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Filosofia della mente Semestre II 16-17

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Presentazione sul tema: "Filosofia della mente Semestre II 16-17"— Transcript della presentazione:

1 Filosofia della mente Semestre II 16-17
Francesco Orilia

2 Lezione 1 - 6/2/17

3 Obiettivi Guardiamo insieme l’allegato C

4 Valutazione Modalità I (a scelta per gli studenti frequentanti)
1) partecipazione attiva alle lezioni e presentazione in classe di un argomento concordato con il docente (40% del voto finale). 2) tesina di circa 10 pp., su un argomento concordato con il docente, da consegnare alla fine del corso e da discutere brevemente all'appello (60% del voto finale). Modalità II: esame orale sui testi obbligatori

5 Argomenti Guardare allegato C

6 Testi Farà da linea guida durante il corso il testo di E.J. Lowe, Personal Agency: The Metaphysics of Mind and Action. Per gli studenti che non hanno sufficienti conoscenze di inglese, sono testi obbligatori, invece del testo di Lowe, i volumi M. De Caro, Libero arbitrio. Una introduzione, e M. Di Francesco, Introduzione alla filosofia della mente. Questi tre testi sono quindi tutti indicati come adottati. Tuttavia, chi sceglie il testo di Lowe, potrà considerare quelli di De Caro e Di Francesco come consigliati; viceversa, chi opta per i testi di De Caro e Di Francesco, potrà considerare quello di Lowe come consigliato.

7 Stati di cose e proposizioni
proposizioni (portatori di verità) vs. eventi/stati di cose (fattori di verità) [Obama corre] vs. /Obama corre\ oggetti particolari vs. proprietà e relazioni Predicazione vs. esemplificazione Proposizioni e stati di cose come enti complessi (Russell, Wittgenstein, Armstrong)

8 Lezione 2 6/2/17

9 Eventi Eventi vs. stati di cose Jaegwon Kim vs. Donald Davidson
Condizioni di identità (Quine: "no entity without identity") Kim: <F, x, t> = <F', x', t'> sse F=F', x=x', t=t' Davidson: e = e' sse e ed e' hanno stesse cause e stessi effetti Tropi (v. Maurin su Stanford Encyclopedia of philosophy)

10 Lez. 3 7/2/17

11 "trope" in ontologia analitica
Da Maurin, in SEP: The father of the contemporary debate on tropes was D. C. Williams (1997 [1953]; 1963; 1986). In 1953, he published “On the Elements of Being I” in which he argued for a one-category theory of tropes (for the first time so labeled) Da Bacon in SEP (versione precedente): The most compelling advocate of such objects in our time has been D. C. Williams (1953), who is responsible for the regrettable term trope. It has nothing to do with figures of speech in rhetoric,Leitmotive in music, or tropisms in plants. Williams coined it as a sort of philosophical joke: Santayana, he says, had employed ‘trope’ pointlessly for ‘essence of an occurrence’. Williams would go him one better and press it into service for ‘occurrence of an essence’ (1953: 78). ...

12 Far from ridiculing Santayana, Williams published an appreciation of his views on essence and occurrence in a memorial issue of the Journal of Philosophy (1954).] Ironically, the word ‘trope’ is to be heard correctly these days mainly from the lips of the dreaded poststructuralists. (Few people outside of philosophy know Williams' special sense of the term.) 

13 "trope" Il tropo (al plurale tropi), dal greco trópos, derivato da trépō, «volgo, trasferisco», è un termine che ricorre in ambiti disciplinari differenti, ciascuno connotato da una differente portata semantica. Un tropo, ad esempio, è l'aggiunta di un testo nuovo a commento di un passo della messa o di un ufficio divino. Tropo - fatto retorico caratterizzato da trasposizione di significato Tropo - estensione di un canto liturgico attraverso l'inserimento di nuova musica o di nuovo testo Tropo - in filosofia, percorso confutativo che conduce alla sospensione di un giudizio (wikipidia) tropo In linguistica, figura semantica o di significato per cui una espressione dal suo contenuto originario viene ‘diretta’ o ‘deviata’ a rivestire un altro contenuto. Tra i t. (generalmente distinti dalle figure di parola e di pensiero: ➔ figura) vengono classificati fenomeni come la metafora, la metonimia, la sineddoche e altri su cui i trattatisti non sono unanimi: ironia, litote, iperbole, antonomasia ecc. (treccani)

14 Chiarimento su Kim Perché a Kim serve il simbolo "<...>" degli insiemi ORDINATI? Consideriamo eventi relazionali come x ama y a t e y ama x a t. Sono eventi diversi pur avendo gli stessi costituenti. Per distinguerli nella rappresentazione di Kim è rilevante l'ordine: <A, x, y, t>  <A, y, x, t>

15 Eventi mentali Mental event: the property in the event is mental, e.g., <being in pain, John, t> (this event occurs to/in John) Physical event: the property in the event is physical, e.g., <running, John, t> Mind =df creature with mental properties (first approximation)

16 Caratteristiche degli eventi mentali
We seem to have direct/immediate knowledge of our mental properties: my knowledge that I have a toothache is not derived from other beliefs and observations, I just feel it This immediate knowledge seems also: private. The dentist cannot feel my toothache; his knowledge of it is derived from my reports, observation of X-rays, etc.; similarly his and my knowledge of the physical state of my tooth (e.g., presence of a cavity) is not immediate. Infallible/incorrigible. If I feel toothache, no evidence can convince me that I do not have it. Self-intimating. I cannot have a pain without knowing that I have it (Cartesian transparency of mind, see Chalmers 12-13). Intentionality?


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