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La teoria dell'attaccamento: applicazioni cliniche nel ciclo di vita

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Presentazione sul tema: "La teoria dell'attaccamento: applicazioni cliniche nel ciclo di vita"— Transcript della presentazione:

1 La teoria dell'attaccamento: applicazioni cliniche nel ciclo di vita
Maria Zaccagnino, Ph.D.

2 LA TEORIA DELL‘ATTACCAMENTO
“All’inizio della vita l’essere nutriti equivale all’essere amati, il bisogno biologico legato all’alimentazione è presente insieme ad un altro bisogno, anch’esso primario, geneticamente determinato, la cui funzione è garantire la crescita e la sopravvivenza biologica e psicologica del bambino. Si tratta del bisogno di essere amati, di essere desiderati, voluti, nutriti d’amore, accettati per quello che si è. E’ questo che rende unico, specifico e fondamentale il legame tra genitori e figli.” (Bowlby, 1979) Bowlby teorizza l’attaccamento come una predisposizione innata del piccolo a cercare la vicinanza protettiva della sua figura di riferimento (caregiver) quando si trova in condizioni di pericolo, vulnerabilità o dolore. Il sistema dell’attaccamento è un sistema omeostatico; la vicinanza alla madre e l’esplorazione dell’ambiente sono i due poli di questo processo. Un legame di attaccamento si caratterizza dalla presenza di tre elementi chiave: la ricerca di vicinanza ad una figura preferita, l’effetto “base sicura” e la protesta per la separazione. La base sicura costituisce un trampolino per l’esplorazione dell’ambiente; quando però incombe un pericolo il bambino si aggrappa alla sua figura di attaccamento. Una volta passato il pericolo il bambino riprende ad esplorare, giocare e rilassarsi. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

3 LA TEORIA DELL‘ATTACCAMENTO
“In breve, per comportamento di attaccamento si intende qualsiasi forma di comportamento che porta una persona al raggiungimento o al mantenimento della vicinanza con un altro individuo differenziato e preferito, considerato in genere come più forte e/o più esperto. […] il comportamento di attaccamento caratterizza l’essere umano dalla culla alla tomba.” (Bowlby, 1979) Durante il primo anno di vita si manifestano una serie di comportamenti di attaccamento: i comportamenti di segnalazione (pianto, sorriso, vocalizzi) i comportamenti di avvicinamento (aggrapparsi, seguire, camminare a gattoni verso il caregiver) Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

4 LA TEORIA DELL‘ATTACCAMENTO
Bowlby (1973) afferma che “L’attaccamento è un sistema motivazionale primario con i suoi modi di operare ed interfaccia con altri sistemi motivazionali”. All’interno della cornice evoluzionista possiamo rintracciare una componente motivazionale nell’ambito delle relazioni sociali. L’essere umano è predisposto a livello biologico ad interagire nelle relazioni attraverso diversi moduli estremamente particolareggiati che contribuiscono a garantire i bisogni essenziali. Questi moduli altamente specializzati in funzioni essenziali per la sopravvivenza e per la vita sociale vengono definiti come «Sistemi Motivazionali» (Liotti, Farina, 2011). I Sistemi Motivazionali sono potenti propensioni o tendenze all’azione su base innata ma poi influenzati dall’apprendimento. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

5 IL SISTEMA DELL‘ATTACCAMENTO
È ATTIVATO DA: fatica, dolore fisico o emozionale, solitudine, percezione di essere vulnerabile a pericoli ambientali o di non poter soddisfare da soli i bisogni necessari alla sopravvivenza (alimentarsi, proteggersi dal clima sfavorevole, riposare, dormire). È segnalato dal separation call o separation cry: toni acuti, ripetuti a brevi intervalli META: ottenere protezione, cura, conforto, vicinanza protettiva da parte di un conspecifico percepito come più forte, più sano e più saggio del gruppo. E' DISATTIVATO DA: Il conseguimento della vicinanza protettiva ad un conspecifico, disponibile a fornire aiuto, conforto, protezione (META del sistema)  si attiva un altro sistema motivazionale (in genere esplorazione nel bambino, gioco o collaborazione) La protratta impossibilità di conseguire la suddetta meta (INIBIZIONE del sistema)  stato mentale di distacco emozionale Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

6 IL SISTEMA DELL‘ACCUDIMENTO
È il reciproco dell’attaccamento (complementari). È ATTIVATO DA: segnali di richiesta di protezione provenienti da un conspecifico (motivato dal sistema di attaccamento), per es. separation cry. In presenza di specifiche disfunzioni del sistema di attaccamento, è attivato dalle condizioni che normalmente attiverebbero il sistema dell'attaccamento (attaccamento invertito). È segnalato dal contatto morbido e ripetuto ritmicamente (la carezza umana, il leccare dei mammiferi). META: eliminazione del disagio del conspecifico È DISATTIVATO DA: segnali di sollievo e sicurezza provenienti dal conspecifico Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

7 I MODELLI OPERATIVI INTERNI
“Dalla culla alla tomba”, la percepita vulnerabiltà - solitudine attiva la disposizione innata alla ricerca di cura e aiuto. Tale disposizione si rivolge a persone (figure di attaccamento, FDA), la cui risposta entra in una struttura di memoria-aspettativa del bambino. Tale struttura, detta Modello Operativo Interno (MOI), determina se la disposizione innata viene regolata in maniera ottimale, oppure mal regolata. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

8 LA STRANGE SITUATION PROCEDURe
Ainsworth, M.D.S., 1978 Osservazione diretta, Strange Situation Procedure: Situazione sperimentale costruita per l’osservazione e lo studio del comportamento di attaccamento nei bambini tra i 12 e i 18 mesi (studi successivi anche con fasce di età superiori, fino ai 3 anni) realizzata in tre fasi. Secondo la teoria, la separazione attiva il sistema dell’attaccamento mentre il ricongiungimento con la FdA lo disattiva. Dalle osservazioni rilevate attraverso tale metodologia di studio sono stati individuati degli stili di relazione che i bambini mostrano alla separazione e al ricongiungimento con la FdA che definiscono altrettanti pattern di attaccamento. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

9 LA STRANGE SITUATION PROCEDURE
La Strange Situation è una procedura standardizzata di laboratorio originariamente costruita con l’intento di esaminare l’equilibrio tra comportamenti di attaccamento e di esplorazione, in condizioni di bassa e alta tensione emotiva in bambini di un anno di età. La procedura, della durata di venti minuti, è costituita da otto episodi: PRIMO EPISODIO. Durata: 30 secondi. È di fatto una fase di preparazione alle successive. La madre (o altra figura adulta verso cui si voglia osservare la relazione di attaccamento del piccolo) e il bambino vengono introdotti nella stanza di osservazione, munita di specchio unidirezionale, ove vi sono due sedie ed alcuni giocattoli. La madre viene fatta accomodare e le viene chiesto di fingere la lettura di una rivista, mentre il bambino viene posto vicino ai giocattoli, lasciato libero di esplorare l’ambiente o coinvolgere il genitore, se lo desidera. SECONDO EPISODIO. Durata: 3 minuti. Ha inizio la procedura vera e propria. La madre è impegnata nella lettura della rivista, il bambino nel gioco. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

10 LA STRANGE SITUATION PROCEDURE
TERZO EPISODIO. Durata: 3 minuti. Nella stanza fa ingresso una sperimentatrice "estranea" che si siede di fianco alla madre e, dopo un minuto, interagisce con questa. Dopo un altro minuto l’estranea interagisce direttamente col bambino, cercando di coinvolgerlo in un gioco comune. Lo scopo del terzo episodio è di osservare le reazioni del piccolo nei confronti di una persona non familiare e di verificare se, e con quali modalità, questo utilizzi il genitore per valutare la situazione nuova e se si lasci o meno coinvolgere nell’interazione proposta dalla sperimentatrice. QUARTO EPISODIO. Durata: 3 minuti o meno. La madre esce dalla stanza, lasciando il piccolo in compagnia dell’estranea. Questa prima separazione dal caregiver permette di osservare le strategie adottate dal piccolo per far fronte alla situazione di potenziale disagio, le risorse e le abilità che eventualmente mette in campo e l’eventuale messa in atto di comportamenti di ricerca nei confronti della figura di attaccamento. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

11 LA STRANGE SITUATION PROCEDURE
QUINTO EPISODIO. Durata: 3 minuti o più. Il genitore rientra nella stanza e rimane da solo col bambino per i successivi tre minuti, durante i quali ha la possibilità di consolarlo qualora richieda contatto o conforto, in caso contrario al genitore viene chiesto di lasciare il bambino libero di continuare le attività che sta svolgendo. Durante questa fase è rilevante osservare le modalità con cui il bambino si ricongiunge al genitore, dunque se ricerca vicinanza e contatto, o se al contrario sembra ignorare il suo ritorno, mostrandosi autonomo o addirittura indifferente. SESTO EPISODIO. Durata: 3 minuti o meno. Il genitore esce dalla stanza, lasciando il bambino completamente solo. Si tratta della seconda separazione proposta dalla procedura e per molti bambini rappresenta la fase più drammatica dell’osservazione. Alcuni bambini si disperano e manifestano chiaro disagio per la separazione. In questo caso la procedura viene immediatamente interrotta. Questo episodio permette di osservare le modalità di coping del bambino (vale a dire le sue capacità di far fronte alla separazione) quindi se manifesta disagio o mancanza della figura di attaccamento, ricercandone la presenza. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

12 LA STRANGE SITUATION PROCEDURE
SETTIMO EPISODIO. 3 minuti o meno. L’estranea rientra nella stanza, anch’essa col ruolo di supporto alle iniziative del bambino. Lo scopo di questo episodio è quello di valutare se e come il bambino utilizza l’estranea come figura di attaccamento sostitutiva e come reagisce al fatto che la separazione venga interrotta da una persona che non sia la figura di attaccamento. Ci si aspetta infatti che la separazione abbia attivato il sistema dell’attaccamento e che il bambino, all’arrivo dell’estranea, mostri una certa delusione, rimanendo in attesa del ritorno del genitore. OTTAVO EPISODIO. 3 minuti o più. Il genitore torna nella stanza, fermandosi sulla porta, dando così al bambino la possibilità di rispondere spontaneamente, dopodiché lo prende in braccio. L’ultimo episodio è particolarmente importante per la valutazione dell’attaccamento. Si possono osservare infatti le risposte e le iniziative del piccolo nei confronti del genitore, se ricerca vicinanza, contatto fisico e interazione, se appare contento, rassicurato, o al contrario indifferente, passivo o arrabbiato. E’ possibile osservare se la presenza della figura di attaccamento è necessaria e sufficiente a consolare il piccolo e se questo appare in grado di riorganizzarsi dopo la situazione di stress. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

13 ATTACCAMENTO SICURO PATTERN B
Separazione: pianto e protesta, ricerca attiva della FdA nella fase di allontanamento. Riunione con FdA: rasserenamento e calma immediata, contatto fisico e contatto oculare. Genitore: riconoscimento del bisogno di cura che viene giudicato normale e legittimo (atteggiamento free). Mostrano un equilibrio ottimale tra la capacità di risposta al genitore e le attività intraprese autonomamente; un tale comportamento è legato ad un atteggiamento affettivamente positivo. Rispondono spesso ai tentativi di interazione del genitore ma senza alcun senso di urgenza o necessità. Mostrano piacere e desiderio di prestare attenzione ai commenti, suggerimenti, domande e dimostrazioni del genitore ma talvolta, se impegnati in esplorazioni autonome, possono non rispondere. Appaiono felici e sereni. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

