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Lezioni di psicopedagogia delle differenze individuali

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Presentazione sul tema: "Lezioni di psicopedagogia delle differenze individuali"— Transcript della presentazione:

1 Lezioni di psicopedagogia delle differenze individuali
Dott.ssa Alessia Tota Cell

2 Testo di riferimento De Beni, R., Carretti, B., Moè A., Pazzaglia, F. (2008). Psicologia della personalità e delle differenze individuali. Il Mulino. Bologna.

3 Capitolo “Cognizione e Personalità”
Da 13 a 26 escluso paragrafo 4 “La teoria dell’attività come modello integrato di cognizione e personalità”) Da 30 a 37 escluso paragrafo 7 “Verso un modello integrato del funzionamento psicologico”) escluso paragrafo 8 “Alcuni esempi dell’influenza della cognizione sulla personalità”) escluso paragrafo 9 “Cognizione, psicologia clinica e della personalità”)

4 Definire gli ambiti di riferimento della disciplina
Psicologia delle differenze individuali: interesse alle differenze tra gruppi che mostrano contrapposizioni di abilità Psicologia della personalità: studia i meccanismi di base dell’identità stabile di un individuo, considerando emozioni, motivazioni, cognizioni, memoria, apprendimento, valori e relazioni sociali. Psicopedagogia: disciplina che si occupa degli aspetti psicologici delle problematiche della didattica

5 Indicazioni Nazionali
riconoscimento e la valorizzazione Centralità della persona rispetto dei differenti ritmi evolutivi e delle singolari identità e capacità

6 I contenuti del corso La personalità La motivazione L’intelligenza
La memoria L’apprendimento Il legame di attaccamento Le strategie didattiche che valorizzano le differenze individuali

7 La personalità

8 La personalità Il modello dei tratti

9 La personalità Le differenze tra gli individui sono attribuibili alla presenza di disposizioni o tratti che caratterizzano ogni individuo. I tratti sono intesi come modelli coerenti del modo in cui la persona si comporta, pensa e sente. L’individuazione di un tratto permette di prevedere il futuro comportamento dell’individuo.

10 La teoria dei tratti (Allport, 1937)
Cos’è la personalità La teoria dei tratti (Allport, 1937) “La personalità è un insieme di tratti che sono disposizioni originarie che spiegano il comportamento assunto in una grande varietà di situazioni”. “I tratti sono stabili e determinano il comportamento di ogni persona”.

11 La teoria dei tratti (Costa e Mc Crae, 1985)
Cos’è la personalità La teoria dei tratti (Costa e Mc Crae, 1985) “La personalità è un insieme di 5 tratti: Coscienziosità, Estroversione, Nevroticismo (o stabilità emotiva), Apertura mentale, Amabilità”. “Questi tratti sono costrutti bidimensionali in cui l’estremità di un continuum esprime la caratterizzazione di un tratto e l’altra estremità l’aspetto complementare”.

12 Il modello del Big Five: la coscienzionsità
Grado di organizzazione, persistenza, affidabilità, scrupolosità Noncuranza, disorganizzazione e volubilità

13 Il modello del Big Five: l’amabilità
Essere naturalmente buoni, accettanti, cordiali, cooperativi, prendersi cura dell’altro Essere cinici, egoisti e indisponenti

14 Il modello del Big Five: il Nevroticismo
Tendenza ad esperire le emozioni e ad avere pochi sbalzi di umore Instabilità emotiva, prevalenza di emozioni negative come ansia, imbarazzo, colpa, pessimismo e ridotta auto-stima.

15 Il modello del Big Five: l’Apertura mentale
Curiosità, creatività, capacità immaginativa, originalità, fantasia, preferenza per il nuovo, indipendenza di giudizio, ricerca di esperienze e spinta alla esplorazione Convenzionalità

16 Il modello del Big Five: Estroversione
Bisogno di attività, stimoli, socializzazione, lavoro di gruppo. Tendenza ad essere quieti e riservati, propensione per il lavoro individuale.

