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Immanuel Kant Vita e opere
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Origini Nacque a Königsberg (Prussia Or., oggi Kaliningrad, Russia) nel 1724, da una famiglia di condizioni modeste. Riceve dalla madre un’educazione ispirata al pietismo (intenso senso della spiritualità e rigorismo morale). Frequentò il Collegium Fridericianum del pietista F.A. Schultz, studiando soprattutto il latino e i suoi classici (e poco il greco).
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Formazione e carriera : studia scienze e filosofia all'Università di Königsberg; in seguito fa il precettore: miseria e studi. 1755: ottiene la libera docenza. 1770: (a 46 anni) diviene ordinario di logica e metafisica con la dissertazione: De mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis.
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La maturità Nel periodo dà vita ai caposaldi del suo sistema (le “tre critiche”): 1781 – Critica della Ragion pura (gnoseologia) 1788 – Critica della Ragion pratica (etica) 1790 – Critica del Giudizio (teleologia ed estetica)
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Una vita tranquilla Kant fu un uomo retto, rigoroso, metodico (ma non pedante). L’unico “scandalo” della sua vita fu, nel 1794, il contrasto con il re Federico Guglielmo II ( ) che gli proibì di insegnare le idee sulla religione espresse ne La religione entro i limiti della pura ragione. Kant non tenne più corsi sull'argomento.
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La fine Negli ultimi anni, Kant dovette lottare contro le interpretazioni deformanti della sua filosofia (idealismo). Non potè prevalere e dovette rassegnarsi al silenzio. Cessato l’insegnamento nel 1796, Kant morì nel 1804, ormai privo di ogni lucidità.
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Curiosità Kant era ghiottissimo di formaggio. In età avanzata, il suo medico gli aveva consigliato di evitare di mangiarne troppo e, per questa ragione, il maggiordomo di Kant gli teneva nascosto il formaggio: il risultato fu che Kant licenziò il maggiordomo! Benché non avesse particolari problemi economici, Kant all’epoca non manteneva una casa propria, ma prendeva soltanto stanze in affitto, alla ricerca di un luogo silenzioso dove poter condurre le proprie meditazioni e le proprie ricerche. Un paio d’anni dopo aver ottenuto l’importante incarico, per di più, il filosofo fu costretto a cambiare abitazione poiché il suo vicino di casa teneva nel cortile un gallo che puntualmente, sul più bello, interrompeva le sue meditazioni. Nonostante la proposta di Kant di acquistare a qualsiasi prezzo il pennuto (evidentemente per disfarsene), l’ostinato vicino non ne volle sapere di andare incontro alle sue richieste.
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Non certo di salute perfetta, ma di corporatura fragile, ipocondriaco, affetto da gastrite e da numerose reazioni allergiche, Kant era costretto a insegnare 22 ore a settimana, sottraendo notevoli energie ai propri studi. Convinto com’era di dover fissare, anche per le cose meno importanti, delle massime, delle regole di comportamento da rispettare in maniera ferrea, ma anche spinto dai rigidi orari impostigli dal proprio impiego, aveva pianificato in maniera molto precisa la sua giornata. Poiché l’università aveva programmato uno dei suoi corsi alle 7 del mattino, prese l’abitudine di svegliarsi prestissimo. Il suo servitore, un ex-militare rimasto al suo servizio per quarant’anni, aveva l’ordine di svegliarlo alle 5 e di essere particolarmente insistente in modo che Kant, per il quale non era semplice alzarsi tanto presto, non proseguisse a dormire. Una volta in piedi, il filosofo consumava due tazze di tè leggero e fumava una pipa di tabacco dedicandosi alla meditazione (e nonostante si fosse imposto la regola di consumare una sola carica di tabacco al giorno, pare che il fornello della sua pipa si fosse allargato notevolmente negli ultimi anni). Dopo la meditazione si dedicava ai libri e alla preparazione delle lezioni, che si tenevano dalle 7 alle 11. In seguito lavorava ai suoi scritti fino alle 13, quando usciva per pranzare in un ristorante o in un’osteria.
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Era questo un momento molto importante della giornata di Kant
Era questo un momento molto importante della giornata di Kant. Si racconta che si accordasse con l’oste per avere la compagnia di persone a modo, che non lo tediassero con conversazioni erudite e artificiose o con quesiti filosofici che richiedessero un grande sforzo mentale. A tavola voleva «rilassare lo spirito affaticato e, come soleva dire, far onore al corpo», per questo amava discorrere con persone di condizione assai diversa dalla sua, soprattutto militari privi di istruzione, non disdegnando peraltro espressioni volgari e provincialismi. Inoltre, era molto attento nella scelta del cibo, di cui apprezzava soprattutto la semplicità: carne ben cotta, buon pane e buon vino. Al pomeriggio passeggiava per un’ora, quasi sempre al viale dei tigli, in seguito chiamato proprio per questo “Viale del filosofo”. Camminava sempre da solo per non dover parlare con nessuno: in questo modo poteva respirare soltanto con il naso, evitando di introdurre aria dalla bocca, pratica che a suo parere era causa di numerose malattie respiratorie. Kant trascorreva il resto del tempo con il suo amico più caro, Joseph Green, un mercante inglese, scapolo come lui, che viveva seguendo in modo pedante l’orologio e il calendario. Gli aneddoti sulla puntualità di Kant nascono proprio da questa amicizia: pare che i vicini potessero regolare i propri orologi in base al momento in cui Kant usciva dalla casa di Green, alle 19 in punto. La sera, infine, il filosofo si dedicava alla lettura fino alle 22 o frequentava compagnie altolocate, dal momento che fin dagli anni in cui era un elegante magister era diventato il prediletto della contessa Keyserlingk alle cui cene importanti era un ospite fisso. Insomma, per anni, pur vivendo in maniera regolata e metodica, non condusse affatto quell’esistenza appartata che spesso gli si associa.
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La tomba di Kant
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