14 ATTACCAMENTO ANSIOSO-EVITANTE
PATTERN A Separazione: poche reazioni, indifferenza apparente; ipercontrollo. Riunione con FdA: poche reazioni, attivo evitamento del contatto fisico e dello sguardo. Genitore: lo stile di accudimento si esprime in genere con una svalutazione dei bisogni di cura e attenzione (atteggiamento dismissing). Mostrano un’indifferenza verso il genitore inadeguata rispetto all’età. Sono fisicamente scostanti e non rispondono ai tentativi di coinvolgimento. Mostrano un tono dell’umore neutro. Non ricercano aiuto o stimolazione dai genitori e non condividono spontaneamente le attività di loro interesse. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

15 ATTACCAMENTO ANSIOSO-RESISTENTE O ANSIOSO AMBIVALENTE
PATTERN C Separazione: pianto inconsolabile e grandi proteste, ipersegnalazione di abbandono. Riunione con FdA: continua protesta, conforto inefficace, a volte rifiuto del contatto. Genitore: accudimento ambivalente, modalità intrusive e ostili di relazione e risposta alle richieste di cura e protezione del bambino (atteggiamento “preoccupied” o problematizzato). Mostrano un’eccessiva dipendenza dal genitore. Sono inibiti per quanto riguarda l’esplorazione autonoma. Mostrano un tono dell’umore neutro o negativo (incostante). Possono apparire molto turbati se il genitore frustra una loro richiesta. Le richieste di coinvolgimento possono essere scandite da ansia, lamento ed altre espressioni emotive negative. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

16 ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO
VIDEO SSP ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO PATTERN D (DISORGANIZZATO O DISORIENTATO) Separazione: comportamenti contraddittori e simultanei. Riunione con FdA: segnali sequenziali di affetto/collera. Genitore: in genere un’incapacità a far fronte alle richieste di attaccamento, dal momento che la FdA è ancora impegnata nell’elaborazione di eventi luttuosi o traumatici riguardo alla propria storia di attaccamento. Prevalgono le emozioni della FdA, mentre risponde alle richieste di attaccamento (espressioni di dolore, paura, collera improvvisa). Circolarità paradossale nell’attivazione del SM dell’attaccamento. La disorganizzazione è dovuta all’attivazione conflittuale e abnorme del sistema di difesa insieme al sistema di attaccamento. Essa è un dimostrato fattore di rischio per diversi disturbi psicopatologici (Liotti). MOI: Multiplo, dis-integrato (dissociato o disorganizzato), “drammatico” (rappresentazione di sé come vittima, persecutore o salvatore) Psicopatologie maggiormente correlate: disturbo traumatico dello sviluppo, disturbo borderline di personalità Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

17 ESPERIENZE TRAUMATICHE
Esperienze traumatiche nel genitore, immagazzinate in modo disfunzionale (adulti classificati come Irrisolti rispetto a traumi e/o lutti all’Adult Attachment Interview (George, Kaplan, & Main, 1985), possono riattivarsi nel sistema di accudimento del genitore stesso, determinando un MOI dell’attaccamento del bambino contenente tracce mnestiche di tali eventi traumatici (Liotti, 2004). Quando il genitore è ancora impegnato nell’elaborazione problematica di eventi luttuosi o traumatici che hanno costellato la propria esperienza di attaccamento, il cervello del bambino non ha la possibilità di sviluppare i circuiti di automodulazione idonei (Schore, 1997) In un percorso di presa in carico, il protocollo EMDR di intervento sui traumi aiuta il paziente ad accedere ai ricordi traumatici inerenti l’attaccamento e ad elaborarli con una risoluzione adattiva. Man mano che il paziente identifica e rielabora i suoi traumi precoci con l’aiuto dell’EMDR, diventa gradualmente capace di separare il presente dal proprio passato, narrando un’autobiografia coerente. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

18 TRAUMI GENITORIALI IRRISOLTI
ll riattivarsi delle memorie traumatiche non elaborate durante le richieste di accudimento (pianto, dolore, crisi, desiderio di accudimento, vicinanza, separazione, scarsa tolleranza alla frustrazione, tendenza ad una maggiore ansia e collera), conduce a comportamenti spaventati/spaventanti, violenti, aggressivi, confusi, disorientati, afinalistici e perdita di controllo. La figura di attaccamento è colei che cura, ma contemporaneamente è colei che spaventa e che è spaventata e fuori controllo. Processi non consapevoli. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

19 TRASMISSIONE INTERGENERAZIONALE DELL‘ATTACCAMENTO E DISORGANIZZAZIONE
DISREGOLAZIONE Genitori le cui esperienze traumatiche non sono state regolate, lette, condivise ed elaborate hanno con un’elevatissima percentuale figli disorganizzati, poichè il riattivarsi delle emozioni legate alle memorie traumatiche non elaborate, piu’ facilmente conduce a comportamenti maltrattanti nei confronti del proprio bambino(maltrattamenti fisici e psicologici, grave assenza di cure, grave trascuratezza, violenza, fisica ed emotiva). PERDITA DI CONTROLLO DELLO STATO INTERNO E DELLA SITUAZIONE Le emozioni e i propri stati interni in particolare nei momenti di stress, disagio e difficoltà sono soverchianti, non letti, non compresi, confondono, fanno paura. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

20 TRASMISSIONE INTERGENERAZIONALE DELL‘ATTACCAMENTO E DISORGANIZZAZIONE
Lutti e traumi non elaborati nel caregiver  Atteggiamenti che incutono paura nel bambino (F/F) Stati mentali del caregiver oscillanti fra ostilità e impotenza (HH)  disorientamento e paura nel bambino Atteggiamenti “abdicanti” del caregiver Attivazione conflittuale di due sistemi motivazionali, di attaccamento e di difesa (fight – flight)  paura senza sbocco  trauma relazionale e precoce (primi due anni di vita) Comportamenti contraddittori verso il caregiver Modello Operativo Interno: multiplo, dis-integrato (dissociato o disorganizzato), “drammatico Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

21 BAMBINO DISORGANIZZAZIONE DELL’ATTACCAMENTO
TRASMISSIONE INTERGENERAZIONALE DELL‘ATTACCAMENTO E DISORGANIZZAZIONE NONNI LUTTI E TRAUMI IRRISOLTI T/t ATTRAVERSO IL SISTEMA DI ATTACAMENTO/ACCUDIMENTO GENITORI LUTTI E TRAUMI IRRISOLTI T/t ATTRAVERSO IL SISTEMA DI ATTACAMENTO/ACCUDIMENTO BAMBINO DISORGANIZZAZIONE DELL’ATTACCAMENTO Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

22 MOI DISORGANIZZATO Nel MOI che corrisponde alla disorganizzazione dell’attaccamento ogni unità e coerenza rappresentativa è inesorabilmente e gravemente infranta. Il bambino, a partire da una memoria implicita della figura di attaccamento che lo accoglie con espressione di paura e comportamenti spaventanti, può costruire rappresentazioni molteplici e reciprocamente incompatibili, mutando continuamente fra le polarità rappresentative drammatiche: Sé = persecutore Altro = vittima Sé = vittima Altro = persecutore Sé = vittima Altro = salvatore Sé = salvatore Altro = vittima Il MOI dell’attaccamento disorganizzato, convogliando aspettative di ulteriore pericolo connesse alle proprie richieste di attaccamento, non proteggono dagli effetti psicologici degli eventi traumatici o addirittura li amplificano ATTIVAZIONE  rappresentazioni non integrate  dissociazione nella rappresentazione di sé-con-l’altro L’attaccamento disorganizzato è probabilmente il primo tipo di processo mentale dissociativo che può essere studiato nel corso dello sviluppo Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

23 IL RE-ENACTMENT DEL TRAUMA DURANTE LE RICHIESTE DI ACCUDIMENTO
NELL’INTERAZIONE CON IL BAMBINO: Rifiuto del desiderio di vicinanza: evitamento, paura, confusione, rabbia Violenza: aggressività verbale, fisica, emotiva Improvviso breakoff dell’azione Sovrastimolazione e sottostimolazione (affettiva e sensoriale) NELLA COMUNICAZIONE AFFETTIVA: Trasmissione di affetti traumatici (Ira, vergogna, agitazione, colpa, paura) Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

24 L‘ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO
L’attaccamento disorganizzato è molto più frequente (fino all’83% dei bambini osservati) in campioni di coppie genitore-bambino ad alto rischio, nelle quali il bambino rischia di essere maltrattato dal genitore, oppure il genitore soffre a causa di lutti irrisolti, di depressione maggiore, di abuso di sostanze o degli effetti del divorzio, piuttosto che nei campioni a basso rischio (Carlson e Sroufe, 1995; Main, 1995; Main e Morgan, 1996). La situazione familiare dei bambini a rischio di sviluppare un attaccamento disorganizzato è quindi simile a quella descritta dalla maggior parte dei pazienti adulti la cui storia di interazioni familiari traumatiche è collegata causalmente ai loro sintomi dissociativi dalla maggior parte dei clinici e dei ricercatori. L’attaccamento disorganizzato è il primo gradino in un percorso di sviluppo che porta, probabilmente attraverso una lunga sequenza di interazioni familiari drammatiche o violente, dall’infanzia in poi, alla dissociazione patologica nella vita adulta. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

25 L‘ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO
I ricordi impliciti delle interazioni precoci che portano alla disorganizzazione dell’attaccamento, essendo molto probabilmente basati su reazioni genitoriali spaventate e/o spaventanti all’approccio del bambino (Main, 1995; Main e Hesse, 1990, 1992; Main e Morgan, 1996), contengono l’esperienza di paura nel bambino e il ricordo di espressioni spaventate e/o aggressive nel genitore (triangolo drammatico, es. Liotti, 1999). Ricerche recenti hanno supportato l’idea secondo la quale una precoce relazione madre-bambino qualitativamente non adeguata può essere collegata al rischio di sviluppare nel bambino una psicopatologia (Yap, Allen, Sheeber, 2007; Southam-Gerow, Kendall e Weersing 2001). Un deficit della Regolazione Emotiva può essere implicata in: Difficoltà nella regolazione delle emozioni negative Comprensione emotiva povera Disturbi psicologici di tipo internalizzante o esternalizzante (per es. comportamenti aggressivi o sintomi ansiosi) (Calkins, Keane, 2009; Suveg, Zeman, 2004). Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

26 ”Ora, a un certo punto, viene il momento in cui il bambino si guarda intorno....Che cosa vede il lattante quando guarda il viso della madre? Secondo me, di solito ciò che il lattante vede è sé stesso. In altre parole la madre guarda il bambino e ciò che essa appare è in rapporto con ciò che essa scorge". Winnicott, 1971 Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

27 LA SENSIBILITÀ E LA RESPONSIVITÀ MATERNA
La “sensibilità materna” (Ainsworth, 1979) è un concetto definibile come comportamento di cura sensibile che consiste nella capacità della madre di percepire, comprendere e rispondere in modo appropriato ai segnali del bambino. Per “responsività sensibile” (Ainsworth, 1979) si intende invece la risposta materna ai segnali del bambino che deve essere il più possibile rapida (entro un tempo di frustrazione tollerabile per il bambino) e sensibile. Comprende caratteristiche di: Continuità Regolarità Regolazione emotiva Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

