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RAZIONALITA’ ECONOMICA ED EVOLUZIONE DELLE ISTITUZIONI

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Presentazione sul tema: "RAZIONALITA’ ECONOMICA ED EVOLUZIONE DELLE ISTITUZIONI"— Transcript della presentazione:

1 RAZIONALITA’ ECONOMICA ED EVOLUZIONE DELLE ISTITUZIONI
Ugo Pagano ugopagano.info Università di Siena Roma 3 Febbraio 2011. Corso Piccola Astre.

2 Scarsità e teoria economica.
Scarsità delle risorse naturali e massimizzazione. Dicotomia di fini e mezzi. Scarsità Sociale. Scarsità cognitiva e Razionalità limitata. Scarsità delle istituzioni sociali.

3 Dicotomia fini-mezzi. L’economia viene quasi identificata con la razionalità nella classica definizione di Robbins secondo cui essa studia come si raggiungono certi fini dati dei mezzi che hanno uso alternativo. La definizione aggiunge una dicotomia mezzi-fini che ben si coglie nel fatto che il tempo libero, e non il lavoro, influenza la funzione di utilità.

4 Lavori e tempo libero. Ore disponibili 24 h lavoro A 4h
beni di consumo Ore disponibili 24 h lavoro B 4h utilità tempo libero 16 h

5 Aumenta il lavoro complessivo.
lavoro A 4h A beni di consumo Ore disponibili 24 h lavoro B 5 h utilità tempo libero 15 h

6 Cambia la distribuzione fra lavori.
lavoro A 2h A beni di consumo Ore disponibili 24 h lavoro B 6 h utilità tempo libero 16 h

7 Il segmento mancante: la scarsità sociale.
Beni privati puri: gli altri individui consumano un ammontare zero di quanto viene consumato dagli altri agenti. Beni pubblici puri: gli altri individui consumano lo stesso ammontare positivo di quanto viene consumato dagli altri agenti. Beni posizionali puri: gli altri individui consumano un uguale corrispondente ammontare negativo di quanto viene consumato dagli altri agenti. Beni semi-posizionali Beni semi-pubblici

8 Robinson e Venerdì Senza Venerdì, Robinson non percepisce la differenza fra beni privati e beni pubblici e non può consumare beni posizionali.

9 Robinson Venerdì Bene pubblico + Bene privato Bene posizionale - Male pubblico

10 Razionalità limitata Se includiamo i costi di massimizzazione applichiamo in modo coerente il paradigma generale della scarsità alle nostre capacità limitate ma l’assunto di massimizzazione diventa contraddittorio. Assumiamo che la massimizzazione sia una attività costosa. Riformuliamo un problema di massimizzazione di secondo ordine in cui un individuo decida: - quante risorse impiegare nella attività di massimizzazione - quante risorse impiegare nella altre attività Purtroppo questo comporta un nuovo problema di massimizzazione nuovi costi di massimizzazione di secondo ordine. Una riformulazione di un problema di terzo ordine incontrerebbe lo stesso problema e così via all’infinito.

11 Massimizzazione di primo ordine.
Produzione Risorse Decision-making

12 Massimizzazione di secondo ordine.
Produzione Risorse Più decision-making Decision-making

13 E così in un regresso all’infinito.
Production Resources More decision-making Decision-making

14 Limiti della razionalità.
1) Capacità limitate di canali di comunicazione. 2) Capacità limitate di processare informazioni 3) Capacità limitate di calcolo 4) Capacità limitate di formazione delle preferenze 5) Capacità emotive limitate.

15 Limitazioni delle istituzioni disponibili.
Le forme di scarsità considerate hanno tutte conseguenze sulle limitazioni delle istituzioni disponibili. La inseparabilità fra fini e mezzi e la scarsità sociale ne aumentano la complessità mentre la scarsità materiale e cognitiva vincolano i mezzi a loro disposizione. Un ulteriore vincolo viene dalle istituzioni stesse: le istituzioni sono prodotte a mezzo di istituzioni e molte istituzioni sono complementari ad altre istituzioni.

16 L’evoluzione delle istituzioni
Se le istituzioni sono prodotte a mezzo di limitate risorse naturali, sociali e cognitive nonché a mezzo di altre istituzioni complementari esse non possono essere soggette a design ottimali indipendenti dalla loro storia passata. Esse possono solo evolversi attraverso complicati processi storici. Ma in che senso esse si evolvono?

