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I LONGOBARDI 569-774.

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Presentazione sul tema: "I LONGOBARDI 569-774."— Transcript della presentazione:

1 I LONGOBARDI

2 LE FONTI LE FONTI CHE CI PARLANO DI QUESTO POPOLO GERMANICO SONO DI DUE GENERI: SCRITTE E MATERIALI Le fonti materiali sono tantissimi oggetti rinvenuti anche nei corredi funebri dei defunti: si tratta di armi, di oggetti di oreficeria, di capi di vestiario, di suppellettile varia Uno storico longobardo, PAOLO DIACONO, scrive un’opera «Storia dei Longobardi» in cui parla del suo popolo e la scrive in latino Anche il papa GREGORIO MAGNO scrive delle lettere ai vari vescovi d’Italia commentando le varie fasi dell’occupazione longobarda

3 Corredo funerario di un cavaliere longobardo (Collegno- Torino)
COLTELLI Corredo funerario di un cavaliere longobardo (Collegno- Torino) SPADA LUNGA CROCE D’ORO LANCIA SCUDO DA PARATA CON MANICO ELEMENTI METALLICI DI DUE CINTURE (IL CUOIO SI E’ CONSUMATO) STAFFA

4 Da queste fonti apprendiamo che:
IL LORO NOME SIGNIFICA «POPOLO DALLE LUNGHE BARBE» O «LUNGHE LANCE» LA LUNGA BARBA E LA LUNGA CHIOMA FULVA CONFERIVA LORO UN ASPETTO SPAVENTOSO PER I ROMANI ERANO UN POPOLO DI POTENTI E FEROCI GUERRIERI: IL CAVALLO ERA IL LORO ANIMALE SIMBOLO E COMBATTEVANO CON SPADE LUNGHE MA ANCHE CORTE (LO SCRAMAX) LA LORO LINGUA AVEVA UN SUONO DURO, CHE SCHIOCCAVA COME UNA FRUSTA, MOLTO DIVERSA DAL LATINO DI RELIGIONE ERANO PAGANI, POI SI CONVERTIRONO ALL’ARIANESIMO

5 PRATICAVANO ANCHE L’ARTE ORAFA, CON GRANDE MAESTRIA
Una chioccia e i suoi sette pulcini beccano dei semi dal terreno, VI-VII secolo. Secondo la tradizione questo prezioso oggetto in lamina di argento dorato e gemme, fu donato alla Basilica di Monza dalla regina longobarda Teodolinda. (Monza, Museo del Duomo) Qualcuno sostiene che rappresenti la regina Teodolinda con i suoi sudditi, altri Cristo con i suoi fedeli

6 CORONA FERREA La leggenda vuole che papa Gregorio I abbia donato uno dei chiodi della croce di Cristo a Teodolinda, regina dei Longobardi, che fece erigere il duomo di Monza; ella fece fabbricare la corona e vi inserì il chiodo, ribattuto a forma di lamina circolare. La Corona Ferrea fu usata dai re Longobardi, e poi da Carlo Magno (che la ricevette nel 775) e dai suoi successori, per l'incoronazione dei re d'Italia. Splendido esempio di oreficeria longobarda del VII secolo conservato a Monza, la Croce di Agilulfo contiene delle gemme lavorate e intagliate secondo l’uso barbarico e incastonate a freddo dell’oro, alternate a perle. Le file di perline, che invece possiamo notare ai bordi della croce, conferiscono a tutta l’opera lucentezza e luminosità sull’intera superficie.

7 ORGANIZZAZIONE SOCIALE
ERANO ORGANIZZATI IN TRIBU’ CHIAMATE FARE, OGNUNA DELLE QUALI GOVERNATE DA UN CAPOFAMIGLIA, IL DUCA. LA LORO SOCIETA’ ERA SUDDIVISA IN QUESTO MODO: RE, eletto dagli arimanni ARIMANNI (i GUERRIERI), uomini liberi, gli unici a poter possedere le armi. Erano guidati da un capo, il DUCA ALDI, uomini liberi di svolgere attività economiche, ma per il resto semiliberi SERVI AVEVANO UNA CULTURA ORALE E NON POSSEDEVANO UN CODICE DI LEGGI SCRITTE: I REATI SI PUNIVANO SECONDO LE USANZE TRIBALI DELLA FAIDA (VENDETTA: OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE) E DELL’ORDALIA (PROVE DI INNOCENZA: I SOSPETTATI DI UN REATO DOVEVANO SUPERARE DELLE PROVE PER DIMOSTRARE LA LORO INNOCENZA)

8 DA DOVE VENIVANO? POPOLO ORIGINARIO DELLA PENISOLA SCANDINAVA, DA CUI EMIGRA NEL CORSO DEL II SECOLO DOPO CRISTO. RISALENDO IL CORSO DEL FIUME ELBA NEL V SECOLO ARRIVANO IN PANNONIA, NELL’ATTUALE UNGHERIA: QUI SI CONCERTONO ALL’ARIANESIMO E VENGONO IN CONTATTO CON L’IMPERO BIZANTINO ALL’INIZIO DEL VI SECOLO SI SPOSTANO IN MASSA, CON DONNE E BAMBINI, E PENETRANO IN ITALIA DA NORD, VARCANDO LE ALPI

