento attualmente pari a euro 5.824,91 se la rendita calcolata sul 70% del montante maturato è inferiore al 50% dell’assegno sociale l’iscritto può optare per l’intera prestazione in capitale E’ quindi prevedibile che gran parte dei lavoratori che resteranno nel fondo per pochi anni potranno richiedere tutte le risorse accumulate al pensionamento I “vecchi iscritti” ( ante 1993 ) possono richiedere il 100% del montante in capitale
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Al pensionamento: che tipi di rendita posso richiedere?
1. Vitalizia immediata Tale rendita è adatta per chi desidera avere l’importo più elevato a partire dalla somma trasformata in rendita, senza alcun tipo di protezione per i superstiti. 2. Reversibile con facoltà dell’aderente di optare per una percentuale di reversibilità complessivamente compresa tra il 50% ed il 100%; Tale rendita è adatta per chi desidera proteggere in particolare uno o più superstiti dall’eventuale perdita di una fonte di reddito in caso di decesso. 3. Certa per 5-10 anni Tale rendita è adatta per chi desidera proteggere i superstiti dall’eventuale perdita di una fonte di reddito per un periodo limitato di tempo. Il beneficiario designato può essere modificato anche dopo l’inizio dell’erogazione della prestazione.
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Al pensionamento: che tipi di rendita posso richiedere?
4. Controassicurata Tale rendita è adatta per chi desidera proteggere i superstiti dall’eventuale perdita di una fonte di reddito, in modo tale da garantire che possano ricevere la parte residua di quanto non è stato ricevuto sotto forma di rendita. Il beneficiario designato può essere modificato anche dopo l’inizio dell’erogazione della prestazione. 5. Con raddoppio della prestazione rendita vitalizia immediata rivalutabile con raddoppio della prestazione a partire dal 75- esimo anno di età.
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Il Tasso di Sostituzione
Il compito assegnato alla Previdenza complementare è quello di innalzare il livello di tasso di sostituzione totale per un individuo che dallo stato di attivo passa allo stato di pensionato. PREVIDENZA COMPLEMENTARE 15-20% PREVIDENZA COMPLEMENTARE 10-15% PREVIDENZA PUBBLICA 50% PREVIDENZA PUBBLICA 55% 60-65% 70-75% 30 anni 30 anni 59
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Tassazione delle prestazioni
Ai fini della tassazione della pensione complementare il montante finale si scompone in due parti: Quota derivante da contributi dedotti e TFR Tassata con aliquota progressiva fino al 31 dicembre 2006; successivamente si veda il D.Lgs / ( 15% - 0,3% ogni anno dopo il 15° anno di iscrizione al Fondo per un massimo del 6%) Quota derivante da interessi (già tassati) e da contributi non dedotti. Esente
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Come vengono tassati la rendita e il capitale?
Esempio Un lavoratore aderisce al fondo pensione dopo l’avvio della Riforma, versando euro l’anno per 15 anni. Alla fine del 15° anno matura il diritto alla prestazione pensionistica obbligatoria e decide di richiedere la prestazione. Il suo montante è pari a euro ( euro di contributi dedotti e euro di rendimenti già tassati). Decide di richiedere il 50% in forma di capitale e il 50% in forma di rendita: Prestazione in capitale lorda = euro Prestazione in rendita lorda = euro Parte esente (metà di 5.000) = euro Parte esente = 300 euro Parte da tassare = euro parte da tassare = 900 euro Imposte (15% di 7.500) = euro Imposte (15% di 900) = 135 euro Prestazione in capitale netta = euro Prestazione in rendita netta = euro
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La tassazione in sintesi
Tipi di prestazioni Imposizione sostitutiva Prestazioni pensionistiche in capitale e in rendita, anticipazioni per spese sanitarie Riscatti parziali / totali / premorienza 15% nei primi 15 anni e ,3% per ogni anno successivo fino al 9% Anticipazioni per acquisto/ristrutturazione prima casa e “altre esigenze” Altri riscatti (perdita dei requisiti) In base all’aliquota di riferimento con un minimo del 23%
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Il Fondo Pensione ALIFOND
IDENTIFICAZIONE E SCOPI Il Fondo Pensione Alifond è iscritto all’albo tenuto dalla COVIP con il n. 89 ed è stato istituito in forza dell’accordo sottoscritto in data 17 aprile 1998 fra le Associazioni aderenti a Federalimentare e FAT-CISL, FLAI-CGIL e UILA-UIL. Tale accordo, che rappresenta pertanto la Fonte Istitutiva del Fondo, dà attuazione all’articolo 74 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i lavoratori dipendenti delle industrie alimentari, sottoscritto in data 6 Luglio 1995 fra le citate Associazioni imprenditoriali di categoria aderenti a CONFINDUSTRIA, l’INTERSIND e la FAT-CISL, FLAI-CGIL e la UILA-UIL. Il Fondo Pensione Alifond, è finalizzato all’erogazione di trattamenti pensionistici complementari del sistema obbligatorio, ai sensi del d.lgs. 5 dicembre 2005, n. 252.
