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PubblicatoFelice Fiori Modificato 6 anni fa
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COMMERCIO INTERNAZIONALE E TECNOLOGIA: IL MODELLO RICARDIANO
DAVID RICARDO Nel 1815 Ricardo( ) pubblica i Principi di economia politica e della tassazione. Diventerà una delle opere capitali del pensiero economico. Ricardo studia il modo in cui il prodotto della nazione viene diviso tra i proprietari terrieri, coloro che possiedono il capitale e i lavoratori. Nella Prefazione ai Principi scrive: “Determinare le leggi che regolano questa distribuzione è il problema principale dell’economia politica”.
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Teoria dei vantaggi comparati Modello ricardiano
Le differenze tecnologiche tra Paesi influenzano il commercio. Questo modello prende il nome di modello ricardiano, perché fu proposto dall’economista del XIX secolo David Ricardo. Esso mostra come il livello di tecnologia di un Paese influenzi i salari pagati ai lavoratori: Paesi con tecnologie migliori hanno salari maggiori. Lo usiamo per spiegare il pattern di commercio di un Paese, cioè i prodotti che un Paese esporta ed importa.
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Il vantaggio comparato
Il vantaggio assoluto non è una spiegazione generale del pattern di commercio. Il vantaggio comparato è una spiegazione più generale del commercio tra Paesi. Un Paese ha un vantaggio comparato nei beni che produce meglio rispetto ad altri beni.
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Gli Stati Uniti hanno un vantaggio comparato nel settore del grano:
Gli Stati Uniti hanno un vantaggio assoluto in entrambi i settori, ma hanno un vantaggio relativamente maggiore nel settore del grano. Nella produzione del grano l’efficienza USA è 275 volte quella della Cina, mentre nel settore della stoffa l’efficienza relativa è solo 16 volte Gli Stati Uniti hanno un vantaggio comparato nel settore del grano: come definiamo il vantaggio comparato? 4
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Per sviluppare il modello ricardiano di commercio internazionale lavoreremo con un esempio con due beni: il vino e le scarpe. Dovremo dimostrare che il Paese H (home) esporterà vino e il paese straniero, F (foreign) esporterà scarpe.
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Il Paese H Assumiamo che il lavoro sia l’unico fattore produttivo utilizzato per produrre entrambi i beni. Un lavoratore può produrre 4 ettolitri di vino o 2 paia di scarpe. Il prodotto marginale del lavoro è la produzione aggiuntiva ottenuta usando un’unità addizionale di lavoro. … poniamo… QVIT = produzione di vino in Italia QSIT = produzione di scarpe zVIT = produttività del lavoro nel settore del vino in Italia zSIT = produttività del lavoro nel settore delle scarpe LVIT = lavoro impiegato nel settore del vino in Italia LSIT = lavoro nella produzione di scarpe
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La frontiera delle possibilità produttive di H
Possiamo usare i prodotti marginali del lavoro per costruire la PPF (production possibility frontier) di H. A questo punto facciamo riferimento al testo che costruisce un modello con due beni (grano e stoffa) prodotti in due paesi (H e F). Ricordiamo che: I due paesi producono gli stessi beni con tecnologie diverse Vi è concorrenza perfetta in ogni paese Il commercio internazionale è libero e non ci sono costi di trasporto o altri ostacoli
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Consideriamo l’economia di H…
MPLG = 4 MPLS = 2 L=25 (quantità di lavoro, dotazione di risorse) Supponiamo che in H ci siano 25 lavoratori. Se tutti i lavoratori fossero impiegati nella produzione di grano, il Paese potrebbe produrre 100 quintali di grano. Se fossero tutti impiegati nel settore della stoffa se ne potrebbero produrre 50 metri.
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Facendo i calcoli possiamo vedere:
Lavoro = 25, MPLG = 4, MPLS = 2 QG = MPLG x L = 4x25 = 100 MASSIMA PRODUZIONE DI GRANO QS = MPLS x L = 2 x 25 = 50 MASSIMA PRODUZIONE DI STOFFA Si assume che i prodotti marginali del lavoro siano costanti. Non ci sono rendimenti decrescenti perché il modello trascura l’impiego di altre risorse.
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i) Si ipotizza pieno impiego:
ii) Si ipotizza perfetta mobilità del lavoro da un settore all’altro Stoffa Produzione massima di stoffa quando tutto il lavoro è impiegato nel settore della stoffa Il lavoro può essere impiegato nei due settori in qualunque proporzione Grano Produzione massima di grano quando tutto il lavoro è impiegato nel settore del grano
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Il lavoro può spostarsi da un settore all’altro
Il lavoro può essere impiegato nei due settori in qualunque proporzione Il lavoro può spostarsi da un settore all’altro LG(1) nel grano QG(1) LS(1) nella stoffa QS(1) Stoffa Grano 12
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LS(2) nella stoffa QS(2)
Il lavoro può essere impiegato nei due settori in qualunque proporzione Se aumenta l’occupazione nel settore del grano e diminuisce nel settore della stoffa… LG(2) nel grano QG(2) LS(2) nella stoffa QS(2) Stoffa Grano 13 13
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Sfruttando la condizione di pieno utilizzo del lavoro possiamo mostrare l’insieme delle combinazioni produttive (grano, stoffa) che è possibile ottenere modificando la distribuzione del lavoro nei due settori… 14 14 14
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L’insieme delle combinazioni produttive (grano, stoffa) che è possibile ottenere modificando la distribuzione del lavoro nei due settori rappresenta la curva delle possibilità produttive (PPF) dell’economia… Stoffa PPF Grano 15 15 15 15
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… quando l’occupazione si sposta da un settore all’altro l’equilibrio dell’economia si muove lungo la linea PPF che rappresenta la frontiera delle possibilità produttive Stoffa PPF Grano 16 16 16 16 16
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La pendenza della PPF è data dal rapporto tra le produttività del lavoro nei due settori
Stoffa PPF Grano 17 17 17 17 17 17
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