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SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI 20 ottobre

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Presentazione sul tema: "SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI 20 ottobre"— Transcript della presentazione:

1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI 20 ottobre
Roma 28 settembre- 21 dicembre 2016 C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 9 crediti (inclusi crediti Laboratorio) Orario: Mercoledì Aula Blu2 Giovedì Aula Blu2 (Venerdì Laboratorio) Stanza B12 Via Salaria113, tel.: ricevimento giovedì

2 Giovedì scorso: crisi sistemica da guardare nel lungo periodo
I neo-liberisti per Crouch hanno individuato problemi reali (inefficienza), ma cattivi rimedi: la sola efficienza non basta in democrazia. Per Gallino ignorano i costi umani della crisi e visione troppo di breve periodo. Kondratiev, Wallerstein attenti a cicli o fasi dell’economia mondo di anni Polanyi: Società di mercato innaturale rispetto alla storia precedente. Alla grande trasformazione va opposto un contro-movimento. Da chi è composto oggi? Che fa la Ue? Manca un’identità progettuale, nonostante i propositi di Europa 2020 di una crescita intelligente, sostenibile, inclusiva

3 Joseph E. Stiglitz Bancarotta L’ECONOMIA GLOBALE IN CADUTA LIBERA COME NASCE UNA CRISI Il prezzo della disuguaglianza Come la società divisa di oggi minaccia il nostro futuro 2013 6 slide su Stiglitz eliminabili o riducibili

4 Chi è Stiglitz Economista keynesiano Nobel per l’economia
Ha lavorato nella Banca Mondiale dove si è interessato delle crisi dei Pvs → quando la crisi colpì paesi periferici ci si preoccupò più di salvare le banche occidentali, che la vita degli abitanti delle nazioni colpite È stato consulente di Clinton Si autodefinisce riformista di centro, ma si dichiara deluso da Obama che ha fatto peggio di Clinton, continuando in molte cose la politica di Bush

5 Stiglitz: analisi della crisi e conseguenze della crisi
Il testo “Bancarotta” fa un’analisi della crisi che assomiglia a quella di Gallino a breve “Il prezzo della disuguaglianza” si concentra sulle conseguenze dell’aggravamento delle disuguaglianze negli Usa tra l’1% che non capisce che il suo destino dipende anche dall’altro 99%

6 L’ECONOMIA GLOBALE E’ SOGGETTA A SCOSSE SISMICHE
Il quadro generale L’ECONOMIA GLOBALE E’ SOGGETTA A SCOSSE SISMICHE Paesi sviluppati: tendenza al passaggio dal settore manifatturiero al terziario Globalizzazione: delocalizzazione della produzione Vantaggio comparato in Cina, India e in altri paesi emergenti Paesi poveri che prestano soldi a quelli più ricchi: deficit insostenibile

7 Che fare secondo Stiglitz
C’è bisogno di nuove regole Un nuovo ordine capitalistico con un nuovo ruolo dello stato Innovazione va indirizzata al risparmio energetico e di risorse naturali e non di posti di lavoro→ è paradossale avere molti disoccupati in un mondo sull’orlo del disastro ambientale

8 Gallino: gli effetti del finanzcapitalismo sulle imprese
Mercati borsistici non servono più per emettere nuove azioni→ le imprese si indebitano con le banche o si autofinanziano Le banche più grandi riducono i prestiti (la loro funzione) e speculano dentro e fuori bilancio Dato che le operazioni finanziarie rendono più di quelle produttive le imprese si finanziarizzano a danno dei lavoratori e della R&S→ es. gruppo Fiat che già da anni ha una holding finanziaria, apre una banca in Argentina

9 La trasformazione delle imprese industriali in enti finanziari
Banche che vendono automobili (o imprese di automobili che acquistano banche?) → almeno l’80,5% degli scambi sono unicamente speculativi La esternalizzazione della produzione →accrescimento irresponsabilità sociale Le ricadute sul management→ più attento a soddisfare gli azionisti con operazioni finanziarie, che non a migliorare la produzione

10 l’uomo economico un modello diventato carne e ossa
istituzioni-scuola, mercato, produzione, consumo, media, intrattenimento, PA e politica operano come se ognuno fosse un homo oeconomicus→ avanza una mutazione antropologica che rischia di farci essere attenti solo al nostro interesse immediato e di non essere capaci di distanza dal finanzcapitalismo. Anche il sé corporeo è plasmato dalla cultura dominante

11 L’estrazione di valore dal lavoro umano
Interconnessione totale rischia di farci lavorare più che ai tempi di Dickens C’è voluta una sentenza negli Usa per vietare ai datori di lavoro di obbligare i dipendenti a rispondere al cellulare fuori orario e durante le vacanze

12 Estrazione di valore dalla natura
L’assalto al sistema agroalimentare Il degrado civile legato alle disuguaglianze Fragilità sistemica del finanzcapitalismo

13 Sassen e Gallino Analoga attenzione alla finanza per Sassen come strumento che può cartolarizzare enormi quantità e accentrare la ricchezza Analoga attenzione agli aspetti predatori dell’ecosistema → L’accaparramento di terre si avvicina all’assalto al sistema agroalimentare del finanzcapitalismo

