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PubblicatoElisa Borghi Modificato 6 anni fa
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Scuola statale Secondaria di 1^ Grado “G. Pascoli” Aversa
Prodotto realizzato dalla classe 3^ sez. B
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«Il coraggio nella testimonianza»
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Abbiamo letto le vostre biografie e abbiamo provato a immedesimarci in voi, che siete sopravvissuti a questa esperienza disumana …
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Eravate dei bambini poco più piccoli di noi.
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Ci siamo sentiti tristi, soli, impotenti, privati del diritto
Le prime sensazioni che abbiamo provato sono state di totale sconforto. Ci siamo sentiti tristi, soli, impotenti, privati del diritto per il quale siamo nati: quello di vivere.
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Ci è risultato difficile riuscire a capire da dove abbiate attinto
una forza così grande, che vi ha consentito di sopravvivere.
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nel tentativo di dare voce a tutte le emozioni
Una nostra compagna, Pompella Mariafrancesca della classe 2^B, ha scritto una pagina di diario, nel tentativo di dare voce a tutte le emozioni che queste tristi vicende hanno suscitato in lei, immedesimandosi in una bambina deportata.
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Caro Diario, Qui ormai si rincorre la vita, ma sta diventando una situazione così lunga che abbiamo perso le speranze. Io cerco di non staccarmi mai da quello spiraglio di luce che mi fa restare vicina ai miei ricordi. Ma qui è tutto così buio…
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Servirebbero più luci di ricordi felici.
Sai qual è il vero problema? E’ che qui non sono più una bambina che gioca con le bambole. Siamo tutti, solo ed esclusivamente numeri. Numeri destinati, tra l’altro, a morire. Scriverti è ormai l’unico motivo che mi tiene ancora legata alla vita.
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Mi mancano i miei genitori, i miei amici. Mi manca vivere.
E con la mancanza, arriva la paura. La paura che tutti quelli che un tempo mi hanno amata, non ci siano più. Se al mondo non c’è nessuno che ti vuole bene, esisti davvero? Vuota. La mia anima è vuota. Gli unici sentimenti che provo sono negativi, come lame affilate. Non lasciatemi sola.
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Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre. Primo Levi Se questo è un uomo
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Testimoniare non è facile. Testimoniare è doloroso.
Ma abbiamo bisogno della vostra memoria!
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La memoria è il vero “hard disk” della cultura e del pensiero.
Si conosce bene una cosa solo quando la si ha in testa e nel cuore (Socrate). Per questo motivo ogni anno ricordiamo, nella mente e nel cuore, ciò che è accaduto 70 anni fa.
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La vostra memoria diventerà la nostra.
Perché non siamo chiamati ad ascoltare, in silenzio. Siamo chiamati a ricevere queste vostre memorie per farcene a nostra volta carico, per trasmettere il ricordo di questo evento tanto orribile, quanto incancellabile.
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Non dimenticheremo!
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