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SCRITTURA DOCUMENTATA

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Presentazione sul tema: "SCRITTURA DOCUMENTATA"— Transcript della presentazione:

1 SCRITTURA DOCUMENTATA
Cos’è e come si redige prof.ssa Cristina Catellani

2 prof.ssa Cristina Catellani
TIPOLOGIA B CONSEGNE Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo. prof.ssa Cristina Catellani

3 prof.ssa Cristina Catellani
Ambito artistico-letterario Argomento: l’allegoria nel poema dantesco […] si vuol sapere che le scritture si possono intendere e deonsi esponere massimamente per quattro sensi. L'uno si chiama litterale, [e questo è quello che non si stende più oltre che la lettera de le parole fittizie, sì come sono le favole de li poeti. L'altro si chiama allegorico, e questo è quello che si nasconde sotto 'l manto di queste favole, ed è una veritade ascosa sotto bella menzogna: sì come quando dice Ovidio che Orfeo facea con la cetra mansuete le fiere, e li arbori e le pietre a sè muovere; che vuol dire che lo savio uomo con lo strumento de la sua voce fa[r]ia mansuescere e umiliare li crudeli cuori, e fa[r]ia muovere a la sua volontade coloro che non hanno vita di scienza e d'arte: e coloro che non hanno vita ragionevole alcuna sono quasi come pietre. […] Veramente li teologi questo senso prendono altrimenti che li poeti; ma però che mia intenzione è qui lo modo de li poeti seguitare, prendo lo senso allegorico secondo che per li poeti è usato. Dante Alighieri, Convivio, II, 1 Per chiarire quanto stiamo per dire, occorre sapere che non è uno solo il senso di quest'opera: anzi, essa può essere definita polisensa, ossia dotata di più significati. Infatti, il primo significato è quello ricavato da una lettura alla lettera; un altro è prodotto da una lettura che va al significato profondo. Il primo si definisce significato letterale, il secondo, di tipo allegorico, morale oppure anagogico. E tale modo di procedere, perché risulti più chiaro, può essere analizzato da questi versi: "Durante l'esodo di Israele dall'Egitto, la casa di Giacobbe si staccò da un popolo straniero, la Giudea divenne un santuario e Israele il suo dominio". Se osserviamo solamente il significato letterale, questi versi appaiono riferiti alll'esodo del popolo di Israele dall'Egitto, al tempo di Mosè; ma se osserviamo il significato allegorico, il significato si sposta sulla nostra redenzione ad opera di Cristo. Se guardiamo al senso morale, cogliamo la conversione dell'anima dal lutto miserabile del peccato alla Grazia; il senso anagogico indica, infine, la liberazione dell'anima santa dalla servitù di questa corruzione terrena, verso la libertà della gloria eterna. E benchè questi significati mistici siano chiamati con denominazioni diverse, in generale tutti possono essere chiamati allegorici, perché sono traslati dal senso letterale o narrativo. Infatti allegoria viene ricavata dal greco alleon che, in latino, si pronuncia alienum, vale a dire diverso. Dante Alighieri, Epistola XIII a Cangrande, 7 (traduzione di Maria Adele Garavaglia) La finzione della Divina Commedia è di non essere una finzione. Charles Singleton, Studi danteschi II, 1957 La Divina Commedia è una visione che vede e proclama come già adempiuta la realtà figurale e il punto peculiare è proprio che essa collega precisamente nel senso dell’interpretazione figurale, in maniera precisa e concreta, la realtà contemplata nella visione con i fatti storico-terreni. Erich Auerbach, Figura in Studi su Dante, Feltrinelli 1963 Dante, a fronte della strenua opposizione dei teologi all’idea che la letteratura profana abbia qualche sensata pretesa di perseguire la verità, prende una audace decisione. Piuttosto che impiegare l’allegoria dei poeti, che ammetteva che il senso letterale di un’opera fosse un’invenzione, egli scelse di impiegare l’allegoria dei teologi, con la conseguenza che ogni cosa che viene narrata nel poema come vicenda accaduta deve essere riguardata come “storica”. Robert Hollander, L’allegoria in Dante, dal sito Si può capire, dunque, il rapporto stretto che lega figuralità e allegoria nella concezione dantesca: l’allegoria rivela la figuralità della realtà e della storia. L’allegoria rivela nelle cose un significato secondo, “altro” o diverso rispetto al loro significato primo e immediato. Nella Commedia questo significato secondo è dato: 1) dalla rivelazione della figuralità degli avvenimenti storici, che contenevano in sé ub significato ignoto agli uomini contemporanei a tali avvenimenti e noto solo a Dio e ora anche a Dante, che lo ha conosciuto nell’aldilà e può perciò rivelarlo ai lettori; 2) dal valore che assume la rappresentazione narrativa del viaggio di Dante-personaggio, che allegoricamente diventa immagine dell’itinerario di salvezza di tutti gli uomini. Romano Luperini et alii, Letteratura storia immaginario, Palumbo Editore, vol. I prof.ssa Cristina Catellani