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Che cos’è ALIFOND Alifond è il Fondo Pensione Complementare a capitalizzazione istituito dalle parti firmatarie del CCNL 6 luglio 1995 per l’industria alimentare e costituito in data 17 aprile 1998, riservato ai lavoratori delle aziende che applicano il suddetto contratto ed ai lavoratori dei settori affini (industria olearia e margariniera, industria dei sottoprodotti della macellazione, industria lattiero-casearia delle centrali del latte pubbliche, industria della panificazione, industria della lavorazione della foglia del tabacco secco allo stato sciolto, contoterzismo in agricoltura). E’ un’associazione senza fini di lucro ed ha come scopo principale garantire ai lavoratori associati la costruzione di una pensione complementare aggiuntiva alla pensione inps. 65
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Che cos’è ALIFOND L’amministrazione del Fondo è affidata ad Organi Paritetici (Assemblea, Consiglio di Amministrazione, Revisori Contabili) eletti dai lavoratori iscritti e dalle imprese associate. Il fondo è sottoposto a diversi livelli di controllo nelle sue attività e alla vigilanza della Covip (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) secondo quanto indicato dalla normativa vigente. I controlli su ALIFOND: Covip (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) Collegio dei Sindaci (controlla l’amministrazione del Fondo e vigila sull’osservanza della legge e dello Statuto) Società di Revisione (controllo contabile) Controllo Interno (controllo gestione e procedure interne) Controllo Finanziario (controllo gestione finanziaria) Alifond al (31 dicembre 2015) N° iscritti : N° Aziende: 1.579 Patrimonio Gestito: € 66
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Il Fondo Pensione ALIFOND
A CHI E’ RIVOLTO Ad Alifond possono aderire i seguenti lavoratori dipendenti: dell'industria alimentare; dell'industria olearia e margariniera; dei sottoprodotti della macellazione; del contoterzismo in agricoltura settore agromeccanico; delle associazioni imprenditoriali di categoria aderenti a Confindustria, sottoscrittrici della Fonte Istitutiva del Fondo; delle organizzazioni sindacali FAI-CISL, FLAI-CGIL, UILA-UIL, sottoscrittrici della Fonte Istitutiva del Fondo.
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Il Fondo Pensione ALIFOND
Requisiti per l’iscrizione al Fondo: Possono aderire tutti i lavoratori che siano stati assunti ed abbiano superato il relativo periodo di prova nelle seguenti tipologie di contratto: contratto a tempo indeterminato; contratto part-time a tempo indeterminato; contratto a tempo determinato la cui durata predeterminata sia di almeno 4 mesi presso la stessa azienda nell'arco dell'anno solare (1° gennaio-31 dicembre); contratto a tempo determinato la cui durata, con successivi rapporti di lavoro presso la stessa azienda nell'arco dell'anno solare (1° gennaio - 31 dicembre), sia pari ad un periodo di almeno sei mesi; contratto di apprendistato.
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Il Fondo Pensione ALIFOND
Come funziona Alifond: Con l’adesione al Fondo viene aperto a nome del lavoratore un conto pensionistico individuale, distinto da quello degli altri aderenti, nel quale sono versati periodicamente il TFR, la contribuzione del lavoratore e quella del datore di lavoro. Il fondo investe le somme versate dagli associati nel mercato finanziario ricorrendo a società specializzate (i gestori). Tali società sono selezionate con gara pubblica, in base alla loro capacità, affidabilità e solidità. Quando l’aderente ha maturato i requisiti per il pensionamento, stabiliti nel regime obbligatorio di appartenenza, con almeno cinque anni di partecipazione alle forme pensionistiche complementari, può richiedere: una rendita vitalizia (pensione) per l’intero ammontare della posizione previdenziale maturata; una parte delle prestazioni in capitale (massimo 50%) ed il resto sotto forma di rendita; la liquidazione in capitale dell’intera posizione maturata (al verificarsi di alcune condizioni).
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Il Fondo Pensione ALIFOND
I Vantaggi dell’Adesione potrai costruirti una pensione aggiuntiva a quella pubblica che ti aiuti a mantenere, da pensionato, il tuo tenore di vita; versando il contributo a tuo carico riceverai anche il versamento del contributo del datore di lavoro; conviene da un punto di vista fiscale. Sono previste, rispetto ad altre forme di investimento e di risparmio, agevolazioni e incentivazioni nella fase di contribuzione, in quella di erogazione delle prestazioni e nei rendimenti; ISEE più basso Bonus 80 € - in caso di versamenti trattenuti in busta paga dal datore di lavoro, si riduce il reddito fisso ai fini ISEE con effetti benefici per l’ottenimento del Bonus di 80 € hai costi più bassi rispetto alle altre forme di risparmio previdenziale (Fondi Aperti e PIP)
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Il Fondo Pensione ALIFOND
I Vantaggi dell’Adesione Inoltre: diventi associato e non semplice cliente del fondo e puoi partecipare alla vita del fondo eleggendo i tuoi rappresentanti. puoi scegliere il Tuo comparto di investimento tra più soluzioni di rischio/rendimento; lo potrai comunque cambiare nel corso della tua permanenza nel Fondo. puoi investire anche in un comparto con garanzia di restituzione del capitale. puoi avvalerti di una gestione finanziaria effettuata da società specializzate e di un elevato grado di controllo sulla gestione stessa. puoi richiedere prestazioni anche prima del pensionamento.
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Il Fondo Pensione ALIFOND
I Vantaggi dell’Adesione
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Il Fondo Pensione ALIFOND
Cosa versi ad Alifond I versamenti sono quelli previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) e comprendono: un contributo a carico dell’azienda; un contributo a tuo carico; il TFR. Si puoi aderire versando anche solo il TFR, in questo caso però se scegli di non versare il contributo a tuo carico dovrai rinunciare al beneficio del contributo datoriale, perdendo così da subito un notevole vantaggio. Il contributo a tuo carico può essere liberamente aumentato oltre la misura minima.