17 Una analogia. E’ utile fare una analogia con la teoria dell’evoluzione. Il livello di complessità costituisce sempre un vincolo per i cambiamenti evolutivi. Le unità semplici (microorganismi) sono flessibili ma è la loro stessa semplicità che ne vincola i possibili cambiamenti. Le unità complesse (noi e gli elefanti!) sono invece rigide: ogni cambiamento è vincolato da altri cambiamenti complementari.

18 Un esempio di un cambiamento difficile.
Le unità complesse possono essere condannate per via delle loro complementarità interne a lunghi periodi di stasi. La selezione naturale svolge in questo caso un ruolo di stabilizzazione. L’equivalente nel mondo naturale di sussidi e protezionismo (speciazione allopatrica) può essere in questo caso importante per favorire il cambiamento. Un esempio di questi cambiamenti è la formazione del nostro cervello che rende specialmente nei primi mesi di vita la testa stranamente sproporzionata al corpo e rende anche gli esseri umani così fragili nei primi anni di vita. E fu proprio la spiegazione delle nostre capacità intellettive che produsse una dolorosa rottura fra Darwin e Wallace

19 Tasse e sussidi nel mondo della natura.
In natura, tasse e sussidi sono prodotti dalle interazioni fra diversi meccanismi di selezione. Mentre quello che conta é la capacità di riprodursi complessiva é possibile distinguere fra diversi meccanismi di selezione a seconda del diverso agente che opera la selezione stessa: forze attive nell’ambiente (selezione naturale), - un partner riproduttivo o un rivale (selezione sessuale), esseri umani (selezione artificiale). Un agente di selezione può tassare or sussidiare gli altri agenti di selezione. Nel caso del cervello i sussidi sono necessari. Esso non ci avvantaggia se non si sviluppa un linguaggio e una cultura, non si allunga la vita, non si evolve la menopausa ecc.

20 La Tassa del pavone e il sussidio al cervello umano.
La selezione sessuale ha effetti sulla selezione naturale. Un caso molto noto è quello delle coda del pavone che impone il pagamento di una tassa alla specie in termini del suo adattamento all’ambiente. In casi di complementarità, la selezione sessuale può dare un sussidio a delle particolari caratteristiche. Questo ultimo caso é rilevante per lo sviluppo della intelligenza umana.

21 Intelligenza umana e selezione sessuale.
Nel caso delle donne l’ovulazione nascosta ha implicato che l’intelligenza diventasse un elemento importante nella selezione sessuale. L’accesso alla riproduzione è diventato selettivo e spesso soggetto a patti che richiedevano articolazione del linguaggio e intelligenza E anche gli uomini hanno dovuto sviluppare simili doti intellettive per stabilire relazioni durature con partner di cui si potessero fidare. In entrambi i casi, non solo fare dei patti ma anche in qualche caso violarli richiede una notevole intelligenza. Si può pensare che all’inizio della nostra evoluzione il pesante cervello umano ci favorisse nella selezione sessuale mentre era ancora un handicap nella selezione naturale.

22 Esempi di complementarità istituzionale.
1) Tecnologia e diritti di proprietà. 2) Modelli di capitalismo liberali e coordinati. 3) Diritti di proprietà e capitale umano.

23 Tecnologia e diritti di proprietà: due direzioni di causalità.
Specificità e caratteristiche di monitoraggio delle risorse. Diritti di proprietà e forma organizzativa. 1 2 Le risorse più specifiche e difficili da controllare possono risparmiare l’ammontare più rilevante di risorse quando controllano l’organizzazione. 1 Gli agenti che controllano l’organizzazione hanno una tendenza a diventare più specifici e difficili da controllare. 2

24 Sentieri tecnologico-istituzionali.
Supponiamo che: Tx sia un sentiero tecnologico che usa con maggiore intensità delle risorse più specifiche da controllare e specifiche x di un sentiero tecnologico Ty che invece usa con maggiore intensità le risorse y. Ix sia un sentiero istituzionale in cui i diritti di controllo sono assegnati ai proprietari delle risorse x e Iy un sentiero istituzionale in cui le risorse sono assegnate ai proprietari delle risorse y. Le due relazioni di causalità precedenti possono allora essere viste come una relazione biunivoca di complementarità fra sviluppo tecnologico ed istituzionale. La relazione 1 può essere espressa dicendo che la selezione di Tx (invece di Ty) nel dominio tecnologico favorisce Ix relativamente a Iy nel dominio istituzionale. La relazione 2 può essere espressa dicendo che la selezione di Iy (invece di Ix) nel dominio istituzionalein favorisce l’adozione di Ty invece di Tx nel dominio tecnologico..