28 LA SENSIBILITÀ E LA RESPONSIVITÀ MATERNA
La responsività sensibile implica che la madre sappia reagire ai segnali del bambino offrendo stimoli opportuni, senza iperstimolare o sottostimolare il bambino. E’ caratterizzata dalla qualità della relazione e dalla funzione regolatrice che si manifesta durante gli scambi comunicativi tra madre-bambino. Costituisce un aspetto fondamentale nella qualità di attaccamento che il bambino sta sviluppando. A seconda di come la madre risponderà ai bisogni del bambino e come questi verranno regolati, potranno manifestarsi differenti modalità di attaccamento. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

29 IL MODELLO DELLA MUTUA REGOLAZIONE
Tronick, E. Z., Asl, H. & Adamson, L. (1978) Le interazioni “faccia-a-faccia” intercorrenti tra la madre e il bambino nei primi mesi di vita, centrate su precoci forme di comunicazione di scambi di sguardi, sorrisi, vocalizzazioni e forme di imitazione reciproca del comportamento mimico-espressivo materno e di un’attività di rispecchiamento e di “echeggiamento” del comportamento infantile da parte della madre, svolgerebbero la funzione cruciale di permettere un’originaria condivisione di stati emotivi, sviluppando lo stabilirsi del contatto relazionale tra i due membri della coppia (Sroufe, 1995; Stern, 1998; Tronick, 1989; Trevarthen, 1991). Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

30 LE SCALE DELLA SENSIBILITA’ MATERNA
Ainsworth, M., 1978 Scale a 9 punti da utilizzare per l’osservazione della relazione madre- bambino a 3, 6 e 12 mesi, valutano come la madre interpreta e risponde appropriatamente, ed in modo contingente ai segnali del bambino, consentendo al figlio di regolare adeguatamente i propri stati affettivi ed emotivi. Scala 1: Sensibilità vs Insensibilità ai segnali del bambino Scala 2: Cooperazione vs Interferenza con il comportamento del bambino Scala 3: Disponibilità fisica e psicologica vs. Trascuratezza e negligenza Scala 4: Accettazione vs. Rigetto dei bisogni del bambino/a Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

31 SCALA 1 Sensibilità vs Insensibilità ai segnali del bambino
MADRI SENSIBILI MADRI INSENSIBILI Durante il primo anno di vita, danno al bambino ciò che le sue comunicazioni suggeriscano lui voglia; rispondono socialmente ai suoi tentativi di iniziare l’interazione sociale ed in maniera scherzosa ai suoi tentativi di iniziare a divertirsi; Quando è preoccupato sanno cosa occorre per confortarlo. Nel gioco e nell’interazione sociale non lo sovrastimolano, interagendo in modo troppo intenso, troppo vigoroso, troppo prolungato, o troppo eccitante. Solitamente sono accessibili ai loro infanti e sono anche consapevoli delle comunicazioni, dei segnali, dei desideri e degli stati d’animo più sottili dei loro bambini. Interpretano accuratamente le loro percezioni e mostrano empatia con i loro bambini. Non sono consapevoli di molti comportamenti dei loro bambini: o perché esse ignorano il bambino, o perché non riescono a percepire nella sua attività le sue comunicazioni più sottili e difficili. Talvolta possono avere intuizioni accurate circa l’attività e gli stati d’animo del loro bambino ma possono essere incapaci di essere empatiche con lui. Spesso forniscono risposte inappropriate nei termini di qualità e quantità (ad esempio, interazioni frammentate, aride e scarsamente risolte). Queste madri non sono in grado di rispondere al sorriso o al contatto affabile del bambino. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

32 SCALA 2 Cooperazione vs Interferenza con il comportamento del bambino
MADRI COOPERATIVE MADRI INTERFERENTI Sono madri che guidano piuttosto che controllare l’attività del bambino, integrano i loro desideri, i loro stati d’animo, e le loro responsabilità familiari con i desideri, stati d’animo ed il comportamento del bambino. Anziché interrompere un’attività che il bambino sta svolgendo, trattengono il loro intervento finché non avviene una naturale pausa nella sua attività. Spesso, comunque, possono deviarlo gradualmente da ciò che lui sta facendo verso qualcosa che vogliono lui faccia. Ad esempio, gradualmente rallentano il passo e la forza della loro relazione finché lui si rilassa e si calma. Lo invitano a cooperare con ciò che loro hanno in mente piuttosto che imporglielo. Una madre porta via il bambino, lo sposta, lo limita, o al contrario, lo lascia libero con assoluta indifferenza per la sua attività. Quando limita e contiene i movimenti del bambino, ciò avviene mediante l’intervento fisico diretto o la forza. Altre madri pur non ricorrendo in maniera così cospicua alla forza fisica devono essere considerate altamente interferenti perché, nella maggior parte dei casi, tendono a dare istruzioni, ad ordinare, ed a controllare il bambino. Una madre interferente tende a giocare completamente o quasi completamente facendo fare qualcosa al bambino, o ottenendo da lui ciò che lei desidera. Così le madri istruiscono il bambino al manierismo e ai giochi stereotipati, persistendo anche quando il bambino ha uno stato d’animo apatico. Lo stesso accade con la vocalizzazione. La madre interferente prova, in modo persistente, a tirar fuori specifiche vocalizzazioni (o gesti) incurante dell’interesse corrente del bambino. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

33 SCALA 3 Disponibilità fisica e psicologica vs Trascuratezza e negligenza MADRI ACCESSIBILI MADRI TRASCURANTI Una madre accessibile è consapevole del suo bambino e del suo comportamento la maggior parte delle volte, e riconosce solitamente la sua presenza, i suoi segnali, e la sua comunicazione. Può facilmente rivolgere la sua attenzione al bambino qualora lui avesse bisogno della sua supervisione o protezione, o laddove si avvicinasse a lei o cercasse di catturare la sua attenzione. Una madre trascurante ignora il suo bambino ed in questo modo lo trascura. Nella maggior parte dei casi si tratta di trascuratezza psicologica. Sono madri che percepiscono abbastanza bene i segnali del bambino, ma non li ammettono o non rispondono ad essi, risultando in questo modo inaccessibili. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

34 SCALA 4 Accettazione vs Rigetto dei bisogni MADRI ACCETTANTI
MADRI RILUTTANTI MADRI AMBIVALENTI La madre accetta sia il bambino che il suo comportamento. Ha consapevolezza che il bambino ha una volontà propria, che può opporsi alla sua. Lei ha piacere di osservare l’interesse che il bambino mostra per altre persone o il desiderio di esplorare l’ambiente circostante. Anche la sua rabbia va rispettata. La madre sembra principalmente positiva nei suoi sentimenti verso il bambino, anche se talvolta prova risentimento nei suoi confronti. I loro impulsi di amore-odo sono abbastanza integrati, tanto da sentirsi quasi completamente positive nei confronti dei loro bambini, senza pericolo di ostilità repressa. Le risposte negative della madre, velate o chiare, sono frequenti e prevalenti rispetto alle espressioni di sentimenti positivi verso il bambino. La madre è chiaramente riluttante nei confronti del bambino ed i sentimenti positivi verso di lui sono spesso sopraffatti dal suo risentimento, dalla sua rabbia, dai suoi sentimenti di rigetto. Possono dire di non aver desiderato la nascita del bambino, o che ciò rappresenta per loro un fastidio, perché interferisce con la loro vita. La madre sembra principalmente positiva nei suoi sentimenti verso il bambino, anche se talvolta prova risentimento nei suoi confronti, questo la porta a reagire mediante un comportamento essenzialmente di rigetto. Le difese rendono impossibile per lei essere conforme al bambino e cosi tende a rispettarlo in modo insoddisfacente. Queste madri accettano solo apparentemente le richieste del bambino e per questo rispondono in modo inadeguato. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

35 COMPORTAMENTO INTERATTIVO DEL BAMBINO
ELO SCALES FOR MATERNAL AND INFANT BEHAVIOUR Butcher et al., 1993; Brighi A., 2002 Le scale di sensibilità valutano i comportamenti materni e il comportamento interattivo del bambino su una scala Likert a 5 punti che considera i seguenti aspetti: COMPORTAMENTI MATERNI COMPORTAMENTO INTERATTIVO DEL BAMBINO Responsività materna Livello di attivazione Qualità dell’handling Grado di coinvolgimento della relazione Frequenza delle vocalizzazioni Frequenza dell’espressione di emozioni positive Sincronizzazione Non direttività Non interferenza Frequenza degli sguardi verso il volto della madre Durata dello stato emotivo positivo Durata stato emotivo negativo Intensità stato negativo Intensità stato positivo Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

36 Scale di VALUTAZIONE DELLA sensibilita‘ materna
1 2 3 4 5 SENSIBILITA' MATERNA RESPONSIVITA' MATERNA QUALITA' DELL'HANDLING QUALITA' DELL'INTERAZIONE VISIVA QUALITA' DELLE VOLALIZZAZIONI COMUNICAZIONE DI EMOZIONI POSITIVE SINCRONIZZAZIONE NON - DIRETTIVITA' NON - INTRUSIVITA' NON - RIPETITIVITA' ADEGUATEZZA DELLE RICHIESTE IN FUNZIONE DELL'ETA' DEL BAMBINO CAPACITA' DI REGOLAZIONE EMOTIVA Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

37 Scale di VALUTAZIONE DELLA sensibilita‘ materna
ANALISI DEGLI ITEM SENSIBILITA' MATERNA: consta di quattro componenti essenziali: a) la consapevolezza dei segnali; b) una loro accurata interpretazione; c) un'appropriata risposta ad essi e d) una pronta risposta ad essi (Ainsworth et al., 1978). RESPONSIVITA' MATERNA: valuta la capacità della madre di rispondere adeguatamente alle richieste del proprio bambino. È essenziale che le risposte della madre siano appropriate alla situazione e alle comunicazioni del bambino (Ainsworth et al., 1978). QUALITA' DELL'HANDLING: valuta la qualità di manipolazione, accudimento, contenimento fisico, carezze e gesti che la madre attua nei confronti del proprio bambino. QUALITA' DELL'INTERAZIONE VISIVA: valuta le modalità e la qualità della comunicazione attraverso gli sguardi che la madre rivolge al proprio bambino. QUALITA' DELLE VOCALIZZAZIONI: valuta la capacità della madre di comunicare vocalmente con il proprio bambino e la qualità di queste vocalizzazione; evidenziando in particolar modo la presenza e la qualità di discorsi, vocalizzi, parole, l'utilizzo di “motheresse” (tipica cantilena e vocina utilizzata dalle madri per rivolgersi ai propri bambini) e l'indirizzamento di tale comunicazione verso il bambino piuttosto che verso gli estranei presenti. COMUNICAZIONE DI EMOZIONI POSITIVE: valuta la capacità della madre, attraverso sguardi, vocalizzi e gesti, di comunicare al proprio bambino emozioni positive quali gioia, tranquillità e serenità. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

38 Scale di VALUTAZIONE DELLA sensibilita‘ materna
ANALISI DEGLI ITEM SINCRONIZZAZIONE: valuta la sincronia esistente tra gli scambi comunicativi materni e quelli del bambino. NON-DIRETTIVITA': la “direttività materna” si individua quando gesti o parole della madre indirizzano la comunicazione e l'interazione verso percorsi voluti dalla madre, la comunicazione non è più bidirezionale ma si fa unidirezionale, non lasciando il bambino libero di esprimersi e di essere parte attiva dell'interazione. Conseguentemente con il termine “non- direttività” si identifica l'assenza di tale atteggiamento materno. NON-INTRUSIVITA': “l'intrusività materna” è caratterizzata da gesti materni che invadono lo spazio del bambino (ad esempio togliendogli la mano di bocca); anche in questo caso il bambino non è più in grado di esprimersi liberamente e di mettere in atto proprio strategie comunicative. Conseguentemente con il termine “non-intrusività” s'identifica la mancanza di tale atteggiamento materno. NON-RIPETITIVITA': valuta l'assenza di stereotipie nell'interazione madre-bambino e la presenza di una ampia variabilità di gesti (esempi di stereotipie sono il ripetuto accarezzare la testa o il viso del bambino oppure la ripetizione continua delle medesime frasi). Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

