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PubblicatoTommaso Pala Modificato 7 anni fa
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‘’FORME DI MERCATO’’ E ‘’STRUTTURA’’ DEL SISTEMA ECONOMICO
(ANALISI GENERALE)
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SISTEMA ECONOMICO: “INSIEME di istituti (norme) che regolano i RAPPORTI tra i diversi soggetti che compongono la società organizzata (CONSUMATORI e PRODUTTORI)” OGGETTO del RAPPORTO è lo SCAMBIO volontario sul MERCATO di BENI ECONOMICI (BENI, SERVIZI, RISORSE) con CARATTERISTICHE di UTILITÀ (soddisfazione di un determinato bisogno) e SCARSITÀ (disponibili in quantità limitata e per questo suscettibili di prezzo di acquisto e costo d’uso) OBIETTIVO: interazione tra DOMANDA e OFFERTA, raggiungimento e mantenimento della POSIZIONE di EQUILIBRIO nel tempo
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(mercato: incontro tra domanda e offerta)
Stabilito il modello di comportamento degli agenti, l'analisi di equilibrio permette di individuare e, quindi, prevedere il risultato dell'interazione degli agenti nello scenario istituzionale di riferimento. Il concetto di equilibrio va collegato a quello di disequilibrio e, di conseguenza, al concetto di processo di aggiustamento verso l'equilibrio stesso Esistono due nozioni di equilibrio usate in economia: 1) Equilibrio come posizione scelta o di ottimo: in tale accezione, l'equilibrio può essere definito come quella situazione in cui ciascun individuo massimizza i suoi obiettivi dato il vettore di azioni degli altri agenti e lo scenario istituzionale che definisce i vincoli alle scelte di ciascun agente e stabilisce l'interdipendenza delle loro azioni. L'equilibrio, in altre parole, coincide con una posizione di ottimo per gli agenti (mercato: incontro tra domanda e offerta)
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Questa nozione di equilibrio, riconducibile alla letteratura microeconomica neo-classica può essere meglio compresa facendo riferimento ad un meccanismo di azione-retroazione (feed-back): gli agenti prendono delle decisioni individuali che vengono aggregate all'interno della cornice istituzionale che produce un risultato aggregato che a sua volta determina i vincoli al comportamento degli agenti e i risultati individuali degli stessi (Kreps); 2) Equilibrio come posizione di quiete: è l'accezione di equilibrio utilizzata dagli autori classici e keynesiani, che viene individuata come quella situazione in cui "i valori delle variabili considerate non presentano alcuna tendenza a cambiare nell'ambito del periodo di tempo preso in esame" (Cozzi-Zamagni).
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Questa seconda nozione, utilizzata maggiormente in macroeconomia, ci permette di comprendere come, in alcune situazioni, si può essere in equilibrio anche senza essere in una posizione di ottimo. In entrambe le accezioni, inoltre, l'equilibrio può essere stabile (nel senso che se non vi sono cambiamenti nel sistema, esso non ha alcuna tendenza a mutare) o instabile (quando, anche senza mutamenti nei parametri del sistema, l'interazione degli agenti produce uno spostamento dall'equilibrio raggiunto).
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IMPRESA (di tipo privato):
“Struttura economica e giuridica organizzata finalizzata alla produzione e vendita di beni e/o servizi sul mercato” OBIETTIVO DELL’ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE: EFFICIENZA TECNICO-ECONOMICA della PRODUZIONE e MASSIMIZZAZIONE del PROFITTO ECONOMIA: spiega il comportamento degli agenti economici nel perseguimento dei lori obiettivi all’interno dei sistemi economico-sociali (realtà operativa dei mercati) attraverso l’utilizzo di modelli di analisi statica e dinamica (ipotesi teoriche, ragionamento deduttivo per punti, interpretazione matematico-formale, rappresentazione grafica)
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ELEMENTI DI INFLUENZA:
SISTEMA ECONOMICO MERCATO/I Indipendentemente dall’approccio di analisi scelto (macro e/o micro), sono strutture in continua interazione, evoluzione e dinamica spazio-temporale. ELEMENTI DI INFLUENZA: globalizzazione ed internazionalizzazione dei mercati e degli scambi; nuove tecnologie (web, comunicazione mobile …); informazione (simmetrica e asimmetrica, gestione); incertezza/rischio
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SISTEMA ECONOMICO: I soggetti che compongono il sistema economico sono raggruppabili in 4 categorie: - Famiglie - Imprese - Pubblica Amministrazione Resto del Mondo Ciascun soggetto ricopre il ruolo di consumatore (acquirente) e/o produttore (offerta) a seconda della sua posizione nel sistema (ruolo attivo e dinamico)
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SETTORE DECISIONI Offerta Domanda Famiglie Lavoro Consumo Moneta Attività Finanziarie Imprese Produzione Lavoro Attività Finanziarie Investimenti Amministrazioni Moneta Spesa Pubblica Pubbliche Attività Finanziarie Lavoro Resto del Mondo Importazioni Esportazioni
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Fig. 1 Il flusso circolare dei beni e del reddito (senza risparmio)
Prodotto Nazionale Spesa per consumi Beni e Servizi IMPRESE FAMIGLIE Fattori Produttivi Reddito Nazionale Stipendi e Salari
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Struttura e relazioni del doppio circuito (fig. 1):