25 Complementarità tecnologico-istituzionali
Relazione 1: u(Ix,Tx) -u(Iy,Tx) ≥ u(Ix,Ty) -u(Iy,Ty) (1) Relazione 2: v(Ty,Iy) -v(Tx,Iy) ≥ v(Ty,Ix) -v(Tx,Ix) (2) Prese insieme, (1) and (2) possono essere usate per esprimere le complementarità fra tecnologia ed istituzioni. Quando esistono equilibri multipli, abbiamo due diversi insiemi di tecnologie ed istituzioni complementari. Laprima è caratterizzata dalla co-evoluzione di Ix e Tx. La seconda è caratterizzata dalla co-evoluzione di Iy e Ty.

26 Due direzioni di causalità Due possibili economie capitaliste.
Proprietà dispersa Lavoratori non organizzati Proprietà concentrata Lavoratori organizzati

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28 Fuori dall’equilibrio: asimmetria di lavoro e capitale
A differenza del lavoro il capitale può essere concentrato mediante semplici transazioni di mercato. La politica può agire in anticipo limitando la concentrazione della proprietà o successivamente per controbilanciare l’eccessivo potere dovuto alla concentrazione del capitale. Quando nella seconda metà dell’ottocento si affermano le grandi imprese un solo grande paese (e forse anche uno piccolo) si trovava in condizioni tali che la politica potesse agire in anticipo In Europa (Italia compresa) la concentrazione della proprietà ha preceduto la politica e ha poi portato a una reazione socialdemocratica

29 Capitale umano e proprietà intellettuale.
Jefferson mise in bella evidenza come la conoscenza sia un bene non rivale. Secondo il terzo presidente americano essa è come la fiamma di una candela. Con la fiamma di una candela è possibile accenderne altre senza che l’intensità della fiamma della prima candela diminuisca. Ma per lo stesso motivo la proprietà privata della conoscenza limita molto di più le libertà dei non proprietari. E’ come se nessuno potesse accendere altre candele senza il consenso di chi ha acceso la prima candela. In questo caso abbiamo quindi due direzioni di causalità Capitale umano. Proprietà intellettuale

30 Un nuovo modello di accumulazione:
-----> Proprietà di capitale Intellettuale -----> Incentivi ad acquisire nuovo capitale umano ------> Proprietà di quote crescenti di capitale Intellettuale > E un nuovo circolo vizioso: -----> Carenza di capitale Intellettuale -----> Scarsi incentivi ad acquisire nuovo capitale umano ------> Proprietà di quote decrescenti di capitale Intellettuale >

31 Gli effetti del rafforzamento della proprietà intellettuale.
Incentiva inizialmente gli investimenti ma successivamente li frena. Tragedia degli anti-commons: asset intellettuali complementari restano in mani diverse per via di elevati costi di transazione. Conseguente caduta degli investimenti. Effetti asimmetrici su paesi con diverse dotazioni di diritti di proprietà intellettuale. Situazione di particolare difficoltà per paesi con una scarsa dotazione di proprietà intellettuale ed elevato costo del lavoro (Italia).

32 Japan 111,1 Sweden 93,3 Germany 74,9 Finland 64,7 Netherlands 61,5
Triadic patent families. (Brevetti ottenuti negli U.S.A., U. E. e Giappone) Numero per milione di abitanti 2006  Japan 111,1 Sweden 93,3 Germany 74,9 Finland 64,7 Netherlands 61,5 Korea 57,7 United States 53,3 Denmark 51,0 Luxembourg 48,3 Austria 46,8 OECD total 42,4 France 39,5 Belgium 35,3 Norway 28,2 United Kingdom 27,4 Canada 23,5 Iceland 19,7 Australia 18,7 Ireland 16,4 New Zealand 13,1 Italy 13,0 Spain 5,4 Hungary 4,1 Czech Republic 1,7 Greece 1,3 Portugal 1,0

33 Investimenti in conoscenza in percentuale del prodotto nazionale lordo 2004 o ultimo anno disponibile United States 6,6 Sweden 6,4 Finland 5,9 Japan 5,3 Denmark 5,1 OECD total 4,9 Canada 4,5 France 4,3 Australia 3,9 Germany Netherlands 3,7 United Kingdom 3,5 Austria 3,4 Belgium Spain 2,7 Italy 2,4 Ireland 2,3 Greece 1,9 Portugal 1,7

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35 Il triangolo vizioso italiano
Insufficiente acquisizione di diritti di proprietà intellettuale Basso investimento in conoscenza e in R&D Bassa Crescita della Produttività.


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