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CORSO DI FORMAZIONE SIPO MARCHE PER LO IOM Ancona.

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Presentazione sul tema: "CORSO DI FORMAZIONE SIPO MARCHE PER LO IOM Ancona."— Transcript della presentazione:

1 CORSO DI FORMAZIONE SIPO MARCHE PER LO IOM Ancona.
Ancona, 12 dicembre 2016 Dr.ssa Katia Marilungo Psicologa-Psicoterapeuta-Psiconcologa

2 QUARTO MODULO: LA SPECIFICITA’ DELL’ASSISTENZA DOMICILIARE ONCOLOGICA.
La famiglia come sistema “curato” e la collaborazione con l’equipe multiprofessionale “che si prende cura”. “Il sistema familiare: struttura, confini e ciclo vitale. La vecchiaia.”

3 Che cosa è una famiglia? Un’organizzazione di relazioni di parentela centrate sull’atto generativo deputata a trattare la differenza dei sessi e delle generazioni Cigoli

4 Tipi di “famiglie” 1famiglia bi-generazionale
2 famiglie tri o quadri generazionali 3 famiglie affidatarie 4 famiglie adottive 5 famiglie monoparentali 6 coppie omosessuali 7 famiglie ricomposte 8 persone che convivono insieme senza vincoli istituzionali

5 In qualsiasi momento della sua storia
una famiglia è il frutto di un intreccio di processi: individuali/interpersonali/ familiari / sociali interattivi e simbolici

6 Personali: economiche,salute,istruzione,
Le risorse Personali: economiche,salute,istruzione, caratteristiche personali Familiari: coesione adattabilità stile comunicativo Sociali: rete formali ed informali

7 La struttura Ogni sistema familiare, organizzando le proprie interazioni, tende a mantenere costanti i suoi modelli transazionali, i quali definiscono le relazioni e regolano il comportamento dei vari membri della famiglia La struttura corrisponde all’invisibile insieme di richieste funzionali che determinano il modo in cui i componenti della famiglia interagiscono (Minuchin)

8 Le dimensioni strutturali fondamentali
Le gerarchie L’esistenza di una gerarchia è fondamentale per un buon funzionamento familiare (gerarchie generazionali) La gerarchia è collegata all’attivazione delle competenze genitoriali (sottosistema decisore) I confini Servono a proteggere la differenziazione del sistema nei vari sottosistemi che lo compongono Lo sviluppo delle capacità interpersonali è possibile per la libertà di ogni sottosistema da interferenze esterne Gli schieramenti Alleanze e conflitti Triadi

9 Le violazioni delle gerarchie
Il figlio genitoriale (parental child) L’attribuzione di potere a un figlio può costituire una soluzione funzionale in certe famiglie (famiglie numerose o con genitore solo) Se la delega dell’autorità non è esplicita o è totale e rigida, allora le richieste fatte al figlio possono interferire pesantemente con i bisogni propri della sua età e oltrepassare le sue capacità di sostenerle

10 I confini 1 Sono le regole che definiscono chi partecipa e come
La permeabilità dei confini consente il contatto tra i membri dei diversi sottosistemi Confini funzionali quando c’è un passaggio di informazione adeguata sia per quantità che per qualità esistono informazioni di pertinenza (che varia a seconda del ciclo vitale) di ogni sottosistema, che devono rimanere circoscritte ad esso

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I confini I diversi tipi di confini e la loro simbologia Confini chiari o distinti: sono i confini funzionali; permettono il contatto senza indebita interferenza Confini diffusi: si ha il passaggio di una quantità eccessiva di informazioni e/o di informazioni qualitativamente non pertinenti; la differenziazione del sistema è ridotta Confini rigidi: la quantità di informazioni che passano fra i sottosistemi è insufficiente e/o i sottosistemi sono privati di informazioni che li competono; la comunicazione fra sottosistemi è difficoltosa ______________________

12 Classificazione delle famiglie in base ai loro confini
Famiglie invischiate quando i confini sono diffusi Famiglie disimpegnate quando i confini sono rigidi

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14 Evoluzione fisiologica della famiglia e dell’individuo
Il concetto di ciclo di vita della famiglia trae la sua origine storica dal campo della ricerca sociologica, dove venne utilizzato per lo studio longitudinale di vari fattori (economici, demografici, di crescita e sviluppo dell’individuo) riguardanti la famiglia considerata in una prospettiva evolutiva. Tali ricerche sono tutte immediatamente seguenti la II guerra mondiale e lontane dall’influenza della successiva visione sistemica. Un primo passo importante in questo senso avviene nel 1948 quando Hill e Duvall, pur concettualizzando ancora la famiglia come un insieme di cicli di vita individuali , ne sottolinearono l’interdipendenza. Il concetto di ciclo di vita familiare è da loro considerato infatti nei termini di obiettivi finalizzati alla crescita di un determinato periodo della vita della famiglia.