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Il Fondo Pensione ALIFOND
La Contribuzione TFR 100% lavoratori prima occupazione dopo il 28/04/1993 28,94% o 100% lavoratori prima occupazione prima del 28/04/1993 CONTRIBUTO LAVORATORE 1% Minimo contrattuale Può essere aumentato volontariamente fino al max. deducibilità fiscale. CONTRIBUTO AZIENDA 1,20% Minimo contrattuale
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La fiscalità agevolata
TITOLO IL VANTAGGIO IL RISPARMIO Il contributo del lavoratore e del datore di lavoro è deducibile dal reddito del lavoratore per un importo non superiore a: € 5.164,57 In funzione della propria aliquota marginale IRPEF Esempio : contributo del lavoratore al Fondo 1.000 € aliquota marginale 27% risparmio fiscale 270 € Contribuzione Il risparmio fiscale del lavoratore è riconosciuto direttamente in busta paga! Il lavoratore versa al fondo il suo contributo, ad esempio € e per effetto della deduzione fiscale ha una minore trattenuta per imposte pari a € 270,00 (se la sua aliquota marginale è pari al 27%).
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La fiscalità agevolata
TITOLO IL VANTAGGIO IL RISPARMIO Tassazione del 12,5% sui rendimenti ottenuti dall’investimento in titoli di Stato; 20% sugli altri strumenti finanziari. I rendimenti finanziari delle altre forme di investimento sono tassati al 26% Rendimenti I rendimenti maturati sul capitale versato, in virtù della Legge 23 dicembre 2014, n. 190 (cd. Legge di Stabilità 2015) sono tassati con un’aliquota calcolata a seconda della composizione del portafoglio, e più precisamente al 12,50% con riferimento ai titoli di stato e al 20% sugli altri investimenti.
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La fiscalità agevolata
TITOLO IL VANTAGGIO IL RISPARMIO Le prestazioni al pensionamento della previdenza complementare sono tassate secondo un regime di tassazione sostitutiva (per i montanti maturati a decorrere dal 01/01/2007, da un massimo del 15% fino ad un minimo del 9% in funzione degli anni di permanenza nel Fondo) Molto evidente soprattutto con riferimento alla scelta di destinazione del TFR, per il quale si rimanda alla pagina successiva Prestazioni Le prestazioni pensionistiche, per i montanti maturati dal primo gennaio 2007 sono tassati con un aliquota agevolata del 15%, per i primi 15 anni di adesione al fondo, ridotta di un ulteriore 0,30% per ogni anno di partecipazione successivo al quindicesimo anno, fino ad un minimo del 9%, (invece dell’ordinaria tassazione IRPEF con scaglioni a partire dal 23%).
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TFR, Busta paga o Alifond
La Legge di Stabilità 2015 ha introdotto importanti novità in materia di previdenza complementare, tra cui la possibilità, per i dipendenti privati con un rapporto di lavoro da almeno 6 mesi, di richiedere (e ottenere) la liquidazione mensile del Tfr direttamente in busta paga. Tale opzione è esercitabile dopo l’entrata in vigore del decreto, 3 aprile 2015 ed è irrevocabile fino al 30 giugno 2018. Il lavoratore è quindi ora chiamato a scegliere tra le seguenti possibilità : Tfr in busta paga, in azienda o nel Fondo Pensione. La didascalia che segue dovrebbe aiutare nella scelta!! 78
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Quanto costa Alifond
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Il confronto tra un iscritto e un non iscritto ad Alifond
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Il confronto tra un iscritto e un non iscritto ad Alifond
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COME E’ ORGANIZZATO ALIFOND
Banca Depositaria Gestori Finanziari Service Amministrativo ALIFOND Controllo Interno CdA e Collegio Controllo Contabile Assemblea dei Delegati Controllo Gestione Finanziaria
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COME E’ ORGANIZZATO ALIFOND
ORGANI DEL FONDO Consiglio di Amministrazione Sandro Mantegazza Presidente Luca Scapolo VicePresidente Fabio Barigazzi Consigliere Gabriele Cardia Consigliere Riccardo D’Ottavi Consigliere Angelo Coriddi Consigliere Kappler Francesco Consigliere Pietro Mastrapasqua Consigliere Massimo Pagano Consigliere Giorgio Sandulli Consigliere Giovanni Mattoccia Consigliere Enrico Tonghini Consigliere REVISORI CONTABILI Maurilio Fratino Presidente Federico De Benetti Revisore David De Paolis Revisore Luca Provaroni Revisore Direttore Sandro Petrini REVISIONE CONTABILE DEL BILANCIO E CONTROLLO CONTABILE: Reconta Ernst & Young S.p.A. - Roma GESTORE AMMINISTRATIVO E CONTABILE: Previnet S.p.A. – Preganziol (TV) BANCA DEPOSITARIA: Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane - Milano CONTROLLO INTERNO: Bruni, Marino & C. SrL - Milano ADVISOR FINANZIARIO: Prometeia Advisor Sim S.p.A. - Bologna
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Possibilità di investimento
Ogni aderente può scegliere il comparto di investimento tra due soluzioni: Linea Garantita Linea Bilanciata Linea Dinamica La scelta del comparto è totalmente personale e può essere modificata più volte nel corso del periodo di adesione. L’aderente può cambiare comparto ma deve permanere almeno un anno nella medesima linea di investimento. Il CdA decide la politica di investimento di lungo periodo e affida a gestori specializzati la gestione delle risorse 85
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La gestione finanziaria
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La gestione finanziaria
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La gestione finanziaria
