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PubblicatoAmbra Cirillo Modificato 7 anni fa
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PUNTO 1. Relazione del Comitato nazionale Argomenti derivanti da specifici mandati:
1.2.1 Esito mandato: Capi in situazioni eticamente problematiche (mozione e raccomandazione ) * 1.2.2 Adulti vicini all’Associazione (raccomandazione ) e Albo sostenitori (raccomandazione 19/2011) * Il documento integrale sarà pubblicato sul sito
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PUNTO 2. Area istituzionale
Riforma Leonardo (Gruppo di lavoro nazionale) 1° AMBITO DI LAVORO – VERIFICA ED ATTUAZIONE RIFORMA LEONARDO RISPETTO A: obiettivi di maggiore partecipazione della base all’elaborazione del pensiero associativo e di maggiore affezione alla vita dell’Associazione ricaduta sulla vita delle Regioni e delle Zone e quali cambiamenti ha prodotto o sollecitato (numero delle Zone e/o ridistribuzioni dei Gruppi, modalità organizzativa con un numero maggiore di Consiglieri generali, ecc.) 2° AMBITO DI LAVORO - ZONA E REGIONE (step 2018) • verificare la percezione di cambiamento e quale qualità di cambiamento; • stabilire un cronogramma dei passi compiuti per adeguarsi; • cogliere quali soggetti sono stati coinvolti e come, e quali le percezioni dei capi
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3° AMBITO DI LAVORO - FIGURA DEL CONSIGLIERE GENERALE E DEL RESPONSABILE DI ZONA
Ridefinizione dei profili del Consigliere generale e del Responsabile di Zona Formazione più consona ed opportuna perché possano davvero essere di supporto alla vita associativa 4° AMBITO DI LAVORO – REVISIONE STATUTI E REGOLAMENTI (step 2018) Revisione formale e globale di Statuto e Regolamento 5° AMBITO DI LAVORO – ASPETTI TECNICI
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PUNTO 5 Area Organizzazione
5.1 Bilancio 5.2 Relazione della Commissione economica nazionale 5.3 Relazione della Commissione uniformi 5.4 Comunicazioni dell’Ente Mario di Carpegna 5.5 Comunicazioni della Società Cooperativa Fiordaliso 5.6 Gestione sistema commerciale AGESCI (Mozione ) 5.7 Riforma Commissione uniformi (Mozione )
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PUNTO 8 Area Metodologico educativa
8.1 ESITO MANDATO: DOCUMENTO INTERPRETATIVO ARTT.7 E 7BIS REGOLAMENTO METODOLOGICO RS (RACC. [EX MOZ ]) DAL PROTAGONISMO ALLA PARTECIPAZIONE “….che essi si aprano anche ad un NOI più grande, si sentano capaci di confrontarsi e portare il proprio contributo alla costruzione di un pensiero e di un impegno comune anche in situazioni diverse….” DALLA PARTECIPAZIONE ALLA CONTRIBUZIONE l’agire con finalità di servizio, di offerta, di dono. “con”, cioè la necessità che sia l’azione, sia la sua finalità, siano collocate in una comunità. LA RAPPRESENTANZA equilibrio tra la comprensione individuale di quello che si ritiene vero, bene, bello (libertà personale di coscienza) e la responsabilità affidata dagli altri educare all’idea di una politica di potere condiviso POSSIBILE UN APPROFONDIMENTO CON LA BRANCA R/S
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Il documento integrale sarà pubblicato sul sito www.agesci.it
8.2 ESITO MANDATO: ACCOGLIENZA RAGAZZI ALTRE RELIGIONI (MOZIONE ) Il documento integrale sarà pubblicato sul sito 8.3 MODIFICA REGOLAMENTO ELIMINAZIONE DISTINTIVI CAPO E VICE CAPO SESTIGLIA 8.4 PROTEZIONE CIVILE: 8.4.1 Competenza regionale (moz ) 8.4.2 Modifiche piano operativo
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PUNTO 9 Area Formazione capi
9.1 Capo Gruppo (moz ) 9.2 Comunità capi: buone prassi (moz ) 9.3 Percorso e risultati della verifica dei percorsi formativi (cfr. Documenti preparatori Consiglio generale 2016 pagg ) 9.4 Esito mandato: Esperienze di sviluppo nelle Regioni e nelle Zone (mozione 71/2016) 9.5 Proposta di modifica del Regolamento su Autorizzazione apertura unità: proposta Regione Veneto
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PUNTO 6. Strategie nazionali d’intervento
Elaborazione e approvazione delle Strategie nazionali d’intervento: PERCORSO DA DOVE SIAMO PARTITI predisporre contributi per l’elaborazione delle Strategie Nazionali d’Intervento SNI (compito del Comitato nazionale) percorso nuovo: strumento con caratteristiche e funzionalità diverse dal Progetto nazionale. «….che le espressioni nuove abbiano sostanza nuova». ELEMENTI DI DISCONTINUITÀ FRA LE SNI E IL PROGETTO NAZIONALE: • il superamento del meccanismo di traduzione degli orientamenti progettuali (mete, sfide, obiettivi) in azioni di programma; • la consegna delle SNI da parte del Consiglio generale a tutti i livelli dell’Associazione, che avranno quindi come riferimento principale del proprio progetto/programma quanto indicato dal Consiglio generale ed orientamento della politica associativa verso l’esterno e le scelte e l’azione educativa di tutti i livelli.