15 Quindi questi autori fanno coincidere i compiti di sviluppo con i periodi di vita di una famiglia; la Duvall propone la divisione del ciclo vitale familiare in stadi a partire da eventi nodali relativi all’ingresso o all’uscita dalla famiglia dei suoi componenti (matrimonio, nascita e crescita dei figli, uscita dei figli dalla casa dei genitori, pensionamento e morte). Con la pubblicazione di “terapie non comuni” nel 1973, Haley fa entrare il concetto di ciclo vitale della famiglia nell’area della psicoterapia, sebbene la riflessione fosse iniziata da tempo.

16 Il ciclo vitale familiare rappresenta un modello evolutivo che esamina e descrive i cambiamenti che tipicamente avvengono in una famiglia nel corso degli anni.

17 Per Haley, il concetto di ciclo vitale è un concetto secondo cui la famiglia, durante lo svolgimento della sua vita, deve percorrere tappe essenziali per il suo sviluppo , ma che comportano delle crisi, dei conflitti. Queste tappe sono: il corteggiamento; il matrimonio/convivenza; la nascita dei figli; l’ adolescenza dei figli; lo svincolo dei figli; la menopausa; il pensionamento Naturalmente, vi sono anche altri eventi critici (separazioni, malattie, ecc, ecc.), che non sono però fisiologici.

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19 Queste tappe necessariamente apportano cambiamenti nell’organizzazione del sistema familiare, infatti questi sono i momenti critici. Ad ogni tappa pertanto la famiglia si trova ad affrontare una situazione nuova (data dall’evento), che mette in crisi le vecchie modalità di funzionamento non più idonee al cambiamento avvenuto, richiedendo una nuova organizzazione familiare.

20 L’evento caratterizzante ciascuna tappa non comporta necessariamente il passaggio ad uno stadio successivo, ma va inteso come fattore critico di fronte al quale le precedenti modalità di funzionamento del sistema risultano inadeguate. Quando una famiglia non riesce ad attuare il cambiamento e si blocca a una tappa del ciclo vitale, interrompendone l’evoluzione, possono nascere i problemi e i sintomi psichiatrici.

21 Il ciclo vitale familiare è dunque un modello evolutivo che descrive i cambiamenti che avvengono in una famiglia nel corso degli anni; ogni fase deve essere superata efficacemente perché possa essere superata efficacemente anche la fase successiva. Non è l’assenza di problemi a distinguere una famiglia normale da una anormale, ma la sua capacità di affrontare ed adattarsi a situazioni nuove che richiedono modelli alternativi di funzionamento. La famiglia efficace è quella che instaura la maniera relazionale più adeguata in relazione alla fase del ciclo vitale che si attraversa.

22 Per un sistema familiare il compito principale è rappresentato dal riuscire ad instaurare il tipo di relazioni più adeguato in rapporto alla fase del ciclo di vita che la famiglia sta attraversando. In quest’ottica il sintomo può essere visto come il segnale di una difficoltà nel superare uno stadio del suo ciclo vitale; è l’espressione di una disfunzione momentanea all’interno di una famiglia che non riesce ad affrontare un certo evento e, contemporaneamente, è sempre un tentativo di provocare un cambiamento.

23 Si parla di blocco del ciclo vitale se, nel corso di una determinata fase, non avvengono le ridefinizioni delle relazioni interpersonali e la riorganizzazione del sistema che sarebbero necessarie per passare alla fase successiva.

24 Si parla di passaggio incompleto se il passaggio alla fase successiva avviene solo apparentemente, senza che si siano in realtà modificate le relazioni interpersonali e le modalità di funzionamento del sistema familiare (es: matrimonio senza reale svincolo).

25 Le relazioni che legano i membri di una famiglia assumono un carattere organizzativo dando unità a un insieme di diversità (i singoli componenti) in un contesto (la famiglia) dove è garantita la continuità e l’identità di ognuno pur in un processo di cambiamento (che crea storia) e in una trama di vincoli (ha una storia). Ogni cambiamento del ciclo vitale comporta cambiamenti a livello transgenerazionale.