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Quali prestazioni posso richiedere prima del pensionamento
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Quali prestazioni posso richiedere prima del pensionamento
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Quali prestazioni posso richiedere prima del pensionamento
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Informativa agli iscritti
La comunicazione periodica e altre comunicazioni agli iscritti Entro il 31 marzo di ciascun anno ogni iscritto riceve una comunicazione contenente un aggiornamento sul Fondo Pensione Alifond e sulla posizione personale. Il Fondo Pensione Alifond mette inoltre a disposizione, nell’apposita sezione del sito web, le informazioni relative ai versamenti effettuati e alla posizione individuale tempo per tempo maturata. Tali informazioni sono ovviamente riservate e accessibili esclusivamente da te mediante password personale, che verrà comunicata dal fondo successivamente all’adesione. Il Progetto esemplificativo Il ‘Progetto esemplificativo’ è uno strumento che fornisce indicazioni sulla possibile evoluzione della posizione individuale nel tempo e sull’importo delle prestazioni che si possono ottenere al momento del pensionamento. Si tratta di una mera proiezione, basata su ipotesi e dati stimati. Il Progetto è però utile per avere un’idea immediata del piano pensionistico che si sta costruendo e di come gli importi delle prestazioni possono variare al variare, ad esempio, della contribuzione, delle scelte di investimento, dei costi e così via. Per effettuare una simulazione si deve semplicemente accedere al sito web (sezione ‘Progetto esemplificativo’) e seguire le apposite istruzioni. 92 92
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Rendimento netto della quota %
Andamento quote comparto Bilanciato Anno Rendimento netto della quota % Rendimento netto del TFR in Azienda Differenza % 2004 4,02 2,49 +1,53 2005 10,31 2,63 + 7,68 2006 4,37 2,45 + 1,92 2007 2,64 3,10 -0,46 2008 -11,36 2,70 -14,06 2009 10,18 1,99 +8,19 2010 2,73 2,61 +0,12 2011 -2,21 3,45 -5,66 2012 8,38 2,94 +5,44 2013 4,84 1,71 + 3,13 2014 9,35 1,50 +7,85 2015 3,05 +1,55 93 93
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Rendimento netto del valore della quota
Andamento quote comparto Garantito Anno Rendimento netto del valore della quota % Rendimento netto TFR in Azienda % Differenza % 2008 5,09 2,70 +2,39 2009 4,15 1,99 +2,16 2010 0,46 2,61 -2,15 2011 1,93 3,45 -1,52 2012 2,64 2,94 -0,30 2013 0,88 1,71 -0,83 2014 1,55 1,50 +0,05 2015 0,55 -0,95 94 94
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Rendimento netto del valore della quota %
Andamento quote comparto Dinamico Anno Rendimento netto del valore della quota % Rendimento netto Del TFR in Azienda % Differenza % 2010 4,41 2,61 +1,80 2011 -2,36 3,45 -5,81 2012 14,18 2,94 +11,24 2013 8,45 1,71 6,74 2014 11,09 1,50 9,59 2015 5,51 4,01 95 95
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Cosa accade ogni euro di montante accumulato trasformato in rendita annua, al lordo delle tasse?
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Esempio: Calcolo della pensione complementare.
Dati: Un lavoratore nato nel 1960 prima iscrizione ad un fondo pensione nel 2004 con 15 anni di versamenti con un reddito iniziale di € un rendimento medio al pari al 2% . Tasso di inflazione atteso del 2%. Descrizione 66 67 68 69 70 Valore reale Posizione individuale maturata alla fine della fase di accumulo € ,73 € ,08 € ,91 € ,33 € ,50 Prima rata annua di rendita attesa € 3.308,46 € 3.697,84 € 4.130,63 € 4.612,63 € 5.150,52 Tasso di copertura pensionistica complementare 10,23% 11,21% 12,28% 13,44% 14,71% Per valore reale si intende il valore riportato al potere di acquisto odierno considerando un tasso di inflazione del 2% annuo 97 97
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Esempio: Calcolo della pensione complementare.
Tasso di copertura pensionistica obbligatoria di vecchiaia IN FUNZIONE DEGLI ANNI CONTRIBUTIVI (60% a fronte di 30 anni di contributi - 70% a fronte di 40 anni di contributi) Descrizione 66 67 68 69 70 Valore reale Capitale massimo richiedibile a scadenza € ,73 € ,08 € ,96 € ,66 € ,25 In caso di richiesta del capitale massimo, prima rata annua di rendita attesa € 3.308,46 € 3.697,84 € 2.065,31 € 2.306,31 € 2.575,26 Per valore reale si intende il valore riportato al potere di acquisto odierno considerando un tasso di inflazione del 2% annuo 98 98
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Esempio: Calcolo della pensione complementare.
Descrizione 66 67 68 69 70 Valore reale Rendita certa per i primi 5 anni e successivamente vitalizia € 3.286,51 € 3.669,03 € 4.092,67 € 4.562,40 € 5.083,83 Rendita certa per i primi 10 anni e successivamente vitalizia € 3.210,89 € 3.569,88 € 3.962,41 € 4.391,08 € 4.858,38 Rendita per pensione di reversibilità € 2.111,96 € 2.328,16 € 2.563,21 € 2.819,08 € 3.097,96 La rendita certa 5 anni assicura la corresponsione delle prime 5 annualità di rendita anche in caso di decesso del pensionato in tale periodo, la rendita certa 10 anni la garantisce per 10 anni. Viene assicurata al coniuge supersite una rendita pari all'80% rispetto a quella spettante al pensionato. A fini esemplificativi è stata considerata un'età di 5 anni superiore del coniuge maschile rispetto al coniuge di sesso femminile. 99 99
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Esempio: Calcolo della tassazione del TFR dopo 35 anni a parità di rivalutazione nel tempo.
