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La struttura del capitale in un mercato perfetto

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Presentazione sul tema: "La struttura del capitale in un mercato perfetto"— Transcript della presentazione:

1 La struttura del capitale in un mercato perfetto
Capitolo 14 La struttura del capitale in un mercato perfetto © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

2 Contenuti del capitolo
14.1 Il finanziamento con capitale proprio o con debito 14.2 Modigliani-Miller I: rapporto di indebitamento, arbitraggio e valore dell’azienda 14.3 Modigliani-Miller II: indebitamento, rischio e costo del capitale 14.4 Errori sulla struttura finanziaria 14.5 Modigliani-Miller: oltre le proposizioni © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

3 Obiettivi di apprendimento
Definire i tipi di strumenti normalmente utilizzati dalle aziende per raccogliere capitali; definire il leverage. Descrivere la struttura del capitale che l'impresa deve scegliere. Elencate le tre condizioni che rendono i mercati dei capitali perfetti. Discutere le implicazioni della Proposizione I di MM, il ruolo della leva finanziaria personale e la legge del prezzo unico per lo sviluppo della proposizione. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

4 Obiettivi di apprendimento
Calcolare il costo del capitale per l’impresa levered secondo la Proposizione II di MM. Illustrare l'effetto di una variazione del debito sul costo medio ponderato del capitale in mercati dei capitali perfetti. Calcolare il rischio di mercato delle attività di un'azienda utilizzando il beta unlevered. Illustrare l'effetto di un aumento dell’indebitamento sul beta del capitale proprio di un'impresa. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

5 Obiettivi di apprendimento
Calcolare il debito netto di un'azienda. Discutere l'effetto della leva finanziaria sugli utili attesi di un'impresa per azione. Mostrare l'effetto di una diluizione sul valore del patrimonio netto. Spiegare perché i mercati dei capitali perfetti non creano e non distruggono valore. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

6 14.1 Il finanziamento con capitale proprio o con debito
Struttura del capitale Le proporzioni relative di debito, capitale proprio e altri titoli che l’azienda ha in circolazione. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

7 Finanziare un’azienda con capitale proprio
Stiamo considerando un’opportunità di investimento. Con un investimento iniziale di $800 quest’anno, il progetto genererà il prossimo anno flussi di cassa per $1400 o $900, a seconda delle condizioni dell’economia che potrebbe essere rispettivamente forte o debole. Entrambi gli scenari sono ugualmente probabili. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

8 Tabella 14.1 © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

9 Finanziare un’azienda con capitale proprio (continua)
I flussi di cassa del progetto dipendono dall’economia nel suo complesso e perciò il loro rischio contiene il rischio di mercato. Di conseguenza, gli investitori chiedono un premio per il rischio del 10%, oltre al tasso di interesse privo di rischio del 5%, per investire nel progetto. Qual è il VAN di questa opportunità di investimento? © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

10 Finanziare un’azienda con capitale proprio (continua)
Il costo del capitale per questo progetto è del 15%. Il flusso di cassa atteso fra un anno è: ½($1400) + ½($900) = $1150. Il VAN del progetto è: © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

11 Finanziare un’azienda con capitale proprio (continua)
Se gli investitori finanziano il progetto esclusivamente con capitale proprio, quanto saranno disposti a pagare per il progetto? Se si possono raccogliere $1000 vendendo azioni dell’azienda, dopo aver ripagato il costo dell’investimento per $800, si otterranno $200 di profitti: il VAN del progetto. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

12 Finanziare un’azienda con capitale proprio (continua)
Capitale proprio unlevered Capitale proprio di un’azienda senza debito Poiché non c’è debito, i flussi di cassa del capitale unlevered sono uguali a quelli del progetto. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

13 Tabella 14.2 © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

14 Finanziare un’azienda con capitale proprio (continua)
Il rendimento per gli azionisti sarà o del 40% o del –10%. Il rendimento atteso sul capitale proprio unlevered sarà: ½ (40%) + ½(–10%) = 15%. Poiché il costo del capitale del progetto è del 15%, gli azionisti otterranno un rendimento adeguato al rischio assunto. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

