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PubblicatoAndrea Valentino Capasso Modificato 6 anni fa
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Coppa di Vulci Coppa a figure nere, da Vulci, attribuita al VI sec. a.C.: rappresenta Dioniso su una barca a vela, il cui albero ha la forma di una vite con grappoli d'uva; nel mare nuotano delfini, che compaiono anche a decorare Monaco di Baviera, Staatliche Antikensammlungen und Glyptothek.
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Dioniso e i delfini
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Hydria di Toledo Hydria (vaso per attingere l’acqua, caratterizzato dalla presenza di tre manici) etrusca a figure nere con rappresentazione di una scena del mito di Dioniso: i pirati tirreni che hanno osato rapire il giovane vengono trasformati in delfini e si gettano tra le onde. Attribuita al Pittore del Vaticano 238, fine del VI-inizi del V sec. a.C. (Toledo, Ohio, USA). Il racconto mitologico era presente già nell’antico inno omerico a Dioniso. La sua conoscenza da parte di artigiani etruschi e la sua riproposizione in forma artistica dimostrano quanto il mito greco fosse compreso e apprezzato nell’Etruria arcaica.
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Da pirati a delfini
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Il delfino La pittura etrusca propone l’immagine del delfino in chiave simbolico-spirituale: nelle tombe affrescate di Tarquinia ricorre spesso il binomio delfini-Aldilà mutuato dalle credenze greche e dalla convinzione che le anime dei defunti raggiungessero l’Isola dei Beati, forse trasportate dai delfini.
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Tomba delle Leonesse. Il registro inferiore mostra un mare ondoso con delfini e uccelli, 520 a.C., Tarquinia
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Il mosaico III secolo d.C.
Mosaico raffigurante Dioniso e il vecchio Sileno mentre combattono contro i pirati nel Mar Mediterraneo, 260 d.C. Da Thugga (Dougga, Tunisia). Museo del Bardo - Tunisi
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Mosaico e particolare
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