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Alcune tra le sue principali applicazioni
La genetica forense è una delle numerose branche delle scienze forensi Nata all’inizio del 1900 ha acquisito oggi un ruolo molto importante Alcune tra le sue principali applicazioni Identificazione di autori di crimini, con contributi anche per predire l’origine etnica di un individuo (es. Africano, Asiatico ecc.) ottenere informazioni fenotipiche su un soggetto (es. colore occhi, capelli ecc.) Attribuzione di paternità Identificazione di cadaveri a identità ignota (soprattutto in disastri di massa) Investigazioni storiche Investigazioni su persone scomparse
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La genetica forense utilizza la diversità genetica esistente tra individui
L’importanza di questo ramo della genetica è cresciuta enormemente negli anni grazie al miglioramento delle conoscenze sulla variabilità genetica della nostra specie e all’invenzione di tecniche estremamente sensibili attraverso le quali studiarla
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Genetica forense e diversità genetica
quali regioni genomiche studiare? quali marcatori? Attualmente i marcatori più utilizzati in ambito forense sono i polimorfismi STR localizzati sugli autosomi una certa importanza è rivestita anche dai marcatori Y-specifici e dall’mtDNA
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La Genetica Forense è nata con la genetica ed è cresciuta di pari passo con essa (scoperta di nuovi marcatori e messa a punto di nuove tecniche per esaminarli), la storia della Genetica Forense quindi ripercorre la storia delle nostre conoscenze sulla variabilità genetica primo sistema polimorfico utilizzato in ambito forense: Sistema di gruppo sanguigno ABO (scoperto nel 1900 da Landsteiner) Ne viene chiarita la genetica verso il 1910 e subito utilizzato in ambito forense. Successivamente è stato affiancato da altri sistemi di gruppo sanguigno quali MN, Rh e altri fino ai circa 30 attualmente noti Caratteristiche : generalmente 2 soli alleli (tranne sistema ABO e pochi altri) quindi 3 fenotipi possibilità di esclusione ma potere di attribuzione molto limitato rapidità di esecuzione, ma necessità di sangue relativamente fresco
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I polimorfismi proteici
Anni ‘60 si scopre che molte proteine eritrocitarie e sieriche presentano differenti forme alleliche Tali differenze venivano evidenziate mediante elettroforesi su vari supporti (amido, agar, agarosio, acrilammide ecc.) e successiva colorazione specifica No. di loci 20-30 Caratteristiche : generalmente solo 2 alleli quindi 3 fenotipi possibilità di esclusione ma limitato potere di attribuzione; tecnica non rapidissima; la buona riuscita della tipizzazione dipende dallo stato di conservazione del materiale biologico nel tessuto biologico raccolto sulla scena del crimine i geni in questione devono essere espressi
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Scoperta degli RFLP Anni ‘70 scoperta dei polimorfismi per la lunghezza dei frammenti di restrizione, RFLP. Venivano evidenziati con procedimenti lunghi e costosi e che necessitavano di grandi quantità di DNA Moltissimi loci dell’ordine di 105 Caratteristiche: generalmente solo 2 alleli quindi 3 fenotipi possibilità di esclusione ma limitato potere di attribuzione per il singolo locus controbilanciato però dalla possibilità di studiare molti loci; impiego di una tecnica lunga e costosa e che necessita di grandi quantità di DNA (Southern blot); per la prima volta la variabilità genetica è studiata a livello di DNA (quindi su qualsiasi materiale biologico)
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Anni ‘80 la scoperta dei MINISATELLITI
