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PubblicatoRomina Molteni Modificato 7 anni fa
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I CONTESTI URBANI DELL’AL-TO ADRIATICO DI FRONTE AI PROCESSI MIGRATORI E AL RIAFFERMARSI DELLE FUN-ZIONI DI REGOLAZIONE E DIFFERENZIAZIONE DEI CONFINI Moreno Zago | Università di Trieste SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA 25-26 NOVEMBRE 2016 CONVEGNO SCIENTIFICO LA SOCIETÀ ITALIANA E LE GRANDI CRISI ECONOMICHE
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25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
I CONTESTI URBANI DELL’ALTO ADRIATICO DI FRONTE AI PROCESSI MIGRATORI E AL RIAFFERMARSI DELLE FUNZIONI DI REGOLAZIONE E DIFFERENZIAZIONE DEI CONFINI Il ritorno dei muri E l’Ungheria ha già alzato il suo muro: Mai più un profugo nei nostri confini (la Repubblica, 13 agosto 2015) Slovenia, filo spinato indispensabile al confine con la Croazia in vista di una nuova ondata di rifugiati (il Piccolo, 4 gennaio 2016) Lubiana chiude ai migranti di ritorno (il Piccolo, 14 gennaio 2016) Austria, l’annuncio del cancelliere: Sospendiamo Schengen (il Piccolo, 16 gennaio 2016) Bulgaria, confini presidiati dai “cacciatori di migranti” (il Piccolo, 12 luglio 2016) Ungheria, al confine ci sono i fantocci spaventa-migranti (il Piccolo, 18 agosto 2016) Slovenia, pronto il piano per bloccare gli arrivi (il Piccolo, 11 settembre 2016) Caritas, Dossier: la rotta dei Balcani, 2016
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Fantasie di democrazia murata
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA I CONTESTI URBANI DELL’ALTO ADRIATICO DI FRONTE AI PROCESSI MIGRATORI E AL RIAFFERMARSI DELLE FUNZIONI DI REGOLAZIONE E DIFFERENZIAZIONE DEI CONFINI Fantasie di democrazia murata La fantasia dell’estraneo pericoloso. La fantasia del contenimento. La fantasia dell’impermeabilità. La fantasia dell’incontaminazione. Wendy Brown, Stati murati, sovranità in declino, 2013 Sondaggio Demo & Pi, Settembre 2016 (n )
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Giorni passati dalla domanda in Commis-sione all'audizione
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA I CONTESTI URBANI DELL’ALTO ADRIATICO DI FRONTE AI PROCESSI MIGRATORI E AL RIAFFERMARSI DELLE FUNZIONI DI REGOLAZIONE E DIFFERENZIAZIONE DEI CONFINI Friuli Venezia Giulia: Richiedenti asilo In viaggio con i disperati: i "muri" li spingono verso il nostro confine (il Messaggero Veneto, 22 gennaio 2016) Provenienza % Afghanistan, Pakistan 69,6 Centro-Sud Africa 18,5 Balcani-Europa 9,3 Medio oriente 2,0 Sud America 0,2 Grande Magreb 0,4 Totale 100,0 (n ) 3.179 richieste nel 2015 Età al momento della domanda Anni Afghanistan, Pakistan 25,3 Centro-Sud Africa 24,6 Balcani-Europa 27,9 Medio oriente 30,5 Sud America 34,4 Grande Magreb 32,2 Totale 25,6 Giorni passati dalla domanda in Commis-sione all'audizione n. Afghanistan, Pakistan 83 Centro-Sud Africa 156 Balcani-Europa 87 Medio oriente 99 Sud America 103 Grande Magreb Totale 97 Dati Commissione territoriale di Gorizia,
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L’accoglienza dei richiedenti asilo in Friuli Venezia Giulia
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA I CONTESTI URBANI DELL’ALTO ADRIATICO DI FRONTE AI PROCESSI MIGRATORI E AL RIAFFERMARSI DELLE FUNZIONI DI REGOLAZIONE E DIFFERENZIAZIONE DEI CONFINI L’accoglienza dei richiedenti asilo in Friuli Venezia Giulia Anci et al., Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016 (dati al 30 giugno 2016)