15 Finanziare un’azienda con debito e capitale proprio
Supponete di decidere di prendere a prestito inizialmente $500, oltre alla vendita delle azioni. Poiché il flusso di cassa del progetto sarà sempre sufficiente per il rimborso del debito, il rischio correlato al prestito sarà nullo e potrete indebitarvi al tasso di interesse privo di rischio del 5%. Dovrete restituire ai creditori: $500 × 1,05 = $525 fra un anno. Capitale proprio levered Capitale proprio di un’azienda che ha contratto anche debiti © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

16 Finanziare un’azienda con debito e capitale proprio (continua)
Dato il debito aziendale di $525, gli azionisti potranno ricevere soltanto $875 ($1400 – $525 = $875) se l’economia è forte e $375 ($900 – $525 = $375) se l’economia è debole. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

17 Tabella 14.3 © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

18 Finanziare un’azienda con debito e capitale proprio (continua)
A quale prezzo E si dovrebbero vendere le azioni? Qual è la struttura del capitale ottimale per l’imprenditrice? © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

19 Finanziare un’azienda con debito e capitale proprio (continua)
Modigliani e Miller affermarono che, in un mercato dei capitali perfetto, il valore complessivo di un’azienda non dipende dalla sua struttura del capitale. Il loro ragionamento è che i flussi di cassa totali dell’azienda sono sempre uguali ai flussi di cassa del progetto e quindi hanno lo stesso valore attuale. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

20 Finanziare un’azienda con debito e capitale proprio (continua)
Poiché i flussi di cassa relativi all’indebitamento e al capitale proprio sommati danno i flussi di cassa del progetto, per la legge del prezzo unico il valore combinato di indebitamento e capitale proprio deve essere uguale a $1000. Quindi, se il valore dell’indebitamento è uguale a $500, il valore del capitale proprio levered deve essere $500. E = $1000 – $500 = $500. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

21 Finanziare un’azienda con debito e capitale proprio (continua)
Poiché i flussi di cassa del capitale proprio levered saranno inferiori a quelli del capitale proprio unlevered, allora anche il prezzo del capitale proprio levered sarà inferiore ($500 invece che $1000). Tuttavia, l’imprenditrice non è più povera. Sarà infatti in grado di raccogliere $1000 emettendo debito e capitale proprio levered. Di conseguenza, sarà per lei indifferente scegliere l’una o l’altra struttura del capitale. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

22 Effetto della leva finanziaria sul rischio e sul rendimento
Il rapporto di indebitamento aumenta il rischio del capitale proprio di un’azienda. È quindi inappropriato attualizzare i flussi di cassa del capitale proprio levered allo stesso tasso di sconto del 15% usato per il capitale proprio unlevered. Chi investe in aziende con capitale proprio levered richiede un rendimento più elevato per compensare il maggiore rischio assunto. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

23 Tabella 14.4 © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

24 Effetto della leva finanziaria sul rischio e sul rendimento (continua)
I rendimenti per gli azionisti sono molto diversi con e senza indebitamento. Il capitale proprio unlevered ha un rendimento del 40% o del –10%, con un rendimento atteso del 15%. Il capitale proprio levered ha un rischio maggiore e un rendimento del 75% o del –25%. Per remunerare questo maggiore rischio, gli azionisti riceveranno un maggiore rendimento atteso, pari al 25%. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

25 Effetto della leva finanziaria sul rischio e sul rendimento (continua)
La relazione tra rischio e rendimento può essere valutata in modo più formale calcolando la sensibilità del rendimento di ogni titolo al rischio sistematico dell’economia. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

26 Tabella 14.5 © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

27 Effetto della leva finanziaria sul rischio e sul rendimento (continua)
Poiché il rendimento del debito non sopporta rischio sistematico, il suo premio per il rischio è nullo. In questo caso specifico, il capitale proprio levered ha un rischio sistematico doppio di quello unlevered e come risultato presenta un premio per il rischio doppio. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

28 Effetto della leva finanziaria sul rischio e sul rendimento (continua)
Riepilogo: Nel caso di un mercato dei capitali perfetto, se l’impresa si finanzia al 100% con azioni, gli azionisti richiederanno un rendimento atteso del 15%. Se invece si finanzia al 50% con azioni e al 50% con debito, i detentori del debito riceveranno un rendimento del 5%, mentre gli azionisti richiederanno un rendimento atteso del 25% (per il maggiore rischio assunto). © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

