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I modelli di capitalismo

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Presentazione sul tema: "I modelli di capitalismo"— Transcript della presentazione:

1 I modelli di capitalismo
Il dibattito negli anni ‘80

2 una volta riportata sotto controllo l’inflazione, l’attenzione si sposta sulla innovazione e sulla competitività sui mercati internazionali; il problema cruciale diventa la bilancia dei pagamenti (aumentare le esportazioni rispetto alle importazioni).

3 David Soskice, 1989 Economie coordinate di mercato
Germania, Austria, Svizzera, Paesi scandinavi, Olanda, Giappone Economie coordinate di mercato Usa, Gran Bretagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda Economie non coordinate di mercato

4 Da cosa dipende la capacità delle imprese di innovare?
gestione manageriale a lungo termine; competenze professionali; cooperazione con i lavoratori; cooperazione con i subfornitori; contenimento salariale rispetto alla crescita della produttività.

5 I vantaggi delle economie coordinate
la proprietà delle imprese è detenuta da un ristretto gruppo di azionisti ed è orientato a una gestione di lungo periodo; la formazione professionale è un bene collettivo garantito dallo stato; le relazioni industriali sono coordinate a livello centrale e a livello di impresa influiscono sulla cooperazione tra management e lavoratori.

6 “Capitalismo contro capitalismo”
Michel Albert, 1989 “Capitalismo contro capitalismo” Germania, Giappone Modello renano Usa, Gran Bretagna, Modello anglosassone

7 capitalismo e socialdemocrazia”
Modello renano “Sintesi riuscita di capitalismo e socialdemocrazia”

8 MAGGIORE QUALITA’ SOCIALE
orari di lavoro minori; salari più elevati; minori disuguaglianze sociali; bilancia commerciale in attivo.

9 Economia sociale di mercato
il dinamismo dell’economia deve essere fondato sul mercato; il funzionamento del mercato non può regolare da solo l’insieme della vita sociale.

10 L’impresa è un’istituzione che deve soddisfare:
clienti fornitori dipendenti azionisti comunità locale

11 LA DIFFERENZA CRUCIALE
L’IMPRESA NEL MODELLO RENANO E’ ORIENTATA A SODDISFARE TUTTI GLI STAKOHOLDERS E SI MUOVE IN UNA LOGICA DI STABILITA’ E DI LUNGO PERIODO INVECE NEI CAPITALISMI ANGLOSASSONI PREVALE LA SHAREHOLDER VALUE E UN’OTTICA D’AZIONE DI BREVE PERIODO

12 Modello anglossassone
“America is back!” Ronald Reagan

13 Ritorno al futuro? pre anni 30
In realtà si assiste un ritorno al capitalismo sregolato pre anni 30 Viene supportata la pretesa del mercato di diventare sempre più condizionante Non solo regolatore dell’economia ma anche della società

14 RITORNO AL FUTURO? NON SEMPLICE RITORNO ALL’INDIETRO
MA CAPACITA’ DI REINVENTARE IL CONSERVATORISMO IN CHIAVE EGEMONICA(THATCHER) COME UNICA IDEOLOGIA PRATICA CHE ASSICURA IL BENESSERE CONTRO I POTERI DI VETO DIFFUSI

15 RITORNO AL FUTURO? E’ L’INVENZIONE DI UN NUOVO PARADIGMA CHE SI AUTONOMIZZA IN LARGA PARTE DALLA SOCIETA’ E’ MENO DIPENDENTE DALL’ECONOMIA REALE E NON SUBISCE DANNI DALLA PERDITA DELLA PIENA OCCUPAZIONE

16 Assi principali ed effetti
diminuzione della spesa pubblica; Meritocrazia intesa come legittimazione per l’aumento delle disuguaglianze; crescita modesta dell’economia – deficit vertiginosi del bilancio federale.

17 Il mercato non solo non garantisce l’equità sociale,
ma nemmeno l’efficienza economica.

18 Negli anni ottanta Il modello anglosassone appare in difficoltà sotto il profilo del rilancio dell’economia e del raggiungimento di scopi sociali significativi Le performance economiche e sociali della Germania e del Giappone sono decisamente migliori

19 Ma esso mostra una grande vitalità sociale
Che gli assicura un consenso molto forte tanto negli Usa che in GB Come mai?

20 Il nuovo corso liberista alimenta tante aspettative
LE SPIEGAZIONI Il nuovo corso liberista alimenta tante aspettative Riduzione del potere sindacale e dei lacci all’azione degli imprenditori (ed anche delle tasse)

21 L’ASPETTATIVA DEL RILANCIO DELLA CRESCITA ECONOMICA
LE SPIEGAZIONI L’ASPETTATIVA DEL RILANCIO DELLA CRESCITA ECONOMICA PER I CETI PIU’ DINAMICI QUELLA DI UNA MAGGIOR ARRICCHIMENTO PERSONALE O DI UNA PROMOZIONE SOCIALE

22 LA NOVITA’ Soprattutto dopo tanti anni la destra contende alla sinistra il primato dell’innovazione

23 E’ LA DESTRA CHE INTERPRETA
LA NOVITA’ E’ LA DESTRA CHE INTERPRETA IL VENTO DEL CAMBIAMENTO ANCHE SE GLI EFFETTI SONO ALTALENANTI

24 Ma negli anni novanta le valutazioni si modificano
Boom degli USA: Crescita economica accelerata Creazioni di oltre 20 milioni di nuovi posti di lavoro Rilancio dell’egemonia economica americana a partire dal primato nella ricerca ( a partire da Internet e dalle sue applicazioni)

25 e continuano le politiche di liberalizzazione dei mercati
IL PARADOSSO L’egemonia americana torna in auge dopo gli anni del liberismo Reaganiano con le amministrazioni democratiche di Clinton che aiutano, grazie anche al sostegno pubblico e agli investimenti, la ripresa economica e il rilancio USA e continuano le politiche di liberalizzazione dei mercati

26 Rilancio del primato tecnologico degli Usa
LE RAGIONI Rilancio del primato tecnologico degli Usa Maggiori capacità di tradurre le innovazioni teoriche in nuove applicazioni grazie ad abbondanza di venture capital Affermazione della new economy a spese degli insediamenti nell’industria manifatturiera

27 La crescita di occupazione nei lavori più qualificati (Castells)
GLI EFFETTI La crescita di occupazione nei lavori più qualificati (Castells) La grande opportunità di ascesa economica diffusa grazie al successo del Nasdaq Ma anche la crescita di impieghi a bassa produttività nei servizi (Standing)

28 E’ IL CAPITALISMO PIU’ INNOVATIVO?
GIOCA LA CARTA DELL’ESSERE IL CAPITALISMO PIU’ DINAMICO PRODUCE PIU’ RICERCA E PIU’ SALTI TECNOLOGICI ATTRAE RICERCATORI DA TUTTO IL MONDO MA HA UNA APPROPRIAZIONE TROPPO RISTRETTA DEI BENEFICI QUINDI E’ SICURAMENTE INNOVATIVO MA ALTRI GLI CONTENDONO LA CAPACITA’ DI COSTRUZIONE DI EQUILIBRI SOCIALI MIGLIORI


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