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Fantasia – Parte III
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Prologo di Fantasia (1940): “Ci sono tre generi di musica in Fantasia:
il genere che racconta una storia precisa, il genere che pur non avendo una trama specifica dipinge una serie di immagini più o meno definite e infine il genere di musica che esiste come fine a se stessa [musica pura o assoluta]”.
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Dichiarazione di Walt Disney durante l’elaborazione dell’Apprendista stregone:
“Il nostro obbiettivo primario è lo sviluppo del carattere dei personaggi. Finché un personaggio non ha temperamento è poco credibile.”
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Kracauer, Siegfried, Film. Ritorno alla realtà fisica
Kracauer, Siegfried, Film. Ritorno alla realtà fisica. Il Saggiatore, Milano, 1962, p.59. « in Fantasia 1940 è la musica che determina la scelta e la configurazione ritmica di elementi visivi che dovrebbero riflettere in un modo o nell’altro gli stati d’animo e i significati della musica stessa. »
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Elenco di musiche che raccontano una storia precisa in Fantasia 1940:
MUSICA UTILIZZATA STORIA NARRATA 1- Paul Dukas, L’apprenti Sorcier. Topolino apprendista stregone 2- Igor Stravinsky, Le sacre du printemps Nascita e formazione della Terra 3- Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 6, Pastorale Narrazione mitologica in 4 parti 4- Modest Mussorgsky, Una notte sul monte Calvo e Franz Schubert, Ave Maria Sabba infernale e processione di monaci
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Elenco di musiche che raccontano una storia precisa in Fantasia 2000:
MUSICA UTILIZZATA STORIA NARRATA 1- George Gershwin, Rhapsody in Blue 4 storie intrecciate 2- Dimitrij Shostakovich, Piano concerto n. 2 Il soldatino di stagno di H.C. Andersen 3 - Paul Dukas, L’apprenti Sorcier. Topolino apprendista stregone (versione 1940) 4- Edward Elgar, Pump and Circumstances n.1 Paperino e l’arca di Noè 5- Igor Stravinsky, L’oiseau de Feu “Storia eterna di vita, morte e rinnovamento”
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Metodi utilizzati per la caratterizzazione dei personaggi:
Utilizzo del Leitmotiv: Associazione dei temi principali delle composizioni a personaggi e situazioni precise e ricorrenti. Tentativo di far coincidere le sequenze musicali preesistenti alle sequenze narrative realizzate. Cogliere attraverso il disegno, i movimenti rivelatori della personalità fondamentale dei personaggi di volta in volta rappresentati.
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In questa presentazione per necessità restringiamo il campo a tre brani esemplari:
Paul Dukas, L’apprenti Sorcier. Modest Mussorgsky, Una notte sul monte Calvo e Franz Schubert, Ave Maria Igor Stravinsky, L’oiseau de Feu
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L’apprendista stregone:
Scherzo sinfonico composto da Paul Dukas nel 1897; esso costituisce una riscrittura in chiave musicale della ballata di Goethe Der Zauberlehring. Questa sezione sta alla base di tutto il progetto Fantasia; essa infatti era stata prodotta separatamente già nel 1937 come Silly Symphony (cortometraggio musicale), con l’intento di rilanciare il personaggio di Topolino. In seguito, a causa del costo elevatissimo, si decise di creare altre sezioni e inserirle tutte in un nuovo lungometraggio, Fantasia per l’appunto.
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Temi caratterizzanti:
Tema dello stregone affidato ai violini: breve cellula tematica discendente (intervallo di 3a minore) che poi si ripete.
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Tema dell'apprendista affidato dapprima al fagotto, poi ai fiati soprattutto ottoni; salto di 5a ascendente, poi ritmo sincopato; anche qui si nota l'importanza dell'intervallo di 3a minore fa-la bemolle.
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Triangolo e Gran Cassa vengono usato in sincrono esplicito per sottolineare l'impatto delle onde sulla roccia.
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Topolino rompe la scopa: Esempio di Acusmetro.
