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PubblicatoFlavio Mariani Modificato 7 anni fa
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Ravenna Ravenna si può definire con certezza un tesoro sconosciuto alla maggioranza degli italiani
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Introduzione Il destino di Ravenna è da sempre scritto nel suo nome. Gli storici infatti, concordano con la tesi che il nome Ravenna contenga la radice rav che significa "scorrere dell'acqua" e proprio all'acqua la città deve le sue fortune. Fu l'acqua a renderla inaccessibile ai nemici, ma fu ancora l'acqua a proiettarla nella storia, prima come porto militare romano e successivamente come porto mercantile che ancora oggi è fra i maggiori dell'Adriatico. A Ravenna Giulio Cesare era solito passare l'inverno e proprio da Ravenna sarebbe partito per la conquista di Roma. Dopo i fasti romani, inizia per Ravenna un periodo di decadenza, ma al tempo stesso si apre uno dei capitoli più importanti di tutta la sua storia. Ravenna verrà scelta come capitale dell'Impero d'occidente da Onorio, al quale succederà Valentiniano III, che regna a Ravenna sotto la tutela della madre Galla Placidia, figlia di Teodosio. Dopo la caduta dell'Impero, nel 476, l'Italia cade sotto il dominio del barbaro Odoacre, il quale sceglie ancora Ravenna come capitale, come del resto faranno anche Teodorico e, dopo la fine della dominazione gota, gli esarchi di Bisanzio.
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Obbiettivi di visita Ravenna è una città storicamente molto importante, infatti è stata capitale ben tre volte : dell'Impero Romano d'Occidente , del Regno degli Ostrogoti e dell' Esarcato bizantino. Ogni volta è stata abbellita da nuovi monumenti che l' arricchiscono tutt'ora. Per questo motivo Ravenna è inserita, dal 1996 , nella lista dei siti italiani patrimonio dell' umanità dell'UNESCO. Visitare questa meravigliosa città ci consentirà di ampliare le nostre conoscenze in ambiti non ancora approfonditi e osservare dal vivo immagini viste sul libro, inoltre riusciremo a riconoscere l' epoca di costruzione dei vari monumenti e le sostanziali differenze. Questa visita estenderà profondamente ogni nostra conoscenza su Ravenna ed valorizzeremo ciò che è scritto sul testo di storia.
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La storia dei mosaici La parola “mosaico” deriva dal greco e significa ~opera paziente, degna delle Muse~. Senza dubbio rappresenta una delle più alte espressioni dell’arte e uno dei più antichi e appariscenti mezzi d’ornamentazione, tramandateci fin dall’epoca romana. L’origine del mosaico si perde nel tempo, sviluppandosi come parte integrante dell’architettura: comunemente si fa risalire alla pavimentazione a ciottoli in uso a Creta, che però non presentava una superficie piana, in quanto venivano usate pietre naturali. L’arte musiva vera e propria consiste nel comporre un disegno a soggetto o con fregi e disegni geometrici, utilizzando piccole “tessere” o tasselli di pietre naturali, terrecotte o paste vitree. Le tessere, tagliate a mano, vengono fissate su uno strato di cemento o mastice. La tecnica antica era decisamente più complicata i quella attuale : Plinio e Vitruvio ce ne lasciarono chiare indicazioni. La sostruzione (lo strato su cui fissare le tessere) era composta da più strati: lo “statume”, un agglomerato di ciottoli, il “rudus”, composto da tre parti di pietre e una di calce, e il “nucleus”, fatto di coccio pesto e calce, e infine uno strato sottile d’intonaco su cui andavano inserite le tessere.
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Il mosaico industriale
Determinante ella contemporaneità è stato il ricercarsi di un rapporto che col tempo si era andato perdendo, quello tra mosaico e architettura. Tra le opere più importanti in cui si evidenzia questa relazione vi è il progetto per la metropolitana di Roma. Qui diversi artisti hanno decorato alcune delle principali stazioni, avvalendosi in fase esecutiva del mosaico industriale. Particolarmente indicato quando, come in questo caso, a superficie da ricoprire è di grandi dimensioni. Le tessere impiegate sono pretagliate con un sistema meccanico che permette di realizzarne di diverso formato e dimensioni; vengono invece tagliate a mano le cosiddette tessere “di snodo” o “di raccordo”, dalla forma più particolare. Molti criticano il rapporto tra mosaico e industria, ritenendo la prassi musiva una produzione unicamente artistico-artigianale. D’altra parte l’industria può favorire la ricerca artistica e artigianale, da un punto di vista economico, a esempio incrementando la sperimentazione e la produzione di nuovi materiali. Il risultato è un territorio di produzione estremamente diversificato –nei prodotti e nelle aree di intervento- ma i cui momenti sono legati dal filo di un’ineludibile tradizione di riferimento.
