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Sociologia economica del welfare Piera Rella –3 maggio 2017

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Presentazione sul tema: "Sociologia economica del welfare Piera Rella –3 maggio 2017"— Transcript della presentazione:

1 Sociologia economica del welfare Piera Rella –3 maggio 2017
corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno 12 crediti formativi (6 Rella + 6 Vitiello sul welfare locale) – gruppo disciplinare SPS/09 Dal 2 marzo al 26 maggio Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche Ricevimento stanza B12 dopo la lezione di mercoledì Si poteva fare anche all’inizio (nel 2016 era 3 bis) 1 1

2 SVILUPPO LOCALE E SOCIOLOGIA DEL WELFARE
E il titolo della mia parte (WELFARE LOCALE STRUTTURE DEI SERVIZI E TERZO SETTORE, quella di Mattia Vitiello) Oggi affrontiamo la tematica dello sviluppo locale, partendo dal significato della parola Le fasi dello sviluppo Globalizzazione come ultima fase dello sviluppo Sviluppo è liberta Dialettica locale/globale Quale locale: Città o territorio?

3 Che significa sviluppo?
E’ un termine che si applica solo in sociologia? E’ sinonimo di crescita?

4 Che significa sviluppo?
Sviluppo di un'espressione matematica ? di un organismo? di un'economia? di una società? Da sociologia dello sviluppo

5 Significati di sviluppo
Sviluppo di un'espressione matematica  esecuzione per arrivare ad un risultato di un organismo accrescimento, ma anche invecchiamento  dalla nascita alla morte di un'economia crescita della produttività, dell'accumulazione del capitale e del reddito pro-capite di una società cambiamento, mutamento conseguente allo sviluppo economico che incide sulla struttura sociale Da sociologia dello sviluppo

6 per i filosofi = Miglioramento del genere umano
Sviluppo nel XIX sec. per i filosofi = Miglioramento del genere umano per le elite politiche = ingegneria sociale per espandere le industrie, regolando gli esiti sociali disgregativi della trasformazione delle campagne recinzioni terre comuni espulsione contadini verso le città E’ in parte sinonimo di modernizzazione di cui abbiamo già parlato e di crescita del capitalismo

7 breve storia in 5 fasi (da Gallino L
breve storia in 5 fasi (da Gallino L., Dizionario di sociologia,Utet 2004 ) XIX sec. Sviluppo delle società europee avanzate sociologia del capitalismo  formazione del mercato, dell'impresa e dello spirito imprenditoriale  dagli stadi di sviluppo dell'economia storicista alla sociologia di Sombart e Weber attenta ai fattori culturali che favoriscono l'imprenditorialità e il razionalismo e agli effetti della crescita capitalistica Dopo la II guerra mondiale nascono molti nuovi stati indipendenti in territori ex-coloniali sottosviluppo, aiuti Usa, invito ai sociologi a comprendere gli ostacoli sociali allo sviluppo progetti sviluppo anche per superare lo sviluppo dualistico Anni '50 e '60 Attenzione marxista dalle strutture interne ai rapporti coi paesi neo-colonialisti: da Baran (1957) a Gunder Frank (1967) sottosviluppo della sociologia  i paesi "sottosviluppati" hanno subito il colonialismo e reso possibile lo sviluppo dell'Europa e quindi degli Usa  imperialismo o dipendenza ?

8 Segue fasi di sviluppo 4. Anni '70: percezione differenze tra paesi sottosviluppati e affinamento analisi: paesi in via di sviluppo in via di sottosviluppo, Opec, Brasile e le 4 tigri in Asia, Africa fame ed epidemie compresenza di + modi di produzione clientele, elite  tra paesi che mediano gli  all'interno di ciascun paese (Sud/Nord Italia) scambi economici 5.Anni '90: tracollo II mondo (a parte Cina, Corea del Nord, Cuba)  ampliamento della semiperiferia (Wallerstein)  progetto globalizzazione  sviluppo attraverso il mercato (Mc Michael): accelerazione e intensificazione del processo di formazione di un’economia mondiale che si sta configurando come un sistema unico ( Gallino) ma anche: intensificazione delle relazioni sociali mondiali (Zolo)

