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Una nuova stagione: l’eredità culturale

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Presentazione sul tema: "Una nuova stagione: l’eredità culturale"— Transcript della presentazione:

1 Una nuova stagione: l’eredità culturale
Riconoscimento della soggettività del bambino: sono considerati come cittadini e non solo come figli o futuri cittadini, possono e devono essere ascoltati, possono partecipare; ne consegue la necessità di PORLI AL CENTRO - OLTRE CHE DELLE POLITICHE DI PROTEZIONE – DEL WELFARE SOPRATTUTTO IN RELAZIONE AL LORO DIRITTO DI PARTECIPAZIONE E DI ASCOLTO Forte sottolineatura dei caratteri sociali e relazionali del bambino: necessità di sostenere le loro relazioni significative, quelle familiari, ma anche quelle sociali e tra pari, dell’accompagnare di conseguenza le responsabilità genitoriali, di favorire le azioni di contrasto all’allontanamento dei bambini per motivi materiali, di sostenere le famiglie di origine in previsione del ricongiungimento familiare. L’orientamento del sistema dei servizi verso gli obiettivi di benessere sociale: esigenza di coordinamento ed integrazione delle politiche di welfare ai diversi livelli, da quello nazionale, regionale e locale, di evitare le frammentazioni e la duplicazione degli interventi; esigenza molto legata alle risorse economiche e professionali dedicate; processo di deistituzionalizzazione.

2 Quadro normativo nazionale
Legge 184/1983, come modificata dalla Legge 149/2001: Diritto del minore ad una famiglia Principi cardine Diritto del minore ad essere educato nell’ambito della propria famiglia Le condizioni economiche insufficienti non possono costituire motivo di allontanamento dei minori Alle famiglie in condizioni di disagio devono essere rivolti interventi specifici che consentano al minore di crescere con i propri genitori L’allontanamento di un minore dalla propria famiglia – salvo i casi di necessità ed urgenza – può essere disposto solo per tutelare il suo interesse preminente dopo che siano stati messi in atto interventi di sostegno adeguati: in sostanza un minore può essere allontanato dalla propria famiglia solo quando la permanenza rechi gravi pregiudizi alla sua crescita Con il 31 dicembre 2006 si è concluso il ricorso al ricovero dei minori in istituto tramite l’affidamento ad una famiglia o in subordine tramite l’accoglienza in una comunità di tipo familiare caratterizzata da organizzazione e rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia

3 Quadro normativo regionale
Legge regionale 41/2005, Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale Disciplina l’insieme integrato, intersettoriale, ecc. degli interventi sociali finalizzati a garantire e promuovere i diritti di cittadinanza sociale, la qualità della vita, l’autonomia individuale, le pari opportunità, l’eliminazione delle condizioni di disagio, rischio di esclusione e povertà Principi cardine per i MINORI I minori di qualsiasi nazionalità e comunque presenti sul territorio della Regione hanno diritto agli interventi e ai servizi previsti dal sistema integrato regionale Sono obiettivi delle politiche per i minori tutti gli interventi e i servizi volti a garantire la protezione, le cure necessarie per il benessere e a promuovere il pieno ed armonico sviluppo psicofisico, l’educazione e la crescita in un idoneo ambiente familiare

4 Quadro normativo regionale
STRUMENTI Legge regionale 31/200: Partecipazione dell’Istituto degli Innocenti di Firenze alla programmazione e realizzazione delle politiche di promozione dell’infanzia e dell’adolescenza Funzioni e compiti attribuiti: Osservatorio regionale – monitoraggio minori in famiglia e fuori famiglia Centro regionale di documentazione e analisi su infanzia e adolescenza – promozione diritti, sostegno alle politiche regionali e locali, raccolta documentazione, alimentazione biblioteca Innocenti-Unicef, ricerche bibliografiche … Formazione e qualificazione degli operatori sociali, socio sanitari e socio educativi

5 Nuove leggi per nuove forme di tutela
Legge regionale n. 26 del 1 marzo 2010, Istituzione del Garante per l’Infanzia e l’adolescenza Figura indipendente che opera per la promozione, la salvaguardia e la tutela delle persone di minore età  che vivono nella nostra regione e di verificare l'effettiva applicazione della Convenzione di New York del 1989. Il garante é una figura monocratica, gode di piena indipendenza, non è sottoposto a forme di subordinazione gerarchica ed è insediato presso il Consiglio regionale. E' un organo di promozione non è un giudice nè un avvocato. Possono rivolgersi al garante tutti i cittadini, italiani e stranieri, che si trovino sul territorio della Regione Toscana, gli enti, le associazioni, le formazioni sociali e i comitati per chiedere la tutela di diritti, propri o collettivi, che si ritengano violati. Il garante interviene, anche d'ufficio, presso l'amministrazione regionale, le aziende unità sanitarie locali e ospedaliere, gli enti locali, gli erogatori di servizi pubblici e le amministrazioni periferiche dello stato.