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Lavorazione di un mosaico
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Il mosaico contemporaneo
Nel Novecento si assiste a una vera rinascita dell’arte musiva. Inizialmente sono artisti ed architetti come Klimt e Gaudì che ne riaffermano l’importanza recuperandolo. Dalla decorazione della sala da pranzo del Palazzo Stoclet di Bruxlelles, in cui i mosaici che decorano vennero realizzati su cartoni di Klimt, alle numerose opere quali la Sagra Familia ed il Parco Guell di Barcellona. Ma sono soprattutto gli artisti italiani Mario Sironi e Gino Severini, nel corso degli anni Trenta a definire in modo chiaro e perentorio la riattualizzazione del mosaico. L’arte del mosaico acquisisce nel orso del Novecento sempre maggiore importanza grazie al suo impiego da parte di un’ampia schiera di artisti.
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Decorazione Palazzo Stoclet
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Mosaico di Mario Sirioni
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Mosaico di Gino Severini
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Cosa visitare Ravenna è una città ricca di chiese d' ogni epoca , proprio per questo la nostra visita sarà basata prevalentemente su di esse e sul rapporto uomo- religione nei secoli d'oro della città. Mausoleo di Galla Placida Tomba di Dante Alighieri Mausoleo di Teodorico Battistero degli Ariani Basilica di San Vitale Battistero Neoniano Basilica di Sant’ Apollinare Nuovo Abbiamo optato per mete non eccessivamente noiose per il divertimento e l’interesse degli studenti.
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Mausoleo di Galla Placida
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Mosaici del mausoleo di Galla Placidia
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Interno del mausoleo di Galla Placidia
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I mosaici di Galla Placidia
Nella cupola è raffigurato un cielo blu in cui si trovano 570 stelle d’oro. Al centro si trova una croce d’oro che rappresenta Dio. Agli angoli si trovano i segni dei quattro evangelisti: un toro, un uomo alato (angelo), un leone e un’ aquila. Le volte a botte sono decorate con dei rosoni che rappresentano feste con fiori e frutta. Le Lunette degli Apostoli ospitano i mosaici che raffigurano gli apostoli messi in coppia; tra questi si nota Pietro con la barba bianca e la sua chiave.
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Spiegazione Secondo la tradizione Galla Placidia, figlia di Teodosio, reggente dell'Impero romano d'Occidente per il figlio Valentiniano III, avrebbe fatto costruire questo mausoleo per sé, il marito Costanzo III e il fratello Onorio. Tale tradizione non è confermata da dati documentari ed è riportata come tradizione orale da Agnello Ravennate nel suo Liber pontificalis ecclesiae ravennatis. Quasi certamente non fu comunque utilizzato come mausoleo di Galla Placidia, poiché le fonti riportano come essa morì e fu sepolta a Roma nel 450 dove ancora oggi sembra riposino le sue spoglie all'interno della cappella di Santa Petronilla sotto la basilica di San Pietro. Secondo un'altra versione invece, probabilmente una leggenda, la salma di Galla, imbalsamata per sua espressa volontà, sarebbe stata riportata a Ravenna e collocata in un sarcofago nel mausoleo dove, per più di un millennio, la si sarebbe potuta osservare attraverso una feritoia finché un giorno, nel 1577, un visitatore disattento, per vedere meglio, avrebbe avvicinato troppo la candela alle vesti dell'imperatrice, mandando tutto a fuoco.
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Tomba di Dante Alighieri
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Spiegazione Il più famoso monumento funebre di Ravenna è certamente la Tomba di Dante, eretta nella città nella quale il Sommo Poeta ha vissuto gli ultimi anni della sua esistenza. La Tomba di Dante è stata realizzata nel Settecento, su commissione del cardinale Legato Luigi Valenti Gonzaga, sulla tomba quattrocentesca. Il monumento ha la forma di un tempietto neoclassico, a pianta quadrata e una piccola cupola funge da copertura. All’interno del tempietto è sita la tomba vera e propria, rivestita in marmi e stucchi preziosi. Un sarcofago di epoca romana reca l’iscrizione commemorativa dettata da Bernardo Canaccio, scolpita direttamente sul sarcofago L’esterno del monumento è collegato con l’attiguo Convento di San Francesco, nel quale si tennero i funerali di Dante, e nel quale il Poeta venne tumulato. Oggi la Tomba di Dante è considerata monumento nazionale, e attorno ad essa è istituita la Zona Dantesca, nella quale è obbligatorio rispettare il silenzio.