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Accoglienza diffusa… non tanto diffusa
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA I CONTESTI URBANI DELL’ALTO ADRIATICO DI FRONTE AI PROCESSI MIGRATORI E AL RIAFFERMARSI DELLE FUNZIONI DI REGOLAZIONE E DIFFERENZIAZIONE DEI CONFINI Accoglienza diffusa… non tanto diffusa Oltre 400 profughi alla Cavarzerani di Udine (il Messaggero Veneto, 3 gennaio 2016) Tarvisio, buco di 730 mila euro per i profughi (il Messaggero Veneto, 19 febbraio 2016) Il sindaco di Gradisca d’Isonzo: Ma l’obiettivo è il superamento del Cara (il Piccolo, 25 agosto 2016) Il viceprefetto di Gorizia: «Non possiamo neppure trasferirli in altre località» (il Piccolo, 30 settembre 2016) Il viceprefetto di Gorizia: «Migranti nell’Isontino, siamo di nuovo al collasso» (il Piccolo, 7 novembre 2016) Prefettura: «Migranti, Gorizia è al completo. Serve aiuto dai Comuni» (il Piccolo, 16 novembre 2016) Gorizia: migranti, il dormitorio di galleria Bombi (il Piccolo, 21 novembre 2016) Sui 216 Comuni in Fvg, solo 40 hanno aperto centri, strutture e appartamenti
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Trieste: modello di accoglienza diffusa in tutta Italia
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA I CONTESTI URBANI DELL’ALTO ADRIATICO DI FRONTE AI PROCESSI MIGRATORI E AL RIAFFERMARSI DELLE FUNZIONI DI REGOLAZIONE E DIFFERENZIAZIONE DEI CONFINI Trieste: modello di accoglienza diffusa in tutta Italia Fin dall’aprile 2013, allo scopo di fare fronte alle accresciute necessità di accoglienza derivanti da un numero crescente di arrivi di richiedenti asilo che giungevano a Trieste dai confini terrestri (rotta balcanica) il Comune di Trieste e la Prefettura di Trieste hanno sottoscritto una convenzione per la gestione “extra-SPRAR” di tutti i richiedenti asilo presenti nel territorio di Trieste. Con detta convenzione “Il Comune s’impegna a garantire, tramite soggetti con comprovata esperienza in ambito SPRAR, l’accoglienza, nel limite dei posti disponibili, dei richiedenti asilo segnalati dalla Prefettura, assicurando ad essi [tutti i servizi] secondo quanto previsto dalle linee guida dello SPRAR” (art. 2 convenzione).
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Il modello Trieste: costa meno e funziona
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA I CONTESTI URBANI DELL’ALTO ADRIATICO DI FRONTE AI PROCESSI MIGRATORI E AL RIAFFERMARSI DELLE FUNZIONI DI REGOLAZIONE E DIFFERENZIAZIONE DEI CONFINI Il modello Trieste: costa meno e funziona I richiedenti asilo vivono in appartamenti diffusi in tutta la città, con costi minori di una gestione emergenziale. Negli ultimi tre anni si è dato risposta ad un aumento di oltre il 300% dei migranti da accogliere. Il modello Trieste è un meccanismo che fa abbassare i costi dell’accoglienza: niente catering, niente operatori notturni, niente guardiani. Ogni appartamento, locato sul mercato privato, ospita 4-5 persone. Ogni operatore segue due appartamenti. L’intuizione è stata di far rientrare i richiedenti asilo nel sistema dei servizi. Il comune ha concepito il tutto come una parte del servizio erogato ad una fetta di popolazione che è cresciuta. L’emergenza non è stata percepita come tale, ma come cambiamento demografico.