Sono una classe di DNA ripetuto in tandem, in cui il motivo ripetuto è di bp e il numero di ripetizioni è spesso molto elevato (fino a 1000) Sono localizzati preferenzialmente nelle regioni subtelomeriche Il polimorfismo consiste nella presenza di un diverso numero di ripetizioni (= alleli diversi hanno lunghezza diversa) Il numero di alleli per locus è in genere nell’ordine delle decine (sistema multiallelico)
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Minisatelliti: il «DNA fingerprinting»
Tecnica inventata da Jeffreys nel 1985, si basa sulla metodica del ‘southern blotting’ in cui si utilizza una sonda che riconosce un motivo ‘core’ comune a più minisatelliti in modo da evidenziare più loci minisatelliti contemporaneamente Il DNA fingerprinting Estrazione del DNA Digestione con enzimi di restrizione e separazione dei frammenti tramite elettroforesi Denaturazione e trasferimento su membrana Ibridazione con una sonda multi-locus marcata con radioattivo Autoradiografia per rilevare i frammenti a cui si è legata la sonda Alec Jeffreys Si ottiene un pattern di bande complesso che, al pari delle impronte digitali, è specifico per ogni individuo
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scagionare un sospettato
Inghilterra, anni ’80 primo caso criminale in cui si è usato il DNA fingerprinting, la tecnica è stata utilizzata nei due versi, cioè per scagionare un sospettato confermare la colpevolezza di un altro sospettato 1983: una ragazza viene violentata e uccisa (per strangolamento) nel Leicestershire (UK); utilizzando le tracce di liquido seminale si riescono a stabilire solo gruppo sanguigno AB0 e genotipo per la PGM1 che sono condivisi dal 10% degli abitanti maschi della zona 1986: una seconda ragazza viene violentata e uccisa nella stessa zona. modus operandi e dati genetici (AB0 e PGM1) sono gli stessi del precedente omicidio, si ipotizza quindi un unico colpevole 1986: un ragazzo con gruppo AB0 e genotipo PGM1 uguali a quello dell’autore dei delitti viene accusato di essere il colpevole, il ragazzo (con un ritardo mentale) viene spinto a confessare il secondo delitto, ma nega decisamente il primo
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Inghilterra, anni ’80: primo caso criminale risolto mediante DNA typing (2)
viene utilizzata l’analisi del DNA mediante fingerprinting: si dimostra l’estraneità del ragazzo al primo delitto. Su richiesta del padre viene effettuato il confronto anche con il materiale biologico relativo al secondo delitto e si evidenzia l’estraneità del sospettato anche al secondo delitto Viene organizzato uno screening di massa dei circa 5000 individui maschi tra i 17 e i 34 anni della zona. (1) determinazione del gruppo sanguigno AB0 e del genotipo per la PGM1: il numero dei potenziali colpevoli diminuisce a 500; (2) analisi mediante DNA fingerprinting nessuno dei DNA prelevati presenta un fingerprinting corrispondente a quello dell’assassino 1987: per puro caso si scopre che un certo Colin Pitchfork aveva evitato il prelievo facendosi sostituire da un amico Viene prelevato un campione di sangue di Pitchfork il profilo del suo DNA risulta identico a quello del DNA raccolto sulla scena dei due delitti
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Minisatelliti: esempio di «DNA fingerprinting»
Vantaggi e limiti: Potere di discriminazione elevato Sensibilità limitata (richiede grandi quantità di DNA mg, cioè ca. 106 cellule) Tecnica lunga e non automatizzabile Analizza DNA a elevato peso molecolare: non adatto per campioni degradati Pattern multi-bande di non facile interpretazione (base molecolare del polimorfismo non nota) Problemi per l’interpretazione statistica (una corrispondenza che valore statistico, e quindi probatorio, ha?)