Dati: 35 anni di versamenti di un lavoratore con un reddito iniziale di € un rendimento al Fondo pensione del 3% ed un pari tasso di rivalutazione del TFR tenuto in azienda. Tasso di inflazione atteso del 2%. TFR al Fondo Pensione TFR in Azienda Diff. TFR accantonato Rivalutazione/rendimento nel tempo Totale TFR lordo Tassazione netta ,5% TFR netto 100 100
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Confronto tra un iscritto e un non iscritto ad un Fondo Pensione
In questo esempio, confrontiamo due posizioni, quella di un lavoratore iscritto al Fondo Pensione, dal 1 gennaio del 2004 che ha lasciato il lavoro il giorno 30 settembre del 2009 e il caso di un lavoratore dello stesso settore che nello stesso periodo ha scelto di mantenere il TFR in azienda. In ambedue i casi la retribuzione lorda era di circa € L’aderente al Fondo aveva deciso di versare l’intero TFR e di contribuire al Fondo con un’aliquota del 2%. Alla data di uscita dal lavoro il Fondo gli ha riconosciuto una quota di liquidazione della sua posizione maturata nel periodo di permanenza nel Fondo (5 anni e 8 mesi) pari a € Nell’esempio successivo sono riepilogati i dati delle due posizioni. 101
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Esempio Menù Fondi Socio Non associato Contributo Aderente 2% 2.717 -
Analogo importo lasciato in busta paga IRPEF 27% (corrisponde all’aliquota marginale applicata allo scaglione di reddito che va da a Euro) TFR TOTALE LAVORATORE Contributo Azienda 1,20% Rendimento Fondo al 30/09/2009 (TFR + contributo del lavoratore + contributo aziendale) Rendimento del TFR in azienda quote associative periodo 2004/ Totale contributo aziendale + rendimento - spese VALORE POSIZIONE IMPOSTE SU POSIZIONE (contributi lavoratore e aziendale + TFR) al momento della liquidazione, avvenuta dopo 5 anni e 8 mesi di partecipazione al Fondo IMPOSTA SULLA LIQUIDAZIONE DEL TFR per un rapporto di lavoro durato 5 anni e 8 mesi (aliquota tassazione TFR pari al 23%) quanto incassa il lavoratore VANTAGGIO DELL’ISCRIZIONE AD FONDO incremento del capitale incassato in termini percentuali rispetto al non associato , 6 % Menù Fondi 102
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Il Fondo Pensione AGRIFONDO
Agrifondo è il Fondo Pensione Complementare a capitalizzazione istituito dalle parti firmatarie del CCNL per gli operai agricoli e florovivaisti e per i quadri e gli impiegati agricoli e i settori affini. Il fondo è riservato ai lavoratori che applicano il suddetto contratto ed ai lavoratori dei settori affini (Consorzi di bonifica, pesca marittima, Associazioni allevatori, ecct.) Lo scopo di Agrifondo è quello di erogare ai lavoratori associati trattamenti pensionistici complementari alla previdenza pubblica obbligatoria. 103 103
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Il Fondo Pensione AGRIFONDO
Requisiti per l’iscrizione al Fondo: Lavoratori che abbiano superato periodo di prova assunti in: Contratto full-time e part-time a tempo indeterminato Contratto di formazione lavoro Contratto di apprendistato Contratto a tempo determinato (secondo quanto previsto CCNL di riferimento) 104 104
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Il Fondo Pensione AGRIFONDO
Contribuzione al fondo: Lavoratori ai quali si applica il CCNL per gli operai agricoli e florovivaisti Quota TFR Quota Lavoratore Quota Azienda Lavoratori OTI già occupati al 28,94% 1,00% Lavoratori OTI occupati dopo 100% Lavoratori OTD Lavoratori ai quali si applica il CCNL per i quadri e gli impiegati agricoli Associazioni Allevatori Quota TFR Quota Lavoratore Quota Azienda Lavoratori già occupati al 0% 1,20% Lavoratori occupati dopo Lavoratori ai quali si applica il CCNL dei Consorzi di Bonifica Quota TFR Quota Lavoratore Quota Azienda Lavoratori già occupati al 0% 1,00% Lavoratori occupati dopo 105 105
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Organi del Fondo AGRIFONDO
ASSEMBLEA (60 componenti 30 in rappresentanza dei datori di lavoro 30 in rappresentanza dei lavoratori) CDA (16 componenti 8 in rappresentanza dei datori di lavoro 8 in rappresentanza dei lavoratori) REVISORI CONTABILI (4 componenti 2 in rappresentanza dei datori di lavoro 2 in rappresentanza dei lavoratori) 106 106
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Chi controlla il Fondo Pensione?