39 Scale di VALUTAZIONE DELLA sensibilita‘ materna
ANALISI DEGLI ITEM ADEGUATEZZA DELLE RICHIESTE IN FUNZIONE DELL'ETA' DEL BAMBINO: la madre nel corso dell'interazione può effettuare delle richieste al bambino (esempio: prendere il gioco, guardarsi allo specchio, cercare la mamma o il papà ecc). È necessario valutare se tali richieste siano adeguate all'età del bambino oppure esse siano troppo precoci rispetto al grado di sviluppo psicofisico del bambino. CAPACITA' DI REGOLAZIONE EMOTIVA: individua le modalità attraverso le quali la madre trasmette, esprime e regola le proprie emozioni (ad esempio la capacità di reagire in caso di pianto del bambino o in situazioni stressanti che possono comparire all'interno dell'interazione). Questi giocano un ruolo importante perché definiscono l'ambiente emotivo in cui il bambino cresce. Quindi, la modalità degli scambi affettivi e la qualità delle interazioni tra bambino e genitori, giocano un ruolo cruciale nello sviluppo dell'espressione emotiva (positiva e negativa) del bambino, nella regolazione delle sue emozioni e nelle future relazioni interpersonali (Bridges, Grolnick & Connel, 1997; Denham & Grout, 1993; Izard, 1977; Izard & Malatesta, 1987; Kochanska, 1991; Zahn-Waxler & Radke-Yarrow, 1990). Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

40 Scale di VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO INTERATTIVO DEL BAMBINO
1 2 3 4 5 STATO COMPORTAMENTALE INIZIALE MODULAZIONE DELLO STATO COMPORTAMENTALE QUALITA' DELLE VOCALIZZAZIONI PARTE ATTIVA NELL'INVIARE SEGNALI ALLA MADRE QUALITA' DELL'INTERAZIONE VISIVA CONSOLABILITA' CON LA MADRE AUTOCONSOLABILITA' MODULAZIONE DEL COMPORTAMENTO MOTORIO DURANTE GLI SCAMBI COMUNICATIVI (se necessario descrivere la situazione) Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

41 Scale di VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO INTERATTIVO DEL BAMBINO
ANALISI DEGLI ITEM STATO COMPORTAMENTALE INIZIALE: Si distinguono 5 stati comportamentali nel neonato: Stato 1 (sonno tranquillo): occhi chiusi, respirazione regolare, nessun movimento Stato 2 (sonno attivo): occhi chiusi, respirazione irregolare, qualche movimento spontaneo Stato 3 (veglia quieta): occhi aperti, pochi movimenti spontanei Stato 4 (veglia attiva): occhi aperti, movimenti spontanei, non pianto Stato 5: occhi aperti o chiusi e pianto MODULAZIONE DEGLI STATI COMPORTAMENTALI: valuta la modalità del bambino di passare da uno stato comportamentale all'altro. Valuta, cioè, se il bambino mantiene con costanza uno stato comportamentale fisso (assumerà quindi valori della scala Linkert più bassi) oppure passa da uno stato comportamentale all'altro con una certa modulazione (assumerà quindi valori della scala Linkert più alti) QUALITA' DELL'INTERAZIONE VISIVA: s'intende valutare, parallelamente a quanto descritto per la madre, anche per il bambino la capacità di interagire con la madre attraverso vocalizzi e la qualità di tale comunicazione. PARTE ATTIVA NELL'INVIARE SEGNALI ALLA MADRE: questo item parte dal presupposto che il bambino si ponga all'interno della relazione non solo come soggetto passivo ma anche come attore attivo e coprotagonista in questa interazione. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

42 Scale di VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO INTERATTIVO DEL BAMBINO
ANALISI DEGLI ITEM QUALITA' DELL'INTERAZIONE VISIVA: valuta, parallelamente a quanto descritto per la madre, anche per il bambino la sua capacità di interagire con la madre attraverso lo sguardo e la sua capacità visiva con un'attenzione particolare alla qualità di tale comunicazione. CONSOLABILITA' CON LA MAMMA: valuta la capacità del bambino di calmarsi e la capacità di passare da uno stato comportamentale di pianto ad un altro stato comportamentale grazie all'intervento della madre (può avvenire attraverso lo sguardo, le carezze, cullandolo oppure attraverso vocalizzi ecc) AUTOCONSOLABILITA': valuta la capacità del bambino di calmarsi mettendo in atto comportamenti di autoregolazione (ad esempio suzione del pollice) per ovviare a stati emotivi negativi. MODULAZIONE DEL COMPORTAMENTO MOTORIO DURANTE GLI SCAMBI EMOTIVI: con questo item si vuole descrivere come i movimenti del bambino varino nel corso del filmato (ad esempio il bambino esegue un'ampia gamma di movimenti diversificati e non stereotipati oppure rimane fermo immobile come congelato?). Un punteggio più alto corrisponderà alla varietà di movimenti e alla sincronizzazione di essi con le stimolazioni offerte dalla madre. Si vuole valutare quindi se tali movimenti siano correlati ed equilibrati con gli stimoli offerti dalla madre. Si conclude la valutazione descrivendo tali situazioni quando significative. FILMATI INTERAZIONI MAMME BRESCIA FILMATI BABY WATCHING Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

43 RICONOSCERE, VERBALIZZARE E MODULARE LE PROPRIE EMOZIONI
Riconoscere e Validare il proprio stato emozionale (eventuale presenza di più emozioni in una determinata situazione) Rappresentare la propria esperienza emotiva attraverso parole, immagini e simboli Dare significato allo stato interno mediante collegamento alle cause che determinano lo stato emotivo Mettere in atto strategie di risposta per un funzionale adattamento ed equilibrio soggetto-ambiente Integrazione dei sistemi di risposta emotiva: Neurofisiologico (Sistema Endocrino e S.N. Autonomo) Comportamentale espressivo (Corpo) Cognitivo esperienziale (Consapevolezza e verbalizzazione) Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

44 ATTACCAMENTO E REGOLAZIONE EMOTIVA
La teoria dell’attaccamento può essere definita una teoria dello sviluppo affettivo e relazionale, che riconosce alle esperienze interattive precoci con il caregiver la capacità di fornire al bambino modelli rappresentazionali di sé e degli altri relativamente stabili, improntati alla sicurezza e all’autostima, utili a formulare previsioni sul mondo e a mettersi in relazione con esso. L’esperienza affettiva di attaccamento si organizza in Modelli Operativi Interni (MOI) della figura di attaccamento e del sé che rappresentano l’esperienza vissuta nelle relazioni interpersonali con le persone che si prendono cura del bambino (Bowlby, 1969). Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

45 ATTACCAMENTO E REGOLAZIONE EMOTIVA
La funzione regolativa delle emozioni nel sistema di attaccamento opera a due livelli: Livello base: emozioni come la paura e il disagio attivano il sistema di attaccamento e comunicano alla madre il bisogno di protezione e conforto da parte del bambino; Livello più elevato di controllo: le emozioni restituiscono un feedback al bambino rispetto al successo dei suoi tentativi messi in atto al fine di ottenere rassicurazione e conforto e mantenere la relazione. Quando questi due livelli operano in maniera integrata, come nel “Modello di Attaccamento Sicuro”, permettono al bambino di ripristinare il suo senso di sicurezza interna (Ammaniti et al., 1996; Dazzi, Speranza, 2005). Per contro, laddove tra i due livelli di regolazione emotiva si produce un conflitto, come nei “Modelli di Attaccamento Insicuro”, il bambino non può sperimentare un senso di sicurezza dal momento che si ipotizza non verrà data una risposta adeguata all’espressione emozionale dei suoi bisogni (nell’attaccamento evitante perché vi sarà un rifiuto, nell’attaccamento ambivalente perché la risposta sarà inconsistente e non costante). Al fine di ridurre l’indisponibilità della madre, il bambino tenderà a sviluppare strategie alternative (distanziamento, inibizione o iperattivazione emotiva), volte a modificare l’espressione delle emozioni e dei comportamenti di attaccamento (Ammaniti et al., 1996; Dazzi, Speranza, 2005). Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

46 GENITORIALITA‘ E REGOLAZIONE EMOTIVA
I genitori giocano un ruolo cruciale nello sviluppo emotivo e sociale dei loro figli. Infatti, sia i processi diretti che indiretti di socializzazione emotiva possono modellare l’esperienza emotiva dei bambini (Andersen & Guerrero, 1998). Regolano e modellano l’acquisizione delle abilità concernenti la Regolazione Emotiva proprio attraverso le interazioni che hanno con i propri bambini (Parke, Cassidy, Burks, Carson & Boyum citati in Chang, Schwartz, Dodge & Mcbridge, 2003). In accordo con Morris et al. (2007) la Regolazione Emotiva viene socializzata attraverso processi che includono le pratiche genitoriali, il clima emotivo e l’educazione i quali possono essere influenzati dagli stili genitoriali, la relazione di attaccamento e la relazione coniugale (Jabeen, Anis-ul-haque, 2013). Ricerche recenti (Jabeen, Anis-ul-haque, 2013) hanno riscontrato che uno stile genitoriale autorevole è considerato un predittore positivo delle Regolazione Emotiva, a differenza di qullo di tipo autoritario. Uno stile genitoriale autorevole permette ai bambini di interiorizzare i messaggi che vengono loro trasmessi e li porta ad assumere un comportamento maggiormente ubbidiente proprio quando i loro genitori risultano essere positivi e supportivi (Kochanska, Murray & Harlan, 2000). Genitori che esprimono alti livelli di emozioni positive probabilmente, sviluppano una forte relazione con i propri figli che può promuovere interazioni adattive, incoraggiando la comprensione emotiva e un comportamento sociale. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

47 Che cos’è e perchè è importante il suo utilizzo
EMDR Che cos’è e perchè è importante il suo utilizzo Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

48 L‘emdr La base dell‘emdr
La ricerca scientifica sull’EMDR ha stabilito che è un trattamento supportato empiricamente ed evidence-based per il trattamento del Disturbo Post-Traumatico da Stress La base dell‘emdr Uso contemporaneo di: IMMAGINE TRAUMATICA, COGNIZIONE NEGATIVA, EMOZIONI DISTURBANTI, SENSAZIONI FISICHE STIMOLAZIONE BILATERALE DOPPIA FOCALIZZAZIONE (DUAL FOCUS) Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