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Mausoleo di Teodorico
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L’ interno del mausoleo, ovvero la tomba di Teodorico
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Spiegazione Nel maestoso mausoleo di Teodorico a Ravenna, la fusione di elementi di origine diversa rispecchia l’aspirazione politica a regnare sia sugli Ostrogoti sia sui Romani. A pianta decagonale, il mausoleo di Teodorico riprende la tradizione dei sepolcri imperiali. La scelta del materiale, la pietra d’Istria ricorda il palazzo di Diocleziano a Spalato. Nel piano inferiore si aprono dieci profonde arcate rette da robusti semi pilastri; il piano superiore, raggiungibile da una scala esterna, e forse circondato in origine da una galleria, è sormontato da una cupola ribassata monolitica: il fatto che sia monolitica, cioè ricavata da un unico blocco di pietra, deriva forse dalla tradizione germanica delle tombe a tumulo destinate ai capi. Certamente è di radice “barbarica” il fregio a tenaglia che corre alla base della cupola, praticata da tutte le popolazioni di origine nomade: il fregio a tenaglia ricorderebbe, infatti, i ganci su cui scorrevano le tende.
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Battistero degli Ariani
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Mosaico raffigurante il battesimo di Cristo
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Vasca battesimale
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Spiegazione Teodorico, di culto ariano, decise di far convivere pacificamente i Goti di culto ariano e i latini di culto ortodosso (dove il termine "ortodosso" si riferisce ai seguaci della dottrina canonica riconosciuta dalla Chiesa e dall'Impero romano d'Oriente), mantenendo le due popolazioni separate, il che comportò la distinzione dei rispettivi quartieri e la costruzione dei rispettivi edifici di culto in città. Vicino all'odierna via Diaz, Teodorico fece costruire una basilica per gli ariani, l'attuale chiesa dello Spirito Santo, che fu molto rimaneggiata nelle epoche seguenti, ed un battistero ad essa anticamente collegato, oggi detto "degli Ariani" per distinguerlo dal più antico battistero Neoniano "degli Ortodossi". Si tratta dell'unico battistero conosciuto ad essere stato costruito propriamente per il culto ariano in Italia.
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Basilica di San Vitale
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Interno Basilica di San Vitale
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Spiegazione La basilica di San Vitale è uno dei più famosi ed importanti luoghi di culto cattolici di Ravenna, esemplare capolavoro dell'arte paleocristiana e bizantina. Nell'ottobre del 1960 papa Giovanni XXIII la elevò alla dignità di basilica minore. La basilica è inserita, dal 1996, nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, all'interno del sito seriale "Monumenti paleocristiani di Ravenna". La costruzione fu iniziata dal vescovo Ecclesio intorno al 530, dopo la morte di Teodorico, e completata nel 547 dal successore di Ecclesio, l'arcivescovo Massimiano, quando Ravenna era già stata riconquistata dall'imperatore Giustiniano I. L'edificio, capolavoro dell'architettura ravennate, combina elementi architettonici romani con elementi bizantini.
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Mosaici della basilica di San Vitale
All’ interno di questa splendida basilica sono presenti mosaici di fama mondiale. Essi risalgono al VI secolo, quindi sono d’epoca bizantina. Rendono l’intero complesso luminoso e creano un’armonia di colori davvero maestosa . I maggiormente conosciuti sono: Teofania ( il più antico) Corteo di Giustiniano Corteo di Teodora( moglie di Giustiniano)
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Teofania La Teofania significa manifestazione di Dio. Si tratta d’ un immagine simbolica, astratta e colma di significato religioso. Al centro troviamo Cristo giovane, senza barba e attorniato da due angeli, è seduto su una sfera azzurra, che simboleggia l’universo. A sinistra San Vitale che riceve da Gesù la corona del martirio. Con le mani coperte dal mantello. A destra il vescovo Ecclesio che consegna il modellino della chiesa da lui fondata. I costumi dei personaggi sono particolarmente eleganti, infatti San Vitale indossa una veste bianca , in ricami d’oro . Sullo sfondo ci sono elementi di paesaggio stilizzati: un prato con rose e gigli che hanno una particolare simbologia religiosa . La rosa rappresenta il sangue di Cristo, il giglio raffigura la fede e la verità. Ai piedi di Gesù sono disegnati i simboli dei quattro evangelisti
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La Teofania
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Corteo di Giustiniano Il corteo dell’ imperatore si presenta con tanti personaggi schierati. Però i personaggi al centro sono molto diversi rispetto ai soldati. Essi sono molto somiglianti, ma altri hanno invece tratti e fisionomie molto caratterizzate, sono appunto dei ritratti. Questi personaggi sono stati ritratti da artisti di Costantinopoli , furono inizialmente disegnati su cartoni e poi inviati a Ravenna. L’ imperatore spicca tra tutti , perché ha un abbigliamento ricco e appariscente ed è davanti a tutta la fila, senza essere coperto da nessuno. Regge una patera d’oro da portare in offerta per la messa. SI riconoscono personaggi importanti come il vescovo Massimiano, Giuliano l’Argentario e il generale Belisario, il conquistatore di Ravenna . I disegni tendono alla geometria, proprio per ciò le forme non hanno un rilievo e sembrano sagome ritagliate. Questo mosaico non è collegato da nessuna cerimonia o scena celebrativa.
