Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoFabiano Lamberti Modificato 7 anni fa
1
LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE E LA GESTIONE DEI RAPPORTI ASSOCIATIVI
Dott.ssa paola isaia – psicologa psicoterapeuta Corso di formazione avis piemonte BARDONECCHIA, 24 e 25 giugno 2017
2
RELAZIONI ASSOCIATIVE
"Capì questo: che le associazioni rendono l'uomo più forte e mettono in risalto le doti migliori delle singole persone, e danno la gioia che raramente s'ha restando per proprio conto, di vedere quanta gente c'è onesta e brava e capace e per cui vale la pena di volere cose buone (mentre vivendo per proprio conto capita più spesso il contrario, di vedere l'altra faccia della gente, quella per cui bisogna tener sempre la mano alla guardia della spada)". ITALO CALVINO, "IL BARONE RAMPANTE"
3
PREMESSE SISTEMICHE In un’ottica sistemica l’individuo viene considerato non come entità separata ma come partecipante ad una rete complessa di interazioni o meglio “come membro di uno o più sistemi relazionali significativi”. Il comportamento dell’individuo può dunque essere meglio compreso se analizzato all’interno del sistema relazionale cui l’individuo stesso appartiene. Parliamo di sistema interattivo quando due o più persone comunicano fra di loro.
4
DEFINIZIONE DI SISTEMA
Possiamo definire un sistema come: un insieme di elementi coesi e interagenti, uniti da una serie di relazioni che legano ciascuno di essi ad uno o più altri elementi, in modo che ne risulti una entità integrata che costituisce qualcosa di più e di diverso dalla semplice somma di tutti gli elementi.
5
PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA
Si riferisce agli effetti che la comunicazione produce sul comportamento e contemporaneamente considera il comportamento come componente del processo informativo. Dal punto di vista pragmatico la comunicazione umana è soggetta ad alcune regole di base: gli assiomi della comunicazione.
6
COMUNICAZIONE EFFICACE
Comunicare in modo chiaro (evitare i messaggi impliciti e i non detti, che possono creare incomprensioni); essere coerenti nel comunicare (comportamento verbale e non verbale esprimono lo stesso messaggio), tenendo conto che la percezione di un discorso avviene mediamente attraverso: la comunicazione non verbale (in particolare quella legata a corpo e mimica facciale) con un’influenza del 55%; la comunicazione paraverbale (tono, volume, ritmo della voce, etc.), per il 38%; la comunicazione verbale (le parole, il contenuto verbale), che conta solo per il 7%. ALBERT MEHRABIAN
7
LIVELLI DELLA COMUNICAZIONE
8
METACOMUNICAZIONE Metacomunicare significa trasmettere delle informazioni che commentano e chiarificano quanto sta accadendo nella comunicazione - relazione in atto tra due o più persone. Consente di evitare equivoci comunicativi e le conseguenti reazioni dell’interlocutore sul piano del comportamento, salvaguardando così la relazione da comunicazioni disfunzionali (es. “Scusami, non ce l’ho con te, ma ho appena avuto una discussione con…”; “alt, desidero interrompere il gioco”).
9
OSTACOLI ALLA COMUNICAZIONE
- Contesto spazio-temporale - Deficit sensoriali ASPETTI - Distanza interpersonale OBIETTIVI - Indifferenza Ordinare, esigere MODALITÀ Persuadere RELAZIONALI Giudicare, criticare Interpretare
10
OSTACOLI ALLA COMUNICAZIONE
Dare soluzioni già pronte; consigliare sulla base della propria esperienza; negare il problema o minimizzare; interrogare con troppe domande; umiliare, ridicolizzare.