9 Globalizzazione = partecipazione di successo all'economia mondiale secondo la BM
Se ne parla già negli anni ’50 (e si potrebbe risalire più indietro all’inizio del capitalismo(Vallerstein- Marx o alla I globalizzazione dell’economia, trasporti e finanza dal 1870 al 1914 che porterà alla grande crisi del 1929) Non è un processo naturale , inevitabile Riguarda solo 1/5 della popolazione mondiale La sua gestione pratica è affidata all'OMC (o Wto) al Gats (General Agreement Trade and Services) e al Trips (accordo di tutela della proprietà intellettuale) La sua gestione politica è iniziata ufficialmente negli anni '80 col G7 Ci sono contrasti interni al G7: i NIC esaltati per  attenuare il nazionalismo giapponese per evitare immigrazione in Giappone E' maturato sulla scia del collasso del II mondo

10 Il globalismo a quale sviluppo punta?
+ efficienza economica - Giustizia sociale + Sfruttamento delle risorse - Attenzione alla sostenibilità ecologica World Economic Forum (World social forum) Elite globali (Movimenti alternativi) Si respinge la teoria economica di Ricardo del vantaggio comparato la prosperità economica deriva dalla specializzazione di ciascun paese nell'esportazione di ciò che sa meglio fare Si passa dallo sviluppismo " impara dall'Occidente e colma il divario con esso"Al globalismo " trova la tua nicchia nel mercato globale" efficienze di breve termine a spese del contratto sociale

11 La globalizzazione prevede un unico processo di ristrutturazione globale
articolato in 4 dimensioni: Spostamento forzato delle popolazioni Informalizzazione /marginalizzazione della forza lavoro Crisi di legittimità delle organizzazioni statali Instabilità finanziaria

12

13 Governance globale tramite

14 Il ruolo degli accordi internazionali dagli anni ‘80

15 Gli attriti del progetto globalizzazione

16 Un nuovo modo di guardare al problema: A
Un nuovo modo di guardare al problema: A. Sen Lo sviluppo è libertà, Mondadori 1999 la libertà individuale è delimitata e vincolata dai percorsi sociali, politici ed economici  va vista come impegno sociale (libertà è partecipazione, democrazia) lo sviluppo per Sen è processo di espansione delle libertà reali  crescita PNL  va eliminata non solo la povertà , ma anche le altre forme di illibertà approccio libertario non liberista

17 La dialettica locale/ globale (Sebastiani, La politica delle città, 2007)
Economia, politica, società e cultura diventano sempre più globali Le realtà locali non perdono di significato Ai fenomeni di disembedding (allontanamento delle relazioni sociali da luoghi fisicamente e storicamente determinati a favore di relazioni online) si contrappone il re-embedding in luoghi come le città dove i flussi virtuali si rimaterializzano a misura dell’individuo ↙ locale è il luogo delle relazioni faccia a faccia rispetto al non luogo dei flussi LOCALE IN SENSO DIVERSO DA AMMINISTRAZIONE LOCALE VERSO QUELLA CENTRALE

18 Distinzione tra territorio e spazio, urbs, polis e civitas (Sebastiani)
La città nasce dando forma allo spazio fisico (urbs) e poi diventa dominio sul territorio Territorio realtà bidimensionale → statica Spazio tridimensionale in cui ci sono volumi che lo definiscono e i corpi che lo abitano→ dinamico Polis= città stato greca → etimo di politica Civitas = comunità dei cittadini → etimo di cittadinanza, civiltà Elim??

19 Sistemi locali parti con relativa autonomia
Città,regioni, aree metropolitane sono parti della società: un microcosmo in cui si riproducono interazioni tra soggetti, gruppi, imprese e istituzioni e anche conflitti politici Ma anche distretti industriali, incubatori di imprese, start-up che caratterizzano lo sviluppo economico locale Reti di Asl, distretti scolastici etc. caratterizzano il welfare locale GIA’FATTA VEDERE???

20 Analisi dei sistemi locali
È vicina alla sociologia generale: invece che il sistema mondo o uno stato, analizza un sistema sociale più piccolo che può avere una relativa autonomia politica Analizza l’economia e/o il welfare locale Si guarda alle interrelazioni con altri sistemi territoriali e con l’eco-sistema in generale→geografia, ecologia si appiglia alla dimensione spazio temporale: fenomeni collocati nello spazio e nel tempo con-dizionati da risorse e vincoli sociali e ambientali Ma così fa tutta la ricerca sociale sul campo Manca un quadro teorico interpretativo specifico, ma ciò ha un pregio: il confronto interdisciplinare ELIM’’??