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Corteo di Giustiniano
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Corteo di Teodora La disposizione delle figure è eguale a quella del corteo precedente . Questa scena rappresenta l’ offerta imperiale alla città di Ravenna, cerimonia però, totalmente simbolica. Questa scena è particolarmente vivace perché i costumi femminili sono più variati nelle fogge e nei colori. L’ imperatrice si distingue perché è più alta , ha vesti e gioielli ricchi e ha l’ aureola. Tra le mani regge un calice d’ oro per la messa. Sull’ orlo del suo abito si scorgono i re magi: è un rinvio alla chiesa di Sant’ Apollinare , dove si trova un mosaico col tema analogo. Vicino a lei ci sono due dame Antonina e Giovannina , la moglie e la figlia di Belisario. Le altre dame in scena sembrano essere molte e proseguire oltre la tenda.
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Corteo di Teodora
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Battistero Neoniano
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Vasca battesimale romana
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Soffitto
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Spiegazione Il Battistero Neoniano, detto anche il Battistero degli Ortodossi, è presente a Ravenna ed è risalente al V secolo. Prende il nome dal vescovo Neone che ne fece proseguire la costruzione dopo il suo predecessore Orso. L'appellativo degli ortodossi va invece inteso secondo il significato dell'epoca, che intendeva i cristiani della "retta" dottrina in contrapposizione all'eresia ariana. Col passaggio della sede vescovile da Classe a Ravenna alla fine del IV secolo, fu iniziata una nuova cattedrale, la Cattedrale Ursiana (dal nome del vescovo Orso Ursus), della quale sopravvivono pochi resti inglobati nell'attuale duomo di Ravenna e nell'attiguo Museo arcivescovile. Il Battistero fu avviato nei primissimi anni del V secolo dallo stesso vescovo Orso e terminato verso il 450 circa. Neone, nel 458 circa, intervenne con importanti opere strutturali, in particolare con la costruzione della cupola in sostituzione del soffitto originariamente piano, cupola che fu decorata con ricchi mosaici ancor oggi visibili. Una vecchia tradizione, priva di fondamento storico, vuole che l'edificio fosse costruito sopra il calidarium delle antiche terme romane.
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Basilica di Sant’ Apollinare Nuovo
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Basilica di San Apollinare dall’ esterno
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Un mosaico interno
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Spiegazione La basilica fu fatta erigere dal re goto Teodorico nel 505 come chiesa di culto ariano con il nome di Domini Nostri Jesu Christi. Fu la chiesa palatina di Teodorico (cioè una chiesa per l'uso della sua corte) In seguito alla conquista della città da parte dell'Impero bizantino l'imperatore Giustiniano passò in proprietà della Chiesa cattolica tutti i beni immobili già posseduti dagli ariani. Tutti gli edifici legati ai goti e all'arianesimo furono integrati al culto cattolico. La basilica ex teodoriciana venne riconsacrata a San Martino di Tours, difensore della fede cattolica e avversario di ogni eresia Sant'Apollinare Nuovo porta i segni tangibili di quest'operazione: la fascia sopra gli archi che dividono le navate era corredata da un ciclo di mosaici con temi legati alla religione ariana. Su iniziativa del vescovo Agnello, il ciclo fu cancellato. Furono risparmiati solo gli ordini più alti, mentre nella fascia più bassa si procedette a una vera e propria ridecorazione, che salvò solo le ultime scene con le vedute del Porto di Classe e del Palatium di Teodorico. La basilica assunse il suo nome attuale solo dopo che vi furono portate le reliquie di sant'Apollinare.
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Ambiti disciplinari coinvolti
Amplieremo le nostre conoscenze di storia, storia dell' arte, tecnologia e religione. In storia in modo particolare la dominazione ostrogota, infatti, la maggior parte delle opere risalgono a quel periodo(V/ VI secolo d.C.), con storia dell' arte analizzeremo i vari mosaici traendone il significato spirituale e conoscendone le tecniche principali, in tecnologia invece amplieremo le conoscenze di costruzione dei monumenti, infine in religione scopriremo gli spetti nascosti delle altre fedi.
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Collaborazione A cura di: Taiè Riccardo Armiraglio Martina Bernocchi Rebecca Dardelli Isabella Martuscelli Emanuele Pensa Francesca Pisani Antonio Rotteri Mattia Sibilla Asia Ginevra Somaini Chiara
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