Famiglie: si considera la quantità di reddito monetario disponibile alla spesa in ogni istante temporale t, completamente destinato al consumo (acquisto di beni e servizi sul mercato) (il risparmio viene qui interpretato come una semplice traslazione temporale della spesa da t a t’) Imprese: detengono le risorse naturali ed il capitale necessari alla realizzazione della produzione da destinare alla vendita sui mercati finale di consumo o da rimettere nel circuito di produzione come materie prime e/o semilavorati per altre imprese
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La fonte principale del reddito delle famiglie è costituita da: salari, stipendi e da altre entrate (rendita di terreni, affitto di immobili, investimenti in attività finanziarie: azioni ed obbligazioni, titoli di stato (cct e btp…), fondi di investimento etc.) Fissato un intervallo di tempo (es. un anno o un trimestre), è possibile interpretare il meccanismo di funzionamento dei due flussi: Flusso monetario: valore (espresso in unità monetarie, €) dei beni e dei servizi prodotti dalle imprese o dai salari e stipendi degli operai e degli impiegati (flusso omogeneo) Flusso in valore reale: i beni ed i servizi sono espressi in quantità fisiche diverse (unità, tonnellate, litri, metri, ore …) e costituiscono un flusso eterogeneo)
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I due flussi sono chiaramente distinti:
La linea tratteggiata (giallo) in senso antiorario evidenzia il flusso monetario della spesa - La linea continua (blu) in senso orario descrive il flusso reale dei beni e dei servizi - Prodotto nazionale: valore delle vendite di beni e servizi prodotti dal sistema economico - Reddito nazionale: ammontare complessivo del reddito monetario disponibile alla spesa
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In un contesto di analisi di tipo microeconomico (riferito al comportamento dei singoli operatori, imprese e famiglie), i due flussi si possono interpretare come le caratteristiche proprie del mercato , ossia la domanda e l’offerta dei singoli beni e servizi disponibili. Nel caso invece in cui si consideri l’inserimento di una modalità decisionale alternativa degli operatori (famiglie ed imprese) orientata, oltre che alla decisione di consumo, al risparmio e all’investimento, la struttura e l’interazione dei flussi nel sistema si modifica come riportato nella fig. 2
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Fig. 2 Il flusso circolare dei beni e del reddito (con risparmio)
Prodotto Nazionale Spesa per consumi Spese per investimenti Risparmio Beni e Servizi IMPRESE FAMIGLIE Fattori Produttivi Beni strumentali Reddito Nazionale Stipendi e Salari
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OBIETTIVO DEL MERCATO: FORME (o STRUTTURE) di MERCATO:
INTERAZIONE tra DOMANDA ed OFFERTA finalizzata raggiungimento e mantenimento della condizione di EQUILIBRIO (incontro tra domanda e offerta) nel tempo FORME (o STRUTTURE) di MERCATO: MODALITÀ (o CONDIZIONI) ORGANIZZATIVO-FUNZIONALI di INTERAZIONE tra i soggetti economici operanti nel sistema al fine di pervenire all’EQUILIBRIO (incontro tra domanda e offerta, determinazione del prezzo e della quantità ottimali che permettono la realizzazione degli scambi economici)
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FORME (o STRUTTURE) di MERCATO - CRITERI di CLASSIFICAZIONE: -
numerosità degli operatori (consumatori, produttori) omogeneità del prodotto (vs. differenziazione intrinseca e/o estrinseca) interdipendenza tra le imprese presenza di barriere all’entrata (o all’uscita) dal mercato trasparenza informativa e tecnologica
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Il mercato perfettamente concorrenziale è quello caratterizzato da:
ATOMISMO, nel senso che vi opera una miriade di produttori e consumatori molto piccoli, il cui peso economico è trascurabile e non sono quindi in grado d'influenzare individualmente e/o in gruppo i prezzi dei prodotti e dei fattori della produzione. -INTERDIPENDENZA tra le IMPRESE: decisioni decentrate e COMPLETA INDIPENDENZA dei vari agenti e operatori; OMOGENEITÀ DELLE MERCI ovvero perfetta sostituibilità dei prodotti: è un'astrazione che tuttavia permette di essere estesa anche al caso di differenziazione dei prodotti, utilizzando degli opportuni indici di qualità (hedonic pricing);
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-ASSENZA DI BARRIERE ALL'ENTRATA, vi è quindi facilità e piena libertà di entrata (o di uscita) sul mercato; -INFORMAZIONE PERFETTA e SIMMETRICA ("tutti sanno tutto di tutti"). La distinzione delle diverse forme di mercato non ha una valenza puramente accademica, ma serve a capire i meccanismi che portano alla determinazione del prezzo dei beni e servizi scambiati. I METODI fondamentali per la DETERMINAZIONE DEI PREZZI nelle economie di mercato sono due:
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1) METODO DELL'INTERAZIONE FRA DOMANDA ED OFFERTA
questo metodo prevale sui mercati concorrenziali in cui i prezzi salgono se la domanda (consumatori) supera l'offerta (venditori) e viceversa. Si è allora in presenza di economie di mercato flex price o price adjusting, in cui ogni produttore determina la quantità da offrire sul mercato e i prezzi si aggiustano in base all'entità della domanda; 2) PRINCIPIO DEL COSTO PIENO sui mercati non concorrenziali l'imprenditore fissa i prezzi di vendita in modo da coprire i suoi costi di produzione. Qui una volta fissati i prezzi, sono le quantità offerte sul mercato a subire un aggiustamento (economie di mercato fix price o quantity adjusting).
