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Economia, società e cultura nell’Italia degli Anni Sessanta

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Presentazione sul tema: "Economia, società e cultura nell’Italia degli Anni Sessanta"— Transcript della presentazione:

1 Economia, società e cultura nell’Italia degli Anni Sessanta
LIBERA UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ MILAZZO ANNO BARTOLO CANNISTRÀ Economia, società e cultura nell’Italia degli Anni Sessanta

2 . 5 DAL CENTRISMO AL CENTRO-SINISTRA

3 DA CENTRISMO AL CENTRO-SINISTRA
1- LA «REPUBBLICA DEI PARTITI» 2- IL CENTRISMO ( ) 3- LA CRISI DEL CENTRISMO ( ) 5

4 1 LA «REPUBBLICA DEI PARTITI»

5 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
LA FINE DELLA DITTATURA e I PARTITI Con il disfacimento dello Stato sabaudo, la sconfitta militare del fascismo e l’occupazione alleata dell’Italia Scompare un’intera classe dirigente: i gerarchi del partito fascista, le organizzazioni e le istituzioni del Regime, tutti i protagonisti della vita politica italiana.

6 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
LA FINE DELLA DITTATURA e I PARTITI Emerge una nuova classe politica che viene dall’esilio, dalle carceri, dall’emarginazione pubblica, espressione del Comitato di Liberazione Nazionale costituito dai partiti antifascisti che sono i protagonisti della nuova vita politica, e organizzando le masse costruendo il nuovo Stato democratico: è la «democrazia dei partiti»

7 IL PARTITO DI INTEGRAZIONE DI MASSA

8 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
PARTITI DI MASSA E PARTITI DI RAPPRESENTANZA INDIVIDUALE I nuovi partiti sono eredi dei «partiti di massa» (Partito Socialista e Partito Popolare) che erano stati sciolti dalla dittatura fascista. Essi sono profondamente diversi dai «Partiti di rappresentanza individuale» che avevano costituito la prima forma di partito nell’800 ma che sono inadeguati alla nuova vita democratica. Questa prima formazione politica ottocentesca è inadeguata alla nuova realtà sociale e politica. Essendo strumento di partecipazione delle classi borghesi rappresentante di interessi individuali o di gruppi ristretti, non presente in modo continuativo nella società civile ma solo nelle campagne elettorali con comitati locali che si formano per l’elezione di un singolo candidato, non è in grado di attivare intorno a sé un vasto consenso popolare.

9 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
IL PARTITO DI RAPPRESENTANZA INDIVIDUALE era strumento di partecipazione delle classi borghesi, rappresentante di interessi individuali o di gruppi ristretti. Non era presente in modo continuativo nella società civile ma solo nelle campagne elettorali con comitati locali che si formavano per l’elezione di un singolo candidato. Non vi era organizzazione né disciplina di partito. Non era in grado di attivare e mantenere un vasto consenso popolare.

10 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
IL PARTITO DI INTEGRAZIONE DI MASSA nasce nell’800 con i partiti socialisti tedesco e italiano e si afferma nel ‘900 con la nuova «società di massa». Sorge come organizzazione politica delle classi subalterne, “esterne alle istituzioni dello Stato”: il suffragio esclude le masse dalla politica dello Stato liberale, ma esse vengono integrate nel partito e si riconoscono in valori culturali e politici comuni che costituiscono la meta finale dei programmi.

11 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
Il partito di integrazione di massa intende rappresentare interessi generali, diffusi, collettivi. Ha un diffuso radicamento sociale e una complessa struttura organizzativa di tipo piramidale, a livello locale e nazionale, e richiede la disciplina dei parlamentari alle direttive del partito.

12 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
Non è attivo solo in occasione delle elezioni ma è sempre presente nella società civile per sostenere, organizzare, educare i militanti: è un “partito comunità”, una sorta di società nella società,  con l’ideologia come strumento di coesione che lega milioni di cittadini a valori comuni. Oltre alle sezioni ha organizzazioni collaterali sindacali, culturali, ricreative, ecc.