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Il DNA fingerprinting in un caso di attribuzione di paternità (A) e in un caso di individuazione dell’autore di un crimine (B) Le frecce indicano bande presenti nel figlio ma non nella madre: devono essere presenti nel padre
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1985 viene inventata la PCR
1990 il suo uso viene ammesso in ambito forense La PCR permette di risolvere un problema ricorrente nelle indagini criminali: la scarsa quantità di DNA che è possibile ottenere da molti reperti Inizialmente la PCR viene utilizzata per l’amplificazione di un locus multiallelico del complesso MHC, successivamente per amplificare un locus minisatellite (D1S80) Brevissima descrizione della tecnica, gli studenti dovrebbero già conoscerla
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La svolta: la scoperta dei microsatelliti
Pochi anni dopo viene scoperta una classe di marcatori con caratteristiche pressoché ottimali per le indagini di genetica forense: I microsatelliti o STR (Short Tandem Repeat) Ripetizioni in tandem di brevi (2-5 bp) tratti nucleotidici (repeat) Il polimorfismo consiste nel diverso numero di copie della repeat (= alleli diversi hanno lunghezza diversa) Il numero degli alleli è generalmente elevato (talvolta molto elevato) Sono uniformemente distribuiti in tutto il genoma, nei primati rappresentano ca. l’1% del genoma Brevissima descrizione della tecnica, gli studenti dovrebbero già conoscerla
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Natura molecolare dei microsatelliti
perfetti interrotti composti I microsatelliti possono essere perfetti, interrotti o composti, sono classificati anche in base alla lunghezza del motivo ripetuto (dinucleotidici, trinucleotidici ecc.)
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Esempio di microsatellite utilizzato in genetica forense: D16S539
Figure 5.1 (tratto da Butler) DNA sequence of a D16S539 allele containing 11 GATA repeats (shown in blue font). The STR repeat sequence is included in lowercase font with breaks between each repeat unit for emphasis. Underlined regions in green font indicate PowerPlex 16 primer binding sites (Krenke et al. 2002) with the shaded portion showing the PCR product, which is 288 bp (see Appendix 1). This top strand of the reference sequence is the reverse complement of GenBank entry AC available from The ‘T’ shown in red font indicates a point mutation that resulted in a null allele with a previous primer (Nelson et al. 2002).
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Il microsatellite ‘ideale’ in genetica forense
elevata eterozigosità amplificabile in corti prodotti di PCR alleli ben separabili su gel tasso di mutazione non particolarmente elevato ridotto fenomeno di ‘stuttering’
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Nomenclatura dei microsatelliti (e dei loro alleli)
Necessità di fare riferimento ad una nomenclatura univoca per permettere il confronto tra laboratori e database diversi (1) Scelta del filamento Se il microsatellite è in un gene, si considera il filamento codificante Se il microsatellite non è in un gene, si fa riferimento al filamento originariamente descritto in letteratura La direzione di lettura è sempre 5’-3’ Figure 5.6 (Butler 2012) Example of the DNA sequence in a STR repeat region. Note that using the top strand versus the bottom strand results in different repeat motifs and starting positions. In this example, the top strand has 6 TCAT repeat units while the bottom strand has 6 TGAA repeat units. Under ISFG recommendations, the top strand from GenBank should be used. Thus, this example would be described as having [TCAT] as the repeat motif. Repeat numbering, indicated above and below the sequence, proceeds in the 5’-to-3’ direction as illustrated by the arrows. Gli alleli vengono indicati con la sequenza ripetuta scritta tra parentesi e un numero che indica il no. di volte in cui la repeat è presente Esempio: (TTCT)12 allele di un STR tetranucleotidico in cui il motivo TTCT è ripetuto 12 volte
