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Trasferimento d’azienda
Art c.c. Art. 47 l.n. 428/1990
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Fonti normative Art. 2112 c.c. Direttiva CE n. 77/187
Art. 47 l.n. 428/1990 Direttiva CE n. 98/50 D.lg.vo n. 18/2001 Direttiva CE n. 2001/23 Art. 32 d.lg.vo n. 276/2003
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Tutela individuale del lavoratore
Art c.c.
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NOZIONE DI TRASFERIMENTO DI AZIENDA
Art c.c., V c.: qualsiasi operazione che, in seguito a cessione contrattuale o fusione, comporti il mutamento nella titolarità di un'attività economica organizzata, con o senza scopo di lucro, preesistente al trasferimento e che conserva nel trasferimento la propria identità a prescindere dalla tipologia negoziale o dal provvedimento sulla base del quale il trasferimento è attuato ivi compresi l'usufrutto o l'affitto di azienda.
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NOZIONE DI TRASFERIMENTO DI AZIENDA
Art c.c., V c.: Le disposizioni del presente articolo si applicano altresì al trasferimento di parte dell'azienda, intesa come articolazione funzionalmente autonoma di un'attività economica organizzata, identificata come tale dal cedente e dal cessionario al momento del suo trasferimento
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Ampiezza nozione di trasferimento di azienda
Dall’articolazione funzionalmente autonoma preesistente al trasferimento ad articolazioni di azienda prive di autonomia fino al trasferimento (modifica introdotta dal d.lg.vo n. 276/2003) = Outsourcing di fasi o parti dell’attività
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Attività economica organizzata
“entità economica che conserva la propria identità, intesa come insieme di mezzi organizzati al fine di svolgere un’attività economica, sia essa essenziale o accessoria” direttiva CE n.98/50 entità prive di elementi materiali o immateriali, es. successione nell’appalto pulizia locali
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Principio della continuità del rapporto di lavoro
Art c.c., I c.: In caso di trasferimento d'azienda, il rapporto di lavoro continua con il cessionario ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano. = Successione nel contratto è un effetto necessario Non è richiesto il consenso del lavoratore (salva applicazione art c.c., dimissioni con preavviso)
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Principio della continuità del rapporto di lavoro
Art c.c., IV c.: Ferma restando la facoltà di esercitare il recesso ai sensi della normativa in materia di licenziamenti, il trasferimento d'azienda non costituisce di per sé motivo di licenziamento. Il lavoratore, le cui condizioni di lavoro subiscono una sostanziale modifica nei tre mesi successivi al trasferimento d'azienda, può rassegnare le proprie dimissioni con gli effetti di cui all'art , I c. (per giusta causa con diritto ad indennità di mancato preavviso).
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Applicazione della tutela dell’art. 2112 c.c.: vantaggi e svantaggi
La tutela è vantaggiosa quando il trasferimento riguarda l’azienda o l’impresa nel suo complesso E’ svantaggiosa quando oggetto del trasferimento è un’articolazione dell’impresa: possibile peggioramento condizioni di lavoro
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Vincolo solidarietà Art. 2112 c.c., II c.
Il cedente ed il cessionario sono obbligati, in solido, per tutti i crediti che il lavoratore aveva al tempo del trasferimento. Con le procedure di cui agli articoli 410 e 411 del codice di procedura civile il lavoratore può consentire la liberazione del cedente dalle obbligazioni derivanti dal rapporto di lavoro.
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Vincolo solidarietà Art. 2112 c.c., VI c.:
Nel caso in cui l'alienante stipuli con l'acquirente un contratto di appalto la cui esecuzione avviene utilizzando il ramo d'azienda oggetto di cessione, tra appaltante e appaltatore opera il regime di solidarietà di cui all'articolo 29 del decreto legislativo 10 settembre 2003,n. 276
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Conservazione trattamenti economici e normativi
Art c.c., III c.: Il cessionario è tenuto ad applicare i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi nazionali, territoriali ed aziendali vigenti alla data del trasferimento, fino alla loro scadenza, salvo che siano sostituiti da altri contratti collettivi applicabili all'impresa del cessionario. L'effetto di sostituzione si produce esclusivamente fra contratti collettivi del medesimo livello.