29 Effetto della leva finanziaria sul rischio e sul rendimento (continua)
Riepilogo: Il rapporto di indebitamento aumenta il rischio del capitale proprio anche se non c’è alcun rischio di insolvenza per l’azienda. Perciò, benché l’indebitamento possa sembrare più conveniente se considerato da solo, esso aumenta il costo del capitale proprio. Considerando insieme le due fonti di capitale, il costo medio ponderato del capitale con indebitamento è lo stesso del caso in cui si fa ricorso esclusivo alle azioni. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

30 Esempio 14.1 del libro © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

31 Esempio 14.1 del libro (continua)
© 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

32 Esempio alternativo 14.1 Problema
Supponete che l’imprenditrice prenda a prestito $700 per finanziare il progetto. Secondo Modigliani e Miller quale sarebbe il valore del capitale proprio? Quale sarebbe il rendimento atteso? © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 32

33 Esempio alternativo 14.1 (continua)
Soluzione Dato che il valore dei flussi complessivi è ancora $1000, se l’azienda prende a prestito $700, il suo capitale proprio avrà un valore di $300. L’azienda sarà debitrice di $700 × 1,05 = $735 dopo un anno. Con un’economia forte, gli azionisti riceveranno $1400 – $735 = $665 ottenendo un rendimento pari a $665 / $300 – 1 = 121,67%. Se l’economia è debole, gli azionisti riceveranno $900 – $735 = $165 e un rendimento pari a $165 / $300 – 1 = –45,0%. Il capitale proprio avrà un rendimento atteso del © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 33

34 Esempio alternativo 14.1 (continua)
Soluzione Si noti che il capitale proprio ha una sensibilità del rendimento del 121,67% – (–45,0%) = 166,67%, pari al 166,67% / 50% = 333,34% della sensibilità del capitale proprio unlevered. Il premio di rischio è del 38,33% – 5% = 33,33%, che è approssimativamente il 333,34% del premio di rischio del capitale proprio unlevered, perciò è una compensazione appropriata del maggior rischio. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 34

35 14.2 Modigliani-Miller I: rapporto di indebitamento, arbitraggio e valore dell’azienda
La legge del prezzo unico comporta che il rapporto di indebitamento non influenza il valore di un’impresa. La struttura del capitale, invece, influenza l’allocazione dei flussi di cassa tra debito e capitale proprio, ma non modifica i flussi di cassa totali. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

36 14.2 Modigliani-Miller I: rapporto di indebitamento, arbitraggio e valore dell’azienda (continua)
Modigliani e Miller (MM) hanno dimostrato che questo risultato vale generalmente se esiste un insieme di condizioni chiamato mercato dei capitali perfetto: Investitori e aziende possono scambiarsi lo stesso insieme di titoli a prezzi di mercato pari al valore attuale dei loro flussi di cassa futuri. Non ci sono imposte, né costi di transazione o d’emissione associati alla negoziazione dei titoli. Le decisioni finanziarie di un’impresa non modificano i flussi di cassa generati dai suoi investimenti né forniscono nuove informazioni su di essi. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

37 14.2 Modigliani-Miller I: rapporto di indebitamento, arbitraggio e valore dell’azienda (continua)
Proposizione I di MM: In un mercato dei capitali perfetto il valore totale di un’impresa è uguale al valore di mercato dei flussi di cassa generati dalle sue attività e non dipende dalla sua struttura del capitale. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

38 MM e la legge del prezzo unico
MM sono giunti a questo risultato usando la seguente argomentazione: in assenza di imposte o di altri costi di transazione, il flusso di cassa totale pagato a tutti i detentori di titoli dell’azienda è uguale al flusso di cassa complessivo generato dalle attività aziendali. Per la legge del prezzo unico, quindi, i titoli di un’azienda e le sue attività dovranno avere lo stesso valore di mercato. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

39 Leva finanziaria personale (homemade leverage)
Quando gli investitori usano il debito nei loro portafogli per modificare la scelta del rapporto d’indebitamento fatta dall’impresa. MM hanno dimostrato che, se gli investitori preferiscono una struttura del capitale alternativa a quella scelta dall’impresa, possono indebitarsi o dare a prestito a livello personale, raggiungendo lo stesso risultato. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

40 Leva finanziaria personale (continua)
Supponiamo che l’imprenditrice non ricorra all’indebitamento e crei un’azienda con solo capitale proprio. Un investitore che preferisce detenere capitale proprio levered può utilizzare la leva finanziaria all’interno del proprio portafoglio titoli. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