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SONO: AMBITI, ovvero spazi, luoghi, temi che richiedono un “andare intorno”. Potranno designare cioè luoghi o momenti associativi da sottoporre a cura (la comunità capi, per esempio), ma anche temi, prospettive da condividere a tutti i livelli nel fare educazione, o angolazioni particolari attraverso le quali interpretare compiti istituzionali dei diversi livelli. Indicazioni o suggerimenti, insomma, anche molto diversi tra loro, eventualmente disomogenei. IDEE DI RIFERIMENTO. Le idee di riferimento saranno associate agli ambiti. Ovvero: enunciato l’ambito, l’idea dirà la prospettiva entro cui si colloca la cura che si vuol porre, il senso in cui si intende un tema, ecc. Le SNI potrebbero anche completarsi con delle raccomandazioni da aggiungere di anno in anno, come attenzioni che l’esperienza in atto suggerisce di avere, a tutti i livelli della vita associativa. COME SARANNO VERIFICATE LE SNI Gli ambiti non sono obiettivi, non se ne potrà verificare il raggiungimento. Si dovrà misurare quanto l’aver lavorato a tutti i livelli, ispirati e orientati dalle SNI, avrà inciso sulla cultura e sulla prassi associativa.
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CHE FORMA SI IMMAGINA una premessa che illustri il metodo di lavoro e dichiari le fonti una mappa sintetica dei contenuti selezionati e considerati significativi l’enunciazione degli ambiti individuati, con le idee di riferimento. CON QUALI TEMPI SI LAVORA Dicembre Apertura del dibattito nelle Zone e identificazione per ogni Zona di un ambito Gennaio – Febbraio Confronto in Consiglio Regionale e scelta di due ambiti con le idee di riferimento. Marzo Il Consiglio Nazionale definisce 8/10 ambiti e le relative idee di riferimento, espressione della sensibilità delle Zone, raccolta e riportata dai Responsabili regionali. Il 15 Marzo riconsegna ai Gruppi, Regioni e Zone della bozza delle Strategie Nazionali d’Intervento per le discussioni nelle assemblee, in preparazione del Consiglio Generale. Aprile Il Consiglio Generale discute ed approva le prime STRATEGIE NAZIONALI D’INTERVENTO.
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ACCOGLIENZA Il tema dell'accoglienza è tra le sfide più forti con cui la nostra società è chiamata a confrontarsi. Impegnarsi in questa direzione significa per l'Associazione testimoniare il senso evangelico dell’accogliere, nello stile della reciprocità (non solo includere, ma anche lasciarsi accogliere), e contribuire attivamente a creare contesti aperti a nuove relazioni. AFFETTIVITA’ Farsi capaci di educare i ragazzi e le ragazze di oggi all’amore, alla qualità della relazione personale, nello spirito della reciproca accoglienza che nutre ogni relazione. EDUCARE AL SOGNO In un tempo in cui tende a dominare la dimensione virtuale della realtà, educare al sogno significa impegnarsi a guardare ai ragazzi e alle ragazze che abbiamo davanti (non a quelli che immaginiamo) e alle loro potenzialità, per guidarli a scoprire il gusto dei propri sogni, a riconoscere la parte di quel sogno di sé che riguarda anche il mondo e sentire la possibilità e la responsabilità di farlo migliore.
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RICONOSCERE-INTERPRETARE-SCEGLIERE
Attingendo e contribuendo al cammino sinodale, I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, educhiamo a “riconoscere-interpretare-scegliere”, sin dall’età lupetto/coccinella e con particolare attenzione alla fascia adolescenziale, come cammino verso una consapevole adesione alle scelte della Partenza: fare scelte buone e cercare la propria vocazione nella comunità cui si appartiene, per la comunità cui si apparterrà. ASCOLTO /UOMINI E DONNE DI FRONTIERA L’ascolto è condizione per conoscere, comprendere e vivere con l’altro senza temere il conflitto: è lo stile della relazione Capo/ragazzo. Per conoscere e comprendere occorre vivere una realtà, e vivendola la si conosce e la si comprende con profondità crescente: è lo stile con cui farsi parte viva della Chiesa. Nel conoscere, comprendere e vivere, come un procedere ciclico che si fa via via più intenso e vero, riconosciamo la caratteristica degli uomini e delle donne di frontiera. E' da uomini e donne di frontiera che dobbiamo vivere le reti , come luoghi e realtà che possono diventare opportunità - da ricercare, costruire, mantenere - per le nuove generazioni e per l'educazione.
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COMUNITA’ CAPI Il soggetto prioritario di cui l’Associazione dovrà avere particolare cura è la comunità capi, luogo di incontro di diverse generazioni, luogo di scambio, sostegno e condivisione di fatiche e successi. Come esito di un mandato del Consiglio generale 2015 (moz. 41, moz.45), le comunità capi sono chiamate a vivere un cammino di discernimento cristiano e ad acquisirne lo stile. (Cfr. Discernimento, un cammino di libertà). Sarà importante poter riscoprire, anche grazie a questo cammino, il ruolo della comunità capi nella progettualità, nella formazione e nella creazione di reti fra realtà associative, ecclesiali e famiglie. STRUTTURE ASSOCIATIVE: I CONSIGLI Con l’attuazione della riforma Leonardo, i Consigli saranno momenti privilegiati di pensiero e sintesi per il futuro cammino associativo. Sarà importante fare dei Consigli (in particolar modo di Regione e di Zona) luoghi di crescita, condivisione e formazione.
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