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PubblicatoAlessandra Belloni Modificato 7 anni fa
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Il cinquantesimo dell’enciclica “Populorum progressio”
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Il documento di papa Paolo VI
Il 26 marzo 1967 papa Paolo VI pubblicò l’enciclica “Populorum progressio” (“Lo sviluppo dei popoli”), dedicata al tema della cooperazione internazionale e ai problemi delle popolazioni dei Paesi sottosviluppati. Nel documento il pontefice esprimeva le proprie preoccupazioni per il costante aggravamento dello squilibrio che già in quegli anni caratterizzava i rapporti tra il Nord e il Sud del mondo. La firma dell’enciclica “Populorum progressio” da parte di papa Paolo VI. Il cinquantesimo della “Populorum progressio” > Il documento di papa Paolo VI
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Il significato del termine “enciclica”
Con il termine enciclica (che deriva dal greco enkýklos, “in circolo”), nei primi tempi del cristianesimo, si indicava una lettera circolare che veniva inviata a tutte le Chiese di una stessa area; successivamente assunsero questo nome le lettere pastorali, scritte in latino e relative ad argomenti dottrinali o morali, che i pontefici diffondono, affinché circolinofra i vescovi e fra tutti i fedeli della Chiesa cattolica. Il titolo del documento, “Populorum progressio”, come di consueto, cita le prime parole con cui inizia l’enciclica. L’imposizione della firma papale a un’enciclica. Il cinquantesimo della “Populorum progressio” > Il significato del termine “enciclica”
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La dura condanna del papa
Oltre a ribadire il diritto di tutti gli esseri umani al benessere, il documento del papa criticava energicamente lo sfruttamento da parte delle nazioni europee e occidentali, che aggravava sempre di più le già precarie condizioni di vita delle popolazioni dei Paesi più poveri. Un’immagine di papa Paolo VI subito dopo la sua elezione al trono pontificio, avvenuta il 21 giugno 1963. Il cinquantesimo della “Populorum progressio” > La dura condanna del papa
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Mancato sviluppo del Terzo Mondo
Le critiche contro le due superpotenze Il papa criticò in particolare le superpotenze USA e URSS, che si erano dimostrate incapaci di rispondere alle esigenze delle altre nazioni, riunite nel cosiddetto Terzo Mondo. Mancato sviluppo del Terzo Mondo Capitalismo: la ricchezza del mondo occidentale, guidato dagli Stati Uniti, si basava sul secolare sfruttamento delle risorse del Terzo Mondo. Collettivismo marxista: le scelte economiche dei Paesi del blocco comunista, guidati dall’Unione Sovietica, non favorivano lo sviluppo dei Paesi più poveri. Il cinquantesimo della “Populorum progressio” > Le critiche contro le due superpotenze
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dello sviluppo economico
Una nuova visione dello sviluppo economico La dottrina su cui si basava il documento era esplicitata nella massima: “lo sviluppo non si riduce alla sola crescita economica”; il concetto di sviluppo per gli esseri umani doveva garantire l’effettiva affermazione della vocazione di ogni individuo, delle sue legittime aspirazioni (non limitate all’aspetto economico) e del suo progetto di vita nel mondo. Il cinquantesimo della “Populorum progressio” > Una nuova visione dello sviluppo economico
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Le proposte di Paolo VI L’enciclica formulò anche numerose proposte concrete: la creazione di un fondo mondiale per aiutare economicamente i Paesi più poveri; l’adozione di scelte politiche che favorissero nuove forme di sviluppo per rafforzare la stabilità della pace sulla Terra; l’impegno di tutti per la carità e la fratellanza internazionale; l’eliminazione dei principali ostacoli all’integrazione internazionale, identificati nelle ideologie nazionaliste e nel razzismo, nelle ambizioni sfrenate di ricchezza e di potere e nelle ingiustizie sociali. Il cinquantesimo della “Populorum progressio” > Le proposte di Paolo VI
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Alle origini della “Populorum progressio”
Paolo VI approfondì le proprie conoscenze sui problemi dei Paesi in via di sviluppo compiendo numerosi viaggi in Sud America, in Africa e in Asia: in queste occasioni constatò personalmente le drammatiche condizioni di vita di milioni di poveri nei Paesi del Terzo Mondo. Papa Paolo VI durante un suo viaggio a Manila, nelle Filippine. Il cinquantesimo della “Populorum progressio” > Alle origini della “Populorum progressio”
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Le reazioni al documento
L’enciclica ribadiva il diritto dei popoli oppressi a ribellarsi anche usando la forza, se necessario; inoltre, secondo papa Paolo VI, la proprietà privata di un bene non ha ragione di esistere se si è in presenza di individui che sono privi del necessario per il loro sostentamento. Queste istanze provocarono in Italia la reazione degli ambienti politici conservatori, che tacciarono l’enciclica come eccessivamente vicina alla dottrina sociale di ispirazione progressista. Un’immagine di Paolo VI in uno degli ultimi anni del suo pontificato. Il cinquantesimo della “Populorum progressio” > Le reazioni al documento
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L’eredità dell’enciclica
Molte delle idee esposte nell’enciclica costituiscono il fondamento dell’attuale dottrina della Chiesa cattolica e del magistero di papa Francesco, inteso a cancellare gli squilibri che minacciano la salvaguardia della pace nel mondo e a impedire che le guerre economiche aumentino le ingiustizie e le forme di oppressione che gravano sui poveri del mondo. Paolo VI fu beatificato da papa Francesco il 19 ottobre 2014. Il cinquantesimo della “Populorum progressio” > L’eredità dell’enciclica
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Per riflettere e approfondire
Rispondi alle seguenti domande: Che cosa si intende con il termine “enciclica”? Quali erano le proposte formulate dalla “Populorum progressio” e chi la scrisse? Quali novità introdusse nel panorama politico internazionale? Puoi leggere il testo completo dell’enciclica “Populorum progressio” all’indirizzo internet: Il cinquantesimo della “Populorum progressio” > Per riflettere e approfondire
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