41 Tabella 14.6 © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

42 Leva finanziaria personale (continua)
Se i flussi di cassa del capitale proprio unlevered sono garanzie collaterali del debito, (al tasso di interesse privo di rischio del 5%), allora mediante la leva finanziaria personale l’investitore ha replicato i flussi del capitale proprio levered, come illustrato nella slide precedente, con un costo di $500. Per la legge del prezzo unico, il valore del capitale proprio levered dev’essere anch’esso uguale a $500. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

43 Leva finanziaria personale (continua)
Ora facciamo l’ipotesi opposta che l’imprenditrice abbia fatto ricorso al debito, ma che l’investitore preferisca detenere capitale proprio unlevered. L’investitore può ricostruire i flussi del capitale proprio unlevered comprando sia il debito che il capitale proprio dell’azienda. Combinando i flussi di cassa dei due titoli produrrà flussi identici a quelli del capitale proprio unlevered per un costo complessivo di $1000. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

44 Tabella 14.7 © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

45 Leva finanziaria personale (continua)
In entrambi i casi la scelta della struttura del capitale da parte dell’imprenditrice non influenza le opportunità a disposizione degli investitori. Gli investitori possono modificare il rapporto di indebitamento dell’impresa secondo le proprie esigenze, prendendo a prestito e aumentando la leva finanziaria oppure riducendola. In un mercato dei capitali perfetto, poiché la scelta di diverse strutture del capitale non procura benefici agli investitori, non influenzerà neppure il valore dell’impresa. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

46 Esempio 14.2 del libro © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

47 Esempio 14.2 del libro (continua)
© 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

48 Esempio alternativo 14.2 Problema
Considerate due imprese, ognuna con flussi di cassa all’anno 1 di $1400 o $900 (Tabella 14.1). Le imprese sono identiche tranne che per la struttura del capitale. Una non è indebitata e il suo capitale proprio ha un valore di mercato di $1010. L’altra ha preso a prestito $500 e il valore di mercato del suo capitale proprio e di $500. E valida la proposizione I di MM? Quali arbitraggi sono possibili, ricorrendo alla leva finanziaria personale? © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 48

49 Esempio alternativo 14.2 (continua)
Soluzione La proposizione I di MM stabilisce che il valore totale di ogni impresa deve equivalere al valore delle sue attività. Poichè le due imprese hanno le stesse attività, devono anche avere lo stesso valore. Nel nostro problema tuttavia viene ipotizzato che l’impresa non indebitata abbia un valore di mercato di $1010 e che quella indebitata abbia un valore di mercato di $500 (capitale proprio) + $500 (debito). Questa diversità nei prezzi viola la proposizione I di MM. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 49

50 Esempio alternativo 14.2 (continua)
Soluzione Poichè le due imprese, identiche, sono negoziate con prezzi diversi, la legge del prezzo unico è stata violata ed esiste un’opportunità d’arbitraggio. Per sfruttare questa opportunità possiamo comprare il capitale proprio dell’azienda indebitata per $500 e il debito dell’impresa indebitata per $500, ricreando in tal modo il capitale proprio dell’azienda non indebitata usando la leva finanziaria personale a un costo di soli $500 + $500 = $1000. Possiamo quindi vendere le azioni dell’impresa non indebitata per $1010 e godere di un profitto di $10 dall’arbitraggio. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 50

51 Esempio alternativo 14.2 (continua)
Anno 0 Anno 1: Flusso di cassa Flusso di cassa Economia forte Economia debole Acquisto di capitale proprio levered -$500 $875 $375 Acquisto del debito dell’impresa levered $525 Vendita di capitale proprio unlevered $1,010 $1,400 -$900 Flusso di cassa complessivo $10 $0 Osservate che le operazioni degli arbitraggisti che comprano l’impresa indebitata e vendono l’impresa non indebitata faranno aumentare il prezzo dell’impresa indebitata e scendere quello dell’impresa non indebitata fintanto che i valori di mercato delle due imprese non diventeranno uguali e la proposizione I di MM tornerà a valere. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 51