49 Elaborazione adattiva dell‘informazione
I movimenti oculari tendono a stimolare il meccanismo che riattiva la capacità del sistema di elaborazione dell’informazione, permettendogli di recuperare dell’informazione da una rete mnemonica diversa dove il paziente troverà insight e comprensione e consapevolezza. Dopo il lavoro con l’EMDR i pazienti ricordano ancora l’evento o l’esperienza ma sentono che veramente fa parte del passato e il contenuto è totalmente integrato in una prospettiva più adulta. Infatti, durante l’elaborazione i pazienti si muovono gradualmente in ambiti cognitivi ed emotivi fino a raggiungere una visione più matura e funzionale. Nel momento in cui lavoriamo sui ricordi traumatici il paziente non solo risolve le emozioni disturbanti legati a questi ricordi, ma è consapevole del processo che fa e soprattutto rafforza gli aspetti della sua autostima, del senso del Sé, è più centrato sul qui ed ora, ha più fiducia sulle sue capacità e sul suo valore come persona. L’elaborazione con l’EMDR delle emozioni, facilitata dalla stimolazione bilaterale, sembra determinare cambiamenti a livello neurobiologico rivelando una guarigione profonda del trauma psicologico (Levin, Lazrove e van der Kolk 1999, Stickgold 2002). Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

50 Elaborazione adattiva dell‘informazione
Abbiamo la capacità innata di elaborare delle esperienze negative, stressanti o traumatiche. In alcuni casi questa capacità di fare questo processo di elaborazione si blocca e il ruolo dell’EMDR è di fornire uno stimolo perché la mente faccia il suo naturale processo di guarigione. L’obiettivo è la riorganizzazione del ricordo nella memoria in modo che venga immagazzinato in modo funzionale, cioè soltanto come ricordo ma che non causi più disturbo o sofferenza. E’ una forma di terapia che attiva il naturale sistema di elaborazione dell’informazione che è quello che porta gli individui verso la risoluzione del disagio legato a esperienze. L’EMDR si basa sul naturale processo di guarigione della mente e del cervello. Il concetto chiave è che il cervello ha tutte le informazioni nelle sue reti che possono essere usate in modo ottimale per la rielaborazione del ricordo episodico. Partendo dal ricordo in tutti i suoi aspetti e facendo la stimolazione bilaterale, osserviamo come il cervello usa queste informazioni per rielaborarlo. Farà un suo percorso in modo spontaneo, per arrivare a un risultato funzionale e costruttivo per l’individuo Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

51 Sviluppare la narrativa
È utile che il genitore, aiutato dal terapeuta, diventi il narratore di una storia che contenga non solo gli elementi del trauma ma anche i momenti positivi. La narrativa è utile ai genitori per risolvere i loro traumi ed entrare in confidenza con un nuovo modo di aiutare il proprio figlio. La narrativa così sviluppata aiuta il bambino a ricordare meglio gli eventi e ad avere una rappresentazione mentale ed immaginativa del film della propria vita. È utile ai bambini che non sono capaci di dire come sono andate le cose. Spesso i bambini che hanno sviluppato dei sintomi in seguito ad un evento traumatico o ad una perdita non hanno compreso cosa sia successo loro. Molti di loro credono di essere cattivi o in qualche modo “difettosi”. Attraverso la terapia, possiamo costruire una nuova narrativa delle esperienze dei bambini, spiegando loro che i sintomi che presentano sono una ragionevole risposta alle cose negative che gli sono capitate. Costruire una nuova narrativa aiuta i bambini a dare un significato alle loro esperienze precoci e agli effetti che queste hanno avuto sulle loro sensazioni, comportamenti e sul loro modo di stabilire delle relazioni. In questo modo, i bambini possono vedersi in una prospettiva diversa, acquistando una maggior empatia e affettuosa fiducia verso se stessi: in altre parole, possono cominciare a guardare verso il futuro, piuttosto che rimanere con lo sguardo rivolto al loro passato traumatico. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

52 Sviluppare la narrativa
È utile che il genitore, aiutato dal terapeuta, diventi il narratore di una storia che contenga non solo gli elementi del trauma ma anche i momenti positivi. La narrativa è utile ai genitori per risolvere i loro traumi ed entrare in confidenza con un nuovo modo di aiutare il proprio figlio. La narrativa così sviluppata aiuta il bambino a ricordare meglio gli eventi e ad avere una rappresentazione mentale ed immaginativa del film della propria vita. È utile ai bambini che non sono capaci di dire come sono andate le cose. La storia dovrà essere scritta in un linguaggio semplice e comprensibile, tenendo conto dell’età evolutiva del bambino. Sarà scritta in terza persona e si intitolerà “la storia di...” La prima parte conterrà la vita del bambino nei suoi aspetti più belli: la nascita, i momenti felici, i suoi progressi, le cose che è capace di fare, le sue migliori qualità… Nella parte centrale si articolerà il racconto dell’evento traumatico. Non bisogna omettere al bambino una verità che conosce già dentro di sé. Può accadere, infatti, che al bambino vengano taciuti eventi importanti per la sua storia, nel tentativo di proteggerlo dal dolore e dalla sofferenza. Ma dentro di sé il bambino conosce la sua storia: se vogliamo che la elabori, che la superi, dobbiamo raccontargliela. È questo il compito del genitore, che, attraverso il racconto, sarà anche lui sollevato dalla fatica del segreto: si potrà cosi rinsaldare il legame di fiducia precedentemente “interrotto”. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

53 Strumenti di valutazione
Sistema motivazionale dell’attaccamento: Adult Attachment Interview (AAI, George, Kaplan, Main, 1985) Sistema motivazionale dell’accudimento: Parent Development Interview (PDI, Aber, Slade, Berger, Bresgi e Kaplan, 1985) Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

54 Manchester child attachment story task (mcast)
Valutazione di gioco semistrutturata, per bambini tra 4 e 8 anni, che ha l’intento di evocare, all’interno di un setting controllato e ripetibile, modelli di comportamento e risposta da parte del bambino basati su modelli operativi interni delle relazioni d’attaccamento. Al bambino si chiede di completare delle storie con il gioco delle bambole, per cui si tratta di una situazione immaginaria altamente stressante che attiva sia il livello emotivo che il livello cognitivo. La MCAST ha l’intento di sorprendere la precoce versione del costrutto delle relazioni d’attaccamento nel bambino, usando tecniche appropriate alla giovane età. La tecnica di un’intervista per bambini dai 4 agli 8 anni deve usare elementi di osservazione comportamentale adeguati per l’infanzia: questo mira a stimolare il bambino in un modo che è concettualmente simile a quello proposto nella Strange Situation Procedure della Ainsworth. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

55 Vignetta 1: l‘incubo notturno
Esaminatore: In questa storia la bambola-mamma e la bambola-Nome stanno dormendo nei loro letti. Non si sente niente. E’ tutto buio, non si sente niente,nessun rumore, tutti stanno dormendo (a voce molto bassa). Ad un certo punto la bambola-Nome ha un brutto incubo: “Sigh, sigh, che brutto incubo, ho fatto un brutto incubo, sigh, sigh, sigh, ho fatto un bruttissimo incubo” (con voce piangente e muovendo la bambola nel lettino). Che cosa succederà (con tono più neutro)? Mi racconti come continua? Vignetta 2: il ginocchio sbucciato Esaminatore: In questa storia la bambola-mamma è in cucina. Cosa sta facendo in cucina la bambola-mamma? (aspettare che il bambino risponda). Invece la bambola-Nome sta in giardino a giocare. A che sta giocando la bambola- Nome? La bambola-Nome sta giocando a (gioco scelto dal bambino), è molto contenta, si diverte tanto a giocare a (gioco scelto dal bambino). “Che bello, che bello!!” (facendo con voce allegra la voce della bambola). Ad un tratto la bambola-Nome cade, si fa male al ginocchio, sta sanguinando “Ahi, ahi, mi sono fatto male! Come mi fa male! Guarda come mi sanguina il ginocchio! Ahi,ahi, che male, che male!” (con voce piangente e dolorante). Come continua la storia (con tono più neutro)? Mi racconti cosa succede dopo? Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

56 Vignetta 3: il mal di pancia
VIDEO M-CAST Vignetta 3: il mal di pancia Esaminatore: In questa storia invece la bambola-mamma è in cucina. Che sta facendo la bambola-mamma in cucina? (aspettare che il bambino risponda). Invece la bambola-Nome è in salotto e sta guardando il suo programma preferito. Che cosa sta guardando la bambola-Nome (aspettare che il bambino risponda)?. La bambola-Nome sta guardando proprio quel programma. Si sta divertendo un sacco. “Che bel programma questo (programma scelto dal bambino)! Quanto mi piace! E’ proprio una bella puntata! Che bello, mi sto proprio divertendo” (con voce allegra e giocosa). … Però tutto ad un tratto la bambola -Nome si sente male, ha un terribile mal di pancia. “Che male, che male, come mi fa male la pancia, ahi, mi fa male, ahi, ah, sto male, ahi, ahi! “(con voce piangente e disperata). Ora come va avanti la storia (con tono più neutro)? Vignetta 4: il centro commerciale Esaminatore: In questa storia non siamo più a casa, siamo in un centro commerciale. Tu sai che cos’è un centro commerciale? (aspettare che il bambino risponda; se risponde no, spiegare “E’ un posto con tanti, tanti negozi”). Quanti negozi! E quanta gente! C’è un sacco di gente, è sabato pomeriggio… La bambola-mamma e la bambola-Nome stanno girando per negozi, “Che bello! Guarda che bel negozio!! Guarda che bel giocattolo!! Mi piacerebbe proprio tanto per Natale” (o per il compleanno in altro periodo dell’anno). Ma ad un certo punto la bambola-Nome si guarda intorno, è rimasto solo, vede tanta gente intorno a sé ma la mamma non c’è più “non c’è più la mia mamma, sono rimasto solo,aiuto,come posso fare, sono rimasto solo, non c’è più la mamma!!Aiuto! Sono rimasto solo!” Cosa succede poi (con tono più neutro)? Come continua la storia? Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

57 Cai: esempi di domande Mi puoi dire tre parole per descrivere la tua relazione con la tua mamma, com’è stare con la tua mamma? Cosa succede quando la tua mamma si arrabbia con te o ti rimprovera? Chiedere di specifici esempi, si può dire “Raccontami dell’ultimo volta in cui lei si è arrabbiata con te”. Come ti sei sentito quando questo è successo? Come pensi che si sia sentita la mamma quando questo è successo? Perché pensi che la mamma abbia _______ (quello che il bambino ha riferito che fa la mamma, es. ti abbia sgridato) Mi puoi raccontare di una volta in cui ti sei sentito agitato, triste, o arrabbiato e volevi essere aiutato? Sei mai stato colpito o picchiato o ferito da un bambino più grande o da qualcuno di più grande della tua famiglia? Ti è successo qualcos’altro di veramente grande che ti ha agitato, spaventato o confuso? E’ morto mai qualcuno di importante per te? E’ morto un animale domestico a cui tenevi? Cos’è successo? La morte è stata improvvisa? C’è stato il funerale? Come ti sei sentito per questo? Come pensi che questo abbia fatto sentire le altre persone (mamma, papà, fratelli?). I tuoi genitori a volte discutono? Come ti senti? Perchè pensi lo facciano? Come pensi si sentano loro? Loro sanno come ti senti tu? Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

58 Cai: la codifica A tutte le scale viene assegnato un punteggio da 0 a 9 Emotional Openess: prende in considerazione la gamma di emozioni e sentimenti che il bambino descrive all’interno della narrazione e la sua capacità di collocare tali emozioni all’interno di un contesto relazionale Balance of Positive/Negative: valuta la capacità del bambino di descrivere le proprie figure di attaccamento e la relazione con loro in termini sia negativi che positivi. Use of Examples: valuta la capacità del bambino di fornire degli episodi che siano sia rilevanti che dettagliati. Resolution of Conflict: valuta la capacità del bambino di narrare degli episodi di conflitto che sono stati risolti. La risoluzione del conflitto può essere positiva, neutrale o negativa Overall Coherence: quanto la narrazione si discosta dalle massime di Grice Involving Anger Mother/Father: valuta il grado di rabbia o la presenza di lamentele non contenute e che vengono descritte come eccessive e soverchianti Idealisation Mother/Father: valuta il grado di contraddizione tra la descrizione generale della relazione con le figure di attaccamento e gli esempi riportati Dismissal Mother/Father: valuta la capacità del bambino di riconoscere la propria vulnerabilità e i bisogni di attaccamento Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

