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Metodologia della ricerca archeologica
Lezione 2 – a.a. 2016/2017 Metodologia della ricerca archeologica Marta Arzarello Dipartimento di Studi Umanistici Sezione di Scienze Preistoriche e Antropologiche
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La scoperta di un sito archeologico
La maggior parte delle scoperte avvengono per caso e non sono frutto di una ricerca programmata. La maggior parte dei siti preistorici/archeologici non vengono scoperti da ricercatori ma da appassionati che svolgono un’importante attività di controllo del territorio. La scoperta avviene, normalmente, quando il territorio viene in qualche maniera modificato: Scavi per fondazioni, strade, ferrovie, oleodotti, gasdotti ecc., per i quali ormai esiste un controllo abbastanza buono (dipende dalla zona). Lavorazioni agricole, spianamenti, prosciugamenti ecc. Erosioni fiumi, mare, cave
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Alcuni esempi….. Isernia La Pineta
«Il 19 agosto 1978 mi recai con la mia famiglia a Isernia dove, come ogni sabato, si teneva il mercato settimanale; approfittando dell’occasione, andai anche a controllare la strada in costruzione già vista durante le feste del Natale precedente. E’ buona regola, quando si analizza una sezione stratigrafica compiuta con mezzi meccanici, osservarla una seconda volta a distanza di alcuni mesi poiché le intemperie, avendo intaccato le superfici terrose, le rendono più nitide e meglio decifrabili (…….) In un primo momento restai sorpreso e perplesso per la loro “freschezza”: la selce appariva chiaramente lavorata dall’uomo, ma strumenti silicei di tipologia tanto antica avrebbero dovuto, come minimo, presentare la caratteristica patina di alterazione chimico-fisica superficiale, tipica degli strumenti antichi, che assumono le selci col trascorrere dei millenni. (……) Ogni dubbio svanì ad una più minuta osservazione del suolo: fra la terra franata trovai infatti alcuni frammenti di ossa appartenenti ad animali di grossa taglia, ossa certamente fossili perché non si attaccavano alle labbra.» Alberto Solinas
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Alcuni esempi….. Pirro Nord
Giusti, 2012
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PRINCIPI DI STRATIGRAFIA
PRINCIPIO DI CONTINUITA’. PRINCIPIO DI SOVRAPPOSIZIONE. PRINCIPIO DI “TAGLIO”. PRINCIPIO DI INCLUSIONE. OBIETTIVI Definizione degli strati Datazione relativa degli starti
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PRINCIPIO DI CONTINUITA’
“Uno strato ha la stessa età lungo tutta la sua estensione” anni B.P.
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PRINCIPIO DI SOVRAPPOSIZIONE
“Uno strato, se non ci sono state inversioni tettoniche, è più recente di quello che ricopre” anni anni anni anni Smith
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PRINCIPIO DI “TAGLIO” “Tutte le unità stratigrafiche che ne tagliano un’altra ne sono posteriori” 5.000 anni anni anni anni anni
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PRINCIPIO DI INCLUSIONE
“Se un frammento di A viene incluso in B, allora B è posteriore ad A” anni C anni B A anni A
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AGENTI AZIONI ESITI erosioni eoliche dune loess suolo torbe EROSIONE
GRAVITA’ rapporti meccanici STATICA DINAMICA VENTO CLIMA TRASPORTO dune loess DEPOSITO suolo ORGANISMI vegetali e animali CHIMISMO CLIMA TRASFORMAZIONE torbe
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AGENTI AZIONI ESITI EROSIONE ghiacciaio gelo superficiale
forme di abrasione ghiacciaio nicchie di distacco erosioni superficiali erosioni di sponda gelo superficiale erosioni di costa GRAVITA’ rapporti meccanici STATICA DINAMICA ACQUA CLIMA TRASPORTO acque superficiali fiume - torrente morene detrito, soliflusso colluvi mare - lago depositi alluvionali depositi costieri DEPOSITO
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Le unita stratigrafiche sono formate da
AZIONI naturali antropiche ASPORTO erosioni di costa erosioni spondali canali erosivi erosioni spondali forme di abrasione nicchie di distacco fossati, fosse di fondazione, fosse di spoliazione, buche di palo, cave, sepolture, focolari, ecc. evidenze negative depositi costieri depositi spondali alluvioni colluvi morene depositi detritici soliflussi smottamenti frane APPORTO strutture: murature, strade, terrazzamenti, focolari, ecc. scarichi strutturati: aggeri, sopraelevazioni, colmate, ecc. scarichi: rifiuti, crolli, ecc. evidenze positive TRASFORMAZIONE formazioni di suolo torbe loess lehm chimismo indotto cottura compressione evidenze neutre
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SCHEMA DELLE TRASFORMAZIONI NATURALI e ANTROPICHE
UOMO NATURA Il risultato sono le STRATIFICAZIONI ARCHEOLOGICHE CONTINUUM interattivo tra UOMO e NATURA
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Schema della graduale perdita di informazioni
La totalità delle azioni compiute totalità delle informazioni Quanto rimane in traccia nel terreno prima dello scavo Degrado naturale e antropico perdita graduale di informazioni Operazione di scavo durante lo scavo Documentazione massima perdita delle informazioni Rielaborazione dei dati dopo lo scavo Ipotesi ricostruttive dilatazione interpretativa
