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Azienda agricola e cantina Fratelli Barba

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Presentazione sul tema: "Azienda agricola e cantina Fratelli Barba"— Transcript della presentazione:

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2 Azienda agricola e cantina Fratelli Barba
Giustamente definito “Regione Verde d’Europa”, l’Abruzzo è conosciuto soprattutto per la costa, i laghi e le montagne. Sulle dorsali collinari del fiume Vomano, comprese tra i comuni di Cellino Attanasio, Atri, Pineto e Roseto, si trova l’azienda Barba. Si tratta di una zona dalla profonda vocazione agricola, in cui predominano le colture della vite e dell’olivo, favorite da un clima mite e luminoso. La tenuta Barba è situata lontano dai rumori cittadini: una posizione privilegiata e panoramica, da cui è possibile ammirare contemporaneamente i colori dell’Adriatico e la vetta del Gran Sasso d’Italia.   

3 Storia dell’Hapimag Nel 1963 nasce “Hapimag hotel”, grazie al tedesco Alexander Nette. La sua idea era quella di dare la possibilità a coloro che non possono permettersi di acquistare una casa per vacanze, di trascorrere le ferie in diverse località in Europa a costi sostenibili “tra le proprie quattro mura”. Hapimag è anche il primo offerente di diritti d’abitazione al mondo ad iniziare a costruire una capacità di spazi abitativi nelle città. I primi appartamenti in città vengono acquistati a Londra e a Roma. Oggi Hapimag possiede residenze in 12 metropoli come Londra, Parigi e Berlino con una capacità di 463 appartamenti.

4 La Riserva del Borsacchio
La Riserva Naturale Regionale del Borsacchio è stata istituita con Legge della Regione Abruzzo n. 6 dell’8 febbraio 2005 e con il perimetro definitivamente approvato con Legge n. 34 del 1 ottobre 2007. Nel 1800 l'amministrazione della riserva naturale del Borsacchio era divisa tra le università di Giulianova e Montepagano finché una riforma amministrativa la assegnò completamente all'università di Montepagano. I confini della Riserva naturale regionale del Borsacchio comprendevano, prima della riperimetrazione, un’area di 1100 ettari nei territori comunali di Roseto degli Abruzzi e Giulianova. La riserva protegge uno dei rari tratti di costa e terreni non antropizzati ed ancora liberi dal cemento e dall’urbanizzazione incontrollata, ed è importante per la sua flora, la sua vegetazione e il paesaggio. Le specie vegetali censite ammontano a circa 120. La presenza della vita animale nella riserva è caratterizzata da numerosi uccelli legati alle zone umide come ad esempio il fratino, un piccolo uccello che nidifica sulla sabbia, protetto dalla Convenzione di Berna e dalla Convenzione di Bonn. L’Università dell’Aquila richiedeva la tutela del Parco, come monumento nazionale, ma i proprietari dell’area decisero invece di realizzarvi attrezzature turistiche. Gran parte del Parco venne recintata e destinata ad ospitare un camping, con conseguenti lavori che hanno visto transitare nella pineta mezzi meccanici e sconvolgere il suo prezioso ecosistema. Seguirono ordinanze, denunce, manifestazioni, leggi e dibattiti che ancora oggi continuano a mettere in discussione la preziosità della riserva. Nella seduta del 19/06/2012, il Consiglio Regionale ha deciso per la riperimetrazione della riserva naturale, con 24 voti favorevoli e 13 contrari. Tra il fiume Tordino e il fiume Vomano si estende il litorale di Roseto degli Abruzzi con uno sviluppo lineare di circa dieci chilometri. La spiaggia, bassa con sabbia finissima, ha una pendenza debole. La necessità di conservare gli aspetti paesaggistici ed ambientali, con una strategia capace di affrontare in modo sostenibile la complessa problematica della conservazione del sistema costiero, ha determinato la nascita di una nuova area protetta L’istituzione della Riserva naturale ha lo scopo di valorizzazione e promuovere la bellezza naturale del Borsacchio per il sostegno all’economia turistica. Il nuovo modello di turismo responsabile prevede la valorizzazione durevole dell’ambiente, già sperimentato con successo in molte altre località italiane ed economicamente vantaggioso, per il ritorno di immagine dell’imprenditoria turistica costiera.

5 Torre di Cerrano La Torre di Cerrano è una delle antiche torri costiere del Regno di Napoli, si trova sulla costa dell’Adriatico, in provincia di Teramo, tra Silvi Marina e Pineto. La necessità della realizzazione di tale sistema difensivo nasceva dalle sempre più frequenti e devastanti incursioni dei pirati turchi e saraceni. Risale al 1568 e deve il suo nome dall'omonimo torrente, situato attualmente 500 metri a sud, alla cui foce corrispondeva l’antico porto di Hatria (Atri). La presenza della prima Torre risale al ‘200, durante il Regno II D’Angiò, dove appare per la prima volta la struttura di una vecchia torre, la cui ricostruzione risale al 1287. Le istituzioni dettavano condizioni ben precise sulle tecniche costruttive che ogni torre doveva seguire. La distribuzione interna era fatta su due livelli e copertura chiamata “piazza d’armi”. Nel primo veniva messa la riserva dei cibi, bevande e munizioni mentre nell’ultima venivano messe le armi usate per la difesa, cannoni e catapulte, tenute sotto controllo dalle guardie. La Torre era coronata per l’intero perimetro da caditoie, inclinate dell’8%, per mezzo della quale era possibile rovesciare sul nemico ogni tipo di proiettile o di oggetto contundente, liquidi infiammabili o bollenti, materiali solidi come laterizi o pietre. Intorno a Torre Cerrano un meraviglioso giardino con la tipica vegetazione della macchia mediterranea, aperto tutti i giorni da mattina a sera nel periodo estivo, consente il transito di pedoni e ciclisti lungo la ciclabile che in questo punto collega Pineto a Silvi. Oggi la Torre ospita il Museo del Mare che completa un programma di protezione e valorizzazione dell’ambiente  affiancandosi alla rete di oasi sottomarine che hanno consentito la salvaguardia, il ripopolamento e lo studio dell’ecosistema marino.


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