59 COME IDENTIFICARE L’INVOLVING ANGER
Preoccupazione riguardo specifiche tematiche Ruminazione Il bambino appare eccessivamente coinvolto nelle dinamiche dell’attaccamento Si dimostra non coinvolto dall’intervistatore Passività Oscillazioni Ambivalenza Lunghi turni conversazionali ricchi di dettagli irrilevanti Pensiero non organizzato Lamentele Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

60 TIPOLOGIE DI ATTACCAMENTO ATIPICO/DISORGANIZZATO
Comportamenti disorganizzati, disregolati, dissociati o manifestazione di strategie controllanti (relativi alle tematiche di attaccamento) Comportamenti controllanti non correlati all’attaccamento Comportamenti atipici o apertamente disorganizzati che compaiono non collegati alle tematiche dell’attaccamento Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

61 MARCATORI COMPORTAMENTALI
Il bambino prende il controllo dell’intervista o l’intervistatore perde il filo dell’intervista stessa, riproponendo domande già fatte o dimenticando una o più domande del protocollo Il bambino non rispetta i turni conversazionali o assume comportamenti che rendono impossibile il proseguimento dell’intervista Il bambino fa affermazioni contraddittorie che non possono essere in nessun modo collegate tra loro Il bambino mostra brevi momenti di dissociazione durante l’intervista Il bambino mostra atteggiamenti preoccupati o apertamente spaventati durante il racconto delle dinamiche di attaccamento Il bambino mostra espressioni facciali in contraddizione o non coerenti con il contenuto della narrazione La narrazione appare confusa, con episodi bizzarri e poco coerenti Il bambino mostra comportamenti o sentimenti molto intensi di tristezza o disperazione collegati ad eventi NON RECENTI occorsi nella sua vita Durante la narrazione di lutti o eventi stressanti il bambino cambia completamente modalità di narrazione, mostrando atteggiamenti di freezing o un silenzio prolungato Il bambino cerca una vicinanza fisica con l’intervistatore durante l’intervista; l’intervistatore ha la sensazione di sentirsi «sedotto» dal bambino durante l’intervista Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

62 ATTENZIONE AL COMPORTAMENTO
Marcati cambiamenti comportamentali in risposta a particolari domande Marcata ansia durante l’intervista Mantenimento del contatto visivo Cambiamenti del tono della voce durante l’intervista Discrepanza tra il comportamento manifestato durante l’intervista e il contenuto della narrazione Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

63 CLASSIFICAZIONI SICURO: un punteggio = o > 5 in tutte le scale (ad eccezione delle scale Idealization, Dismissal, Involving Anger) DISTANZIANTE: un punteggio = o > 5 alle scale Idealization o Dismissal (punteggi bassi in tutte le altre scale) PREOCCUPATO: un punteggio = o > 5 alle scale Preoccupied Anger (punteggi bassi in tutte le altre scale) DISORGANIZZATO: codifica categoriale ottenuta attraverso l’identificazione della presenza/assenza di alcuni marcatori comportamentali Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

64 ATTACCAMENTO SICURO Capacità di esplorare i propri stati mentali e riflettere su di essi La narrazione appare chiara, aperta, senza la necessità di continui interventi da parte dell’intervistatore La narrazione indica un chiaro riconoscimento e valutazione positiva dell’attaccamento Gli episodi ripostati sono dettagliati, elaborati, coerenti Possono essere presenti dei passaggi di rabbia, ma questa appare contenuta e narrata in modo coerente Offrono una descrizione bilanciate delle figure di attaccamento, fornendo riflessioni riguardo la presenza di eventuali difficoltà o conflitti Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

65 ATTACCAMENTO PREOCCUPATO
La narrazione appare incentrate sulle tematiche relative alla rabbia nei confronti di una o entrambe le figure di attaccamento o il relazione a temi specifici e ripetitivi La narrazione appare ansiosa o con tratti depressivi ATTACCAMENTO DISTANZIANTE Il sistema dell’attaccamento è regolato verso il basso Enfasi verso il sistema dell’esplorazione, l’indipendenza, l’autosufficienza (in modo particolare nella narrazione dei momenti di vulnerabilità come malattie, separazioni etc) Utilizzo di aggettivi quasi esclusivamente positivi per descrivere le relazioni di attaccamento. Continui tentativi di normalizzazione Insistenza sulla mancanza di ricordi. Le risposte «non so», «non ricordo» sono molto frequenti Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

66 Aai - Adult attachment interview
George, Kaplan, Main 1985 La Adult Attachment Interview (AAI) è un'intervista semi-strutturata della durata media di un'ora, volta a valutare lo stato mentale di un adulto rispetto all'attaccamento. L'intervista esplora essenzialmente le relazioni precoci con le figure di attaccamento valutando sia le descrizioni generali di tali relazioni, sia la presenza o l'assenza di specifici ricordi a sostegno di queste descrizioni o in contraddizione con esse; ai soggetti viene quindi richiesto di fornire ricordi correlati alle relazioni con le figure di attaccamento e di valutare tali ricordi nella prospettiva attuale. Parte dell'intervista è focalizzata su eventuali esperienze di abuso fisico o sessuale e sulla perdita di figure importanti, sia nell'infanzia sia in età adulta. La tecnica dell'intervista è stata definita come un "sorprendere l'inconscio", dal momento che il protocollo seguito offre ampie opportunità per l'intervistato di contraddire o di non riuscire a supportare affermazioni precedenti o successive. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

67 Alcune domande dell‘aai
Ora le farò una domanda un po’ difficile, le chiedo di descrivermi la relazione che aveva con sua mamma da bambina andando, però, più indietro possibile con i ricordi. In particolare, le chiedo di scegliere 5 aggettivi o parole che possano descrivere il rapporto. Io li scriverò nell’ordine in cui me li dice e poi cercheremo di commentarli insieme. Dopo faremo la stessa cosa con suo papà. Quando da bambina aveva un problema, era in difficoltà o a disagio, si ricorda cosa faceva? Quando era bambina, ricorda di essersi mai sentita rifiutata dai suoi genitori? Quando era bambina c’è stata qualche perdita o lutto in famiglia o la morte di una persona a cui era legata? Oltre a queste esperienze che mi ha descritto, ha avuto altre esperienze che lei considererebbe come potenzialmente traumatiche nel corso della sua vita? Come pensa che tutte queste esperienze con i suoi genitori di cui abbiamo parlato fino ad adesso, abbiano influenzato la sua personalità di adulto, il suo carattere di oggi? Vi sono stati aspetti della sua infanzia che ritiene siano stati svantaggiosi o in qualche modo di ostacolo? Perché pensa che i suoi genitori si siano comportati con lei, così come mi ha descritto, durante la sua infanzia? Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

68 La valutazione dell‘aai
La valutazione dell'intervista non è basata primariamente sulle esperienze di attaccamento di per sé, ma sul modo in cui l'intervistato descrive e riflette su queste esperienze e sugli effetti sul loro funzionamento attuale di adulti. Questo aspetto è il più importante ai fini della codifica delle interviste; è stato osservato infatti che la natura delle rappresentazioni mentali dell'attaccamento nell'adulto si manifesta principalmente nelle caratteristiche formali del discorso durante l'AAI, e in particolare nella sua coerenza o incoerenza Le scale di codifica Le scale dell’esperienza Loving Rejecting Role-reversing / involving Neglecting Pressured to achieve Le scale dello state of mind Idealization of the parent Involved / involving anger Derogation Insistence upon lack of recall Metacognitive monitoring Passivity of thought (Fear of loss) Mournings or traumas Coherence of transcript Coherence of mind Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

69 Coerenza del trascritto
Valuta la capacità del soggetto di offrire un quadro ragionevole e comprensibile del proprio passato e dei suoi effetti in un modo che appaia ragionevole e comprensibile al lettore e che gli offra poche interpretazioni contrastanti con quelle fornite dal soggetto stesso. Chiedersi: Come inizia Come si focalizza sulla domanda rivoltagli Quanto sono coerenti i suoi pensieri e I suoi sentimenti Quanto sono congrui le affermazioni semantiche e gli episodi raccontati Quanto riesce ad affrontare direttamente gli argomenti Quanto riesce ad esprimere un proprio punto di vista senza eccessive e continue oscillazioni che denotano incapacita’ ad accettare il passato per quello che e’ stato o incapacita’ ad esprimere critiche nei confronti dei proprio genitori? In generale, un trascritto e’ giudicato coerente quando emerge un continuo flusso di idee circa i rapporti, gli eventi e la loro influenza. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

70 Le massime di grice RENDI IL TUO CONTRIBUTO ALLA CONVERSAZIONE COME RICHIESTO, NEL MOMENTO IN CUI TI VIENE RICHIESTO, IN ACCORDO CON L’OBIETTIVO PER IL QUALE SIETE IMPEGNATI NELLA CONVERSAZIONE QUALITÀ: sii sincero, fornisci informazione veritiera, secondo quanto sai e porta prove per quel che dici. E’ il principio più importante per rendere il discorso sincero e collaborativo. QUANTITÀ: fornisci l’informazione necessaria, sii succinto e allo stesso tempo completo. RELAZIONE: sii pertinente, rimani aderente al tema e logico. MODALITÀ: sii chiaro e ordinato. Questa massima, contrariamente alle altre tre, non si riferisce a quanto detto ma al modo in cui questo viene esposto. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

71 Alcune violazioni Contraddizioni non riconosciute o non corrette rendono il trascritto incoerente (per es. incoerenze tra il livello semantico e quello episodico) Contraddizioni logiche e contraddizioni riguardanti i fatti raccontati Rapide oscillazioni nei punti di vista espressi e valutazioni contraddittorie Il soggetto si rifiuta di rispondere alle domande o da’ molte piu’ informazioni di quelle richieste Il soggetto divaga e si allontana dal tema proposto, procedendo per associazioni fino ad affrontare argomenti irrilevanti rispetto alla domanda o andando completamente fuori tema Gli individui Dismissing tendono a violare soprattutto la massima della qualita’ e qualche volta della quantita’. Gli individui Preoccupied possono anche non violare la massima della qualita’, ma piuttosto della quantita’, della relazione e della modalita’. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

72 Classificazione dell‘aai
Sono state identificate tre categorie principali nelle risposte all'AAI: Sicuri/Autonomi (Free/autonomous, gruppo F), Distanzianti (Dismissing, gruppo Ds), Preoccupati (Preoccupied/entangled, gruppo E); Ogni categoria è considerata rappresentativa di un diverso stato mentale dell'adulto nei riguardi dell'attaccamento; in altre parole, ciascuna di queste categorie, definibili come "organizzate", riflette l'adozione di particolari strategie nel monitoraggio del discorso e del ragionamento durante l'intervista. Inoltre il sistema prevede l'assegnazione in determinati casi di altre due codifiche: Irrisolti nei confronti di traumi o lutti (Unresolved/Disorganized, gruppo U) Non Classificabili (Cannot Classify, gruppo CC). Queste codifiche si riferiscono alla comparsa nel corso dell'intervista di indici di disorganizzazione comprovanti il fallimento delle strategie di monitoraggio del pensiero e del discorso Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