17 Punti di criticità del Big Five
Assenza di connessione tra i tratti di personalità e gli aspetti cognitivi Eccessivo determinismo genetico Ridotta attenzione al cambiamento della personalità

18 Il situazionismo (anni ’30)
La personalità Il situazionismo (anni ’30)

19 Il situazionismo La personalità dipende soprattutto dall’ambiente e dalle situazioni, più che dalle caratteristiche delle persone. Ciò che conta è l’insieme di rinforzi e punizioni e modelli a cui il soggetto è stato esposto e come questi hanno strutturato modalità, anche stabili nel tempo, di comportarsi.

20 La teoria dei costrutti personali di George Kelly
La personalità La teoria dei costrutti personali di George Kelly

21 La teoria dei costrutti personali di George Kelly
Kelly critica il Big Five dicendo che i loro studi utilizzavano dimensioni costruite da loro stessi. I costrutti sono chiavi di lettura degli eventi del mondo e perciò soggettivi. Le persone sono scienziati che animati da capacità interpretative e di giudizio applicate a sé stessi e al mondo La cognizione assume ruolo importante

22 Il filone umanistico – fenomenologico (anni ’50/’60)
La personalità Il filone umanistico – fenomenologico (anni ’50/’60)

23 Il filone umanistico - fenomenologico
La forza che spinge l’uomo è la tendenza attualizzante (alla autorealizzazione di tutte le possibilità del Sé). Sé reale: insieme dei valori, idee e concezioni Sé Ideale La coerenza tra Sé reale e ideale è causa del nostro benessere. Importanza alla cognizione, dal punto di vista soggettivo.

24 Le teorie sociocognitive (anni ’70)
La personalità Le teorie sociocognitive (anni ’70)

25 Le teorie sociocognitive
Origine sociale del comportamento e importanza dei processi cognitivi in tutti gli aspetti del comportamento umano, della motivazione, dell’emozione, azione. La personalità si forma a partire dalle riflessioni e interpretazioni (da cui il termine cognitivo) svolte in contesti relazionali (da cui sociale). Le caratteristiche personali sono determinate dal modo in cui il singolo interpreta gli eventi piuttosto che da caratteristiche dell’ambiente (come i situazionisti) o da disposizioni del singolo (come la teoria dei tratti).

26 Le teorie psicoanalitiche
La personalità Le teorie psicoanalitiche

27 Le teorie psicoanalitiche
La personalità dipende da conflitti intrapsichici fra diverse istanze e da come questi sono stati risolti. Vi possono essere, quindi, fissazioni a stadi precedenti, rimozioni, proiezioni. La personalità è studiata a livello profondo di inconscio ed è determinata fin dai primi anni di vita.

28 I filoni della personalità
Filone La personalità dipende da Alcune teorie e concetti tipici Tratti Basi genetiche e stabili, presenti fin dalla nascita Big Five Sociocognitivo Pensieri e interpretazioni nei contesti sociali Autoefficacia, Aspettative, Valori, Stili esplicativi Psicoanalitico Conflitti intrapsichici Inconscio, Difese Fenomenologico-Umanistico Realizzazione di sé, vicinanza tra Sé Reale e Ideale Costrutti personali

29 La personalità e le differenze individuali

30 Le domande che guidano lo studio delle differenze individuali
1) Come sembra a me? Le persone si differenziano per come percepiscono le situazioni (sfida / minaccia). 2) Cosa succederà? Le aspettative sulle conseguenze dei comportamenti propri e altrui guidano le nostre scelte di azione. 3) Come mi sento? Le emozioni e gli affetti divengono conseguenza dei propri comportamenti.

