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DIOCESI DI ALES - TERRALBA

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Presentazione sul tema: "DIOCESI DI ALES - TERRALBA"— Transcript della presentazione:

1 DIOCESI DI ALES - TERRALBA
La catechesi con le persone disabili Davide Lai

2 Un settore specifico… perché?

3

4 «Ciascuno è inconfondibile, per le sue caratterizzazioni originarie e il ritmo di sviluppo; per i condizionamenti che lo avvolgono e le attitudini che sa sviluppare; per le sofferenze e le gioie che continuamente lo plasmano e per l’originalità della chiamata che Dio gli rivolge». (CEI, Il rinnovamento della catechesi, n. 170)

5 Partire anzitutto dal riconoscere l’altro come persona

6 Presi dalla preoccupazione di far trovare l’altro fisicamente a proprio agio, rischiamo di vedere soltanto l’aspetto che lo “limita” anziché quello che lo contraddistingue come persona.

7 Riconoscere che ciascuno è persona e dunque protagonista della propria realtà, contraddistinto da tutti gli altri per la sua originalità.

8 La Sacra Scrittura… Essa ci presenta varie situazioni di persone con difficoltà o con disabilità. Dio si incontra con loro attraverso l’ausilio di altre persone.

9 Dio sceglie la persona nella sua condizione per portare l’annuncio del Suo Regno.
Egli non confonde la persona con la sua disabilità.

10 Contro la catechesi “speciale”…
Essa, infatti non è un metodo esclusivo, ma escludente.

11 … per fare spazio alla dimensione inclusiva
Includere vuol dire far spazio all’altro nella mia vita, nella mia realtà… ACCOGLIERLO!

12 Includere la persona disabile significa uscire da quella logica assistenzialistica che porta soltanto ad evidenziare la disabilità anziché la persona stessa. Includere significa convertire il mio modo di guardare le cose, facendo spazio allo sguardo dell’altro.

13 Certo, includere non vuol dire dimenticarsi delle cose pratiche
Certo, includere non vuol dire dimenticarsi delle cose pratiche! L’attenzione alla persona passa anche attraverso cose molto concrete. L’importante è che esse non diventino l’unica preoccupazione.

14 Nel cammino verso l’inclusione, infatti, i primi passi saranno molto concreti, dettagli pratici che attestano una attenzione verso l’altro: eliminazione delle barriere architettoniche, spingere la carrozzina, venire incontro ad esigenze particolari come ad esempio orari.

15 L’inclusione riguarda tutta la famiglia della persona disabile

16 Il continuo dialogo e la cura di questa relazione permetterà alla persona disabile di vivere un cammino di inclusione nel percorso di iniziazione graduale e autentico e contemporaneamente a tutta la famiglia di sentirsi realmente accolta e sostenuta da tutta la comunità.

17 Formazione e competenza dei catechisti per rispondere efficacemente al principio “Fedeltà a Dio e Fedeltà all’uomo”

18 «Soprattutto ai fanciulli in tali condizioni, bisogna assicurare forme appropriate di catechesi ed educatori pedagogicamente specializzati». È, dunque, necessario che «si sappiano creare le condizioni educative richieste dal loro peculiare ritmo di sviluppo, dalle loro capacità di acquisizione e di espressione, dalle loro reazioni specifiche». (CEI, Il rinnovamento della catechesi, n.70)

19 Non esistono soluzioni preconfezionate o casi standard: ciascun ragazzo o ragazza disabile richiede un ascolto del tutto particolare, ciascuno presenta esigenze differenti.

20 Diverse tipologie di disabilità
Persone sorde; Persone cieche – ipovedenti; Persone sordo – cieche; Persone con bisogni comunicativi complessi: sindrome di down, autismo, sindromi genetiche; Persone con disabilità motorie.

21 Preparazione e cura del gruppo

22 Una teologia affettiva

23 I Sacramenti sono un DONO

24 «[…] hanno il diritto (come tutti) di partecipare, normalmente, al banchetto della vita cristiana, usufruendo dei doni di Dio, come sacramenti del suo amore liberante». (CEI, L’iniziazione cristiana alle persone disabili, EDB 2004)

25 «Una attenzione particolare deve essere riservata ai disabili […].
Essi ricevono l’Eucaristia nella fede anche della famiglia o della comunità che li accompagna». (Benedetto XVI, Sacramentum Caritatis,n. 58)

26 «Spesso si giustifica il rifiuto dicendo: “tanto non capisce”, oppure: “non ne ha bisogno”. In realtà, con tale atteggiamento, si mostra di non aver compreso veramente il senso dei Sacramenti stessi, e di fatto si nega alle persone disabili l’esercizio della loro figliolanza divina e la piena partecipazione alla comunità ecclesiale». (Discorso di Papa Francesco per il Giubileo delle persone disabili, 2016).

27 Queste considerazioni portano ad un cambiamento di mentalità:
da una catechesi “per” le persone disabili ad un cammino di Iniziazione “con” le persone disabili.

28 Farsi compagni di viaggio


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