Covip Autorità che vigila, autorizza e controlla tutti i Fondi Pensione La Covip emana anche la regolamentazione del settore sulla base di Leggi e Decreti Funzione di Controllo Interno Controlla che le procedure del fondo vengano rispettate Banca Depositaria ( Istituto delle banche popolari ) Custodisce le risorse dei lavoratori e controlla che i gestori finanziari seguano le indicazioni del Consiglio di Amministrazione e i vincoli di legge Service Amministrativo ( Fondazione Enpaia ) riceve tutte le informazioni inerenti gli associati come: i versamenti, gestione delle posizioni individuali, contabilità, ecc. Collegio dei Revisori Contabili Vigila sull’amministrazione del Fondo e sull’osservanza delle norme Tale sistema di garanzie e controlli è previsto solo nei Fondi Pensione Contrattuali 107 107
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Possibilità di investimento
Ogni aderente può scegliere il comparto di investimento: Linea Garantita Linea Bilanciata La scelta del comparto è totalmente personale e può essere modificata più volte nel corso del periodo di adesione. L’aderente può cambiare comparto ma deve permanere almeno un anno nella medesima linea di investimento. 108 108
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La Gestione Finanziaria – Linee di investimento
Il CdA decide la politica di investimento di lungo periodo e affida a gestori specializzati la gestione delle risorse Gestori finanziari prescelti per il comparto garantito: Assicurazioni Generali SPA Gestori finanziari prescelti per il comparto bilanciato: Unipol Assicurazioni SPA 109 109
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La Gestione Finanziaria – Linea Garantita
Comparto Garantito (90% obbligazionario 10% azioni) Il comparto Garantito è la linea di investimento più prudenziale con garanzia di restituzione del capitale e con rendimenti comparabili al tasso di rivalutazione del TFR. Finalità della gestione: Risponde alle esigenze di un soggetto con bassa propensione al rischio I flussi di TFR conferiti tacitamente saranno destinati obbligatoriamente a questo comparto. Orizzonte temporale: breve periodo fino 2/3 anni Grado di rischio: basso Politica di investimento: è orientata prevalentemente verso titoli di di stato e obbligazioni area Euro a breve termine Rendimenti: pari o superiori al TFR 110 110
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Costi del Fondo Pensione AGRIFONDO
La tesi che si propone in questa presentazione è la seguente: i costi della previdenza complementare per un’azienda sono di ordine davvero poco rilevante, soprattutto in considerazione delle nuove misure compensative introdotte dalla Riforma, mentre i benefici, soprattutto nella gestione delle risorse umane, possono essere davvero rilevanti. Quindi per l’azienda la previdenza complementare costituisce un’importante benefit dei propri dipendenti, che tuttavia presenta dei costi estremamente contenuti, se non addirittura in alcuni casi nulli. Tale analisi ha senso nelle imprese con meno di 50 dipendenti, dal momento che per le altre imprese la devoluzione del Tfr al “Fondo per l'erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile”, gestito dall’Inps per conto dello Stato, rende indifferente l’azienda rispetto alla possibile destinazione del Tfr da parte dei lavoratori. 111
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I costi del Fondo Pensione Agrifondo
Spese all’atto dell’adesione: non previste Spese nella fase di accumulo – direttamente a carico dell’aderente 20 € annui prelevate dal contributo mensile in ragione di 1,67 € ogni mese. Spese nella fase di accumulo – indirettamente a carico dell’aderente Spese per la gestione del patrimonio, calcolate sul totale delle spese che gravano annualmente sul fondo e già ricomprese mensilmente nel valore della quota. Comparto Garantito Sul patrimonio in gestione viene applicata: Commissione su base annua: 0,16% di cui 0,02% per il servizio di banca depositaria 112 112
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I costi del Fondo Pensione Agrifondo
Spese da sostenere per l’esercizio di prerogative Individuali (prelevate dalla posizione in individuale al momento dell’ operazione) Anticipazione Non previste Trasferimento Non previste Riscatto Non previste Riallocazione della posizione individuale Non previste Riallocazione del flusso contributivo Non previste 113 113
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L’ indicatore sintetico dei costi
L’indicatore sintetico dei costi è una stima calcolata facendo riferimento a un aderente – tipo che effettua un versamento contributivo annuo di euro e ipotizzando un tasso di rendimento annuo del 4%. Nel calcolo sono presi in considerazione tutti i costi praticati dal Fondo Pensione Agrifondo; gran parte dei costi considerati, poiché determinabili solo a consuntivo, sono basati su dati stimati. Dal calcolo sono escluse le commissioni di negoziazione, le commissioni di incentivo e le spese e gli oneri aventi carattere di eccezionalità o comunque collegati a eventi o situazioni non prevedibili a priori. L’indicatore sintetico dei costi consente di avere, in modo semplice e immediato, un’idea del ‘peso’ che i costi praticati dal Fondo Pensione Agrifondo hanno ogni anno sulla posizione individuale. Ad esempio un valore dell’indicatore dello 0,5% comporta su un periodo di partecipazione di 35 anni una riduzione della tua prestazione finale di circa il 10%, mentre per un indicatore dell’1% la corrispondente riduzione è di circa il 20%. 114 114
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Confronto ISC Fondi Chiusi – Aperti – Pip
Forme pensionistiche complementari. Indicatore sintetico dei costi (ISC) 2 anni 5 anni 10 anni 35 anni Fondi pensione negoziali (media) 1,0 0,6 0,4 0,3 Fondi pensione aperti (media) 2,0 1,3 1,2 1,1 PIP (media) 3,5 2,3 1,9 1,5 Fonte Covip – Relazione Annuale 2008 Fondo Pensione Agrifondo. Indicatore sintetico dei costi 2 anni 5 anni 10 anni 35 anni Agrifondo– Comparto Garantito 0,64% 0,39% 0,28% 0,19% 115 115
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Informativa agli iscritti
La comunicazione periodica e altre comunicazioni agli iscritti Entro il 31 marzo di ciascun anno ogni iscritto riceve una comunicazione contenente un aggiornamento sul Fondo Pensione Agrifondo e sulla posizione personale. Il Fondo Pensione Agrifondo mette inoltre a disposizione, nell’apposita sezione del sito web, le informazioni relative ai versamenti effettuati e alla posizione individuale tempo per tempo maturata. Tali informazioni sono ovviamente riservate e accessibili esclusivamente da te mediante password personale, che verrà comunicata dal fondo successivamente all’adesione. Il Progetto esemplificativo Il ‘Progetto esemplificativo’ è uno strumento che fornisce indicazioni sulla possibile evoluzione della posizione individuale nel tempo e sull’importo delle prestazioni che si possono ottenere al momento del pensionamento. Si tratta di una mera proiezione, basata su ipotesi e dati stimati. Il Progetto è però utile per avere un’idea immediata del piano pensionistico che si sta costruendo e di come gli importi delle prestazioni possono variare al variare, ad esempio, della contribuzione, delle scelte di investimento, dei costi e così via. Per effettuare una simulazione si deve semplicemente accedere al sito web (sezione ‘Progetto esemplificativo’) e seguire le apposite istruzioni. 116 116 116 116
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Dati Fondo Pensione Agrifondo
Andamento quote comparto Garantito 31/07/2007 = 10,00 31/12/2007 = 10, ,21 % 31/12/2008 = 10, ,45 % 31/12/2009 = 11, ,28 % 31/12/2010 = 11, ,94 % 31/12/2011 = 11, ,18 % 31/12/2012 = 11, ,25 % 31/12/2013 = 11, ,98 % 31/12/2014 = 12, ,46 % 31/12/2015 = 12, ,01 % 117 117
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Dati Fondo Pensione Agrifondo
Andamento quote comparto Bilanciato 31/12/2012 = 11, ,44 % 31/12/2013 = 11, ,91 % 31/12/2014 = 12, ,95 % 31/12/2015 = 12, ,07 % 118 118
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Esempio: Calcolo della tassazione del TFR dopo 35 anni a parità di rivalutazione nel tempo.