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STR come li si studia Amplificazione del tratto comprendente la ripetizione utilizzando primer esterni alla ripetizione stessa Separazione dei prodotti di amplificazione su gel di acrilamide o tramite elettroforesi capillare gli omozigoti presentano una sola banda (o un solo picco di fluorescenza), gli eterozigoti ne presentano due E’ possibile amplificare più loci contemporaneamente in un’unica reazione di PCR (PCR multiplex)
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Principio su cui si basa la PCR multiplex
1. Amplificazione simultanea di 3 loci con primer disegnati in modo tale da generare ampliconi di dimensioni diverse 2. Separazione dei prodotti di PCR (possibile vista la loro diversa dimensione) L’uso di fluorofori diversi aumenta il no. di loci che possono essere studiati in una singola reazione di PCR: la separazione degli ampliconi avviene sulla base delle dimensioni e/o della fluorescenza emessa
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PCR multiplex Locus A x = bp Locus B y = bp Locus C z = bp 1a. Amplificazione di 3 loci (A, B e C) con primer disegnati in modo tale da generare ampliconi di dimensioni diverse (x, y e z). Le 3 coppie di primer sono marcate con lo stesso fluoroforo (ad es. VIC) Locus D x = bp Locus E y = bp Locus F z = bp 1b. Amplificazione di altri 3 loci (D, E e F) con primer disegnati in modo tale da generare ampliconi di dimensioni x, y e z. Le 3 coppie di primer sono marcate con un fluoroforo diverso dal precedente (es. FAM) Se le 6 coppie di primer hanno T annealing simili la reazione può avvenire in un’unica provetta
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PCR multiplex Locus A x = bp Locus B y = bp Locus C z = bp I frammenti dei loci A, B e C sono di dimensioni diverse ed emettono la medesima fluorescenza (VIC) Locus D x = bp Locus E y = bp Locus F z = bp I frammenti dei loci D, E e F sono di dimensioni diverse ed emettono la medesima fluorescenza (FAM) I frammenti dei loci A e D sono della stessa dimensione (x) ma emettono fluorescenze diverse (VIC per l’A e FAM per il D) I frammenti dei loci B e E sono della stessa dimensione (y) ma emettono fluorescenze diverse (VIC per il B e FAM per l’E) I frammenti dei loci C e F sono della stessa dimensione (z) ma emettono fluorescenze diverse (VIC per il C e FAM per l’F)
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Amplificazione mediante PCR: problemi in genetica forense investigativa
PRESENZA DI INIBITORI: i reperti biologici possono essere contaminati da inibitori della PCR di tipo organico e inorganico CONTAMINAZIONE DA ALTRO DNA: puo’ verificarsi sia in fase di repertazione che in laboratorio (più probabile in caso di DNA scarso e/o degradato) Utilizzo di guanti e mascherine monouso (in repertazione e in laboratorio) e di tutti gli altri accorgimenti necessari a prevenire tale eventualità (separazione di spazi pre- e post-PCR, uso di puntali monouso con filtro, irradiazione con raggi UV dell’area dedicata alla preparazione della PCR, ecc.) Creazione di un database dei profili genetici del personale del laboratorio e del personale che ha effettuato la repertazione
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Workflow per generare un profilo di DNA:
(estrazione del DNA con metodi che variano a seconda del tipo di campione biologico) (quantificazione del DNA tramite RT-PCR) Amplificazione dei vari loci STR (PCR multiplex) Preparazione dei prodotti di amplificazione per la loro separazione (elettroforesi) Separazione dei prodotti di PCR (elettroforesi capillare) Elaborazione del risultato della corsa elettroforetica Valutazione del profilo Le fasi 1) e 2) oggi, in alcuni casi, non sono più necessarie (messa a punto di kit commerciali per amplificazione diretta dei loci STR)
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8 loci in comune tra i due standard
Quanti loci tipizzare? USA CODIS (Combined DNA Index System): 13 loci + amel UK 1° generazione: 8 loci + amelogenina, poi 10 loci + amel 8 loci in comune tra i due standard