52 Stato patrimoniale a valori di mercato
Uno stato patrimoniale in cui: sono incluse tutte le attività e le passività dell’azienda (anche le attività immateriali come la reputazione, il nome del marchio o il capitale umano, che non sono incluse in uno stato patrimoniale standard); tutti i valori sono indicati al prezzo corrente di mercato e non al costo storico. Il valore complessivo di tutti i titoli emessi dall’azienda deve essere uguale al valore complessivo dell’attivo aziendale. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

53 Tabella 14.8 © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

54 Stato patrimoniale a valori di mercato (continua)
Usando lo stato patrimoniale a valori di mercato, il valore del capitale proprio si calcola come: © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

55 Esempio 14.3 del libro © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

56 Esempio 14.3 del libro (continua)
© 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

57 Applicazione: ricapitalizzazione attraverso indebitamento
Quando un’azienda usa il debito per pagare un dividendo straordinario o riacquistare una quantità significativa delle sue azioni in circolazione. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

58 Applicazione: ricapitalizzazione attraverso indebitamento (continua)
Esempio: Harrison Industries al momento è un’impresa con solo capitale proprio che opera in un mercato dei capitali perfetto e ha 50 milioni di azioni in circolazione scambiate a $4 l’una. Harrison ha intenzione di aumentare la propria leva finanziaria prendendo a prestito 80 milioni di $ e di usare i fondi ottenuti per riacquistare 20 milioni di azioni in circolazione. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

59 Applicazione: ricapitalizzazione attraverso indebitamento (continua)
Esempio: Questa transazione può essere divisa in due fasi: primo, Harrison si indebita per ottenere 80 milioni di $ di liquidità; secondo, Harrison usa questa liquidità per riacquistare le azioni della società. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

60 Tabella 14.9 © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

61 Applicazione: ricapitalizzazione attraverso indebitamento (continua)
Esempio: All’inizio Harrison possiede un’impresa con solo capitale proprio e il valore di mercato del suo capitale azionario, di 200 milioni di $ (50 milioni di azioni × $4 per azione = 200 milioni di $), equivale al valore di mercato delle attività esistenti. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

62 Applicazione: ricapitalizzazione attraverso indebitamento (continua)
Esempio: Dopo aver contratto il prestito, le passività di Harrison cresceranno di 80 milioni di $ e la liquidità aziendale aumenterà di pari importo. Dato che sia le attività che le passività aumenteranno dello stesso importo, il valore di mercato del capitale azionario resterà inalterato. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

63 Applicazione: ricapitalizzazione attraverso indebitamento (continua)
Esempio: Per riacquistare le azioni, Harrison spenderà gli 80 milioni di $ presi a prestito riacquistando 20 milioni di azioni (80 milioni di $ ÷ $4 per azione = 20 milioni di azioni). Poiché le attività dell’azienda si ridurranno di 80 milioni di $ e il suo debito rimarrà invariato, affinché venga rispettato l’equilibrio tra attività e passività, il valore di mercato del capitale proprio dovrà ridursi di 80 milioni di $, passando da 200 a 120 milioni di $. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

64 Applicazione: ricapitalizzazione attraverso indebitamento (continua)
Esempio: Il prezzo dell’azione non cambia. I 30 milioni di azioni rimanenti varranno $4 per azione, esattamente come prima (120 milioni di $ ÷ 30 milioni di azioni = $4 per azione). © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

65 14.3 Modigliani-Miller II: indebitamento, rischio e costo del capitale
Indebitamento e costo del capitale proprio La prima proposizione di MM può essere usata per ottenere un’esplicita relazione fra rapporto di indebitamento e costo del capitale proprio. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

66 14.3 Modigliani-Miller II: indebitamento, rischio e costo del capitale (continua)
Indebitamento e costo del capitale proprio E Valore di mercato del capitale proprio di un’azienda indebitata. D Valore di mercato del debito di un’azienda indebitata. U Valore di mercato del capitale proprio di un’azienda non indebitata. A Valore di mercato dell’attivo aziendale. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

67 14.3 Modigliani-Miller II: indebitamento, rischio e costo del capitale (continua)
Indebitamento e costo del capitale proprio La proposizione I di MM stabilisce che: Il valore complessivo di mercato dei titoli dell’impresa equivale al valore di mercato delle sue attività, indipendentemente dal fatto che l’impresa ricorra o meno all’indebitamento. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