9 Ascoltiamo il racconto di Paolo Diacono:
«Alboino, entrato nei territori della Venezia, che è la prima provincia d'Italia, senza alcun ostacolo si impadronì di Cividale del Friuli, e cominciò a pensare a chi dovesse affidare quella prima provincia che aveva conquistato. Tutta l'Italia, che si protende verso mezzogiorno, o meglio, verso sud-est, è circondata dai flutti del mare Tirreno e dall'Adriatico; a occidente e a settentrione è così chiusa dai gioghi delle Alpi che non si può trovare un passaggio se non per strette gole o attraverso le alte cime dei monti. Dalla parte orientale, che la unisce alla Pannonia, ha invece un valico assai largo e agevole, di facilissimo transito. Come dicemmo, Alboino, pensando a chi dovesse lasciare il comando di quei luoghi, stabilì di porre a capo di Cividale del Friuli e di tutta quella regione, come si tramanda, suo nipote Gisulfo, uomo abile in ogni cosa, che era suo scudiero o, come si dice nella loro lingua, marphais. Gisulfo disse che non avrebbe assunto la guida di quella città e di quel popolo se non gli fossero state assegnate quelle fare dei Longobardi, cioè quelle stirpi e quei gruppi familiari, che egli stesso avesse voluto scegliersi. Ciò fu fatto, col consenso del re, ed egli ricevette, perché rimanessero con lui, le principali casate dei Longobardi, come aveva desiderato. E così ottenne i titoli e gli onori di duca. Chiese pure mandrie di buoni cavalli, e anche in questo fu esaudito dalla generosità del sovrano.»

10 Come avvenne la conquista?
I LONGOBARDI guidati dal re ALBOINO, penetrarono in Italia e dilagarono in Italia settentrionale: prima CIVIDALE DEL FRIULI, poi VERONA, BRESCIA, MILANO. PAVIA resistette all’assedio tre anni: quando fu conquistata divenne la capitale del nuovo REGNO LONGOBARDO Alcuni DUCHI continuarono le conquiste anche al sud Italia, risparmiando Roma ed i territori che appartenevano alla Chiesa: fondarono così i DUCATI di SPOLETO e di BENEVENTO I BIZANTINI oppongono pochissima resistenza e la popolazione locale è troppo stremata dalla guerra greco-gotica per combattere i nuovi invasori.

11 CONSEGUENZA: l’Italia è DIVISA IN DUE
Da una parte la LONGOBARDIA (da cui poi derivò il nome LOMBARDIA), formata dal Regno d’Italia, con capitale Pavia, e dai Ducati di Spoleto e Benevento (indipendenti dal Regno d’Italia del nord) Dall’altra la ROMANIA (da cui deriverà il nome ROMAGNA) costituita dai territori rimasti ai BIZANTINI, con capitale RAVENNA.

12 TAPPE DELLA DOMINAZIONE
I PRIMI DECENNI DI RAZZIA Le cronache parlano di chiese e campagne distrutte e saccheggiate, la popolazione locale lasciata senza alcuna garanzia LA CONVERSIONE AL CATTOLICESIMO Poi i Longobardi capirono che per creare uno stato avevano bisogno della Chiesa come alleata, depositaria delle antiche tradizioni e leggi romane Fu la regina TEODOLINDA a portare il cattolicesimo alla corte di PAVIA : grazie al suo dialogo con papa Gregorio Magno, si inaugura la fase della ricostruzione delle chiese distrutte, la fase dell’architettura longobarda (duomo di Monza ad esempio)

13 LA LEGISLAZIONE SCRITTA
Per costruire uno stato sono necessarie leggi scritte, attraverso le quali il re possa imporre il suo volere ai sudditi. Fu il re longobardo ROTARI nel 643 che emanò le prime leggi germaniche scritte (Editto di Rotari) Si mantennero molte regole tribali, ma alcune scomparvero: la faida viene sostituita con il GUIDRIGILDO (risarcimento in denaro). Vengono riconosciute le REGALIE al sovrano, cioè i diritti del re IL RINASCIMENTO LONGOBARDO ( ) Sotto il re LIUTPRANDO il regno dei Longobardi vive un periodo di grande splendore: il re è un uomo saggio e colto ed arricchisce il regno con importanti monumenti a Cividale, Monza e Pavia. Purtroppo i suoi successori commetteranno un errore fatale: attaccheranno i territori bizantini in Italia centrale e tenteranno di strappare al papa i territori che la Chiesa aveva ricevuto in dono dai suoi benefattori nei secoli precedenti. Questi territori si chiamavano PATRIMONIO DI SAN PIETRO. Il papa non ne fu felice e………..

14 E a noi oggi cosa resta dei Longobardi?
Tante, tante PAROLE… ARRANCARE, SMALTIRE, SPACCARE, STROFINARE, ARRAFFARE, SCHERZARE, RUSSARE TUFFARE BANDA, GUARDIA, ELMO, ALBERGO, SGUATTERO, STAFFA, SPALTO, STRALE RICCO, STRACCO, GUERCIO, SCHIETTO, SGHEMBO STECCA, FIASCO, NASTRO, STANGA, STAMBERGA, PALCO, PANCA, SCAFFALE, STUCCO, GRUCCIA, TRAPPOLA, PANNA, ZANNA, GRINFIA, MELMA GUANCIA, CIUFFO, ZAZZERA, SCHIENA, NOCCA, STINCO, MILZA, ANCA


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