26 La psicologia ha sempre sottolineato l’importanza della famiglia d’origine per la sua funzione di contesto primario di costituzione dei legami e di interlocutore privilegiato di scambi e relazioni lungo l’arco della vita dei suoi componenti. Bowen (1978) sottolinea che in ogni fase del ciclo di vita di una famiglia si devono fare i conti con almeno tre generazioni.

27 Le relazioni familiari hanno il duplice aspetto di vincolo e di risorsa: il vincolo è dato dalla assunzione del ruolo in relazione ad un evento ( il ruolo di figli è dato dall’evento nascita e questa non si può scegliere, ne si può scegliere la famiglia dove nascere); la risorsa del legame è data dalla possibilità di definire, organizzare, creare relazioni (p.e: il legame familiare permette la differenziazione degli individui).

28 L’attaccamento è un fenomeno relazionale che, con modalità e forme diverse, influenza le relazioni sociali che avvengono durante tutta la vita di una persona. L’aspetto di lealtà del legame familiare riveste fondamentalmente la forma di impegno tra le generazioni. La famiglia ha dei vincoli rispetto all’ingresso e all’uscita dei propri componenti e pertanto non sono possibili tutte le possibili scelte relazionali (Il range di movimento è limitato). Ciò che contraddistingue la fase critica è il conflitto.

29 CONFLITTO: su un individuo agiscono contemporaneamente due forze psichiche d’intensità simile, ma di direzione opposta.

30 Il conflitto si può distinguere in:
costruttivo: è un conflitto chiaro, limitato nel tempo e nei modi. Presenta aspetti di simmetria, ma non arriva all’escalation simmetrica. Di solito è un conflitto di contenuto, non di relazione. ostruttivo: è un conflitto negato, è cronico, prevalentemente agisce su aspetti di relazione, presenta escalation simmetrica. Secondo Whitaker il conflitto è l’enzima del cambiamento . La capacità di gestire i conflitti rappresenta un indice importante di sanità o patologia.

31 Le fasi del ciclo vitale
Vediamo ora in dettaglio le diverse fasi del ciclo vitale e le possibili problematiche: Gli uomini hanno in comune con gli altri esseri viventi il processo del corteggiamento, dell’accoppiamento, della costruzione del nido, della procreazione, dell’allevamento della prole e del conseguimento della vita autonoma da parte dei figli, ma data l’organizzazione più complessa dei rapporti sociali dell’uomo, i problemi che si presentano lungo l’arco del ciclo vitale della famiglia sono patrimonio esclusivo della nostra specie. Altra caratteristica esclusiva della specie umana è la presenza dei parenti acquisiti, coinvolti in ogni fase del ciclo vitale.

32 Il corteggiamento e la costituzione della coppia
Il primo incontro tra due ragazzi può portare a conclusioni imprevedibili; il modo in cui l’adolescente deve agire per adeguarsi alla sua situazione familiare può ostacolare il suo processo di sviluppo insieme ai coetanei. Il matrimonio, per quanto detto sopra, è l’incontro tra due famiglie che esercitano la loro influenza e creano una complessa rete di sottosistemi. I giovani si sposano per molte ragioni, per il desiderio di uscire di casa, per liberarsi reciprocamente, perché si sono innamorati, per avere dei bambini, ecc. L’atto simbolico del matrimonio, pur se ha valenze diverse per ognuno, ha soprattutto il valore di un patto che viene stretto per la vita.

33 Non appena la coppia sposata inizia la vita in comune i coniugi devono raggiungere un accordo su molti problemi fondamentali per ogni situazione di vita a due: come trattare le loro famiglie d’origine e i loro amici, come gestire gli aspetti pratici della convivenza e le differenze individuali. In sostanza le idee sul matrimonio e la reale esperienza sono due cose ben distinte. Non appena instaurato un nuovo tipo di rapporto poi, i giovani devono affrontare e gestire i loro contrasti, che magari in un primo periodo non affrontano per via dell’atmosfera serena e della paura di ferirsi. Può succedere con il tempo che le aree da evitare aumentino e che ci sia sempre una apparentemente inspiegabile tensione tra i due, che sfocia prima o poi in un litigio per poi temporaneamente rientrare fino all’accumulo di nuova tensione e nuovi litigi. La coppia cerca così di superare le difficoltà, ma a volte le soluzioni sono insoddisfacenti e creano un crescente senso di sconforto che emerge più avanti nel matrimonio.