68 14.3 Modigliani-Miller II: indebitamento, rischio e costo del capitale (continua)
Indebitamento e costo del capitale proprio I flussi di cassa che si otterrebbero dal possedere capitale proprio unlevered si possono replicare usando la leva finanziaria personale e detenendo un portafoglio di capitale proprio e di debito dell’azienda. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

69 14.3 Modigliani-Miller II: indebitamento, rischio e costo del capitale (continua)
Indebitamento e costo del capitale proprio Il rendimento del capitale proprio unlevered (RU) è legato ai rendimenti del capitale proprio levered (RE) e del debito (RD) dalla seguente relazione: © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

70 14.3 Modigliani-Miller II: indebitamento, rischio e costo del capitale (continua)
Indebitamento e costo del capitale proprio Risolvendo per RE: Il rendimento del capitale proprio levered è uguale al rendimento unlevered più una componente extra dovuta al debito. L’entità della componente extra dipende dal rapporto di indebitamento, misurato dal rapporto tra capitale di debito e capitale proprio a valori di mercato, D/E. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

71 14.3 Modigliani-Miller II: indebitamento, rischio e costo del capitale (continua)
Indebitamento e costo del capitale proprio Proposizione II di MM: Il costo del capitale proprio levered è uguale al costo del capitale proprio unlevered più un premio proporzionale al valore di mercato del rapporto capitale di debito/capitale proprio. Costo del capitale proprio levered © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

72 14.3 Modigliani-Miller II: indebitamento, rischio e costo del capitale (continua)
Indebitamento e costo del capitale proprio Richiamiamo quanto visto in precedenza: Se l’impresa è finanziata completamente con capitale proprio, il rendimento atteso sul capitale proprio in assenza di debito è del 15%. Se l’impresa è finanziata anche con $500 di debito, il rendimento atteso del capitale preso a prestito è del 5%. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

73 14.3 Modigliani-Miller II: indebitamento, rischio e costo del capitale (continua)
Indebitamento e costo del capitale proprio In base alla seconda proposizione di MM, quindi, il rendimento atteso del capitale proprio levered sarà: © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

74 Esempio 14.4 del libro © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

75 Esempio 14.4 del libro (continua)
© 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

76 Capital budgeting e costo medio ponderato del capitale
Se un’impresa non è indebitata, tutti i flussi di cassa generati dalle sue attività andranno pagati ai suoi azionisti. Il valore di mercato, il rischio e il costo del capitale delle attività aziendali e del capitale proprio coincideranno, perciò: © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

77 Capital budgeting e costo medio ponderato del capitale (continua)
Se un’impresa è indebitata, rA è uguale al suo costo medio ponderato del capitale. Costo medio ponderato del capitale (senza imposte) © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

78 Capital budgeting e costo medio ponderato del capitale (continua)
In presenza di un mercato dei capitali perfetto, il WACC dell’impresa è indipendente dalla sua struttura finanziaria ed è uguale al costo del capitale proprio se l’impresa non è indebitata, e corrisponde al costo del capitale di tutte le sue attività. Rapporto capitale di debito/valore totale La quota del valore complessivo dell’azienda corrispondente al suo debito. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

79 Figura 14.1 WACC e indebitamento con mercati dei capitali perfetti
© 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

80 Capital budgeting e costo medio ponderato del capitale (continua)
In assenza di indebitamento, il WACC è uguale al costo del capitale proprio unlevered. Se l’azienda contrae un prestito, al costo del capitale di debito, il costo del suo capitale proprio aumenta. L’effetto netto è che il WACC dell’azienda resta invariato. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

81 Esempio 14.5 del libro © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

82 Esempio 14.5 del libro (continua)
© 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

83 Esempio alternativo 14.5 Problema
Honeywell International Inc. (HON) ha un D/E di mercato pari a 0,5. Supponete che il costo del capitale di debito sia il 6,5% e che il costo del capitale proprio sia il 14%. Se HON emette azioni e usa il ricavato per ripagare parte del debito e ridurre il D/E a 0,4, il costo del debito si ridurrà al 5,75%. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 83

84 Esempio alternativo 14.5 Problema (continua)
In un contesto di mercato dei capitali perfetto, quale sarà l’effetto di questa variazione della struttura finanziaria sul costo del capitale proprio e sul WACC di HON? © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 84

85 Esempio alternativo 14.5 Soluzione WACC corrente
Nuovo costo del capitale proprio © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 85