6 Ruolo regionale Rapporto con territorio
Immagine toscana divisa negli ambiti territoriali CARTINA

7 Ruolo della Regione Rapporto con territorio
Programmazione Coordinamento Indirizzo degli interventi sociali e verifica della loro attuazione a livello territoriale Organizza e disciplina l’attività integrata tra sociale e sanità STRUMENTI Piano integrato Sociale e sanitario: atto di programmazione, individuazione degli obiettivi di legislatura, condivisione con i soggetti istituzionali e rappresentanze del volontariato e associazionismo, finanziamento del sistema

8 La tutela dei minori: i soggetti coinvolti e i principali servizi
Società del Società della Salute – SdS Ente locale – servizi sociali dei comuni: titolarità amministrativa per la realizzazione della rete locale degli interventi e servizi, per la gestione ed erogazione Azienda sanitaria Tribunale per i Minorenni e Tribunale Ordinario Comunità di accoglienza Centri diurni Centri affido Centri Adozione Educativa domiciliare Terzo settore – associazionismo - volontariato

9 L’ente locale Servizi sociali professionali – assistente sociale:
Presa in carico Analisi e valutazione – indagine sociale Adozione provvedimento amministrativo Elaborazione progetto educativo personalizzato sul minore e la famiglia Lavoro di équipe Sostegni economici ai nuclei in difficoltà Attuazione del progetto Verifica del progetto Sostegno famiglie d’origine ……

10 L’azienda sanitaria Accertamenti diagnostici – servizi ospedalieri
Servizi di psicologia Servizi di neuro psichiatria infantile Servizi sociali Analisi e valutazione – indagine psicologica Lavoro di équipe Preparazione e sostegno famiglie affidatarie Preparazione e sostegno famiglie adottive ………

11 Tribunale per i minorenni
Istituito con legge del 1934 Organo collegiale specializzato nell’amministrazione della giustizia con competenza territoriale Funzioni giurisdizionali in materia penale, civile ed amministrativa nello spirito della realizzazione del migliore interesse del minore - Convenzione di New York del 1989 che ha statuito: “ In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza sia delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente Materia penale: competenza esclusiva su tutti i reati commessi da cittadini minori di età anche se in concorso con adulti Materia civile: competenza non esclusiva, intervengono altri giudici, il Tribunale ordinario ad esempio per i processi di separazioni e divorzi Materia amministrativa: competenza in ordine ad interventi educativi a favore di adolescenti in difficoltà Giudici onorari: funzione complessa e rilevante, perché finalizzata alla ricerca di soluzioni che corrispondano all’interesse del minore attraverso l’utilizzo di conoscenze appartenenti ai saperi extragiuridici, in particolare all’area psicosociale. 

12 La deistituzionalizzazione
Il termine “deistituzionalizzazione” durante gli ultimi trenta anni è diventato priorità assoluta in un crescente numero di paesi: “tirare fuori dagli istituti i bambini e i ragazzi” Ricerca di soluzioni alternative temporanee o di carattere permanente: Promozione di servizi di tipo familiare o comunque basati su un approccio di tipo familiare Percorsi che prevedano la possibilità del rientro del minore nella propria famiglia nel più breve tempo possibile Sviluppo dell’affidamento familiare, temporaneo inserimento presso altra famiglia in previsione di un possibile ricongiungimento Riconoscimento del ruolo portante della famiglia Diritto di ogni bambino a scelte e percorsi personalizzati, mirati alle sue esigenze, diverse da caso a caso

13 Progetto educativo personalizzato e valutazione multidisciplinare
I percorsi normativi e metodologici per la DEISTITUZIONALIZZAZIONE Il progetto educativo personalizzato e lavoro di équipe Progetto educativo personalizzato e valutazione multidisciplinare Fulcro del lavoro educativo per ogni singolo minore Modello di intervento che deve garantire al minore un clima “familiare” Il rapporto privilegiato è con l’educatore ma si da rilievo alla molteplicità delle risorse professionali integrate E’ predisposto dal servizio sociale competente che ha in carico il minore Prevede: Obiettivi (possibilità di rientro del minore in famiglia) Tempi Risorse Professionalità necessarie Modalità di verifica ….