34 Famiglia con bambini Una giovane coppia che sia riuscita a stabilire una convivenza accettabile nel periodo del matrimonio si accorge che la nascita di un figlio suscita problematiche nuove e ripropone quelle preesistenti. Il tipo di schema stabilito dalla coppia prima della nascita del bambino era a due, con il figlio si ha una situazione triangolare; un nuovo tipo di gelosia può nascere quando un coniuge sente che l’altro è più attaccato al bambino che al lui o lei (problemi con nuovo coinvolgimento delle famiglie d’origine, triangolazione del figlio nel conflitto coniugale).

35 Famiglia con adolescenti
Negli altri periodi di crisi familiare qualcuno entra o esce dalla famiglia, in questa fase la composizione familiare non cambia, ma i figli da bambini divengono giovani adulti. Si tratta di un problema di svincolo, processo che non è completo fino a che il ragazzo non ha formato dei profondi legami al di fuori della sua famiglia. I genitori possono infatti dare la libertà ai propri figli o imprigionarli nella struttura familiare. Naturalmente, l’autonomia può svilupparsi solo rispetto all’autorità. Genitori eccessivamente democratici, ad esempio, possono ostacolare lo svincolo (potrebbe trattarsi di una manovra deduttiva per trattenere il figlio in famiglia).

36 Famiglia trampolino Quando il figlio lascia la famiglia e i coniugi rimangono nuovamente soli, il matrimonio può entrare in crisi dal momento che per la coppia un modo tipico per mantenere la stabilità del rapporto coniugale è la comunicazione dei genitori attraverso i figli.

37 Famiglia anziana Quando una coppia riesce ad accettare che i figli se ne vadano di casa, spesso passa un periodo di relativa tranquillità che arriva fino al pensionamento. A volte, quando un coniuge va in pensione, può accadere che l’altro cominci a manifestare un sintomo invalidante, per permettere al primo di sentirsi ancora utile.

38 Solitamente, nelle prime due fasi del ciclo vitale prevalgono le forze centripete, mentre nelle ultime tre prevalgono le forze centrifughe. La dimensione più importante all’interno del ciclo vitale è quella dell’adattabilità (dei ruoli, dei confini e delle regole). L’altra variabile è quella della coesione, che deve essere alta nelle prime fasi del ciclo vitale.

39 Fase: Costituzione della coppia Evento critico:  Matrimonio Processo di regolazione delle distanze:  definizione dei confini del nuovo sistema coniugale differenziazione e distacco dalla famiglia d’origine Compiti di sviluppo:  formazione dell’identità di coppia ridefinizione delle relazioni con la famiglia estesa e con gli amici, mediante l’inclusione del coniuge e della relazione coniugale

40 Fase:  Famiglia con bambini Evento critico:  Nascita del o dei figli Processo di regolazione delle distanze:  apertura dei confini di coppia per far spazio ai figli e ridefinizione di precisi confini familiari. Impegno nel nuovo sistema familiare (alta coesione) superamento della barriera gerarchica intergenerazionale (da figli si diventa genitori) Compiti di sviluppo:  accettazione di una nuova generazione (la terza) assunzione dei ruoli parentali. Accomodamento delle relazioni di coppia con l’inclusione degli aspetti genitoriali ristrutturazione delle relazioni con la famiglia d’origine attraverso il comune ruolo genitoriale (seconda e prima generazione) conoscere le persone dietro ai ruoli

41 Fase:  Famiglia con adolescenti Evento critico:  Adolescenza dei figli Processo di regolazione delle distanze:  aumento della flessibilità dei confini familiari per permettere il progressivo svincolamento dei figli avvicinamento alla famiglia d’origine Compiti di sviluppo:  adeguamento delle relazioni genitori-figli per consentire la reciproca separazione rifocalizzazione degli obiettivi di coppia e del futuro professionale accresciuta partecipazione ai problemi della prima generazione che sta invecchiando

42 Fase: Famiglia trampolino Evento critico:  I figli escono di casa Processo di regolazione delle distanze:  ulteriore aumento della flessibilità familiare per la molteplicità di uscite dalla famiglia e di entrate nell’organizzazione familiare impegno verso la famiglia d’origine Compiti di sviluppo:  accettazione della relazione adulto/adulto tra genitori e figli (seconda e terza generazione) apertura del campo relazionale coniugale per includere nuore/generi rinegoziazione e reinvestimento nelle relazioni di coppia sostegno della prima generazione