14 Obiettivi Sassen Partire dai nuovi fenomeni (dagli anni’80 in poi) per capire tendenze sotterranee globali che possano farci capire la grande trasformazione in corso, analoga al passaggio dalla società pre-capitalistica a quella capitalistica tradizionale Accostare fenomeni lontani come l’impoverimento ceti medi egiziani e greci, lo sfruttamento di territori per estrarre minerali in maniera distruttiva in Russia e negli Usa Difficoltà degli oppressi di ribellarsi quando sono espulsi e vivono lontano dai loro oppressori

15 Riforme forse impossibili, ma necessarie secondo Gallino
Necessità di investimenti socialmente responsabili da parte dei fondi pensione Riforme finanziarie che la Ue dovrebbe introdurre per regolare la palude del sistema finanziario eccessivamente complesso e inconoscibile

16 È possibile incivilire il finanzcapitalismo?
Necessario, ma non sufficiente ridurre il dominio della finanza Alla ricerca di un contro movimento (Polanyi) Democratizzare la globalizzazione L’incivilimento dipende anche dalle tecnologie di assoggettamento e dai processi di soggettivazione→liberazione da comportamenti infantilistici e consumisti →consumi responsabili e promozione dello sviluppo umano

17 Conclusioni prima parte del corso
oltre a Gallino, Sassen, Crouch, Wallerstein, Stiglitz, Castells e Polanyi ci chiariscono perché stiamo vivendo una fase di forte trasformazione Tutti gli autori citati non credono che sia utile lasciar agire i mercati e pensano che lo stato e/o altri soggetti debbano agire

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19 La seconda parte del corso
analisi della progettazione aziendale: seguendo Mintzberg, ormai un classico della letteratura organizzativa, guarderemo alle configurazioni organizzative in relazione al contesto di riferimento alle finalità perseguite e alle prospettive di sviluppo delle organizzazioni conoscenze utili alla progettazione e all’analisi di sistemi organizzativi più o meno complessi

20 II parte del corso Mintzberg, La progettazione dell’organizzazione aziendale Il Mulino 1996 (ed. or ”Structures in five. Designing Effective Organizations”

21 Henry Mintzberg, professore canadese nato nel 1939
Critico dfelle scuole di management con l’ossessione della quantificazione dei risultati

22 ORGANIZZAZIONE   attività sistema struttura
Attività per stabilire relazioni tra persone e cose per raggiungere uno scopo Sistema sociale risultante dall’attività organizzativa  struttura delle relazioni formali e codificate

23 Le 3 questioni su cui si dibatte in tutto il XX secolo (Bonazzi, Storia del pensiero organizzativo,2002): Industrialetecnologia / consenso (1903 Taylor produz. snella) Burocraticafunzione delle norme / strategie dei soggetti (1904 Weber- Mintzberg 1983) organizzativadecisioni / risorse (1937 Parsons ….) Segue prospetto: Mintzberg chiude burocratica

24 Prospetto Bonazzi Mintzberg nella quest. Burocratica, ma con legami con quella organizzativa

25 MINTZBERG secondo Bonazzi

26 Mintzberg: approccio contingente
Non quale teoria è più corretta ma In quali condizioni le diverse teorie sono più efficaci libro come un pranzo Aperitivo Cap1 parte da 2 concetti base (divisione del lavoro e coordinamento) Antipasti Cap.2-5 analisi variabili organizzative Cap.6 analisi nel contesto dei fattori situazionali Piatti forti Cap.7-12 le 5 configurazioni

27 Henry Mintzberg, La progettazione aziendale,Il Mulino,1996
Può essere considerato ormai un classico della sociologia dell’organizzazione Libro rivolto a manager, consulenti Riscrittura di “The Structuring of Organizations” sintesi di molte ricerche sul campo spesso anche contraddittorie per capire: Che cosa sappiamo sulla progettazione organizzativa? Che cos’è più importante per un’efficace progettazione dell’azienda Anche se nell’introduzione di Isotta scritta dopo 20 anni si dice di no

28 Gli elementi di base della progettazione organizzativa
Un laboratorio di ceramica che si allarga fa nascere 2 esigenze fondamentali ed opposte ↓ ↓ Divisione del lavoro coordinamento Da Taylor fino anni ’50 si è pensato che esiste un solo modo per progettare un’organizzazione Poi si è rovesciato il discorso. l’azienda è fatta di elementi indipendenti:pianificazione e arricchimento compiti 3° possibilità: armonia e coerenza interna dell’org devono tener conto della situazione: ↓ ↓ ↓ ↓ Dimensione, età, tipo di ambiente sistema tecnico NB anche questi ultimi possono in parte essere scelti

29 Meccanismi di coordinamento la colla che tiene insieme l’azienda
Adattamento reciproco Supervisione diretta Standardizzazione = coordinamento, prima di iniziare l’attività, di: contenuti/ processi di lavoro (es. pasticcere con disco rotante /catena di montaggio) Capacità/ input (es. medico la cui formazione standardizza i processi e i risultati e il coordinamento con un altro specialista Risultati/output( tassista) Valgono per laboratori artigiani come per grandi imprese

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31 Manager analisti, operatori e tipo di coordinamento
Operatori (o nucleo operativo)= chi produce beni o servizi→se pochi adattamento reciproco, se molti serve Vertice strategico = 1 manager →supervisione diretta → + managers se l’azienda cresce: Linea intermedia Analisti che progettano la standardizzazione (tecnostruttura) o Staff di supporto (es: ufficio legale o mensa)


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