21 Aree di frontiera e confronto interdisciplinare
La Sociologia del territorio si confronta con la geografia e l’economia regionale dello spazio l’antropologia (antropologia e sociologia urbana si richiamano alla Scuola di Chicago) la demografia e psicologia ambientale o di comunità Scienze politiche, giuridiche e dell’amministrazione SU = sociologia urbana- ELIM??

22 Territorio o città? L’analisi territoriale è spesso analisi urbana
Per l’importanza delle città Dal punto di vista demografico Economico Politico e sociale ELIM?

23 I fuochi d’interesse della Sociologia Urbana
4 Campi problematici della SU e non compartimenti chiusi Dimensione economica della città con interazioni interne ed esterne (rete di città ossatura dei paesi sviluppati) Dimensione politica e struttura sociale (classi strati, partiti,associazioni, gruppi Dimensione culturale↓→confronto tra culture elaborazione di simboli e nuove culture Dimensione ecologica Cfr fig.Mela Sociologia delle città p.38

24 Al centro segregazione sociale

25 L’urbanesimo nel mondo moderno
La rivoluzione industriale con i suoi progressi non solo nella manifattura, ma anche in agricoltura espelle popolazione rurale verso le città: la popolazione extra-agricola sale al 30% nell’Inghilterra dell’inizio ‘800 (nell’Europa, esclusa la Russia, arriva al 18,9% nel 1850) La popolazione che abita le città è eterogenea per ceto e classe sociale

26 Nel ‘900 l’urbanesimo diventa fenomeno planetario
L’eccezione diventa il rurale la crescita urbana non è legata sempre allo sviluppo, ma anche alla crescita del sotto-sviluppo: ad es. nell’Africa sub-sahariana dove guerre e siccità hanno destrutturato il territorio Per i demografi si tratta di fenomeni di espulsione, più che di attrazione→ oggi le principali città sono megalopoli piene di favelas

27 Nel 2014 il 54 per cento della popolazione mondiale vive in aree urbane
secondo il rapporto Onu The World Population Situation 2014, una percentuale che dovrebbe aumentare al 66 per cento entro il 2050. Alcune proiezioni mostrano che l'urbanizzazione combinata con la crescita complessiva della popolazione mondiale potrebbe aggiungere un altro 2,5 miliardi di persone a popolazioni urbane entro il 2050, con quasi il 90 per cento dell'aumento concentrato in Asia e in Africa

28 Rapporto UNICEF 2012 " La Condizione dell'infanzia nel mondo Figli delle città"
Oggi il 50% della popolazione mondiale vive in aree urbane. Entro la metà di questo secolo questa quota arriverà a oltre due terzi. Il rapporto UNICEF "- Figli delle città" è dedicato ai bambini e ai ragazzi che vivono in ambienti urbani, nel mondo: essi sono più di un miliardo e il loro numero continua ad aumentare.  La popolazione urbana è in crescita costante: ogni anno aumenta di circa 60 milioni di persone, soprattutto nei Paesi a medio reddito. Come il rapporto precedente

29 Crescita urbana nei paesi emergenti, ma anche in quelli poveri
L'Asia ospita metà della popolazione urbana mondiale, nonché 66 delle 100 aree urbane che crescono più rapidamente, 33 delle quali si trovano nella sola Cina. L’Africa ha una popolazione urbana superiore a quella del Nord America o dell’Europa occidentale

30 Superficie cerchi proporzionale N° abitanti

31 Slum e megalopoli Circa un terzo della popolazione urbana mondiale vive negli slum (in Africa 60%), dove si concentrano povertà, emarginazione e discriminazione. Entro il 2020 quasi 1,4 miliardi di persone vivranno in insediamenti non ufficiali e negli slum. Quasi il 10% della popolazione urbana vive in megalopoli, città con oltre 10 milioni di abitanti che si sono moltiplicate in tutto il pianeta. A New York e a Tokyo, che rientrano in questa lista già dagli anni Cinquanta, si sono aggiunte altre 19 megalopoli, tutte (tranne 3) ubicate in Asia, America latina e Africa.

