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Atlante della Sardegna attraverso le sue imprese

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Presentazione sul tema: "Atlante della Sardegna attraverso le sue imprese"— Transcript della presentazione:

1 Atlante della Sardegna attraverso le sue imprese

2 Attraverso il territorio e le sue imprese è possibile ricostruire parte della Public History di un paese La storia dell’industrializzazione inglese ha inizio nella prima metà del Settecento e la sua memoria è conservata nel Iron Bridge di Coalbrookdale nelle Midlands una zona di produzione di materiali ferrosi. Completato nel 1779 e inaugurato poi nel 1781 fu il primo ponte metallico al mondo con un arco lungo 30 metri. Ancora oggi è meta di osservazione e studio.

3 R. A Buchanan, uno dei più importanti storici inglesi dell’industria e della tecnologia (Industrial Archaeology in Britain, Pelican, 1972) For the purpose of this definition «industrial monument» should be interpreted very widely to include all sorts of relics of industrial processes and industrialization: it would take in, for example, the homes, public houses, and churches of industrial workers. «Industrial monuments» may be of any date, although the implication of «monument» is that they are obsolete or on the point of becoming obsolete. A Neolithic flint mine or a Medioeval harbour come within of this terms of reference, although they are normally covered by more conventional archaeology.

4 Emory L. Kemp, Industrial Archeology in Public History an Introduction
L’archeologia industriale è nata in Gran Bretagna e poi si è rapidamente diffusa negli Stati Uniti a partire dall’inizio degli anni Settanta. Si basa sulla osservazione di materiali di varia natura utili alla ricostruzione della storia industriale: materiale pubblicitario, brevetti, sito industriale. Nel caso dell’Italia sono importanti anche le imprese agricole e quindi territorio circostante, tenute agricole.

5 Mappa delle imprese in Sardegna
Il rapporto fra imprese e territorio e la costruzione di una sorta di itinerario può diventare un elemento fondamentale nella costruzione della memoria e della storia dei territori italiani. Un itinerario attraverso vestigia industriali e naturali, più o meno recenti che può diventare un originale percorso museale alla scoperta delle nostre radici produttive.

6 Miniere Terreni ricchi di blenda per l’estrazione dello zinco e di galena per il piombo erano conosciuti e sfruttati fin dall’epoca romana. Tra Guspini e Arbus. Anche nel medioevo furono sfruttati. Il loro utilizzo in epoca contemporanea comincia nel 1848 con la concessione da parte del Re di Sardegna alla Società per la Coltivazione della Miniera di Piombo Argentifero detta di Montevecchio per la coltivazione delle miniere. Allora erano delle semplici fosse. Giovanni Antonio Sanna ( ) 1849 la miniera entrò a pieno ritmo con 150 minatori che asportavano galena da cui estraevano il piombo. Fu costruita la laveria Rio e poi la laveria Sanna collegate a Gallerie per il trasporto del minerale grezzo. 1865 aveva 1100 operai ed era la più grande del Regno d’Italia 1873 costruzione della ferrovia Montevecchio –San Gavino 1877 altre laverie e l’ospedale di Gennas Serapis uno dei più avanzati dell’isola, un villaggio per i minatori e il Palazzo della Direzione. Durante la PGM fu raggiunto il massimo splendore Anni Settanta progressiva dismissione.

7 Sughero Zona Alta Gallura: Angius, Berchidda, Calangianus, Luras, Tempio Pausania. Al primo posto in Italia per l’estrazione e la lavorazione del sughero Turaccioli, solette per le scarpe, prodotti per l’edilizia e l’arredamento, artigianato artistico. Da alcuni anni anche un comparto di produzione di macchine per la lavorazione del sughero. Alla fine dell’800 i leader erano i francesi. Marco Corda ( ) Calangianus comincia nel cortile di casa produceva «turaccioli di qualità fina, sopraffina e superiore» espone a Vienna, Napoli, Firenze e Perugia. Gionmaria Panu (Tempio ) tra 800 e 900 il maggior produttore di quadretti di sughero (semilavorato con cui si producono i turaccioli). Chiamato «il re del sughero». Walter Hoeffler ( ) Baviera. Dopo la PGM si impiega in Germania in una ditta di trasformazione industriale del sughero e mandato in Gallura si sposa a Tempio si sposta a Asti dove i Vargiu di Berchidda avevano aperto uno stabilimento di tappi. I tappi da spumante sono difficili tutti devono fare Pum apre a Sassari Industria Lavorazione Sugheri e Affini di cui è titolare. Macchinari modernissimi ne fanno la prima in Sardegna.