13 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
IN ITALIA Il Partito Comunista e il Partito Socialista: le Case del Popolo il sindacato della Cgil e le cooperative rosse il giornale del partito e altri periodici. La Democrazia Cristiana: le parrocchie e le associazioni cattoliche il sindacato della Cisl e le cooperative bianche il giornale del partito e le pubblicazioni cattoliche

14 PARTITI e TERRITORIO

15 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
I FASE “La politica nel territorio” Nell’Italia bianco-rossa i partiti egemoni -DC e PCI- sono organizzati a livello territoriale in modo capillare e interagiscono strettamente con il territorio. I partiti partecipano alla vita quotidiana delle persone che sono integrate nelle loro organizzazioni. La politica del partito costituisce l’identità e l’organizzazione sociale del territorio operando una mediazione fra centro e periferia fra Stato e società.

16 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
II FASE “Il territorio contro la politica” Nell’Italia «verde» la Lega Nord usa il territorio come una bandiera contro la «politica» e lo Stato centrale: la «Padania» contro «Roma ladrona». I sindaci e i governatori diventano figure importanti mostrando come il potere locale sia contrapposto allo Stato. La Lega è un partito di massa, centralizzato, ma radicato nel territorio, con strutture a livello locale.

17 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
III FASE dal 1995 ad oggi “La politica senza territorio” È l’Italia «azzurra» di Berlusconi: non è importante il partito ma il suo leader che ne fonda l’identità e promuove il consenso. Caratteristiche della nuova politica: -Comunicazione del leader, non partecipazione degli aderenti -Marketing invece di organizzazione territoriale -La centralità della persona del leader sostituisce l’ideologia. Forza Italia come «partito del Presidente» Il PD come PDR - Partito Di Renzi (Diamanti)

18 CONCLUSIONI

19 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
I partiti di massa sono i costruttori e i protagonisti della costruzione della democrazia in Italia, benchè abbiano anche referenti esterni allo Stato: la Chiesa cattolica per la Dc, l’URSS per il Pci. Ma questo ruolo positivo può durare solo finché hanno - una struttura democraticamente articolata -dirigenti di alto profilo politico e culturale -una riconosciuta «moralità politica» E finché non «occupano» le istituzioni dello Stato e l’economia -

20 LA REPUBBLICA DEI PARTITI
Accanto ai partiti di massa hanno un ruolo importante i partiti «minori», portatori di interessi economico-sociali e culturali di determinati settori della società (i partiti liberale, repubblicano, socialdemocratico) mentre altri partiti (Movimento sociale italiano e Partito nazionale monarchico) rappresentano ideologie antitetiche alla Repubblica nata dalla Resistenza.

21 2 IL CENTRISMO

22 DALLA LIBERAZIONE AL CENTRISMO

23 IL CENTRISMO DALLA LIBERAZIONE AL CENTRISMO GOVERNI CLN ( ) Badoglio II,Bonomi,Parri,De Gasperi I GOVERNI DOPO IL 2 GIUGNO De Gasperi II e III GOVERNI CENTRISTI ( dal GIUGNO 1947) De Gasperi IV-VII

24 DALLA LIBERAZIONE AL CENTRISMO
IL CENTRISMO I GOVERNI DEL CLN ( ) BADOGLIO II dopo la «svolta di Salerno» BONOMI dopo la liberazione di Roma PARRI dopo la Liberazione e fine d.guerra DE GASPERI I dopo la sfiducia del PLI a Parri DALLA LIBERAZIONE AL CENTRISMO

25 DALLA LIBERAZIONE AL CENTRISMO
IL CENTRISMO DALLA LIBERAZIONE AL CENTRISMO 2 GIUGNO 1946 – REFERENDUM 54,3 45,7 PRI PdA PSIUP PCI DC PLI

