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Il conflitto tra poteri universali: Papato e impero
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La dottrina delle due spade
Nel Vangelo di Luca è scritto che Gesù alla fine dell’ultima cena disse: “chi non ha la spada, venda il mantello e la compri”, ma poi aggiunse che due spade erano sufficienti. Interpretazione: i due poteri fondamentali sono quello del papa e quello dell’imperatore
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Il privilegium Othonis
Ottone I si riserva il potere di confermare l’elezione del pontefice, ribadendo la concezione carolingia del ruolo imperiale, secondo cui quest’ultimo non era limitato alle questioni temporali, ma si estendeva anche alla chiesa.
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I mali della Chiesa La simonia: poiché le cariche ecclesiastiche erano legate ad un beneficio, spesso diventavano oggetto di compravendita Il concubinato: la castità era riservata in teoria a monaci e vescovi, ma in realtà la maggior parte degli ecclesiastici aveva mogli e figli
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I tentativi di riforma Il movimento cluniacense: si sviluppa a partire dal monastero di Cluny con l’intenzione di ribadire che lo studio e la preghiera sono il centro della vita religiosa. Fino a 1000 monasteri accettano la regola di Cluny e si sottomettono al suo abate. Enrico III di Franconia nel 1046 indice un concilio a Roma per deporre il papa Benedetto IX, eletto a 13 anni e implicato in numerosi scandali. I successivi quattro papi saranno tutti tedeschi, di nomina imperiale e sostenitori della riforma Il movimento dei patari: propugnavano il ritorno ad una religione più pura e rigorosa, arrivando a contestare la validità dei sacramenti amministrati da ecclesiastici corrotti; in molte città (es. Milano) vi sono contestazioni e sollevazioni popolari contro i vescovi accusati di concubinato e simonia
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La lotta per le investiture
Conflitto tra papa e imperatore per la nomina dei vescovi raggiunge il culmine con il papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV di Franconia Nel 1075 Gregorio VII vieta all’imperatore di prendere parte all’elezione dei vescovi ed emana in Dictatus Papae, in cui ribadisce la superiorità del potere papale su quello imperiale. Nel 1076 Enrico IV nomina un nuovo vescovo a Milano, sconfigge i catari e convoca un’assemblea di vescovi per dichiarare deposto Gregorio VII, che a sua volta lo scomunica Nel 1077 Enrico IV accetta di sottomettersi al papa con l’intermediazione della marchesa Matilde di Canossa. Nel sui castello avviene l’incontro tra papa e imperatore, ma quest’ultimo viene costretto ad aspettare tre giorni fuori dal castello prima di essere ricevuto. Tuttavia il conflitto tra i due continua. L’imperatore riprende la nomina dei vescovi per contenere l’opposizione dei principi tedeschi, il papa lo scomunica e l’imperatore nomina un antipapa. Il conflitto si conclude nel 1122 con il concordato di Worms tra l’imperatore Enrico V e il papa Callisto II.
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Il Concordato di Worms L’investitura spirituale del vescovo può essere fatta solo dal papa. In Italia avviene prima di quella temporale, in Germania dopo. L’imperatore può aggiungere l’investitura temporale (feudo). In Italia avviene dopo quella spirituale, in Germania prima. Il papato risulta vittorioso sull’impero e sui patari (Gregorio VII rivendica il valore in sé dei sacramenti)
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