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PRINCIPALI FORME (O STRUTTURE)
di MERCATO: Concorrenza perfetta (forma teorica perfetta); PREZZO = variabile esogena al sistema Concorrenza monopolistica (forma dei mercati reali attuali) Monopolio Mercati imperfetti Oligopolio Monopsonio Mercato concorrenziale: consumatori e imprese sono PRICE TAKER Mercati imperfetti: i consumatori sono PRICE TAKER; le imprese sono PRICE MAKER
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FORME (O STRUTTURE) di MERCATO MATRICE DI CLASSIFICAZIONE RIASSUNTIVA
CARATTERISTICHE: numerosità degli operatori omogeneità del prodotto interdipendenza tra le imprese presenza di barriere di entrata e/o uscita trasparenza informativa e tecnologica TIPOLOGIE MERCATO: Concorrenza perfetta Concorrenza monopolistica Monopolio Oligopolio Monopsonio
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- MASSIMIZZAZIONE DEL RISULTATO (MAX PROFITTO, MAX BENESSERE, UTILITÀ)
N.B. OBIETTIVO GENERALE degli OPERATORI ECONOMICI (PRODUTTORI e CONSUMATORI ACQUIRENTI) NEL CONTESTO OPERATIVO del SISTEMA: - MASSIMIZZAZIONE DEL RISULTATO (MAX PROFITTO, MAX BENESSERE, UTILITÀ) - A PARITÀ DI RISULTATO, MINIMO IMPIEGO DI MEZZI E RISORSE (MINIMO COSTO o SPESA)
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STUDIO DELLA DISCIPLINA ECONOMICA
Si basa sulla costruzione e sull’analisi di TEORIE e MODELLI di ‘’rappresentazione matematico formale e grafica’’ semplificata di diversi fenomeni e comportamenti economici e dei meccanismi (organizzativo-strutturali) di funzionamento dei mercati e dei sistemi economici’’ N.B. Ricorso all’uso di modelli teorici di interpretazione della realtà: - I modelli fanno da tramite fra noi e la realtà; - I modelli devono essere dotati di coerenza
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esterna, di coerenza interna e di capacità previsionale;
- La conoscenza scientifica progredisce attraverso il confronto fra le previsioni dei modelli e l’osservazione della realtà (confronto, monitoraggio, impiego della simulazione). Poiché l’economia è una scienza applicata alla società, l’estensione all’economia del metodo scientifico genera tre tipi di problemi: - Coerenza esterna: quali relazioni sono desiderabili fra le ipotesi dei modelli teorici e l’effettivo comportamento dei soggetti economici
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La discussione è molto aperta su tutti e tre questi temi.
- Modelli “piccoli” e modelli “grandi”: quali comportamenti (condizioni) e variabili fare entrare (o uscire) nel modello, al fine di non renderlo troppo complesso e/o sufficientemente rappresentativo dei fenomeni reali; - Verifica empirica: come pervenire alla validazione o al rigetto di un modello sulla base dell’osservazione della realtà? La discussione è molto aperta su tutti e tre questi temi. Si vedano alcuni esempi a riguardo.
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Esempi: - In larga parte della teoria economica si assume che l’individuo sia mosso esclusivamente dall’interesse egoistico. Come tenere conto di tutte le altre motivazioni e dei comportamenti individuali, che pure esistono? - Possiamo accontentarci di modelli puramente matematici? In altri termini: fino a dove spingere l’analisi economica per la spiegazione dei fenomeni aggregati e come far spazio a variabili non strettamente quantitative (assetti socio-politico istituzionali, storia, cultura, tradizioni etc.)?
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- Alcune teorie economiche sono costruite con un procedimento a “blocchi” (diversi modelli “piccoli” fra loro interconnessi). - Altre teorie hanno invece l’obiettivo di costruire un “modello generale” di riferimento. ES: Teoria classica (a blocchi). Teoria marginalista (equilibrio economico generale). Teorie neo-keynesiane (equilibri parziali e “blocchi” che si possono interconnettere con diverse altre teorie, sia classica che marginalista)
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