11
ECOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE NELL’AVIS E ATTORI COINVOLTI
- I componenti del direttivo - I soci avisini - Le altre sezioni - La realtà in cui si è inseriti: cittadinanza, Comune, scuole, parrocchie, altre associazioni, mass media locali, aziende ospedaliere, centri trasfusionali… - I vari livelli Avis: comunale, provinciale, regionale, nazionale URIE BRONFENBRENNER
12
COMUNICAZIONE NELL’AVIS E CANALI UTILIZZATI
Social network, giornali locali, lettere ai diciottenni, agende, siti internet, periodici associativi, assemblee, iniziative promozionali Progetti nelle scuole Telefonate e lettere ai soci avisini Comunicazione informale Passaparola Comunicazione interna al direttivo (riunioni, messaggi, suddivisione di compiti…)
13
COMUNICAZIONE E RELAZIONE
Quando due o più persone si incontrano per la prima volta definiscono la relazione. Progressivamente esse si comunicano il comportamento che ciascuno deve tenere all’interno della relazione, selezionando alcuni dei messaggi che si scambiano. Si tracciano così dei confini che stabiliscono ciò che può o non può accadere in quella situazione. Comunicare un messaggio vuol dire: - sostenerlo davanti agli altri; - prendersi cura di come gli altri lo percepiranno.
14
COMUNICAZIONE E RELAZIONE
Ciò implica attenzione: a ciò che si sta per dire; a se stessi; alla propria comunicazione; a coloro a cui ci si rivolge; al probabile effetto della propria comunicazione; al tipo di relazione.
15
TIPO DI RELAZIONE
16
MODELLI DI COMUNICAZIONE
Modello istintivo Pensiero intuitivo Esperienza personale Modello logico Pensiero sequenziale analitico Metodo Rischio Proiezioni personali Eccessiva formalizzazione Vantaggi Immediatezza Progettualità Orientamento Consapevolezza dei comportamenti
17
ASCOLTO Un elemento indispensabile ai fini di una buona comunicazione è sicuramente l’ASCOLTO (circolarità della comunicazione) Possiamo distinguere 4 tipi di ascolto: ascolto passivo (udire); ascolto selettivo (filtro del messaggio; si sente ciò che si vuol sentire); ascolto riflessivo (attenzione al messaggio, rispecchiamento); ascolto attivo o empatico (feedback, riformulazione)
18
Essere ascoltati è la base per sentirsi accettati.
ASCOLTO La capacità di ascoltare e la consapevolezza di essere ascoltati sono elementi alla base di una buona relazione. Essere ascoltati è la base per sentirsi accettati.
19
ASCOLTO ATTIVO Implica la capacità di leggere le emozioni altrui, i sentimenti non verbalizzati dell’altro fino alla comprensione dei problemi e delle preoccupazioni che alimentano i sentimenti di chi ci sta parlando (empatia). Perché è importante? È un elemento di decodifica della comunicazione dell’altro; favorisce la comprensione reciproca; migliora la qualità dei rapporti interpersonali.
20
ASCOLTO ATTIVO Nell’ascolto attivo o empatico si distinguono 5 tappe fondamentali: - ascoltare il contenuto e fare domande di chiarimento; - capire le finalità della comunicazione, senza interpretare; - valutare la comunicazione non verbale dell’interlocutore; - controllare la propria comunicazione non verbale e i propri filtri; - ascoltare con partecipazione e senza giudicare.
21
Un feedback è efficace se:
- è spontaneo; - è utile; - è tempestivo; - è pertinente; - è chiarificante; - è preciso; - è concreto. FEEDBACK 21
22
NEURONI SPECCHIO I neuroni specchio sono un gruppo di cellule localizzate in una precisa parte del cervello (zona fronto parietale) e che sono in grado di attivarsi sia per eseguire una determinata azione sia in seguito all’osservazione di una azione simile compiuta da un altro individuo.
23
NEURONI SPECCHIO Substrato anatomo – funzionale dell’empatia
24
INTELLIGENZA EMOTIVA L’intelligenza emotiva comprende quattro capacità essenziali: - riconoscere, - comprendere, - utilizzare e - gestire le emozioni.
25
EMPATIA E INTELLIGENZA EMOTIVA
È un aspetto dell’intelligenza che riguarda le persone e il mondo dei sentimenti, è la capacità di regolare il proprio stato emotivo. È la capacità di controllare l’ansia e di ritrovare la calma e la tranquillità, di riuscire a concentrarsi meglio, di essere più attenti, di relazionarsi meglio con gli altri e di comprendere le altre persone entrando più facilmente in sintonia con loro DANIEL GOLEMAN
26
"Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire". MAYA ANGELOU
27
GRAZIE VOLONTARI PER CIÒ CHE DONATE
NON TEMPO LIBERO MA TEMPO LIBERATO
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.