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Imitazione all’interno della relazione dinamica tra apprendimento e sviluppo imitazione non come processo meccanico e ripetitivo ma come processo creativo.

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Presentazione sul tema: "Imitazione all’interno della relazione dinamica tra apprendimento e sviluppo imitazione non come processo meccanico e ripetitivo ma come processo creativo."— Transcript della presentazione:

1 imitazione all’interno della relazione dinamica tra apprendimento e sviluppo
imitazione non come processo meccanico e ripetitivo ma come processo creativo l’adulto non si non si troverà mai di fronte ad un individuo vuoto, privo di saperi e competenze, l’apprendimento ha una storia pregressa esempi linguaggio (acquisizioni linguistiche che si basano sulle risposte fornite dagli adulti)  matematica (i bambini hanno già giocato con le 4 operazioni prima di andare a scuola) l’adulto viene imitato, fornisce spiegazioni su come comportarsi e agire, fa sì che il bambino possa raggiungere e sviluppare molte abilità. In particolar modo, è da tale comportamento imitativo che si andranno a instaurare due processi interdipendenti, non scomponibili e attivi fin dal primo giorno di vita: apprendimento e sviluppo (Vygotskij, 1978)

2 L’imitazione del linguaggio e del comportamento, intesi anche come azioni motorie diventano allora fondamentali per l’apprendimento e lo sviluppo: questi sono aspetti che gli scienziati che studiano le funzioni dei neuroni specchio, hanno a lungo indagato. Si ritiene a tale proposito che le abilità motorie e il linguaggio sono strettamente connessi in quanto la loro localizzazione cerebrale si trova in zone adiacenti. Forse è proprio per questo che si ritiene che il linguaggio umano si sia evoluto da un tipo di comunicazione mimico-gestuale basata sull’imitazione (Rizzolatti & Arbib, 1998). Il bambino, prima dell’entrata nella scuola, concepisce la sua matematica attraverso il corpo … quando conta con le dita … riesce a destreggiarsi molto bene quando con le dita contando aggiunge o toglie …quando giocando cerca di stabilire le misure: più alto del compagno, meno alto, più vicino o meno vicino a un luogo o a una persona. Anche per questo tipo di attività aritmetica tende a usare il corpo, mettendo in atto movimenti, che certe volte ha imparato ad usare imitando gli amici o gli adulti a lui più vicini. Per Vygotskij affrontare il discorso sullo sviluppo e sull’apprendimento (e quindi sull’aspetto determinante offerto dall’imitazione), significa necessariamente dover partire da uno dei concetti portanti di tutta la sua teoria storico-culturale: la zona di sviluppo potenziale (Vygotskij, 1978)

3  le teorie psicologiche dell’epoca, ci spiega Vygotskij, però, non prendono in considerazione il fatto che - se vengono poste al bambino delle domande in cui al loro interno vi è la risposta implicita, oppure se viene mostrato come un problema può essere risolto e il bambino riesce a risolverlo, o ancora se l’insegnante inizia la soluzione e il bambino la completa, o risolve una soluzione con l’aiuto di altri bambini - tutti questi ipotetici casi, sono da considerarsi indici di sviluppo mentale. se il bambino ha raggiunto un certo livello di sviluppo, può comunque, riuscire a risolvere problemi, come quelli di un test, o anche più difficili rispetto alla sua età mentale, se appunto, viene aiutato da un adulto con domande o esempi, cosa che invece non può fare un altro bambino (valutato come avente un livello di sviluppo mentale simile), se non aiutato da nessuno. L’aiuto come suggerimento, come forma di comportamento o di azione che possono essere imitate, fanno sì che il bambino possa svolgere e risolvere positivamente un compito: questo aspetto è ciò che delimita o definisce la zona di sviluppo prossimale. il bambino riesce a imitare moltissime azioni che vanno ben oltre i limiti delle sue capacità, grazie a una serie di imitazioni di tipo sociale che si attuano nell’interazione con gli adulti e gli altri bambini

4 dopo quanto esposto non esitiamo ad affermare che tratto fondamentale dell’apprendimento è quello di costituire una zona di sviluppo imminente, e cioè di richiamare alla vita, di risvegliare e animare, ne bambino, una intera serie di processi di sviluppo interiori che sono in quel dato momento possibili per il bambino soltanto nell’ambito della comunicazione con l’adulto e della collaborazione con i compagni, ma che, una volta interiorizzati, diverranno una conquista interiore del bambino. L’apprendimento così concepito non coincide con lo sviluppo, ma attiva lo sviluppo mentale infantile, risvegliando quei processi evolutivi che, al di fuori di esso, sarebbero inattuabili. Esso viene ad essere in tal modo un momento costitutivo essenziale nello sviluppo delle caratteristiche umane non naturali, ma acquisite nel corso dello sviluppo storico” (1931, p. 307). I neuroni specchio sono stati scoperti nei primi anni novanta da un gruppo di neurofisiologi dell’Università di Parma guidati da Giacomo Rizzolatti. I neuroni specchio sono neuroni visuo-motori individuati per la prima volta nel cervello del macaco nemestrino, nella regione cerebrale denominata corteccia premotoria ventrale (area F5)

5 Vygotskij, L.S. (1931). Istorija razvitija vysših psichičeskih funkcij, in Sobranie sočinenij, vol. 3, Pedagogijka, Moskva [trad. it. Storia dello sviluppo delle funzioni psichiche superiori, (Veggetti, M.S., (Eds.), Firenze: Giunti-Barbèra, 1974]. Vygotskij, L.S. (1978), Mind in Society. The Development of Higher Psychological Processes.Cambridge (Mass.) – London: Harvard University Press, [trad. it. Il processo cognitivo, Torino: Bollati Boringhieri, 2002].


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