43 Fase: Famiglia anziana Primo evento critico:   Pensionamento Processo di regolazione delle distanze:  impegno nella coppia coniugale Compiti di sviluppo:  mantenimento degli interessi favorire, sostenere il ruolo della generazione di mezzo partecipare alla vita ei nipoti

44 Fase:  Famiglia anziana Secondo evento critico:  Malattia (e morte) Processo di regolazione delle distanze:  avvicinamento ai figli Compiti di sviluppo  mantenere gli interessi adattandoli al declino psicologico accettare la perdita del coniuge e prepararsi alla propria morte

45 La VECCHIAIA E’ un periodo complesso del ciclo di vita perché è tra quelli più intrisi di cambiamenti e modifiche; di conseguenza è inevitabile che queste modifiche portino ad un adattamento di cambiamenti molteplici che coinvolgono più dimensioni della persona: fisica, psicologica, sociale e relazionale.

46 Tipi di cambiamenti Scenescenza: periodo della vita che va dai 65 anni in poi. Si tende a distinguere tra 3a e 4a : la prima va dai 65 ai 75 anni, la seconda dai 75 in poi (giovani vecchi, vecchi vecchi). Questa distinzione è usata di rado perché non è del tutto veritiera per via che soprattutto nell’età anziana ci sono molte differenze tra persona e persona. Il nostro stile di vita incide sulla vecchiaia.

47 L’invecchiamento è un fenomeno non soltanto biologico bensì anche psicologico. Quando una persona comincia a guardare indietro al proprio passato con nostalgia sempre più forte e al futuro con ansia e insicurezza, quando il passato appare globalmente sotto una luce positiva mentre il presente e ancor più il futuro si prospettano carichi di ombre inquietanti, allora si può dire che si è entrati nell’ultima parte della vita, nella senescenza.

48 Si potrebbero inoltre tracciare alcuni particolari profili classici dell’invecchiamento psicologico:
1. Costruttività: un uomo dotato di senso dell’umorismo, tollerante, consapevole di se stesso e con una infanzia felice, di solito accetta relativamente bene l’invecchiamento, il pensionamento e la morte, non ha eccessivi rimpianti e soprattutto riesce a guardare al futuro e a conservare la capacità di trovare piacere (nel cibo, nel lavoro, nel bere, nel sesso ecc.).

49 2. Dipendenza: una persona ambiziosa, socialmente passiva, con buona capacità di osservazione, molto ottimista ma non pratica, tendente ad essere dominata dal partner, di solito è contenta di andare in pensione, adora le vacanze ed abbonda in cibo e bere, ma alla fine non è affatto soddisfatta di questo tipo di vita.

50 3. Difesa: una persona con una vita professionale stabile, ben adattata, socialmente attiva, che ha sempre rifiutato aiuti, emotivamente molto controllata, abitudinaria, che agisce solo quando vi è costretta, di solito è molto spaventata dalla vecchiaia e quindi cerca di rimandare il più possibile il pensionamento non vedendone i vantaggi né gli svantaggi.

51 4. Ostilità: una persona lamentosa, sospettosa, aggressiva, spesso con vita professionale instabile, vede solo svantaggi nella vecchiaia, invidia molto i giovani e ha il terrore della morte.

52 5. Rifiuto di se stesso: una persona sprezzante di se stessa, molto critica, con poche ambizioni, socialmente ed economicamente in progressivo declino, con matrimonio spesso infelice e pochi hobbies, che si sente vittima delle circostanze, accetta di buon grado il fatto di invecchiare e non invidia i giovani, anzi spesso è stanco della vita e considera la morte come un sospirato sollievo.

53 Tutte queste descrizioni sono in realtà soltanto miti,
stereotipi, cioè modelli convenzionali che si basano su opinioni precostituite, generalizzate e troppo semplicistiche. Bisogna inoltre sapere e tenere sempre presente questo fatto: negli anziani che presentano declini intellettuali spesso la causa non è necessariamente l’inevitabile processo biologico dell’invecchiamento bensì tutta una serie di stress psico- emotivi (problemi psicologici legati alla salute fisica, impedimenti nello svolgimento delle normali attività quotidiane, mancanza di partecipazione ad attività gratificanti, scarsa quantità o qualità dei contatti sociali, luogo di residenza inadeguato, problemi economici ecc.) legati all’avanzare dell’età, stress che almeno in buona parte potrebbero essere prevenuti o trattati.

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