73 Classificazione dell‘aai
SICURI/AUTONOMI - Free La presentazione e valutazione delle esperienze del soggetto collegate all’attaccamento sono internamente consistenti, e le risposte del soggetto sono ragionevolmente chiare, rilevanti e succinte. Libertà di riflessione, argomentazione e ricordo della propria infanzia  libertà di esplorare i propri pensieri e sentimenti riguardo all’attaccamento, fornendo un generale quadro di consapevolezza, sia una visione coerente della natura della proprie esperienze con le figure significative dell’infanzia e degli effetti di tali esperienze sullo stato della mente attuale. Spiccata autonomia ed equilibrio rispetto all’attaccamento, danno valore alle esperienze e relazioni di attaccamento, e esaminano liberamente gli effetti che le esperienze passate hanno avuto sul loro sviluppo personale. Descrizione equilibrata, non contraddittoria, di uno o entrambi i genitori come amorevoli durante la loro infanzia, o se hanno avuto esperienze sfavorevoli hanno davvero perdonato il proprio/i genitore/i per i maltrattamenti subiti, e quindi riescono a riflettere su queste esperienze. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

74 Classificazione dell‘aai
DISTANZIANTI - Dismissing Il discorso appare rivolto a minimizzare l’attenzione sulle esperienze riguardanti l’attaccamento. Tipicamente, la massima di qualità (“avere le prove di quel che si dice”) è violata in quanto uno o entrambi i genitori sono descritti in termini molto positivi (alti punteggi per l’idealizzazione), ma queste descrizioni non sono però supportate con episodi concreti oppure sono successivamente contraddette. Il distanziamento dai sentimenti dolorosi della propria infanzia è ottenuto anche con la svalutazione del genitore, ma sempre in modo freddo, privo di emozione. Insistono frequentemente sull’incapacità di ricordare esperienze infantili, e spesso dipingono senza volerlo un’infanzia segnata da esperienze di rifiuto. Il genitore distanziante esprime in genere una svalutazione del bisogno umano di cura e attenzione (atteggiamento chiamato appunto dismissing of attachment), tende a distanziarsi dalle esperienze di attaccamento come se non fossero importanti nell’influenzare il proprio sviluppo personale e il proprio approccio con i figli. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

75 Classificazione dell‘aai
PREOCCUPATI - Entangled/Preoccupied Il soggetto è ancora occupato a dirimere, senza successo, dubbi e intensi conflitti emozionali inerenti il valore dell’attaccamento. Una forte preoccupazione in relazione alle figure di attaccamento e alle esperienze che riguardano l’attaccamento, una strategia di “massimizzazzione” dell’attenzione sull’attaccamento. I soggetti sembrano come prima cosa coinvolti in modo rabbioso o passivo con i propri genitori, o sopraffatti dalla preoccupazione di esperienze traumatiche collegate all’attaccamento. il soggetto è spesso incapace di mantenere un racconto succinto e coerente sulla domanda richiesta, poiché non è ancora in grado di attribuirvi un significato chiaro e univoco. Si osserva un quadro confuso, non obiettivo della propria esperienza passata, un coinvolgimento e invischiamento che continuano ad agire sull’attuale stato della mente. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

76 Classificazione dell‘aai
IRRISOLTI - Unresolved Appaiono ancora impegnati nell’elaborazione problematica di eventi luttuosi o traumatici che hanno costellato la propria esperienza con l’attaccamento. I soggetti sono classificati sulla base di indicatori di disorganizzazzione e disorientamento durante la discussione di eventi potenzialmente traumatici (per esempio perdita di una figura significativa, abuso fisico o sessuale). PRESENTANO: Lapsus di ragionamento durante la discussione su una perdita (es. Indicazioni di incredulità che la persona è morta, senso di essere la causa dove non c'è nessuna causa concreta presente, disorientamento spazio-temporale, stato psicologicamente confuso. Lapsus di monitoraggio del discorso durante la discussione riguardo alla perdita (es. Attenzione insolita ai dettagli, espressioni poetiche con memorizzazione di qualità, silenzi prolungati) Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

77 Cadute nel monitoraggio del pensiero
Indicazioni di incredulità che la persona sia morta: ad es. il soggetto inserisce la persona deceduta in una frase al tempo presente Non so quale università sceglierò, mio padre dice che dovrei fare medicina. Sento come se la sua mente, lui, lui è dentro di me adesso, da quando è morto sento la sua voce, il suo odore, e mi dice cosa fare quando, ogni volta che gli chiedo lui è disposto a subentrare. Sensazione di essere la causa della morte (in assenza di alcuna causa materiale): ad es. pensiero magico Strano, come si possa uccidere una persona con una semplice frase. Io l'ho ucciso con una frase. Indicazioni di confusione tra la persona morta ed il sé Sono morta quando mia madre aveva 14 anni. Disorientamento rispetto al tempo Mio padre è morto quando avevo 5 anni (e poi, nel corso dell’intervista), mio padre ha avuto un infarto ed è morto quando ero al liceo. Disorientamento rispetto allo spazio E quando è successo io mi trovavo all’estero..poi l’abbiamo portato in ospedale e lì è morto. Affermazioni psicologicamente confuse (il soggetto sostiene di aver fatto qualcosa di paradossale o impossibile E' stato quasi meglio quando è morto, perché allora almeno sono riuscito a dimenticare le parti cattive di lui, ed a ricordare solo quelle buone. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

78 Cadute nel monitoraggio del discorso
Inusuale attenzione ai dettagli Lui è morto 32 anni fa il mese scorso, il primo marzo, un lunedì, e proprio prima del suo trentaduesimo compleanno. Era un giorno di primavera, e ricordo che quando ho guidato all'ospedale, ho preso il bus, e poi sono sceso lì vicino, e poi ho svoltato, e poi improvvisamente ero all’ospedale, dove è morto. Linguaggio poetico, celebrativo, eulogistico E poi, come un fiore strappato dal suolo nel suo momento di splendore, lei ci è stata tolta nel momento più orribile della sua morte. Il suono del pianto nella chiesa, l'odore dei fiori, sua madre nel vestito nero piegata sulla bara di sua figlia, lo ricordo ancora. Silenzi prolungati Lei era, lei (53 sec) non sarebbe mai tornata Cambiamenti improvvisi di argomento o modi anomali di sviare dall'argomento(indice più debole) Si, beh se mi sta chiedendo di mio padre, mio padre è morto quando avevo 12 anni. Lo stesso anno che sono andato in collegio. Allora sono morti tutti i miei criceti. Qualche volta ho perso anche un pesce rosso. E ricordo che il mio coniglio domestico si è ammalato, ed è morto appena tre anni fa. Odio quando muoiono i pesci rossi, galleggiano semplicemente Intrusione di informazioni riguardanti una morte in altre parti dell’intervista Quindi, come stavo dicendo, il mio primo giorno di asilo non è stato così male. Mia sorella è morta quando io avevo 16 anni. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

79 Reazioni comportamentali estreme
Resoconti di reazioni estreme al momento del lutto Quando mio padre è morto quando avevo 19 anni, ho fatto un paio di tentativi di suicidio e ho avuto proprio un brutto periodo per un po'. Ma poi ho fatto terapia e l'ho elaborato. Mancanza di riorganizzazione dopo il lutto (ad es. rimanere indifferenti alla morte di una persona cara e poi riferire reazioni estreme per la morte di un’altra persona, magari più lontana emotivamente E' stato strano il modo in cui non ho reagito quando mio padre è morto, immagino che fossi semplicemente insensibile, anche se come ho detto ero molto, molto vicino a lui. Ma l'anno seguente, quando la pro-zia del mio ragazzo che non conoscevo molto bene è morta, sono caduta a pezzi e ho cominciato ad urlare e urlare. Potevate sentirmi per tutta la chiesa. Quindi ho pensato che ci fosse probabilmente una connessione Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

80 La funzione riflessiva
Una delle caratteristiche che sembrano differenziare in modo assai netto le narrazioni sicure da quelle insicure all’AAI è la capacità di monitoraggio metacognitivo dei propri processi interni da parte del soggetto, e cioè la capacità di osservare e di rendere conto dei processi di pensiero e di ricordo che hanno luogo al proprio interno mentre la comunicazione è in corso. Tale capacità, rivelando la continuità e l’efficacia dei processi di monitoraggio e integrazione della coscienza-memoria, risulta essere quindi un dato osservativo di grande rilievo clinico. Fonagy, Steele e altri (1991), nel tentativo di fornire un modello della trasmissione generazionale dell’attaccamento, hanno messo a punto una scala (the Reflective self-function scale) per l’AAI volta a valutare più dettagliatamente la capacità e la chiarezza dei soggetti nel rappresentarsi e nel comprendere i propri e altrui stati mentali. Tali capacità riflessive nel genitore si sono dimostrate un buon indicatore predittivo della sicurezza nel legame di attaccamento col figlio (Fonagy et al., 1991; Fonagy, Steele et al., 1994). Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

81 La scala della funzione riflessiva
Per codificare un’Adult Attachment Interview secondo la scala della funzione riflessiva si annota la frequenza delle affermazioni contenute nelle narrazioni in un insieme di categorie non mutualmente escludentesi ed esaustive, ognuna delle quali comprende diversi indicatori Citazione specifica di stati mentali Sensibilità alle caratteristiche degli stati mentali Sensibilità per la complessità e la diversità degli stati mentali Tentativi specifici di collegare gli stati mentali ai comportamenti osservati Comprensione della possibilità di cambiamento degli stati mentali e dei corrispondenti cambiamenti nel comportamento Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

82 Esempi di funzione riflessiva
NEGATIVA Strategie difensive: D: Perché pensa che i suoi genitori si siano comportati così? R: Come crede che possa saperlo? È lei lo psicologo! D: Perché pensa che i suoi genitori si siano comportati in questo modo? R: hanno risentito in modo eccessivo dell’influenza dei mass media, particolarmente della televisione - Mi può dire qualcosa di più su questo punto? - Il canale commerciale è iniziato giusto quando io avevo 4 anni e mezzo” Diniego della fr: D: Ritiene che le sue esperienze infantili l’abbiano influenzato in qualche modo? R: Non mi viene in mente niente ... ehm… Che cosa ho imparato dalle esperienze infantili? Niente che mi venga in mente in questo momento Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

83 Esempi di funzione riflessiva
ASSENTE D: Il rapporto con sua padre è cambiato da quando era bambino? R: Qualche anno fa, ho dato un lavoro a mio padre per qualche tempo, che è stata una cosa un po’ stupida, ma poi è finita che ho dovuto licenziarlo e da allora non ci siamo più parlati … che fosse un perfetto idiota, la sapevo già da allora... Affermazioni preconfezionate: “Tutti i genitori vogliono il meglio per i loro figli” “Che cosa ha influenzato i miei genitori ad essere come sono? Credo che fosse il modo in cui erano stati allevati. Penso a mia nonna che ha allevato mia madre con l’aiuto di sua madre, intendo dire che va molto indietro nel tempo questa storia di madri e di figlie nella mia famiglia … sono sicura che mia madre è la persona che è per il modo in cui è stata allevata. Sono sicura che mia nonna sia stata quella che ha avuto più influenza su di lei” Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