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La tutela collettiva nel trasferimento di azienda
Art. 47 l.n. 428/1990
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Obbligo di informazione sindacale
Quando si intenda effettuare un trasferimento d'azienda in cui sono complessivamente occupati più di quindici lavoratori, anche nel caso in cui il trasferimento riguardi una parte d'azienda, il cedente ed il cessionario devono darne comunicazione per iscritto almeno venticinque giorni prima che sia perfezionato l'atto di trasferimento alle rappresentanze sindacali
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Obbligo di informazione sindacale: contenuto
L'informazione deve riguardare: a) la data o la data proposta del trasferi mento; b) i motivi del programmato trasferi mento d'azienda; c) le sue conseguenze giuridiche, econo miche e sociali per i lavoratori; d) le eventuali misure previste nei con fronti di questi ultimi
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Consultazione sindacale
Su richiesta scritta delle rappresentanze sindacali o dei sindacati di categoria, comunicata entro sette giorni dal ricevimento della comunicazione del trasferimento, il cedente e il cessionario sono tenuti ad avviare, entro sette giorni dal ricevimento della richiesta dei sindacati, un esame congiunto con i soggetti sindacali richiedenti. La consultazione si intende esaurita qualora, decorsi dieci giorni dal suo inizio, non sia stato raggiunto un accordo
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Condotta antisindacale
Il mancato rispetto, da parte del cedente o del cessionario, degli obblighi di informazione e consultazione sindacale costituisce condotta antisindacale ai sensi dell'articolo 28 della legge 20 maggio 1970, n. 300
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Aziende in crisi Qualora il trasferimento riguardi aziende o unità produttive in crisi aziendale accertata o sottoposte a procedura concorsuale e nel corso della consultazione sia stato raggiunto un accordo circa il mantenimento anche parziale dell'occupazione, ai lavoratori il cui rapporto di lavoro continua con l'acquirente non trova applicazione l'articolo 2112 del codice civile
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Aziende in crisi Il predetto accordo può altresì prevedere che il trasferimento non riguardi il personale eccedentario e che quest'ultimo continui a rimanere, in tutto o in parte, alle dipendenze dell'alienante. I lavoratori che non passano alle dipendenze dell'acquirente, dell'affittuario o del subentrante hanno diritto di precedenza nelle assunzioni che questi ultimi effettuino entro un anno dalla data del trasferimento, ovvero entro il periodo maggiore stabilito dagli accordi collettivi. Nei confronti dei lavoratori predetti, che vengano assunti dall'acquirente, dall'affittuario o dal subentrante in un momento successivo al trasferimento d'azienda, non trova applicazione l'articolo 2112 del codice civile
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Licenziamenti collettivi
Artt. 4 e 24 L.n. 223/1991
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Eccedenze di personale
Collocamento in mobilità = imprese in Cigs art. 4 l.n. 223/1991 Licenziamento collettivo per riduzione di personale = tutti i datori di lavoro Art. 24 l.n. 223/1991 Limite occupazionale per entrambe le procedure di 15 dipendenti
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Art. 4 l.n. 223/1991 Mobilità Impresa in Cigs che non riesce a reimpiegare tutti i lavoratori Irrilevanza del numero dei lavoratori coinvolti
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Art. 4 l.n. 223/1991 Procedura di mobilità
Obbligo di informazione ai sindacati e alla pubblica autorità Eventuale esame congiunto Eventuale mediazione degli organi pubblici Ricerca di soluzioni alternative alla mobilità (deroga art c.c., piani sociali)
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Art. 4 l.n. 223/1991 Mobilità: licenziamenti
Anche in assenza di accordo collettivo l’imprenditore può procedere al collocamento in mobilità, licenziando i lavoratori eccedenti Criteri di scelta dei lavoratori Comunicazione in forma scritta del licenziamento ai lavoratori - obbligo di preavviso Inefficacia licenziamenti intimati senza forma scritta o senza rispettare la procedura -Annullabilità licenziamenti intimati in violazione dei criteri di scelta applicazione reintegrazione ex art. 18 S.L. – termine impugnazione 60 gg. (no termine x mancanza forma scritta)
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Licenziamento per riduzione di personale Art. 24 ln. 223/1991
Riduzione o trasformazione di attività o di lavoro 5 licenziamenti in un arco di 120 gg. In un’unica unità produttiva o in più unità produttive nell’ambito provinciale Cessazione di attività
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Licenziamento per riduzione di personale:procedura
Si applicano le norme dettate per la mobilità ovvero l’art. 4 l.n. 223/1991
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