Dati: 35 anni di versamenti di un lavoratore con un reddito iniziale di € un rendimento al Fondo pensione del 3% ed un pari tasso di rivalutazione del TFR tenuto in azienda. Tasso di inflazione atteso del 2%. TFR al Fondo Pensione TFR in Azienda Diff. TFR accantonato Rivalutazione/rendimento nel tempo Totale TFR lordo Tassazione netta ,5% TFR netto 119 119
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Confronto tra un iscritto e un non iscritto ad un Fondo Pensione
In questo esempio, confrontiamo due posizioni, quella di un lavoratore di un iscritto al Fondo Pensione, dal 1 gennaio del 2004 che ha lasciato il lavoro il giorno 30 settembre del 2009 e il caso di un lavoratore dello stesso settore che nello stesso periodo ha scelto di mantenere il TFR in azienda. In ambedue i casi la retribuzione lorda era di circa € L’aderente al Fondo aveva deciso di versare l’intero TFR e di contribuire al Fondo con un’aliquota del 2%. Alla data di uscita dal lavoro il Fondo gli ha riconosciuto una quota di liquidazione della sua posizione maturata nel periodo di permanenza nel Fondo (5 anni e 8 mesi) pari a € Nell’esempio successivo sono riepilogati i dati delle due posizioni. 120
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Esempio Menù Fondi Socio Non associato Contributo Aderente 2% 2.717 -
Analogo importo lasciato in busta paga IRPEF 27% (corrisponde all’aliquota marginale applicata allo scaglione di reddito che va da a Euro) TFR TOTALE LAVORATORE Contributo Azienda 1,20% Rendimento Fondo al 30/09/2009 (TFR + contributo del lavoratore + contributo aziendale) Rendimento del TFR in azienda quote associative periodo 2004/ Totale contributo aziendale + rendimento - spese VALORE POSIZIONE IMPOSTE SU POSIZIONE (contributi lavoratore e aziendale + TFR) al momento della liquidazione, avvenuta dopo 5 anni e 8 mesi di partecipazione al Fondo IMPOSTA SULLA LIQUIDAZIONE DEL TFR per un rapporto di lavoro durato 5 anni e 8 mesi (aliquota tassazione TFR pari al 23%) quanto incassa il lavoratore VANTAGGIO DELL’ISCRIZIONE AD FONDO incremento del capitale incassato in termini percentuali rispetto al non associato , 6 % Menù Fondi 121
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dopo la legge di bilancio 2017
Le novità dopo la legge di bilancio 2017
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Premi di produttività sostituibili da contributi al fondo pensione
Un'importante novità contenuta nella legge di bilancio per il 2017 è costituita dalla possibilità di sostituire le erogazioni dei premi di produttività con contributi ai fondi pensione e contributi alle casse di assistenza sanitaria, senza che tali benefit concorrano alla formazione del reddito di lavoro dipendente, anche in caso di superamento delle soglie di esenzione previste dalle disposizioni di riferimento. L'agevolazione è conseguibile nei limiti per i quali è ammessa la tassazione al 10%; il presupposto è un reddito nell'anno precedente non superiore a 80 mila euro; l'imposta sostitutiva si applica a un premio di 3mila euro, 4mila in caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell'organizzazione del lavoro.
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in base all'articolo 8 del Dlgs 252/2005 i contributi versati dal datore o dal dipendente ai fondi pensione sono deducibili dal reddito (salvo eccezioni) fino ad un massimo annuo di 5.164,57 euro; la disposizione della legge di bilancio, dal 2017, consente al lavoratore di scambiare il premio di produttività detassato al 10% con contributi alla previdenza complementare in esenzione da Irpef anche qualora l'importo complessivo di tali versamenti (sia da parte del datore di lavoro, sia del dipendente) dovesse superare la soglia dei euro. A tale importante agevolazione se ne aggiunge un'altra, consistente nel non far concorrere tali contributi "sostituiti" a formare la parte imponibile delle prestazioni pensionistiche che saranno erogate.
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Si tratta pertanto di un doppio vantaggio per il dipendente perché, da un lato, i premi convertiti in contributi ai fondi pensione, anche eccedenti gli ordinari limiti di deducibilità, non saranno tassati e perché al momento della prestazione (in deroga al principio generale che informa il sistema di tassazione della previdenza integrativa, il quale rinvia l'imposizione fiscale al momento dell'erogazione della pensione) la parte della stessa riferibile a tali versamenti non sarà soggetta ad imposte. Per consentire ai fondi pensione di tassare le prestazioni nel rispetto delle disposizioni, dovranno essere comunicati i contributi oggetto di sostituzione con le erogazioni premiali.