8 Granito Zona: Gallura al primo posto al mondo per la qualità del prodotto e la facilità di estrazione. Oltre al granito di varie qualità anche altri marmi come basati e calcari. Noto fin dall’epoca prenuragica per l’edilizia e per sculture religiose. E’ considerato uno dei primi al mondo tuttavia viene fornito solo semilavorato e non rifinito. Attilio Grondona ( ) 1898 rileva una cava a Cala francese alla Maddalena che aveva avuto alterne vicende. In breve diventa fornitore mondiale di granito. A Cala francese costruisce un intero villeggio con case, scuola, spaccio, per le famiglie degli operai decadenza e chiusura. Salvatore Fiore ( ) Buddusò 1961 Salvatore Fiore escavazione e lavorazione granito. Esporta nel mondo: Germania, Emirati Arabi, America, semilavorati grezzi e anche lavorati come quadri per pavimento e rivestimento utilizzando macchinari all’avanguardia.

9 Saline Fin dal tempo dei Fenici la produzione di sale era tra le più importanti risorse. Come pure al tempo dei romani commercializzato in tutto l’impero. Nel periodo Aragonese e spagnolo il controllo fu affidato a funzionari reali. I Savoia istituirono la Reale Azienda del Sale tutto era controllato dal Funzionario delle saline, il commercio partiva solo da Cagliari. Efficienza delle saline, rifornimento dei magazzini reali, commercializzazione e vendita abolizione del feudalesimo e assegnazione dei forzati al lavoro delle saline. 1922 liberalizzazione produzione e commercio affidati a privati. Zone: Oristanese, Cagliari (dall’epoca romana) al Poetto, Quartu, Carloforte, Porto Torres, Asinara. Luigi Conti Vecchi ( ) 1919 progetto bonifica dello stagno di Santa Gilla e costruzione delle saline inizio lavori. Guido Conti Vecchi ( ) 1929 prima raccolta, in breve le saline diventano le seconde in Italia dopo Margherita di Savoia, le prime per derivati solfato di magnesio, cloruro di magnesio, bromo, gillite. Costruisce un villaggio con chiesa, spaccio e un’azienda agricola per la produzione di ortaggi.

10 Erminio Sella (1865-1948) Edgardo Mosca 1859 – 1943)
Alla metà dell’800 erano già una ricca famiglia di lanieri del Piemonte Erminio, laureato in ingegneria, nipote di Quintino e ultimo di 7 figli, era uno spirito libero girò il mondo in cerca di avventure fino in Alaska dove divenne cercatore d’oro. 1899 arriva ad Alghero per una battuta di caccia invitato dal Marchese Agostino Zoagli. Acquistò subito il podere di Nuraghe Majore, e prese accordi con il cognato Edgardo Mosca per avviare l’innesto di viti europee su piede americano. La zona era paludosa e malarica. In Sardegna, le viti erano quasi completamente distrutte dalla filossera. 1902 nasce la Azienda Agricola Sella &Mosca anche con Vittorio Sella fratello di Erminio. 1901 primi vigneti da vino prima produzione. 1902 acquisto della tenuta di Pianos de Sotzu detta I Piani 2002 cessione alla Davide Campari

11 Francesco Zedda Piras (1835-1904) Antonino Zedda Piras (1881-1970)
Francesco secondogenito diventa ufficiale viene mandato in Toscana. 1867 alla morte del padre e del fratello maggiore eredita la tenuta vinicola del padre vicino Pirri e si dedica ai vini liquorosi «da meditazione» sul modello di Cinzano e Florio. 1868 sposa Doloretta Marcello-Serra e grazie alla cospicua dote della moglie (oggi circa 1 milione di euro)apre la società Zedda Piras & C. Comincia subito a esportare in Olanda, Germania, Russia, Inghilterra, Austria. 1889 istituisce a Cagliari una scuola di enologia e viticoltura. 1904 alla sua morte nonostante la capacità della moglie a guidare tutto non fu autorizzata perché c’erano figli minori. Liquidazione 1910 Antonino una volta laureato e quasi trentenne riuscì a riprendersi tutto creando la A. fu Francesco Zedda Piras, con l’aiuto della madre. 1995 cessione alla Davide Campari.


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