4 prof.ssa Cristina Catellani

5 prof.ssa Cristina Catellani
[…] si vuol sapere che le scritture si possono intendere e deonsi esponere massimamente per quattro sensi. L'uno si chiama litterale, [e questo è quello che non si stende più oltre che la lettera de le parole fittizie, sì come sono le favole de li poeti. L'altro si chiama allegorico, e questo è quello che si nasconde sotto 'l manto di queste favole, ed è una veritade ascosa sotto bella menzogna: sì come quando dice Ovidio che Orfeo facea con la cetra mansuete le fiere, e li arbori e le pietre a sè muovere; che vuol dire che lo savio uomo con lo strumento de la sua voce fa[r]ia mansuescere e umiliare li crudeli cuori, e fa[r]ia muovere a la sua volontade coloro che non hanno vita di scienza e d'arte: e coloro che non hanno vita ragionevole alcuna sono quasi come pietre. […] Veramente li teologi questo senso prendono altrimenti che li poeti; ma però che mia intenzione è qui lo modo de li poeti seguitare, prendo lo senso allegorico secondo che per li poeti è usato. Dante Alighieri, Convivio, II, 1 prof.ssa Cristina Catellani

6 prof.ssa Cristina Catellani
Per chiarire quanto stiamo per dire, occorre sapere che non è uno solo il senso di quest'opera: anzi, essa può essere definita polisensa, ossia dotata di più significati. Infatti, il primo significato è quello ricavato da una lettura alla lettera; un altro è prodotto da una lettura che va al significato profondo. Il primo si definisce significato letterale, il secondo, di tipo allegorico, morale oppure anagogico. E tale modo di procedere, perché risulti più chiaro, può essere analizzato da questi versi: "Durante l'esodo di Israele dall'Egitto, la casa di Giacobbe si staccò da un popolo straniero, la Giudea divenne un santuario e Israele il suo dominio". Se osserviamo solamente il significato letterale, questi versi appaiono riferiti alll'esodo del popolo di Israele dall'Egitto, al tempo di Mosè; ma se osserviamo il significato allegorico, il significato si sposta sulla nostra redenzione ad opera di Cristo. Se guardiamo al senso morale, cogliamo la conversione dell'anima dal lutto miserabile del peccato alla Grazia; il senso anagogico indica, infine, la liberazione dell'anima santa dalla servitù di questa corruzione terrena, verso la libertà della gloria eterna. E benchè questi significati mistici siano chiamati con denominazioni diverse, in generale tutti possono essere chiamati allegorici, perché sono traslati dal senso letterale o narrativo. Infatti allegoria viene ricavata dal greco alleon che, in latino, si pronuncia alienum, vale a dire diverso. Dante Alighieri, Epistola XIII a Cangrande, 7 (traduzione di Maria Adele Garavaglia) prof.ssa Cristina Catellani