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I CONTESTI URBANI DELL’ALTO ADRIATICO DI FRONTE AI PROCESSI MIGRATORI E AL RIAFFERMARSI DELLE FUNZIONI DI REGOLAZIONE E DIFFERENZIAZIONE DEI CONFINI Criticità E il prefetto lavora per alleggerire Trieste (il Piccolo, 13 ottobre 2016) Torna l’emergenza Silos: «Qui dormiamo già in 40» (il Piccolo, 4 novembre 2016) Profughi al Silos, il Comune di Trieste alza la voce (il Piccolo, 6 novembre 2016) L’ombra di Mafia capitale sull’accoglienza a Trieste (il Piccolo, 20 novembre 2016)
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Come reagiscono le persone di fronte a questi due modelli?
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA I CONTESTI URBANI DELL’ALTO ADRIATICO DI FRONTE AI PROCESSI MIGRATORI E AL RIAFFERMARSI DELLE FUNZIONI DI REGOLAZIONE E DIFFERENZIAZIONE DEI CONFINI Studio: Come reagiscono le persone di fronte a questi due modelli? Modello C.a.r.a. (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) a Gradisca d'Isonzo. Modello Accoglienza diffusa a Trieste. Estate-Autunno 2015, interviste ai residenti delle aree circostanti il Cara di Gradisca d’Isonzo e ai condomini/residenti dei quartieri che hanno ospitato i rifugiati. Caratteristiche degli intervistati: nessuna differenza nel genere (equidistribuito), leggermente più istruito il gruppo isontino, più anziano quello triestino. Più portato a sentimenti localisti il primo e cosmopoliti il secondo.
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È l'unica via per l'integrazione La costanza porterà al miglioramento
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA I CONTESTI URBANI DELL’ALTO ADRIATICO DI FRONTE AI PROCESSI MIGRATORI E AL RIAFFERMARSI DELLE FUNZIONI DI REGOLAZIONE E DIFFERENZIAZIONE DEI CONFINI È l'unica via per l'integrazione La costanza porterà al miglioramento Ogni iniziativa educa e migliora la vivibilità Occorre informare di più i residenti I cittadini (residenti, inquilini) devono essere coinvolti nelle scelte Insegnare le regole ai conviventi Più controlli da parte di polizia Ci sono troppe persone non in regola che non fanno niente
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I CONTESTI URBANI DELL’ALTO ADRIATICO DI FRONTE AI PROCESSI MIGRATORI E AL RIAFFERMARSI DELLE FUNZIONI DI REGOLAZIONE E DIFFERENZIAZIONE DEI CONFINI «Il modello di accoglienza nettamente preferibile, almeno nelle aree urbane, è quello dell’accoglienza diffusa sul territorio con ricorso a ordinarie unità abitative di civile abitazione, autogestite dai beneficiari all’interno di un quadro chiaro di servizi e di controlli, limitando quanto più possibile l’utilizzo di “centri di accoglienza” in ragione della loro inevitabile natura di luoghi separati dal contesto sociale (anche quando si tratta di strutture di medie dimensioni). Il ricorso ad unità abitative di civile abitazione permette alla popolazione residente di entrare in diretto contatto con le persone accolte e favorisce la percezione della presenza dei rifugiati nel territorio non come un fenomeno emergenziale carico di incognite ma come un fenomeno gestibile. Va evidenziata in tal senso la pressoché totale assenza nel territorio di Trieste, di problematiche di ordine pubblico connesse alla presenza dei richiedenti asilo. L’esperienza triestina dell’accoglienza diffusa è tanto più significativa qualora si consideri l’elevato numero di presenze, nonché il fatto che Trieste, come ben noto, è area di primo ingresso di richiedenti protezione internazionale e l’allestimento di strutture di prima accoglienza collettive di medie-grandi dimensioni poteva essere considerata, a prima vista, la soluzione più semplice» (Rapporto del comune di Trieste 2015).
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Grazie! 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
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