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1. La rottura dell’equilibrio

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Presentazione sul tema: "1. La rottura dell’equilibrio"— Transcript della presentazione:

1 1. La rottura dell’equilibrio
Le vicende parigine dell’ultimo quarto del XIII sec. e il diritto naturale

2 L’Università di Parigi nell’ultimo quarto del XIII secolo
L’introduzione in Occidente dell’Aristotele più originale richiedeva un ripensamento dei saperi. La Facoltà delle Arti si schiera con l’Aristotele interpretato dagli «Arabi», per un’emancipazione della filosofia dalla teologia (averroismo): separazione dei saperi. La Facoltà di Teologia, particolarmente con i Francescani, oppone l’esigenza di un pensiero nel solco della tradizione cristiana (agostinismo): riduzione delle Arti alla Teologia. I Domenicani propongono una lettura di Aristotele compatibile con il cristianesimo, (aristotelismo moderato): una distinzione ma non separazione dei saperi.

3 San Tommaso (1) Una tradizione del diritto naturale: filosofia greca, diritto romano, religione cristiana. Ordine ontologico: dalla Causa prima alle cause seconde; ordine epistemologico: dalle cause seconde alla causa prima; ordine morale: come causa seconda consapevole, compiere l’opera intesa dalla Causa prima. Nella natura umana si scopre la legge. La categoria del revelabile.

4 San Tommaso (2) La lezione dei Padri: nozioni stoiche di «legge eterna» e di «provvidenza»; nozione platonica di «partecipazione»: la sinderesi umana come «impronta di Dio». La lezione di Aristotele: metafisica dell’atto e della forma: valorizzazione delle operazioni creaturali e delle facoltà in grado di produrle. Participatio legis aeternae in creatura rationali, non come «illuminazione», ma come scoperta, sulla base delle inclinazioni naturali.

5 San Tommaso (3) Fiducia nel Creatore, bontà del mondo, capacità umane.
Apprezzamento non solo simbolico della natura, ma strutturale e – per questo – significativo. La moralità sorge dai requisiti della natura umana piuttosto che da un comando divino. Ma nell’ambito di un sistema teologico. Armonia politica, artistica, sociale.

6 La rottura evangelistica (1)
Esigenza di una fede semplice: la ragione e la teologia sono sospette. Criteri sono la Bibbia e lo Spirito Santo. Cause: decadenza del clero e dei monaci, ascesa della borghesia, ribellione ai vincoli ecclesiastici. Dal francescanesimo alle grandi eresie popolari e le sétte.

7 La rottura evangelistica (2)
Eresie più erudite: il gioacchimismo, l’attesa della «terza epoca», gli «Spirituali». Curiose commistioni con l’averroismo e nascita di movimenti ereticali complessi che affermano l’eternità del mondo, negano il giudizio universale, interpretano i sacramenti in modo «mistico» e i vangeli in modo «morale» I Francescani «spirituali»: la povertà evangelica come strumento rivoluzionario; l’appoggio dell’Impero.

8 La sufficienza della filosofia
Averroismo : un modo di filosofare che non teneva in nessun conto le esigenze della fede cristiana e della teologia. Teoria della doppia verità Gli Artistae affermano l’autosufficienza dei propri metodi e del proprio sapere per quanto riguarda tutte le cose comprese nell’ordine naturale ed esplorate dalla ragione, e la sufficienza delle “virtù politiche” – quelle che i cristiani chiamano “cardinali” – per il conseguimento della felicità naturale. Tra spiritualismo e averroismo si crea facilmente una saldatura: nelle faccende “spirituali” la ragione non serve; nelle faccende temporali la fede non c’entra. I Francescani spiritualisti si accompagnano con averroisti e ghibellini.


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