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Posizione sul genoma dei 21 loci autosomici del kit :
I kit di ultima generazione: il GlobalFiler Express della Life Technologies Posizione sul genoma dei 21 loci autosomici del kit : 1 sul cromosoma 1 3 sul cromosoma 2 (TPOX-D2S441 distanza 66.7 Mb, R 0.47) 1 sul cromosoma 3 1 sul cromosoma 4 2 sul cromosoma 5 (distanza 26.5 Mb, R ca. 0.25) 1 sul cromosoma 6 1 sul cromosoma 7 1 sul cromosoma 8 1 sul cromosoma 10 1 sul cromosoma 11 2 sul cromosoma 12 (distanza 6.5 Mb, R ca. 0.12) 1 sul cromosoma 13 1 sul cromosoma 16 1 sul cromosoma 18 1 sul cromosoma 19 1 sul cromosoma 21 1 sul cromosoma 22
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ALLELIC LADDER del kit GlobalFiler Express
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I 23 loci STR (22 autosomici e 1 del cromosoma Y) amplificati dal kit Promega PowerPlex Fusion
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Profilo ottenuto con il kit PowerPlex Fusion
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Esempio di profilo di un soggetto di sesso femminile (1)
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Esempio di profilo di un soggetto di sesso femminile (2)
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Profilo parziale di un individuo di sesso maschile l’amelogenina presenta due diversi prodotti di PCR: uno derivato dal cromosoma Y e uno dall’X
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Il complemento a 1 della PI è chiamato Potere di esclusione (PD)
La Probabilità di identità (PI) è la Probabilità che 2 individui estratti a caso dalla popolazione abbiano lo stesso genotipo Come viene calcolata? Attraverso l’analisi di un campione rappresentativo della popolazione si ottengono le frequenze alleliche (per conta diretta). Si calcolano poi le frequenze genotipiche attese dall’equilibrio di Hardy-Weinberg, a questo punto è possibile calcolare la PI (è uguale alla sommatoria della frequenza di ciascun genotipo elevato al quadrato) Il complemento a 1 della PI è chiamato Potere di esclusione (PD)
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Perché studiare tanti loci?
Per ciascun locus la Pi diminuisce all’aumentare del no. di alleli purché tutti gli alleli siano ‘frequenti’ Se due loci sono indipendenti la Pi combinata viene calcolata con la regola del prodotto Pi(locus 1) x Pi(locus 2) Combined x x x x10-26 Perché studiare tanti loci?
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La probabilità di match casuale
Il peso di una corrispondenza (match) tra un profilo di DNA Q e il profilo di un sospettato è ‘quantificato’ in termini di probabilità Qual è la probabilità che un profilo come quello del DNA Q (trovato sulla scena di un crimine) sia uguale al profilo genetico di un individuo scelto a caso dalla popolazione? La Pmatch è uguale alla frequenza del profilo Q nella popolazione (che è pari al prodotto della frequenza genotipica per ciascuno degli n loci utilizzati per la costruzione del profilo stesso)
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Esempio di calcolo di Probabilità di match
0.222 x 0.222 x 2 = 0.1
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Esempio di calcolo di Probabilità di match
1 / 10 1 / 22,200 x 1 / 111 1 / 20 1 / 100 1 / 14 1 / 81 1 / 113,400 x 1 / 116 1 / 17 1 / 16 1 / 31,552 x 1 / 79,531,528,960,000,000
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Nei database sono archiviati i profili genetici di:
Tracce biologiche da scene del crimine Persone scomparse Cadaveri non identificati Soggetti sottoposti ad arresto
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Alcuni problemi che complicano l’interpretazione del profilo
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La quasi totalità dei picchi presenta un picco estremamente basso alla sua sinistra (= frammento con una repeat in meno) raramente alla sua destra. Questi picchi vengono chiamati ‘stutter’ Come si originano?
