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Il multiculturalismo: i termini della questione

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Presentazione sul tema: "Il multiculturalismo: i termini della questione"— Transcript della presentazione:

1 Il multiculturalismo: i termini della questione
Quando, nel mondo occidentale, la differenza diventa un problema: fine anni Ottanta. La caduta del muro di Berlino e la chiusura dell’epoca dei blocchi contrapposti come evento simbolico (1989). I confine, materiali e simbolici, si sono aperti e la differenza non può più essere proiettata in un ‘altrove’. La differenza vive con noi.

2 Come sottolinea Melucci, multiculturalismo è un termine prodotto dalle società centrali, e dai loro timori riguardo i processi di mutamento da cui sono investite. Categoria che serve per classificare (e anche per tenere sotto controllo) una serie di fenomeni considerati inquietanti.

3 Quali sono questi fenomeni:
1. la creazione di minoranze interne marginalizzate come eredità dello stato nazione; 2. processi di allargamento dei mercati, di espansione della cittadinanza, di integrazione economica (qui nascono nuove domande di identità e riconoscimento – vedi, su quest’ultimo aspetto, Honneth e Taylor)

4 3. I problemi legati all’emigrazione
3. I problemi legati all’emigrazione. I nuovi fenomeni migratori, dal sud al nord del mondo, dalla periferia verso il centro delle società affluenti. Impatto tra culture subalterne e modelli culturali dominanti. 4. Le lotte delle minoranze indigene contro l’etnia maggioritaria (vedi le popolazioni indigene del Quebec)

5 Il multiculturalismo, nei decenni recenti, si configura dunque come una categoria che organizza il dibattito, un problema sociale e, insieme, un riferimento per le soluzioni al problema (le politiche multiculturali) (Melucci, Multiculturalismo, in Parole chiave, Vedi anche Piccone Stella, Esperienze multiculturali, 2003).

6 Nuova centralità della dimensione etnica nel nostro tempo
Nuova centralità della dimensione etnica nel nostro tempo. Funzione conflittuale della identità etnica. I rischi della relazione tra differenze: impossibilità di unificarle.

7 In generale La globalizzazione e le differenze tra culture: l’ambivalenza (omogeneizzazione versus particolarismo – vedi Kimlicka). Il ruolo delle migrazioni internazionali verso i paesi occidentali e i suoi effetti: resistenza delle particolarità e eterogeneità culturale interna.

8 Le politiche migratorie
Le differenti politiche migratorie (Germania, Francia, UK). Oggi ruolo centrale delle politiche UE (nuove linee guida sull’immigrazione internazionale). La questione della ripartizione dei richiedenti asilo (le cosiddette ‘quote’). Quattro i parametri alla base della ripartizione: PIL, popolazione, livello di disoccupazione, numero di rifugiati già presenti sul territorio.

9 Già nel 2015 UK, Irlanda e Danimarca
avevano rifiutato la politica delle quote. Oggi: i muri - al confine tra Ungheria e Serbia; tra Macedonia e Grecia; tra Bulgaria e Turchia; in Spagna, a Melilla (per impedire l’ingresso dal Marocco); il ‘grande muro’ di Calais in costruzione da parte UK

10 Cittadinanza. Pienezza dei diritti civili e politici in capo a ciascuna persona fisica.
Cittadinanza legata allo ‘ius sanguinis’ (criterio genealogico) e allo ‘ius soli’ (criterio territoriale). Dal modello assimilazionista al riconoscimento delle differenze. Può esistere una forma di cittadinanza collettiva a carattere multiculturale?

11 Il caso canadese Il termine multiculturalismo viene usato per la prima volta nel 1971 in Canada. In Canada e Australia il m. diventa una politica dello stato. Nuovo modo di considerare la relazione tra culture e tra differenze tra culture: riconoscimento della loro pari dignità (ma dietro le differenze continuano a celarsi le diseguaglianze).

12 Che cosa ci insegna il caso canadese
Alle origini del problema: le migrazioni francese e inglese nel Seicento. La sconfitta militare francese nel 1759. Cosa sono le first nations (gruppi aborigeni: Cree, Inuit, Irochesi…) Canada oggi: struttura federale. 31 milioni di abitanti, dei quali autoctoni, 8 milioni di francesi (Québec), poco più di 22 milioni di inglesi. U n quarto circa della popolazione è costituita da immigrati.

13 Anglofoni e francofoni a confronto: una
lunga storia Perché oggi il gruppo francoforno sottolinea il suo rifiuto del multiculturalismo. Richiesta di uno stato autonomo.