14 SERVIZI DEDICATI: Centri affido: in Toscana sono attualmente 24
I percorsi normativi e metodologici per la DEISTITUZIONALIZZAZIONE I progetti di affidamento familiare SERVIZI DEDICATI: Centri affido: in Toscana sono attualmente 24 CARTINA CON SERVIZI Lavorano integrati con i servizi sociali dei comuni Promuovono l’accoglienza presso famiglie di minori in difficoltà Preparano e selezionano le coppie disponibili all’affido e curano le banche dati Sostengono le famiglie affidatarie Raccolgono le informazioni sulle famiglie affidatarie e curano le banche dati Collaborano con i servizi sociali dei comuni responsabili della presa in carico e del progetto personalizzato e con i servizi socio sanitari

15 Dagli istituti alle comunità familiari
Il processo di riconversione degli istituti ha coinvolto direttamente le Regioni alle quali la legge demanda il compito di fissare gli standard minimi La Regione lo ha fatto con un Regolamento del 2008 per l’autorizzazione al funzionamento e con un Regolamento del 2010 per i requisiti sull’accreditamento

16 Le tipologie di strutture sociali per minori
Tutte le strutture per minori sono soggette al rilascio di autorizzazione al funzionamento (art. 21, comma 1 della l.r. 41/2005) centri di pronta accoglienza per minori case di accoglienza e gruppi appartamento comunità familiari; comunità a dimensione familiare gruppi appartamento per adolescenti e giovani struttura semiresidenziale

17 Le tipologie di strutture sociali per minori: caratteristiche
Si tratta di strutture con funzione di accoglienza, anche in situazione di urgenza, protezione e tutela, prevalentemente a carattere socio-educativo I minori vi sono accolti temporaneamente, a seguito di invio da parte dell’autorità giudiziaria o dei servizi sociali Per ogni minore accolto è adottato un progetto personalizzato che fissa gli obiettivi, i tempi e le modalità del percorso ed è orientato alla verifica del possibile rientro del minore presso la propria famiglia Sono improntate sia nell’impianto strutturale che nell’organizzazione, al modello familiare: Piccoli numeri, max 12 minori Requisiti di civile abitazione Organizzazione secondo i tempi e i bisogni dei bambini (scuola, tempo libero, relazioni …) Camere con max due posti letto Vi operano esclusivamente educatori professionali coadiuvati da animatori e assistenti di base alla persona (non sono presenti figure sanitarie) Nella struttura denominata comunità familiare gli educatori sono sostituiti da due adulti

18 Le strutture semi residenziali
Struttura che assicura funzioni di livello preventivo: il minore accolto vive nella famiglia di origine Si tratta di strutture a ciclo diurno che accolgono minori che, per contingenze familiari e sociali, hanno bisogno di essere sostenuti nel processo di socializzazione, allo scopo di prevenire o contrastare esperienze di emarginazione e devianza Fornisce supporto alla famiglia del minore sostenendola nello svolgimento dei compiti educativi e di cura quotidiani

19 Il ruolo degli educatori nelle comunità e nei centri diurni
Funzioni: Prevenzione, cura e reinserimento sociale di minori e giovani che mostrano difficoltà di inserimento sociale Favorire la crescita e lo sviluppo verso l’autonomia Supporto alle funzioni educative della famiglia, alle carenze affettive Accompagnamento nel superamento delle difficoltà delle famiglie

20 Contesti operativi sociali per gli educatori professionali
Servizi di sollievo e supporto – livello preventivo: Educativa domiciliare familiare Mediazione familiare Sostegno alla genitorialità Centri diurni per minori ……. Strutture residenziali per l’accoglienza di minori: In tutte le strutture socio educative per l’accoglienza di minori la figura di riferimento è l’operatore professionale

21 Le funzioni di monitoraggio
Accompagnano il processo di deistituzionalizzazione Consentono di seguire l’evoluzione dei fenomeni dei bambini che vivono fuori dalla propria famiglia -affidamenti e accoglienza in comunità – e dei bambini in adozione che quindi hanno una nuova famiglia Orientano la programmazione sia di livello politico che tecnico Supportano l’organizzazione e lo sviluppo dei servizi territoriali e dei servizi dedicati Consentono di programmare la formazione degli operatori su basi oggettive …….. Tali funzioni sono svolte a livello regionale attraverso l’attività dell’osservatorio minori e del centro regionale di documentazione su infanzia e adolescenza istituiti con legge regionale 31/2000 e gestiti dall’Istituto degli Innocenti di Firenze


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