86 Esempio alternativo 14.5 Soluzione (continua) Nuovo WACC
Il costo del capitale proprio si riduce dal 14% al 13,8% mentre il WACC rimane invariato. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 86

87 Calcolo del WACC in presenza di vari tipi di titoli
Se la struttura del capitale dell’azienda è costituita da più titoli, il WACC si ottiene calcolando il costo medio ponderato del capitale di tutti i titoli emessi. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

88 Esempio 14.6 del libro © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

89 Esempio 14.6 del libro (continua)
© 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

90 Beta levered e unlevered
L’effetto del rapporto di indebitamento sul rischio dei titoli di un’impresa può essere espresso anche in termini di beta: © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

91 Beta levered e unlevered (continua)
Beta unlevered Misura il rischio di un’impresa non indebitata ed equivale al beta delle attività aziendali. Se si vuole stimare il beta unlevered di un progetto di investimento, occorre basare la stima sui beta unlevered di imprese con investimenti comparabili. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

92 Beta levered e unlevered (continua)
Il ricorso all’indebitamento aumenta il rischio di mercato complessivo delle attività dell’azienda, βU, aumentando il rischio di mercato del capitale proprio. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

93 Esempio 14.7 del libro © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

94 Esempio 14.7 del libro (continua)
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95 Esempio alternativo 14.7 Problema
Di seguito sono riportate le stime del beta del capitale proprio e i valori di mercato del rapporto debito/mezzi propri per diverse azioni: Calcolate il beta unlevered per ciascuna di queste imprese. nome beta capitale proprio D/E beta del debito Kraft Foods Inc. 0,71 0,35 0,10 H.J. Heinz Co. 0,63 2,23 0,27 Lancaster Colony 0,87 0,00 © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 95

96 Esempio alternativo 14.7 Soluzione nome beta capitale proprio E/(E+D)
beta del debito D/(E+D) βU Kraft Foods Inc. 0,71 74,07% 0,10 25,93% 0,55 H.J. Heinz Co. 0,63 30,96% 0,27 69,04% 0,38 Lancaster Colony 0,87 100,00% 0,00 0,00% © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino 96

97 Esempio 14.8 del libro © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

98 Esempio 14.8 del libro (continua)
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99 14.4 Errori sulla struttura finanziaria
Leva finanziaria e utili per azione La leva finanziaria può aumentare gli utili attesi per azione. Talvolta si argomenta (in modo errato) che dovrebbe anche far crescere il prezzo dell’azione. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

100 14.4 Errori sulla struttura finanziaria (continua)
Leva finanziaria e utili per azione Esempio: LVI è al momento un’impresa finanziata solo con capitale proprio. Il prossimo anno si aspetta di generare un EBIT di 10 milioni di $. Al momento la società ha 10 milioni di azioni in circolazione quotate a $7,50 ciascuna. LVI sta pensando di cambiare la propria struttura finanziaria, prendendo a prestito 15 milioni di $ a un tasso di interesse dell’8%, e di usare questi fondi per riacquistare 2 milioni di azioni a $7,50 ciascuna. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

101 14.4 Errori sulla struttura finanziaria (continua)
Leva finanziaria e utili per azione Esempio: Supponiamo che LVI non sia indebitata. Poiché non paga interessi e imposte, i suoi utili saranno uguali all’EBIT e in assenza di indebitamento i suoi utili per azione saranno: © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

102 14.4 Errori sulla struttura finanziaria (continua)
Leva finanziaria e utili per azione Esempio: Se LVI effettua una ricapitalizzazione tramite debito, il nuovo prestito la obbligherà a effettuare ogni anno pagamenti di interessi per 1,2 milioni di $. 15 milioni di $ × 8% = 1,2 milioni di $ Come risultato, LVI avrà utili attesi, dopo il pagamento degli interessi, di 8,8 milioni di $. utili = EBIT – interessi utili = 10 milioni di $ – 1,2 milioni di $ = 8,8 milioni di $ © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

103 14.4 Errori sulla struttura finanziaria (continua)
Leva finanziaria e utili per azione Esempio: L’EPS sale a $1,10 8,8 milioni di $ ÷ 8 milioni di $ in azioni = $1,10 Il ricorso all’indebitamento aumenta l’utile per azione atteso per LVI. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