14 I principi del multiculturalismo canadese
(legge del 1988) 1. Il m. elemento centrale della cittadinanza in Canada 2. l’appartenenza culturale può essere liberamente scelta 3. il governo deve promuovere il multiculturalismo

15 La minoranza francofona rifiuta di riconoscersi in una cornice multiculturale. Québec come regione tradizionalista, a prevalente credo cattolico. Anche a fronte della laicizzazione odierna viene ribadita la ‘diversità’ dagli anglocanadesi. Lingua del Québec è il francese; il flusso dei migranti è selezionato dal Québec per mantenere la lingua francese come centrale.

16 Il Fronte di Liberazione del Québec e i referendum sulla separazione: nel 1980 il primo, nel 1995 il secondo. Entrambi hanno visto la sconfitta dei separatisti (nel secondo referendum di stretta misura).

17 I limiti del multiculturalismo
Che cos’è la ‘balcanizzazione’ (più etnie in conflitto; nazionalismi a sfondo etnico). Differenze senza integrazione. La ‘politica della differenza’

18 Le questioni sollevate dal dibattito intorno al multiculturalismo:
Le differenze e le diseguaglianze Le identità e il riconoscimento La cittadinanza Il difficile rapporto tra diritti delle donne e multiculturalismo

19 ‘Svolta culturale’ ( a sua volta legata al riconoscimento delle differenze) e prospettiva multiculturalista sono strettamente connesse. I diritti multiculturali e le politiche sociali sono legate a questa centralità (Piccone Stella, Esperienze multiculturali, 2003).

20 Le identità transculturali: che cosa sono, come agiscono oggi.
Ruolo dell’aumento della diversità etnica e culturale in gran parte del mondo; reti transnazionali che collegano i paesi di emigrazione e i paesi di destinazione; crescita degli scambi culturali nel mondo globalizzato (Stephen Castles)

21 Le identità transculturali richiedono nuove forme di cittadinanza
Le identità transculturali richiedono nuove forme di cittadinanza. Il concetto di cittadinanza (diritti e doveri di un individuo rispetto a una Stato, sulla base della sua appartenenza a quello Stato) deve potere essere ripensato.

22 L’universalismo proposto dall’Illuminismo nega l’esistenza della differenza. Impossibile rivendicare diritti legati all’appartenenza culturale, di gruppo. Contro questa visione si chiede che i diritti individuali vengano integrati da diritti collettivi a carattere culturale.

23 Che cos’è la ‘cittadinanza multiculturale’ (o cittadinanza differenziata): contro il paradigma a carattere universalistico e astratto. Riconoscere poteri e diritti non solo ai singoli, ma ad entità collettive come i gruppi culturali. Obiettivo: valorizzare la dimensione sociale, culturale e religiosa.

24 Differenza tra cittadinanza ‘sostanziale’ e cittadinanza ‘formale’.
La cittadinanza sostanziale si basa anche sul riconoscimento dei diritti culturali di un gruppo, e sulla richiesta di rappresentanza a questo livello (Nancy Fraser, Stephen Castles). Trasformare la cittadinanza formale in sostanziale.

25 Si può essere un ‘buon cittadino’ con più appartenenze
Si può essere un ‘buon cittadino’ con più appartenenze? Contro l’idea di cittadinanza multiculturale prende posizione ad esempio l’ideologia nazionalista. La cittadinanza multiculturale deve prendere in considerazione i diritti collettivi dei gruppi culturali (Kymlicka, La cittadinanza multiculturale, 1999). Contro il liberalismo classico, per il quale solo il singolo può essere titolare di diritti.

26 Oltre l’idea di stato-nazione come entità omogenea
Oltre l’idea di stato-nazione come entità omogenea. Integrare l’idea di appartenenza e cittadinanza alla pluralità culturale e alla differenza.

27 I ‘diritti polietnici’ sono legati alle minoranze culturali (ad esempio negli USA) ed esprimono il loro rifiuto del principio dell’assimilazione. Oggi occorre dunque “navigare tra la Scilla dell’ugualitarismo e la Cariddi del differenzialismo” (Wieviorka). Equilibrio difficile. Le circostanze storiche delle nuove ondate migratorie modificano il quadro tradizionale dei problemi della cittadinanza.

28 Il rispetto della dichiarazione dei diritti umani del 1948 (Nazioni Unite) non è sufficiente.
Esempi: Diritto di parola (in quale lingua?) Diritto alla mobilità (quale mobilità se si parla di migranti?) Diritto di voto

29 Che cosa sono le ‘capabilità’ (capabilities: fusione di capacity e ability) proposte dal premio Nobel Amartya Sen, finalizzate al rispetto della dignità umana. Analisi non solo delle opportunità oggettivamente esistenti ma anche delle possibilità soggettive di fronteggiare le situazioni di svantaggio, a seconda delle circostanze di tempo e di luogo.

30 Analisi della disponibilità insieme di risorse oggettive (economiche, sociali, culturali) e soggettive (identità, riconoscimento) per far fronte alle situazioni reali. In sintesi, per Sen, è fondamentale – attraverso l’approccio delle capabilities – trasformare i diritti formali in possibilità concrete libertà di ‘stare bene’ – di ‘fare’ e di ‘essere’ compiutamente. Importanza del ‘well being’ (a ‘flourishing life’).