26 IL CENTRISMO DALLA LIBERAZIONE AL CENTRISMO 2 GIUGNO 1946 – REFERENDUM e ELEZIONE COSTITUENTE 54,3 45,7 UOMO QUALUNQUE BNL (PNM) UDN (PLI-DdL) DC PRI PdA PSIUP PCI 5, , , , , , ,7 18,9

27 IL CENTRISMO DALLA LIBERAZIONE AL CENTRISMO 2 GIUGNO 1946 – REFERENDUM e ELEZIONE COSTITUENTE DE GASPERI II (DC, PSI, PCI, PRI) DE GASPERI III (DC,PCI, PSI) 54,3 45,7 UOMO QUALUNQUE BNL (PNM) UDN (PLI-DdL) DC PRI PdA PSIUP PCI 5, , , , , , ,7 18,9 DE GASPERI DE NICOLA

28 DALLA LIBERAZIONE AL CENTRISMO
IL CENTRISMO DALLA LIBERAZIONE AL CENTRISMO IL PRIMO GOVERNO CENTRISTA (maggio 1947) De Gasperi IV VIAGGIO NEGLI STATI UNITI DI DE GASPERI SCISSIONE SOCIALISTA E NASCITA DEL PSLI DI SARAGAT GOVERNO DE GASPERI III (SOLO DC-PCI-PSI) ESTROMISSIONE DI COMUNISTI E SOCIALISTI dal GOVERNO GOVERNI CENTRISTI : DE GASPERI, EINAUDI, SARAGAT,LA MALFA,

29 DALLA LIBERAZIONE AL CENTRISMO
IL CENTRISMO DALLA LIBERAZIONE AL CENTRISMO IL PRIMO GOVERNO CENTRISTA (maggio 1947) De Gasperi IV VIAGGIO NEGLI STATI UNITI DI DE GASPERI SCISSIONE SOCIALISTA E NASCITA DEL PSLI DI SARAGAT GOVERNO DE GASPERI III (SOLO DC-PCI-PSI) ESTROMISSIONE DI COMUNISTI E SOCIALISTI dal GOVERNO GOVERNI CENTRISTI : DE GASPERI, EINAUDI, SARAGAT,LA MALFA, CORTINA DI FERRO E GUERRA FREDDA POLITICA ESTERA FILO-OCCIDENTALE - SFORZA POLITICA ECONOMICA DEFLAZIONISTICA - EINAUDI POLITICA DI REPRESSIONE SOCIALE - SCELBA

30 L’ETA’ DEL CENTRISMO

31 18 APRILE 1948 PRIME ELEZIONI POLITICHE
IL CENTRISMO 18 APRILE 1948 PRIME ELEZIONI POLITICHE 2, ,8 3, , , , ,0 = , , , ,6 EINAUDI Pres. Repubbl

32 18 APRILE 1948 PRIME ELEZIONI POLITICHE
IL CENTRISMO 18 APRILE 1948 PRIME ELEZIONI POLITICHE DE GASPERI V (DC, PLI,PRI,PSDI) 2, ,8 3, , , , ,0 = , , , ,6 DE GASPERI Pres. Consiglio EINAUDI Pres. Repubbl EINAUDI Pres. Repubbl

33 LA LINEA POLITICA DI DE GASPERI
IL CENTRISMO LA LINEA POLITICA DI DE GASPERI La pesante sconfitta elettorale dei «socialcomunisti» e La maggioranza assoluta DC alla Camera e al Senato Non monocolore DC ma coalizione centrista Presidente della Repubblica: non un dc ma un laico Necessità di protezione delle «mezze ali» Evitare un governo confessionale succube del Vaticano

34 IL CENTRISMO IL GOVERNI CENTRISTI 27.01.1950 DE GASPERI VI
DE GASPERI VII

35 IL CENTRISMO IL GOVERNI CENTRISTI 27.01.1950 DE GASPERI VI
DE GASPERI VII ELEZIONI POLITICHE DE GASPERI VIII non ottiene la fiducia del Parlamento