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Sincrono finale: lo stregone colpisce Topolino con la scopa: il frammento finale riprende il tema dell'apprendista, citando solo la breve scala ascendente con approdo in fa maggiore
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Una notte sul monte Calvo – Ave Maria:
Poema sinfonico composto da Modest Mussorgsky nel 1860, riorchestrato in seguito da Rimsky-Korsakov nel 1886; questa è la versione utilizzata in Fantasia. L’Ave Maria di Franz Schubert si presenta nel film in una versione assai diversa dall’originale Lied per canto e pianoforte; il testo fu scritto in lingua inglese appositamente per l’occasione e l’orchestrazione prevede l’aggiunta del coro maschile di monaci. Le immagini seguono il programma musicale originale; durante la notte di Valpurga viene infatti evocato un sabba infernale, diretto dal signore delle tenebre Chernobog (Satana) che genera una danza scatenata di demoni e esseri mostruosi. Il suono delle campane, che preannuncia l’inizio del giorno, spinge i demoni a ritirarsi e un coro di monaci che accompagna l’Ave Maria in processione, segna la vittoria della luce sulle tenebre.
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Il tema di Chernobog, dall’andamento marziale, procede per gradi congiunti; ogni volta che il tema viene ripreso dagli ottoni appare Chernobog, che in questo modo finisce per identificarsi col tema stesso.
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Gli archi nel frattempo ripetono questa frase composta da crome puntate che contribuisce a dare una ritmica ben definita:
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Al risveglio degli spettri e al loro accorrere verso Chernobog è assegnato invece un altro tema caratterizzante del brano, introdotto da Oboi e Clarinetti e ripetuto in seguito da tutta la compagine orchestrale:
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Danza delle tre fiammelle: ad esse viene associato un sinuoso seppur breve inciso affidato ai legni.
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Ai glissandi dei legni evidenziati dagli ampi salti ascendenti dei violini corrispondono dei sincroni espliciti, con il repentino avvicinarsi in primo piano di demoni variopinti di vario genere; Ciò prelude al finale della sequenza caratterizzato da una progressione discendente degli archi che termina con un Tacet presente in partitura, che pone fine alle evocazioni di Chernobug.
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Il suono della campana, realmente presente nella partiture di Mussorgsky e intonata in Re maggiore (Tonalità di approdo della composizione), segna invece un netto cambio di sequenza: Chernobug impaurito è costretto a ritirarsi.
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L'ultima sequenza di Una notte sul monte Calvo è caratterizzata da un tema cantabile affidato al clarinetto e poi ripetuto dal flauto come nella più celebre versione orchestrale di Rimsky - Korsakov. Nell'elaborazione di Stokowski però, il finale viene sottoposto ad un'importante modifica: ovvero l'inserimento di un coro maschile a bocca chiusa che esaurisce il materiale tematico di Mussorgsky e lo collega all'ultima sequenza del film, costruita sull'Ave Maria schubertiana.
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L’Ave Maria si divide invece in 2 parti; nella prima la melodia viene eseguito dai violini, nella seconda invece è cantato da un soprano. In entrambe il coro di monaci, grazie al quale la musica assume qui più che in ogni altro punto del film funzione diegetica, accompagna e sostiene il tema principale. Anche dal punto di vista delle immagini vi è una netta divisione in due parti. Nella prima si vede la processione di monaci, che approdano in un bosco i cui alberi richiamano le colonne di una cattedrale gotica, nella seconda invece l'inquadratura ci mostra uno zoom progressivo che dalla foresta ci avvicina sempre più a un monte, dal quale si vede sorgere la luce del sole, segnale della vittoria della luce sulle tenebre.
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L’uccello di Fuoco: Il balletto fu commissionato al giovane Stravinsky nel 1909 da Sergej Djaghiliev; il soggetto originale è tratto da un’antica fiaba russa e tratta dell’eterno conflitto tra il bene e il male, rappresentati rispettivamente da un uccello fatato e da un malvagio re immortale (Roi Kastchei). La trama quindi si presenta pesantemente rimaneggiata in Fantasia 2000 Il progetto di inserire L’uccello di fuoco in Fantasia risale già al 1938, ma alla fine gli fu preferito un altro balletto stravinskiano: La sagra della primavera La suite tratta dall'omonimo balletto fu adattata nel 1919 e consta di 7 movimenti, di cui però solo 4 sono stati inseriti in Fantasia 2000; vengono esclusi infatti l'Introduzione e i 2 movimenti legati all'uccello di fuoco e la sua danza. I 4 movimenti restanti sono invece inclusi e coincidono esattamente con altrettante sequenze narrative.