32 Importanza delle piccole città
la quota maggiore dell'incremento umano in ambiente urbano si sta verificando non nelle megalopoli ma in città più piccole: è qui infatti che vive la maggioranza dei bambini e dei giovani urbanizzati

33 Le popolazioni dell’Europa occidentale e delle Americhe sono già quasi completamente urbane
alcuni degli Stati che registrano un tasso di popolazione urbana superiore al 75%: Belgio 97% Argentina 92% Brasile 87% Francia 85% USA 82% Arabia Saudita 82% Messico 78%

34 Stati con tasso di urbanizzazione compreso tra 50 e 75%:
Germania 74%  Federazione Russa 73% Turchia 70% Giappone 67% Nigeria 50%

35 Paesi con tasso di urbanizzazione compreso tra 25 e 50%
Indonesia 44%  Egitto 43% India 30% Stati in cui il tasso di urbanizzazione è inferiore al 25%: Etiopia 17% Afghanistan 7,1%

36 Il modo di vita metropolitano
Si propaga già alla fine del XIX sec con il telefono, la radio e la circolazione rapida delle merci, oltre che con le migrazioni x lavoro anche al di fuori delle aree urbane Nel ‘ 900 il fenomeno accelera e i confini tra urbano e non sfumano ancor più a partire dagli anni’90 con la II globalizzazione ↙ ↓ ↘ ↘ economica politica culturale vita quotidiana + espansione insediativa nelle aree esterne alla metropoli ≠ ritorno alla campagna La prima globalizzazione è all’inizio del 900,ma lascia fuori vaste aree del mondo

37 Paradosso: il successo del modello urbano provoca una perdita di rilevanza della città
Ridimensionamento della campagna in 2 tappe in Europa Riduzione degli addetti all’agricoltura dal 1960 al 1990 del 65% E poi riduzione del suolo agricolo e assunzione abitudini di vita e di consumo urbani Città contemporanea = cosmopoli o città mondo in 2 sensi estensivo→ il mondo si urbanizza intensivo → riflette il mondo →ha al suo interno molteplicità e contraddizioni

38 Perdita di rilevanza della città
che non ha confini certi: Geografici → Luhmann 1997 propone di studiare il sistema sociale mondiale sociali → Castells: nella società in rete conta lo spazio dei flussi culturali → nella società liquida (Baumann) ogni forma di localizzazione è provvisoria e succube del potere economico che delocalizza e rifiuta responsabilità territoriale

39 Le ragioni della città Sono difese dai sociologi urbani non solo per istinto di conservazione La città ha un radicamento spaziale anche se interagisce col sistema economico mondiale → ha strutture, conoscenze, caratteri socio-culturali legati al territorio E’ un nodo della rete globale, ha capacità di riconoscere la molteplicità di risorse presenti nel suo territorio e di connettersi ad altre città Città come ambiente artificiale, con forte impatto ambientale che si deve adattare all’ecosistema da cui dipende (Berdini) Dunque la città è luogo di forte sedimentazione di fattori materiali e simbolici a prescindere dall’ incertezza dei confini geografici e sociali

40 A ogni versione di capitalismo corrisponde un tipo di città
Nella prima età industriale (XIX sec.) case fatiscenti intorno a fabbriche e botteghe Con la produzione di massa zone distinte per colletti bianche e blu Col post-fordismo le nuove tecnologie informatiche cambiano la produzione con un ruolo attivo delle città: crogiolo del nuovo ordine economico basato sulla cultura e la conoscenza Nodi centrali dell’era globale sono le grandi città regione

41 Dopo la crisi del fordismo le città rinascono con la nuova economia della cultura e della conoscenza
La crisi delle grandi metropoli legate all’ industrializ-zazione negli anni ’70 si risolve negli anni ’90 con produzioni ad elevata intensità tecnologica: informatica e comunicazione, servizi finanziari e alle imprese, industria culturale (media cinema, musica), turismo, produzioni neoartigianali di qualità (dall’alta moda ai prodotti enogastronomici) Attività differenti che hanno in comune la piccola scala e la de-standardizzazione Il fatto di essere meno de-territorializzate Logica organizzativa basata su collaborazione intra e inter-aziendale (reti di scambio che richiedono un contatto interpersonale continuo)

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