36 LA POLITICA DEL CENTRISMO
IL CENTRISMO LA POLITICA DEL CENTRISMO Le correnti della DC: destra liberista e sinistra dossettiana Gli alleati della DC: PLI al centrodestra e PRI e PSDI al centrosinistra De Gasperi mediatore nel partito e nella coalizione Il liberismo di Einaudi e l’intervento pubblico nell’economia

37 LA POLITICA DEL CENTRISMO
IL CENTRISMO LA POLITICA DEL CENTRISMO Gli aiuti americani del Piano Marshall La liberalizzazione del commercio estero La politica estera filo-occidentale: l’Alleanza Atlantica e CECA L’occupazione delle terre, la Riforma agraria e i suoi limiti La Cassa per il Mezzogiorno per le infrastrutture e l’occupazione L’evasione fiscale e la riforma Vanoni Il Piano Fanfani per l’edilizia popolare

38 L’ANOMALIA DEL SISTEMA PARTITICO ITALIANO IL BIPARTITISMO IMPERFETTO
IL CENTRISMO L’ANOMALIA DEL SISTEMA PARTITICO ITALIANO Giorgio Galli IL BIPARTITISMO IMPERFETTO

39 L’ANOMALIA DEL SISTEMA PARTITICO ITALIANO
IL CENTRISMO L’ANOMALIA DEL SISTEMA PARTITICO ITALIANO Alberto Ronkey IL FATTORE K

40 L’ANOMALIA DEL SISTEMA PARTITICO ITALIANO PLURALISMO POLARIZZATO
IL CENTRISMO L’ANOMALIA DEL SISTEMA PARTITICO ITALIANO Giovanni Sartori PLURALISMO POLARIZZATO

41 3 LA CRISI DEL CENTRISMO

42 LA CRISI DEL CENTRISMO I LA «LEGGE TRUFFA»
L’incremento elettorale delle Destre La preoccupazione dei centristi per maggioranze risicate La riforma elettorale: 65% dei seggi alle liste col 50%+1 La battaglia parlamentare contro la «legge truffa» L’approvazione «anomala» al Senato Alle elezioni le liste apparentate di centro ottengono il 49,8: la legge non scatta per voti.

43 LA CRISI DEL CENTRISMO IL CENTRISMO
ELEZIONI 1953 49,8 5, ,9 3,0 40, , , , ,6 +3, , , , , , ,3 DE GASPERI VIII non ottiene la fiducia del Parlamento

44 LA CRISI DEL CENTRISMO 18.01.1954 FANFANI I (non ottiene la fiducia)
PELLA FANFANI I (non ottiene la fiducia) SCELBA SEGNI ZOLI

45 LA CRISI DEL CENTRISMO I La nuova situazione internazionale
La fine del centrismo e le oscillazioni della DC Il governo Pella come «governo amico» La segretaria di Fanfani e la nuova organizzazione della DC L’elezione di Gronchi alla Presidenza della Repubblica

46 LA CRISI DEL CENTRISMO I La destalinizzazione in Unione sovietica
La «distensione» fra Oriente e Occidente La repressione sovietica della rivolta ungherese Il distacco del PSI dal «Patto di unità di azione» L’«autonomia» del PSI L’incontro di Pralognan e il riavvicinamento fra PSI e PSDI La DC divisa sulla «apertura a sinistra» L’inserimento del MSI nelle maggioranze di governo

47 LA CRISI DEL CENTRISMO I CONCLUSIONI
Instabilità di governi e continuità politica Trasformazioni dell’economia e mutamenti sociali Instabilità di governi e sviluppo economico «non governato» Gli squilibri settoriali (agricoltura e industria) Gli squilibri territoriali (nord e sud) Gli squilibri sociali (accumulazione e salari)

48 FINE


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