7 prof.ssa Cristina Catellani
La finzione della Divina Commedia è di non essere una finzione. Charles Singleton, Studi danteschi II, 1957 La Divina Commedia è una visione che vede e proclama come già adempiuta la realtà figurale e il punto peculiare è proprio che essa collega precisamente nel senso dell’interpretazione figurale, in maniera precisa e concreta, la realtà contemplata nella visione con i fatti storico-terreni. Erich Auerbach, Figura in Studi su Dante, Feltrinelli 1963 prof.ssa Cristina Catellani

8 prof.ssa Cristina Catellani
Dante, a fronte della strenua opposizione dei teologi all’idea che la letteratura profana abbia qualche sensata pretesa di perseguire la verità, prende una audace decisione. Piuttosto che impiegare l’allegoria dei poeti, che ammetteva che il senso letterale di un’opera fosse un’invenzione, egli scelse di impiegare l’allegoria dei teologi, con la conseguenza che ogni cosa che viene narrata nel poema come vicenda accaduta deve essere riguardata come “storica”. Robert Hollander, L’allegoria in Dante, dal sito prof.ssa Cristina Catellani

9 prof.ssa Cristina Catellani
SAGGIO BREVE Destinazioni: Fascicolo scolastico (cioè materiale di utilizzo didattico) Opuscolo di argomento culturale (pubblicato da un’associazione o un ente pubblico, ad es. presentazione di una rassegna cinematografica, di un ciclo di conferenze, …) Quaderno monografico di una biblioteca scolastica Altro Il saggio è un testo essenzialmente argomentativo, anche se prevede parti espositive e narrative, che sono sempre necessariamente presenti per la descrizione dei fatti e la descrizione delle situazioni prof.ssa Cristina Catellani

10 prof.ssa Cristina Catellani
ARTICOLO DI GIORNALE Destinazioni: Periodico locale Rivista generalista Supplemento culturale di un quotidiano Giornalino scolastico Rivista specializzata (??) Nell’accezione attuale “giornale” indica ogni pubblicazione che ospiti contributi di vari autori su un ventaglio più o meno ampio di argomenti, si indirizzi a diversi settori di pubblico con molteplici scopi comunicativi e abbia una cadenza periodica (quotidiano, settimanale, mensile, trimestrale, …) prof.ssa Cristina Catellani

11 OPERAZIONI PRELIMINARI
Lettura attenta dei documenti Analisi dei documenti e schedatura: Tipologia Punto di vista Epoca storica Contenuti (informazioni e/o opinioni) Integrazione di quanto emerge dal dossier con proprie conoscenze e/o esperienze Individuazione del proprio intento comunicativo Tipologia (saggio o articolo) Destinazione Tesi o collegamento con attualità Scaletta [Stesura e revisione] prof.ssa Cristina Catellani

12 prof.ssa Cristina Catellani
Si può capire, dunque, il rapporto stretto che lega figuralità e allegoria nella concezione dantesca: l’allegoria rivela la figuralità della realtà e della storia. L’allegoria rivela nelle cose un significato secondo, “altro” o diverso rispetto al loro significato primo e immediato. Nella Commedia questo significato secondo è dato: 1) dalla rivelazione della figuralità degli avvenimenti storici, che contenevano in sé ub significato ignoto agli uomini contemporanei a tali avvenimenti e noto solo a Dio e ora anche a Dante, che lo ha conosciuto nell’aldilà e può perciò rivelarlo ai lettori; 2) dal valore che assume la rappresentazione narrativa del viaggio di Dante-personaggio, che allegoricamente diventa immagine dell’itinerario di salvezza di tutti gli uomini. Romano Luperini et alii, Letteratura storia immaginario, Palumbo Editore, vol. I prof.ssa Cristina Catellani


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