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La prima sequenza ha inizio direttamente con Ronde des Princesses, e si apre con un languido e nostalgico tema esposto dall'oboe e poi imitato da violino, clarinetto e fagotto, a cui viene associato il cervo che in questo brano finisce per rappresentare una vera e propria divinità naturale. Il tema gravita attorno alla tonalità di Si maggiore e si sviluppa prevalentemente per gradi congiunti. Ma prima di esso i flauti esordiscono imitati poi dal violino accennando il primo e fondamentale tema della composizione che sarà poi elaborato nel maestoso finale. Il tema è associato alla natura vera e propria.
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Alla nascita della ninfa, generata dal soffio vitale del cervo, è invece accostato un elegante tema eseguito dai violini costruito in seguito ad una modulazione in Do diesis minore:
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La prima sequenza musicale e narrativa si interrompe bruscamente (lo spartito originale è fortemente ridotto), e apre alla tenebrosa rivelazione dell'Uccello di fuoco che in Fantasia a differenza del balletto stravinskiano rappresenta le forze del male. La Danza infernale di Roi Kastchei, si apre con un evidente sincrono esplicito che rivela il risveglio dell'uccello di Fuoco e si configura anche come il tema dello stesso. Terrificante accordo di Do maggiore in fortissimo seguito dal seguente tema di Corni e Tube (1) seguiti dai Tromboni (2): 1) 2)
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La seconda sequenza si conclude così con l'ennesimo sincrono esplicito che sottolinea il colpo mortale inferto dall'uccello alla ninfa.
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La terza sequenza, di breve durata è basata sulla Berceuse e descrive mestamente la desolazione lasciata dall'uccello di fuoco. Il tema è costruito in Si bemolle minore e si sviluppa con salti ascendenti progressivi: 3a minore, 3a maggiore, 4a giusta e 5a.
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Con la rinascita della ninfa si apre la quarta e ultima sequenza musicale del brano; essa è dominata da un unico tema in Si maggiore, derivato da quello iniziale della natura, esposto prima dal corno e poi ripetuto attraverso un imponente crescendo dinamico e orchestrale:
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Al crescendo musicale corrisponde la progressiva rinascita della natura, fino al raggiungimento dell'apoteosi finale caratterizzato da numerosi sincroni espliciti: 1)la pioggia è sottolineata da 4 battute di tremolo dei violini: 2) l'improvvisa crescita degli alberi è sottolineata dai timpani che marcano perentoriamente ogni ripetizione del tema principale da parte degli ottoni. 3) L'ultima apparizione della ninfa è anch'essa sottolineata da timpani, piatti e ottoni e gran cassa:
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Emblematico che nel fotogramma finale sia raffigurato il cervo con alle spalle la montagna completamente verdeggiante; ciò conferma che questo personaggio rappresenta la vera e propria divinità creatrice e rinnovatrice della natura.
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Disney e l’ideologia della speranza
L’accostamento dei finali di Fantasia 1940 e Fantasia 2000, ci permette di mettere in luce un importante aspetto della poetica disneyana, quella che è stata più volte definita Ideologia della speranza. Si può dire che i 2 finali di Fantasia rappresentino un vero e proprio sollievo per il pubblico scioccato dalla maligna musica di Mussorgsky e dalla distruzione operata dalla creatura infuocata. Dopo queste esperienze drammatiche e distruttive ciò che avviene è una lenta rinascita della pace che sembrava perduta e in entrambe le occasioni il rinnovamento è portato dalla natura stessa, nel primo caso con il ciclico succedersi del giorno alla notte nel secondo con il rigenerarsi della natura distrutta. In entrambi i casi questo cambiamento avviene sotto il segno di una divinità benefica, dolcemente evocata dal coro di Monaci nell’Ave Maria ed efficacemente rappresentata dal Cervo nell’Uccello di Fuoco. Emblematico in questo caso è il soffio vitale tramite il quale la Ninfa prende vita, immagine di chiara ascendenza biblica. Nonostante il conflitto tra bene e male sia destinato a continuare, la fiducia di Disney in una definitiva vittoria del bene sembra nettamente prevalere.
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Bibliografia: JOHN CULHANE, Il capolavoro di Walt Disney Fantasia, Milano, The Walt Disney Company Italia S.p.A., 1992. IVANO PRESOTTO, Fantasia di Walt Disney quando la musica si fa immagine, «Papersera», II n. 2. SIEGFRIED KRACAUER, Film. Ritorno alla realtà fisica. Il Saggiatore, Milano, 1962. ENNIO SIMEON, Manuale di storia della musica nel cinema, Milano, Rugginetti, 1995.
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