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La RITA anticipa il ritiro senza prestito
Per l'accesso al pensionamento anticipato, la Rita ( rendita integrativa temporanea anticipata erogata dai fondi pensione aziendali o contrattuali) appare la soluzione forse più vantaggiosa per un lavoratore. Infatti, con il pensionamento anticipato tramite Rita non c'è necessità di richiedere il prestito come avviene con l'Ape (l'anticipo finanziario a garanzia pensionistica), di attivare la copertura in caso di premorienza. Infine, non c'è riduzione della prestazione finale maturata nell'ambito dell'Inps. Le nuove disposizioni stabiliscono infatti che in forma sperimentale, così come previsto per l'Ape, dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018, i lavoratori possano ricevere dal fondo pensione di appartenenza, esclusi quelli del tipo a prestazione definita, l'erogazione di una rendita temporanea decorrente dal momento dell'accettazione della richiesta fino al raggiungimento dei requisiti per l'accesso alle prestazioni dell'Inps.
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La prestazione risulterà pari all'erogazione frazionata del montante accumulato richiesto che potrà essere riscosso dal lavoratore in tutto o in parte a seconda delle decisioni prese. La tassazione della Rita seguirà nella sostanza la normale imposizione fiscale, peraltro vantaggiosa, stabilita per tutte le prestazioni erogate dai fondi pensione al pensionamento e correlata alla lunghezza del periodo di iscrizione, con un massimo del15% sino ais anni di adesione, successivamente ridotta di uno 0,3% all'anno, fino a un minimo del 9% dal trentacinquesimo anno di iscrizione in poi. La Rita può essere erogata nei confronti dei lavoratori che abbiano maturato gli stessi requisiti richiesti per l'Ape (e cioè tutti coloro che abbiano almeno 63 anni di età, almeno 20 anni di anzianità contributiva presso l'Inps e che maturino il diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi). Il possesso dei requisiti, in modo simile a quanto stabilito per l'Ape, dovrà risultare certificato direttamente dall'Inps. La prestazione risulterà pari all'erogazione frazionata del montante accumulato richiesto che potrà essere riscosso dal lavoratore in tutto o in parte a seconda delle decisioni prese. La tassazione della Rita seguirà nella sostanza la normale imposizione fiscale, peraltro vantaggiosa, stabilita per tutte le prestazioni erogate dai fondi pensione al pensionamento e correlata alla lunghezza del periodo di iscrizione, con un massimo del 15% sino ai 15 anni di adesione, successivamente ridotta di uno 0,3% all'anno, fino a un minimo del 9% dal trentacinquesimo anno di iscrizione in poi.
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Il calcolo di convenienza
Quanto devono risparmiare i lavoratori per ricevere dal fondo pensione un assegno anticipato adeguato? Ipotizziamo il versamento di un contributo complessivo pari al 10% della retribuzione annua percepita. Un importo che può risultare ragionevole considerando un 7% circa corrispondente all'accantonamento annuo del trattamento di fine rapporto e il restante proveniente dai contributi versati dall'azienda e dal dipendente stesso. Ipotizziamo un lavoratore che possa pensionarsi all'età di 67 anni e 7 mesi così come attualmente stabilito per il trattamento di vecchiaia. Ipotizziamo anche che il lavoratore percepisca nell'ultimo anno di servizio una retribuzione annua lorda di 30mila euro, dopo un incremento retributivo annuo pari all'uno per cento in termini reali.
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Il rapporto contributi/prestazioni
Nelle proiezioni effettuate è stato stimato l'anno in cui il lavoratore avrebbe dovuto iscriversi a un fondo pensione per poter anticipare il pensionamento di uno, due o tre anni ricevendo dalla forma pensionistica complementare una Rita pari alla retribuzione annua netta percepita nell'ultimo anno di servizio. Bastano otto anni di iscrizione al fondo pensione per finanziarsi un anno di anticipo pensionistico. Il lavoratore avrebbe dovuto iscriversi a 58 anni per poter maturare, nell'ambito della forma pensionistica complementare un montante contributivo che, convertito in rendita, determini una Rita pari alla retribuzione annua netta percepita nel corso dell'anno immediatamente precedente il pensionamento. Il medesimo lavoratore avrebbe invece dovuto iscriversi a 49 anni per poter anticipare il pensionamento di due anni. E a 42 anni per poter anticipare il pensionamento di tre. In tutti i casi, i periodi di iscrizione necessari per finanziare le relative prestazioni non risultano essere trascurabili. Anche perché l'obiettivo del fondo pensione non dovrebbe essere esclusivamente quello di anticipare il pensionamento, bensì anche quello di integrare le prestazioni erogate dall'Inps. Solo attraverso un'iscrizione al fondo pensione coincidente con tutta la vita lavorativa sarà possibile finanziare il tutto.
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Quando iscriversi ad un fondo pensione per anticipare il pensionamento
con una Rita pari all'ultima retribuzione netta percepita Ipotesi: pensionamento di vecchiaia: 66 anni e 7 mesi; contribuzione al10% della retribuzione annua lorda percepita (7% di Tfr più ulteriore contributo); tasso annuo di incremento retributivo all‘1% in termini reali; tasso annuo di rendimento del fondo pensione al 2% in termini reati Ultima retribuzione Anni d annua lorda (t) di anticipo con la Rita Età di iscrizione al fondo pensione Anni di contribuzione al fondo pensione Montante maturato alla cessazione servizio (t) Rita annua netta (t) 1 58 8 24.456 21.012 30.000 2 49 16 49.602 21.588 3 42 22 68.761 20.434 60 6 45.582 39.062 75.000 52 13 99.850 43.167 45 19 43.215
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