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Probabile meccanismo di produzione degli ‘stutter’
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La propensione a produrre ‘stutter ‘ varia da locus a locus e da allele ad allele (alleli più lunghi sono più ‘a rischio’)
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Se il DNA è in eccesso l’adenilazione incompleta è più probabile
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Problemi nell’interpretazione di profili STR
Pattern ‘multiallelici’ Sono generalmente conseguenza della duplicazione della regione che contiene il microsatellite. E’ un fenomeno molto raro (almeno negli STR forensi autosomici standard) tuttavia, dato il gran numero di soggetti analizzati, in letteratura ne sono stati riportati diversi esempi 1 2 3 Mistura di due campioni o pattern tri-allelico? Se si tratta di una mistura si osserveranno più di due alleli a più di un locus, viceversa il tri-allelismo interessa solo il locus soggetto a duplicazione
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Problemi nell’interpretazione di profili STR
Alleli ‘off ladder’ I triangolini rossi delimitano il range allelico noto per quello specifico locus, talvolta i range allelici di loci diversi sono molto vicini Un picco presente nello spazio tra due triangolini di loci diversi a quale locus deve essere attribuito?
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La ‘perdita allelica’ (‘allele dropout’)
Problemi nell’interpretazione di profili STR La ‘perdita allelica’ (‘allele dropout’) Quando si osserva un solo picco in genere si conclude che l’individuo studiato è omozigote per il locus in questione, tuttavia potrebbe trattarsi di una omozigosi apparente: in realtà si è amplificato uno solo dei due alleli Possibile motivo è presente una mutazione nella sequenza di appaiamento di uno dei due primer
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La ‘perdita allelica’ dovuta a non amplificazione selettiva di uno dei due alleli sarebbe ininfluente se tutti i profili (di soggetti e di tracce biologiche) presenti in tutte le banche dati venissero ottenuti con lo stesso kit Un soggetto mostrerebbe sempre lo stesso profilo, cioè risulterebbe sempre omozigote per gli stessi loci (sia nel caso di omozigosi vera che di omozigosi apparente) Lo stesso soggetto analizzato con kit diversi deve dare sempre lo stesso profilo, un risultato discordante per un locus (eterozigote con un kit e omozigote con un altro) mette in evidenza una ‘perdita allelica’ molto probabilmente dovuta a mutazione nella regione di annealing di uno dei due primer (kit diversi usano primer che si appaiano in sequenze diverse, anche se sempre in regioni fiancheggianti il locus STR)
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Problemi nell’interpretazione di profili STR
Problemi tecnici in senso stretto Incapacità del detector nel risolvere appropriatamente i colori emessi dai fluorocromi utilizzati per marcare i primer Distaccamento dei fluorocromi dai primer con conseguente loro migrazione indipendente Cristalli di urea e bolle d’aria rilevabili come falsi picchi sottili nell’elettroferogramma (‘spike’) Contaminanti: sostanze normalmente non presenti nel polimero all’interno del capillare, fluorescenti nella regione visibile dello spettro
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Situazioni molto comuni nelle indagini forensi di tipo investigativo
Reperti difficili DNA degradato DNA scarso Campioni misti Situazioni molto comuni nelle indagini forensi di tipo investigativo
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DNA degradato L’esposizione all’ambiente (microrganismi, UV, nucleasi…) determina la progressiva degradazione del DNA Se il DNA è fortemente degradato potrebbero presentarsi problemi di amplificazione principalmente a carico dei microsatelliti che vengono amplificati negli ampliconi più grandi si può ricorrere a markers/strategie alternative SNPs (ampliconi < 100 bp) mtDNA (molte più copie rispetto al DNA nucleare) «Mini-STRs» (STR amplificati con primer ridisegnati in modo da ottenere ampliconi più piccoli rispetto a quelli prodotti con i primer standard) Progressiva diminuzione dell’amplificato
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Mini STR
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DNA scarso o ‘low template’ DNA (LT-DNA)