31 L’approccio comunitarista
Contro l’idea liberale di individuo ‘libero ed autonomo’ (Rawls) centralità dell’’individuo sociale’ (Taylor). Non c’è individuo senza un gruppo che lo esprima, e a cui il primo si relaziona. Centralità dei legami, delle affiliazioni e dell’esperienza. ‘Individualità morale’: conta il gruppo di appartenenza, la sua storia e le sue tradizioni culturali.

32 Se l’universalismo liberale richiede uguale dignità (in termini astratti) le teorie comunitariste (Sandel, Taylor, Mac Intyre) chiedono il riconoscimento della differenza (sul riconoscimento: vedi Honneth). Implicazione reciproca delle teorie liberali e comunitariste (l’ambivalenza).

33 Lo straniero e le forme della conoscenza
Che cosa accade allo straniero che entra in un diverso orizzonte culturale (ad esempio nel paese di destinazione). La rimessa in discussione del senso comune. Il ‘dato per scontato’ dello straniero tende ad essere diversamente costruito rispetto alla popolazione autoctona.

34 Che cosa sono le ‘mappe cognitive’ e come vengono costruite
Che cosa sono le ‘mappe cognitive’ e come vengono costruite. Il loro ruolo nel processo di ‘assimilazione’ culturale quotidiana. Processi di innovazione, pensiero critico e figura dello straniero. La marginalità come potenziale fonte di innovazione. Perché l’ambivalenza intrinseca dello straniero è in questo caso ridotta.

35 Schutz: lo straniero e la vita quotidiana
L’incontro fra lo straniero e un gruppo integrato: che cosa accade, quali dinamiche si costruiscono, quali processi di mutamento si avviano. La difficoltà per lo straniero: comprendere ciò che il gruppo considera ‘naturale’.

36 Le ‘ricette’ della comunità locale (termine di Schutz: ‘istruzioni per l’uso’, indicazioni pratiche su come agire nel quotidiano) per interpretare il mondo sociale e per agire. Ricette come ‘evidenze naturali’ (relazione con il senso comune).

37 Lo straniero non può utilizzarle senza uno specifico apprendistato culturale. Queste ‘ricette’ non sono necessariamente logiche e coerenti. Difficoltà ad apprenderle per chi è esterno al gruppo.

38 Qui conta la tradizione storica e culturale che ha dato vita a quelle ‘ricette’. Lo straniero non può condividerla: può condividere il presente e eventualmente il futuro, non il passato. Straniero come ‘soggetto senza storia’.

39 Simmel, e la forma sociale dello straniero
L’ambivalenza legata allo straniero. E’ contemporaneamente ‘accettato’ (è vicino fisicamente) e emarginato (lontano culturalmente). L’emarginazione dei portatori di culture diverse (vedi Tabboni, Lo straniero e l’altro)

40 Lo straniero è insieme vicino e lonatano, escluso e incluso.
E’ un messaggero di cambiamento e, insieme, di un potenziale conflitto con la comunità che lo accoglie

41 Lo straniero spaventa e attira allo stesso tempo
Lo straniero spaventa e attira allo stesso tempo. Questa figura vive il rapporto di vicinanza ‘dalla prospettiva di un uccello che passa volando’ (Simmel, Lo straniero).

42 Lo straniero come etnologo che cerca di decifrare segni e simboli di una cultura diversa dalla propria. Lontananza e vicinanza dello straniero entrano in gioco contemporaneamente. Lo straniero deve, appunto, costruire una ‘mappa’ del nuovo territorio culturale in cui si trova inserito.

43 Le interpretazioni che via via egli/ella produce sono parziali
Le interpretazioni che via via egli/ella produce sono parziali. Manca ancora la visione di insieme. Tuttavia lo straniero dispone di un’’obiettività’ (Simmel) rispetto alla comunità locale che quest’ultima non possiede.

44 ‘Obiettivita’ come potenziale maggiore libertà dello straniero (dall’abitudine anzitutto; dai pregiudizi), vale a dire mancanza di condizionamenti nei processi di interpretazione della vita quotidiana. Ne deriva, in linea di principio, una maggiore capacità critica. Il nesso con i processi di cambiamento sociale e di innovazione.

45 Park e l’uomo marginale
Marginalità e ‘divisione del sé’. Fragilità e disposizione alla crisi di identità. Le diversità rispetto alla figura dello straniero di Simmel. La modernità dell’’uomo marginale’ di Park

46 Elias: insiders e outsiders
La ricerca di Elias in Inghilterra nel quartiere di Wibnston Parva (anni Sessanta del Novecento). L’interazione fra outsiders e insiders, entrambi bianchi di classe operaia. Interdipendenza e ambivalenza.


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