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Le norme di vita degli antichi non piacciono a Gesù:
“Avete udito che fu detto ... Ma Io vi dico”. E non perché gli antichi suggerissero il male, ma perché c’è qualcosa di meglio. E se vuoi una norma semplice di comportamento, non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te: comportati con gli altri come vorresti che si comportassero con te. Quando disse questo, Gesú aggiunse: in questo si compendia Legge e Profeti, e cioé, in questo c’è tutto quanto devi fare. Una norma di vita semplice, chiara come acqua limpida, realizzabile, quotidiana. E nessuna retribuzione, niente da donare perché Dio dia. La retribuzione è fare quanto è giusto, ciò che rende contenti, comportarsi come un Figlio. Siamo ripagati in qnticipo, nella conoscenza di Abbá, per ottenere una vita piena di significato. José Enrique Ruiz de Galarreta Testo Matteo 5, Tempo Ordinario –A- Commenti e presentazione: M. Asun Gutiérrez. Musica: L’amore, è una cosa meravigliosa.
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Buono e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore
Buono e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore. Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore sente tenerezza per quanti lo accolgono (Salmo 102)
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Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; Nel discorso della montagna continuano le antitesi tra “vi è stato detto” e il “ma io vi dico”. La legge del taglione era una formula utile per superare gli effetti distruttivi della vendetta: come fu l’offesa dev’essere il castigo, senza infliggere a qualcuno un castigo oltre misura. Si può dire che, socialmente, era un progresso e supponeva una giustizia equilibrata. Gesù dice chiaramente che l’ingiustizia non si sconfigge con l’ingiustizia, che la violenza produce violenza. Supera la legge del taglione, nella linea delle Beatitudini.
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anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Da' a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle. Gesù va molto oltre la legge e la giustizia. Però, non si tratta di interpretare secondo la lettera i suoi comportamenti (Gesù, quando lo schiaffeggiarono, prima del giudizio, chiese spiegazione al soldato che lo aveva colpito), ma di imparare la grande lezione dell’amore generoso, gratuito, incondizionato e della non-violenza. L’insegnamento di Gesù è sempre l’amore. Dare gratuitamente. Dare senza condizioni Come fa LUI.
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Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. L’amore del Padre è rivolto a tutti. Gesù chiede ai suoi seguaci nuove realazioni fondate sull’amore. Logicamente, non dice che si deve trattare ugualmente ogni persona. Non si riferisce al sentimento, ma all’atteggiamento. Amare il nemico è far del bene a tutti, agire sempre con bontà e generosità, prescindere dalle situazioni, dai rancori, dalle vendette, da ogni violenza... che possa dannegiare l’altro. E non attendersi gratitudine! L’unico motivo è perché il Padre fa così, è buono, compassionevole, tenero con tutti. La più grande gioia per i suoi figli è imitare il suo esempio.
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Noi non faremo sorgere o tramontare il sole, ma potremo offrire un volto buono a tutti, accogliere, aiutare, dire parole buone, costruire un ambiente di gioia, di comprensione e di pace. Ogni uomo è “mio prossimo”. Anche quanti hanno un temperamento diverso, un’altra cultura, altri gusti o manie... Con essi dobbiamo ricordare e praticare, imitare l’amore gratuito e universale di Dio, Padre di tutti. Quando gli altri mi sono simpatici e mi interessa la loro amicizia, non c’è bisogno di ricordare alcun comando. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
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Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Gesù ci propone il Padre come modello. Indica strade perché siamo davvero felici. E’ Cristo lo specchio più terso per poterci conoscere, “chi viene a me ha visto il Padre”. Il vangelo di Matteo dice “siate perfetti”, Luca dice “siate misericordiosi”. Per la comunità di Matteo, cristiani di origine ebrea, la perfezione è il modo di imitare l’agire di Dio. Per la comunità di Luca, cristiani di origine pagana, la misericordia è l’aspetto fondamentale del Padre, che i figli e le figlie devono imitare. Essere perfetti, essere misericordiosi lógicamente non significa non avere limiti o difetti. La chiave è cercare di imitare il modo di agire del Padre/Madre: pieno di amore, bontà, tenerezza; amare incondizionatamente e senza distinzioni, cercare il bene, la dignità, la gioia degli altri. Come Gesú.
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COME TE, PADRE Sui buoni e sui cattivi, Padre, fai sorgere il sole e mandi la pioggia. Sostieni tutti, a tutti offri il tuo grembo e sussurri parole di vita e di tenerezza, indipendentemente dai loro meriti, dalla loro dignità, dalla loro bontà o cattiveria, dalla loro fede, dalla loro autostima. .../... Poni in noi le chiavi del tuo amore, e da’ alle nostre viscere i ritmi del tuo cuore affinché rispettiamo quanti sono diversi da noi, e siamo tolleranti con quanti non ci sono simili; fa’ che dialoghiamo con chi dissente, che accogliamo lo straniero, che offriamo senza attenderci gratitudine. Che difendiamo il debole, che salutiamo chi viaggia, e amiamo tutti al di là delle nostre capacità o preferenze. Insegnaci, Padre, ad essere come Te. Che tutti possiamo dire: Sono figlio degno di tale Padre. Ulibarri, Fl.
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