104 14.4 Errori sulla struttura finanziaria (continua)
Leva finanziaria e utili per azione Esempio: Gli azionisti saranno più ricchi? NO! Benché l’EPS atteso di LVI aumenti con l’indebitamento, aumenta anche il rischio dell’EPS. Anche se l’EPS in media aumenta, servirà a ripagare gli azionisti del maggiore rischio assunto e, di conseguenza, il prezzo delle azioni di LVI non aumenterà. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

105 Figura 14.2 EPS di LVI con e senza debito
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106 Esempio 14.9 del libro © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

107 Esempio 14.9 del libro (continua)
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108 Emissioni azionarie e diluizione del capitale
Un aumento del numero totale di azioni tra cui dovrà essere suddiviso un utile fisso. Talvolta si argomenta (in modo errato) che le emissioni azionarie diluiscono la proprietà degli azionisti esistenti e quindi sarebbe meglio finanziarsi attraverso l’indebitamento. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

109 Emissioni azionarie e diluizione del capitale (continua)
Supponiamo che Jet Sky Airlines (JSA) attualmente non sia indebitata e abbia 500 milioni di azioni in circolazione, scambiate al prezzo di $16. Lo scorso mese la società ha annunciato di voler espandere la propria attività e tale espansione richiederà l’acquisto di nuovi aerei per 1 miliardo di $, finanziati dall’emissione di nuove azioni. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

110 Emissioni azionarie e diluizione del capitale (continua)
Il valore corrente (prima dell’emissione) del capitale proprio e delle attività aziendali è di 8 miliardi di $. 500 milioni di azioni × $16 per azione = 8 miliardi di $ Supponiamo che JSA venda 62,5 milioni di nuove azioni al prezzo corrente di $16 per raccogliere 1 miliardo di $ necessario per l’acquisto dei nuovi aerei. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

111 Emissioni azionarie e diluizione del capitale (continua)
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112 Emissioni azionarie e diluizione del capitale (continua)
Risultati: Il valore di mercato dell’attivo di JSA è cresciuto a causa del miliardo di liquidità che l’impresa ha raccolto. Il numero di azioni è aumentato. Benché il numero di azioni sia salito a 562,5 milioni, il valore della singola azione è rimasto invariato: $16 per azione. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

113 Emissioni azionarie e diluizione del capitale (continua)
Finanto che l’impresa emette nuove azioni a un prezzo equo, non ci saranno perdite o guadagni per gli azionisti associati all’emissione in sé. Ogni guadagno o perdita associata all’operazione sarà il risultato del VAN dell’investimento effettuato dall’azienda con i fondi raccolti. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

114 14.5 Modigliani-Miller: oltre le proposizioni
Principio della conservazione del valore In un contesto di mercati dei capitali perfetti, le transazioni finanziarie non aggiungono o distruggono valore, ma riallocano invece il rischio (e quindi il rendimento). Questo comporta che qualsiasi transazione finanziaria che sembra un buon affare potrebbe stare sfruttando qualche tipo di imperfezione del mercato. © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

115 Caso di studio: discussione su argomenti chiave
Quanto debito a lungo termine ha contratto Nokia (simbolo NOK)? Se la società sta considerando di aumentare il proprio indebitamento, cosa suggerirebbero Modigliani e Miller? © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

116 Domande di verifica Come si confronta il rischio e il costo del capitale proprio levered con quello unlevered? Quale struttura del capitale è migliore in un mercato perfetto? Che cos’è lo stato patrimoniale a valori di mercato? In un mercato dei capitali perfetto, come varia la capitalizzazione di mercato di un’impresa se questa richiede un prestito per riacquistare azioni? Come varia il prezzo dell’azione? © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino

117 Domande di verifica (continua)
In un mercato dei capitali perfetto, quando un’impresa aumenta il proprio rapporto d’indebitamento come cambia il costo del capitale di debito? Come cambia il costo del capitale proprio? Come cambia il costo medio ponderato del capitale? Se una variazione dell’indebitamento aumenta l’utile per azione di una società, provocherà un aumento del prezzo delle azioni in un mercato perfetto? Considerate le domande che Dan Harris, direttore finanziario di EBS, si è posto all’inizio di questo capitolo. Quali risposte dareste basandovi sulle proposizioni di Modigliani e Miller? Su quali considerazioni basereste la vostra scelta della struttura finanziaria? © 2011 Pearson Italia – Milano, Torino


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