31 Le domande che guidano lo studio delle differenze individuali
4) Che cosa vale la pena di fare? Le persone possono avere emozioni e aspettative simili, ma comportarsi in modo diverso, perché assegnano valore diverso ai risultati o perché si pongono obiettivi diversi. 2) Che cosa so fare? E come lo devo fare? Le competenze delle persone sono differenti sia nei livello che nelle modalità di realizzazione.

32 Per concludere….verso un modello unico di personalità
In conclusione, le differenze individuali interagiscono con le situazioni particolari, creando l’unicità della persona.

33 La personalità da un punto di vista socio-cognitivo Cognizione e personalità
Il primo concetto da acquisire nello studio delle differenze individuali è che l’aspetto cognitivo (abilità, memoria, attenzione, ragionamento) non è mai slegato da quello di personalità (emozioni, motivazioni, relazioni)

34 In passato Per anni le aree di studio di cognizione e personalità cono state isolate. La cognizione si occupava di processi e abilità, attenzione, memoria, ragionamento La personalità parlava di emozioni, motivazioni, relazioni interpersonali.

35 In questa visione i sistemi cognitivo – affettivi costituiscono la personalità. Lo studio della personalità si colloca all’interno dello studio della cognizione, delle rappresentazioni di conoscenza, del pensiero, delle emozioni, per dar luogo ad una visione integrata degli individui e di come questi si differenziano gli uni dagli altri.

36 Un esempio di integrazione tra cognizione e personalità: gli schemi di conoscenza
Strutture cognitive attive esplicate in reti di conoscenze organizzate e interconnesse. Questi schemi consentono l’interpretazione dell’informazione in ingresso, producono inferenze e generano aspettative. E’ quello che già sappiamo che ci permette l’acquisizione di nuove conoscenze che a loro volta integrano, modificano e trasformano gli schemi posseduti in partenza. Gli schemi unificano conoscenza personale, sociale, culturale e cognitiva.

37 Vantaggi e limiti degli schemi
Sono economici Riescono a disambiguare la realtà in modo rapido ed efficiente La velocità ne è anche il limite a causa del rischio di attribuzione di giudizio errato e pregiudizio

38 Lo schema di sè Funzione di codificare, interpretare, integrare, mantenere le informazioni relative a noi stesse, guida l’assimilazione di informazioni nuove. Effetto self-reference: le info relative al nostro schema di sé restano per un tempo maggiore in memoria e vengono recuperate più velocemente.

39 Un esempio di integrazione tra cognizione e personalità: gli obiettivi sul compito di Dweck
Obiettivi di padronanza Lo studente mira ad acquisire nuove capacità e a sviluppare padronanza del compito Voglio imparare di più Obiettivi di prestazione Lo studente mira a dimostrare le sue capacità, ad ottenere giudizi positivi e evitare i negativi Voglio mostrare che sono bravo

40 Un esempio di integrazione tra cognizione e personalità:le convinzioni delle persone sull’intelligenza, moralità e personalità di Dweck TEORIA ENITITARIA Le tre dimensioni come tratto fisso Siamo intelligenti No possibilità migliorative TEORIA INCREMENTALE Le tre dimensioni sono facoltà che possono essere migliorata Diventiamo intelligenti

41 Influenza delle teorie entitaria/incrementale nell’ambito cognitivo
GLI ENTITARI Temono il fallimento (visto come la mancanza di abilità) Mostrano ansia di fronte alle valutazioni Perdono motivazione nello studio e rinunciano agli sforzi per raggiungere l’obiettivo GLI INCREMENTALI Sviluppano stili di padronanza che li inducono ad un impegno strategico e costruttivo Hanno un miglior apprendimento

42 Influenza delle teorie entitaria/incrementale nell’ambito sociale e personale
GLI ENTITARI Maggiore preoccupazione per il giudizio sociale Blocca l’acquisizione di nuove relazioni in presenza di ostacoli GLI INCREMENTALI Utilizzano strategie più efficaci a più abilità sociali


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