Un campione di DNA è considerato LT-DNA quando la quantità di DNA disponibile per l’analisi è inferiore a pg (pari al contenuto in DNA di cellule diploidi) La PCR è in grado (con qualche difficoltà) di amplificare un bersaglio anche a partire da una sola cellula, tuttavia quando il numero di copie di DNA stampo è piccolo l’entità di amplificazione dei singoli loci e/o dei singoli alleli di ciascun locus è fortemente soggetta alle leggi del caso: interi loci o, peggio, singoli alleli possono non essere amplificati, oppure può verificarsi uno sbilanciamento tra alleli o un’amplificazione significativa degli stutter
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LT-DNA Consensus Profile: 14,19 7,9.3 12,13 11,13 24,Z 14,19 7,9.3
Replicate #1 High stutter Replicate #2 Modificato da Butler (2012). Figure 11.3 Three replicate PCR amplifications of a 10 pg single source DNA template using the Identifiler kit (only green loci shown) and 31 cycles. The consensus profile, produced by recording all alleles that occurred at least two out of three times, matched the correct profile (note that the consensus wildcard “Z” for D2S1338 appropriately covers the allele 18 that has drop-out twice). The red arrows indicate positions of allele dropout and the blue arrows where severe peak height imbalance was observed. Replicate #3 Consensus Profile: 14,19 7,9.3 12,13 11,13 24,Z Correct Profile: 14,19 7,9.3 12,13 11,13 18,24
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Reperti misti Il DNA amplificato proviene da due o più soggetti
Il profilo STR sarà un ‘profilo misto’, con loci che presentano più di 2 alleli L’altezza relativa dei picchi dell’elettroferogramma riflette in modo abbastanza preciso la quantità relativa di DNA dei due (o più) individui Come conseguenza delle diverse possibili combinazioni di due (o più) genotipi ad un singolo locus, si verificheranno fenomeni di sbilanciamento allelico
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Reperti misti Esempi di profili derivati da misture di DNA
DNA (in proporzioni uguali) provenienti da due soggetti: per molti loci risulta impossibile stabilire il genotipo dei due individui DNA (in proporzioni diverse) provenienti da due soggetti: l’individuazione dei due genotipi ai singoli loci è possibile
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Sono stati sviluppati kit per la determinazione del profilo Y-specifico
kit Yfiler della Life Technologies amplificazione di 17 loci STR kit Y-specifico della Promega si ottiene un profilo a 23 loci STR
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Non possiamo utilizzare la regola del prodotto
La capacità discriminatoria dei profili del cromosoma Y è estremamente più bassa di quella dei profili ottenuti con loci autosomici Nel primo caso vengono studiati loci in linkage assoluto cioè APLOTIPI: la variabilità si origina solo per mutazione Non possiamo utilizzare la regola del prodotto
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Il kit a 23 loci (ultima colonna) ha un elevato potere di discriminazione: su 1032 cromosomi Y studiati, 1026 aplotipi sono risultati unici e solo 2 aplotipi erano condivisi da 3 soggetti John M. Butler, Carolyn R. Hill and Michael D. Coble Applied Genetics Group, National Institute of Standards and Technology, Gaithersburg, Maryland, USA Publication Date: 2012
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Il profilo del cromosoma Y permette di operare esclusioni (il profilo del sospettato e quello della traccia biologica sono diverse il sospettato NON è colui che ha lasciato la traccia) ma non attribuzioni (il profilo del sospettato e quello della traccia biologica sono uguali il sospettato potrebbe aver lasciato la traccia, ma potrebbero averlo fatto anche un suo parente in linea maschile e un certo numero di maschi dello stesso gruppo etnico, quanti?)
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Perché ottenere profili Y-specifici?
Possibilità di fare inferenze sull’origine etnica del donatore di una traccia Possibilità di ottenere un profilo certo da tracce miste maschio-femmina in cui il contributo femminile è estremamente più elevato di quello maschile
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E se non c’è un sospettato la genetica può aiutarci a stabilire alcune caratteristiche dell’autore del crimine? Etnia (mtDNA e cromosoma Y) Colore occhi (insieme di 6 SNP) Colore capelli (insieme di 6 SNP) Età? (lunghezza telomeri?)
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