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1 2 3 1 strato naturale (alluvione) 2 strato naturale antropico, cioè costituito da materiale antropico rielaborato da agenti naturali 3 strato antropico, scarico primario di frammenti ceramici
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quadranti di scavo testimoni Assonometria Planimetria
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Tagli artificiali I taglio II taglio III taglio
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Esempio di stratigrafia inversa
1° fase insediativa
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Esempio di stratigrafia inversa
2° - abbandono e distruzione
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Esempio di stratigrafia inversa
3°- seconda fase insediativa
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Esempio di stratigrafia inversa
4°- distruzione e degrado
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Esempio di stratigrafia inversa
5°- colluvio di pendio
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Esempio di stratigrafia inversa
6°- situazione attuale
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Strato con materiale più antico
Strato con materiale più recente Strato sterile
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Secondo esempio di stratigrafia inversa
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Secondo esempio di stratigrafia inversa
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A- assenza di rapporti diretti
Relazioni fisiche essenziali degli strati A- assenza di rapporti diretti : B- sovrapposizione C- uguaglianza: parti di uno stesso strato separate da azione successiva
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Interfaccia di demolizione
1 Terreno superficiale Interfaccia di demolizione 2 3 4 Riempimento trincea di fondazione 5 6 Trincea di fondazione 7 8 9 Sterile
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QUALI MATERIALI SI CONSERVANO?
- LA CONSERVAZIONE E’ POSSIBILE SOLO SE L’AMBIENTE DI SEPPELLIMENTO E’ PROPIZIO FOSSILI: ogni resto o traccia di organismo animale o vegetale conservato negli strati della crosta terrestre, vissuto in epoca anteriore a quella attuale. Sono f. anche le tracce e impronte lasciate in sedimenti non ancora consolidati, nonché i fori dovuti all’azione di animali perforanti (enciclopedia Treccani)
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PRINCIPALI PROCESSI DI FOSSILIZZAZIONE DELLA MATERIA ORGANICA
Mummificazione Carbonificazione Mineralizzazione Crioconservazione
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Disidratazione veloce
MUMMIFICAZIONE Disidratazione veloce La mummificazione naturale può avvenire in ambienti solitamente a clima freddo e secco (inibizione della putrefazione); può essere favorita dall’inumazione (se non c’è contenimento dei liquidi); alcune muffe possono favorire la disidratazione dei composti organici Museo delle mummie Roccapelago, Mummificazione naturale in una cripta (ambiente ventilato) – XVIII secolo
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CARBONIFICAZIONE Perdita progressiva di Ossigeno, Azoto e Idrogeno aumento del carbonio Tipica dei materiali vegetali, favorita da un clima caldo-umido (tropicale)
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MINERALIZZAZIONE Modificazione della composizione chimica (elementi in soluzione che circolano tra le acque): i minerali in soluzione sostituiscono i componenti dell’organismo sepolto. I fenomeni più frequenti sono quelli i impregnazione, calcitizzazione sostituzione e precipitazione S Fe S Sostanza organica CaCo3 Calcite
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RICRISTALLIZZAZIONE CaCo3 Sostanza organica CaCo3
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CRIOCONSERVAZIONE Congelamento Tipico di ambienti molto freddi (permafrost, ghiacciai tundra della Siberia)
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L’eccezionale caso dell’uomo venuto dal ghiaccio «Ötzi»
la mummia del Similaun ® bolzano.net
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Datazione: circa 5300 anni fa (Età del rame) Sesso: Maschio
Statura: 1,60 circa Età: circa 46 anni Arsenico nei capelli: lavorazione del rame Ultimo pasto: pane e zuppa di farro, carne di stambecco e verdure Analisi isotopiche: aveva vissuto a sud dell’arco alpino Patologie: Trauma cranico precedente alla morte, giunture logorate, artrite, assenza dei denti del giudizio e del dodicesimo paio di costole Segni particolari: tatuaggi (più di 50) fatti tramite piccoli tagli strofinati con il carbone Cause della morte: punta di freccia (scoccata da circa 100 m) nella spalla sinistra (dissanguamento) Data di morte: inizio dell’estate ® National Geogrphic
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Deter-Wolf et al., 2016
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® National Geogrphic
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® bolzano.net
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