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LE LEGGI DELLA PERCEZIONE VISIVA
LA PSICOLOGIA DELLA GESTALT LE LEGGI DELLA PERCEZIONE VISIVA
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LA GESTALT Lo studio della percezione visiva ha beneficiato del contributo della Psicologia della Gestalt, un movimento psicologico formatosi nei primi anni del ‘900. Le più moderne teorie sulla percezione visiva si basano sui risultati sperimentali di questa scuola di pensiero : «L’uomo possiede meccanismi innati e indipendenti dall’esperienza per organizzare ciò che percepisce» «IL TUTTO È MAGGIORE O, COMUNQUE DIVERSO, DALLA SEMPLICE SOMMA DELLE PARTI CHE LO COSTITUISCONO» «In un soggetto esiste una uguaglianza tra il mondo esterno e la sua rappresentazione interna: ISOMORFISMO»
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LE LEGGI DELLA PERCEZIONE
Tenendo conto dei concetti individuati dagli Psicologi della Gestalt, sono state individuate delle leggi che consentono di spiegare in che modo organizziamo e riconosciamo ciò che vediamo. Le leggi che rivestono particolare importanza riguardano: L’ORGANIZZAZIONE FIGURA-SFONDO L’ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA
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L’ ORGANIZZAZIONE FIGURA-SFONDO
L’uomo percepisce la realtà esterna composta da figure e da sfondi. Differenziare questi elementi è uno dei meccanismi fondamentali della percezione visiva.
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LE LEGGI DI RUBIN Gli elementi più importanti individuati da Rubin sono: Le dimensioni delle parti: viene riconosciuta come figura l’area più piccola La presenza di bordi o contorni: favorisce l’individuazione della figura I tipi di margini: l’area con margini convessi è più facilmente riconosciuta come figura L’orientamento spaziale: le figure posizionate sugli assi verticali e orizzontali vengono più facilmente riconosciute Il valore oggettuale: l’esperienza facilita il riconoscimento delle figure Il colore: il contrasto fra la figura e lo sfondo facilita l’individuazione della figura Il movimento: si individua più facilmente come figura la parte dell’immagine in movimento
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LE IMMAGINI AMBIGUE Le regole individuate da Rubin favoriscono l’individuazione della figura e dello sfondo. Alcune immagini tuttavia risultano ambigue o reversibili. Fra queste la più nota è la «Coppa di Rubin» basata sul meccanismo di inversione figura-sfondo. Si possono riconoscere un vaso e due profili contrapposti, ma è impossibile vederli contemporaneamente.
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LE IMMAGINI AMBIGUE Ecco altri esempi di ambiguità o reversibilità:
Il «cubo di Necker»: a seconde del lato di osservazione, destra o sinistra, cambia il lato percepito come più vicino. «La figura ambigua di Wittgenestein»: a seconda del lao di osservazione possiamo riconoscere un coniglio o una papera
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La «giovane e vecchia» di Boring: in quest’immagine ambigua è possibile individuare una giovane donna di spalle e una donna anziana di profilo La «scala di Schroder»: a seconda del lato di osservazione della scala può essere vista come appoggiata al pavimento o percepita come un sottoscala
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LE IMMAGINI DI ESCHER In ambito artistico Escher rappresentò, giocando con la prospettiva, figure ambigue e reversibili tramite raffigurazioni creative e affascinanti.
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NELLE PUBBLICITÀ…
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LEGGI DELL’ORGANIZZAZIONE PERCETIVA
Oltre alle leggi sull’organizzazione figura-sfondo, gli psicologi della Gestalt hanno dimostrato che la percezione visiva si basa su altre tendenze organizzatrici. Queste riguardano: Somiglianza Chiusura Vicinanza Continuita di direzione Pregnanza o Buona Gestalt Esperienza
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Legge della somiglianza: gli elementi vengono uniti in forme con tanta maggior coesione quanto maggiore è la loro somiglianza. Legge della chiusura : le linee che formano delle figure chiuse tendono ad essere viste come unità formali. La nostra mente è predisposta a fornire le informazioni mancanti per chiudere una figura. Legge della vicinanza: gli elementi del campo percettivo vengono uniti in forme con tanta maggiore coesione quanto minore è la distanza tra di loro.
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Legge della continuità di direzione: una serie di elementi posti uno di
seguito all’altro, vengono uniti in forme in base alla loro continuità di direzione. Nella figura percepiamo come unità AB e XY e non AY e XB o ancora AX e YB. Legge dell’esperienza passata: elementi che per la nostra esperienza passata sono abitualmente associati tra di loro tendono ad essere uniti in forme. Un osservatore che non conosce il nostro alfabeto non può vedere la lettera E in queste tre linee spezzate. Legge della pregnanza: la forma che si costituisce è tanto “buona” quanto le condizioni date lo consentono. In pratica ciò che determina fondamentalmente l’apparire delle forme è la caratteristica da esse posseduta: quanto più regolari, simmetriche, coesive, omogenee, equilibrate, semplici, concise esse sono, tanto maggiore è la probabilità che hanno d’imporsi alla nostra percezione.
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IL MOVIMENTO La percezione di movimento può essere di due tipi
MOVIMENTO REALE: variazioni della posizione dell’oggetto rispetto a dei punti di riferimento fissi nell’ambiente. MOVIMENTO APPARENTE: non c’è spostamento o moto dell’oggetto; ha 2 principali applicazioni Il FENOMENO PHI (o movimento stroboscopico) Il FENOMENO AUTOCINETICO
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La Percezione di Movimento
IL FENOMENO PHI: studiato da Wertheimer, consiste nella percezione illusoria di moto fra due luci poste a una determinata distanza e accese e spente a intervalli di tempo ben definiti (60 millesimi di secondo). Esempi di applicazione del fenomeno sono: Insegne pubblicitarie luminose Proiezioni cinematografiche
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La Percezione di Movimento
IL FENOMENO AUTOCINETICO: consiste nella percezione illusoria di movimento di un punto luminoso in assenza di ulteriori riferimenti. A causa di microspostaenti oculari (movimenti saccadici) l’occhio percepisce il punto luminoso in movimento. Il fenomeno ha applicazioni pratiche in situazioni professionali quali: piloti, addetti al controllo di segnalazione luminosa.
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