84 Esempi di funzione riflessiva
BUONA Tenere in considerazione il proprio stato mentale per interpretare il comportamento di un’altra persona “Lo vedevo comportarsi come se non gli importasse ma, a dir la verità, io ero molto arrabbiato con lui all’epoca per il modo in cui trattava mia madre… quindi, forse, è per questo” Valutare gli stati mentali dal punto di vista dell’impatto sul proprio comportamento e/o su quello degli altri “Poiché penso di essere stato forse insicuro, un bambino molto esigente cui bisognava dedicare molta attenzione. Ovviamente comportandomi in modo così richiedente e piangendo ogni volta che usciva, io la turbavo” Assumere una prospettiva di sviluppo “Quando eravamo piccoli mio padre sembrava avere tempo per noi e ci divertivamo tanto assieme, ma più tardi siamo diventati più grandi, lui ci sfuggiva e io penso che per lui era difficile andare d’accordo con noi adolescenti” Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

85 Esempi di funzione riflessiva
Rivedere i pensieri e i sentimenti riguardanti l’infanzia alla luce di ciò che è stato compreso dall’infanzia ad oggi “Solo adesso che sono adulto mi rendo conto che era ammalata. Quando ero bambino pensavo che non mi volesse tanto bene o che fosse molto chiusa e riservata. Adesso sento di volerle molto più bene e lei non mi fa più sentire triste o arrabbiato”. Raffigurarsi i cambiamenti degli stati mentali tra passato e presente e tra presente e futuro “Ora voglio solo che lui sia in salute e felice così com’è, ma mi rendo conto che quando è nato volevo che diventasse Primo Ministro” Assumere una prospettiva intergenerazionale, fare collegamenti tra le generazioni “Mia madre aveva molte aspettative nei confronti dei suoi figli perché, come stavo dicendo, i miei nonni si aspettavano molto da lei, e credo nella mente di mia madre, lei non abbia mai abbandonato queste grandi irrealistiche aspettative, quindi pensava che noi avremmo fatto lo stesso”. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

86 PARENT DEVELOPMENT INTERVIEW - PDI
Slade et al., 2005 La PDI è un’intervista clinica semi-strutturata composta da 45 domande usata per valutare la qualità della descrizione che il genitore fa del bambino e della relazione tra loro. Alla madre viene chiesto di descrivere il bambino, se stessa come genitore e le situazioni in cui si trova con il bambino. Molte delle domande che esplorano direttamente il comportamento o i sentimenti del bambino sono seguite dalla richiesta di fornire degli esempi che approfondiscono i sentimenti e i comportamenti del genitore riguardo la situazione descritta. Questi esempi sono essenziali in quanto permettono di valutare in che modo la madre percepisce e si rappresenta le dinamiche della relazione tra sé e il bambino. Sono importanti, al fine della classificazione, sia il tono che la capacità di descrivere in modo coerente i propri sentimenti e comportamenti in relazione a un particolare bambino. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

87 PARENT DEVELOPMENT INTERVIEW - PDI
Slade et al., 2005 Attraverso la PDI vengono codificate tre caratteristiche principali della rappresentazione genitoriale: Rappresentazione genitoriale dell’esperienza affettiva che include a) grado, conoscenza e modulazione della rabbia; b) bisogno; c) grado, conoscenza e modulazione dell’ansia da separazione; d) grado e conoscenza del senso di colpa; e) sensazioni di gioia e piacevolezza; f) senso di competenza ed efficacia. Rappresentazione genitoriale dell’esperienza affettiva del bambino che include a) rappresentazione della rabbia del bambino; b) ansia da separazione del bambino; c) dipendenza-indipendenza del bambino. State of mind del genitore in relazione al bambino che include a) coerenza; b) ricchezza di percezione. Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

88 Parent Development Interview – LE DOMANDE
Concentriamoci su cosa si prova nell’essere la madre/il padre di (nome del bambino). Per ogni domanda chiedere un esempio specifico. Approfondire quello che il genitore decide di descrivere. Assicurarsi di ottenere una descrizione di ciò che il genitore e il bambino hanno fatto e detto nella situazione descritta come dolorosa o difficile. L’intervistatore deve avere una visione chiara dei dettagli di una circostanza recente. Quando possibile, sarebbe utile ottenere una descrizione che includa delle sequenze interattive – qual era l’evento? Che cosa ha fatto il bambino? Come ha risposto il genitore? Che cosa ha fatto il bambino dopo? Che cosa ha fatto il genitore dopo? Come ha gestito la situazione? Che cosa le procura la gioia maggiore nell’essere il genitore di (nome del bambino)? Che cosa le procura dolore o difficoltà nell’essere il genitore di (nome del bambino)? Si è mai sentito veramente bisognoso come genitore di (nome del bambino)? Si è mai sentito arrabbiato come genitore di (nome del bambino)? Si è mai sentito veramente colpevole come genitore di (nome del bambino)? Quando è preoccupato per (nome del bambino), per cosa si preoccupa di più? Quando si sente sicuro come genitore di (nome del bambino)? Mi può descrivere un episodio, nell’ultima settimana, in cui lei e (nome del bambino) eravate in perfetta sintonia? Ora mi descriva un episodio nell’ultima settimana in cui lei e (nome del bambino) non eravate in sintonia. Ci sono mai state delle esperienze che hanno causato una battuta d’arresto nel suo rapporto con (nome del bambino)? Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

89 Parent Development Interview – LE DOMANDE
I genitori notano spesso delle somiglianze tra loro e i figli. In che modo pensa che (nome del bambino) le assomigli? In che modo pensa che queste somiglianze abbiano influenzato la sua relazione con (nome del bambino)? In che modo pensa che (nome del bambino) non le assomigli? In che modo pensa che queste differenze abbiano influenzato la sua relazione con (nome del bambino)? Ora vorrei parlare un po’ di come vi comportate durante le separazioni di routine, ad esempio quando lasciate (nome del bambino) con una baby sitter che lui/lei conosce. Descriva che cosa sente sia una separazione di routine per (nome del bambino). Che cosa pensa che provi (nome del bambino) riguardo queste separazioni? Che cosa rappresentano queste separazioni per lei? Adesso mi potrebbe descrivere quel tipo di separazioni che (nome del bambino) potrebbe percepire in qualche modo più stressanti rispetto a una separazione di routine? Come reagisce lui/lei a queste separazioni? Che cosa rappresentano queste separazioni per lei? (se non ci sono mai state delle separazioni per una settimana o più, chiedere) Considererebbe l’idea di stare lontano da (nome del bambino) per una o due settimane? Come pensa che lui/lei reagirebbe a questo tipo di separazione? Che cosa rappresenterebbe questa separazione per lei?  (se il bambino ha iniziato ad andare all’asilo, alla scuola materna o a scuola, chiedere) Mi può parlare di cosa ha provato quando (nome del bambino) ha cominciato il nido/la materna/la scuola? Come si è sentita? Come pensa che si sia sentito (nome del bambino)? Che cosa spera che (nome del bambino) possa aver imparato avendo lei come genitore?  Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

90 Esempi di funzione riflessiva
Esempio di madre con alto livello di FR A volte diventa frustrata ed arrabbiata (stato mentale del bambino) in un modo che non sono sicura di comprendere (opacità dello stato mentale del bambino). Indica una cosa, gliela passo, ma in realtà poi non è ciò che realmente vuole (opacità degli stati mentali). A me risulta molto confusivo (stato mentale della madre) quando non sono sicura di cosa sente e cosa prova(processi dinamici madre-figlio, opacità dello stato mentale del bambino) soprattutto quando lei è turbata. A volte vuole fare qualcosa e non la lascio perché è pericoloso e lei si arrabbia molto (madre riconosce la diversità della madre e del bambino rispetto ai loro stati mentali). In questi casi provo a prenderla e lei ovviamente non vuole poiché nel pieno della sua rabbia (madre riconosce la natura dinamica dello stato mentale del bambino) e io l’ho interrotta. In questi momenti sono io che sento il bisogno di prenderla per cercare di farla stare meglio (madre riconosce che il suo bisogno sta innescando un comportamento che non è in conformità con i bisogni del bambino e cambia di conseguenza il suo comportamento) Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

91 FlessibilitÀ “dopo dieci giorni di antibiotici , una settimana di febbre, aveva avuto due giorni in cui era scesa, tiravamo il fiato, poi 39 di nuovo di febbre, sono crollata, e il fratello dall’altra parte nel frattempo stava iniziando a salire e di nuovo vederlo li che stava male, (il bambino l’ha vista piangere ha detto qualcosa?) mah stava male, era preoccupato per me e diceva “mamma stai tranquilla” mmmm “promettimi che guarisci” (ride) (lei gli ha risposto?) si, si [...]ho cercato di spiegargli che appunto mamma era molto stanca, ho cercato di tranquillizzarlo, per non fargli magari pensare che questa mia reazione fosse legata a qualcosa che poteva essere pericoloso per lui, insomma, qualche malattia grave, per come poteva percepirla un bambino di sei anni, allora ho cercato di spiegargli, ci siamo messi sul divano, me lo sono tenuto un po’ li, ho detto “guarda mamma è solo tanto stanca, si è preoccupata un pochino perché ha visto che non stavi proprio bene, adesso vedrai che passa tutto, ci mettiamo qua”, ho cercato di chiedergli se ricordava, era circa metà pomeriggio, gli ho detto “ti senti di bere qualcosa, magari ci prepariamo un bella bevanda fresca che ci aiuta a buttar giù la febbre, adesso ci tiriamo su” abbiamo acceso poi la televisione , guardando se c’era qualche cartone animato, abbiamo cercato un pochino cosi di sdrammatizzare la cosa” “(…) io voglio dedicare più tempo possibile a lui, io non lo vedo come un peso io mio figlio, io lo vedo come un, una cosa bella ecco, come un qualcuno che diventerà grande, che tu devi seguire, ti sei presa l’impegno e devi farlo crescere, ed è proprio un, un qualcosa che nessuno può provare se non sei mamma (…)” Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

92 deattivazione “(…) (Quando lei avverte questa sensazione di bisogno, appunto, incide in qualche modo nella relazione con i bambini?) Eh sì perché non mi devono vedere, toccare, parlare perché sono un po’, mi vedono un po’, sono triste, sono triste e non riesco ad essere serena o sempre la solita mamma che sgrida, lascio correre molto di più, mi chiudo (E allora loro cosa fanno? Si chiude in che senso?) Mi chiudo nel senso che mi ritaglio il mio spazio e dico: “in questo momento mamma non vuole stare in comunicazione con voi, col mondo” e allora mi chiudo, magari mi chiudo in camera (Glielo spiega prima oppure loro lo capiscono?) No lo dico, lo dico senza, lo dico “e noi cosa facciamo?”, “eh c’è papà, oggi c’è papà, in questo momento c’è papà o ci sono, o c’è G., c’è A.”, in questo momento ai piccoli dico così, poi per carità non è che si tratta di giornate intere, però in quel momento magari piango, magari rifletto, magari leggo per cercare di cambiare un attimo la, però ho bisogno in quel momento di stare tranquilla (E loro come le sembra che reagiscano e si sentano?) E per loro è molto difficile perché ogni due minuti: “mamma, mamma” perché comunque ci sono sempre io con loro, non è, non è facile, però devo dire che in qualche modo riesco a farmi la mia mezz’oretta tranquilla (Cioè vengono e bussano alla porta e lei apre?) Eh sì bussano alla porta: “mamma voglio questo, mamma voglio” e io faccio: “chiedi agli altri, non venire da me per favore vi chiedo 5 minuti da sola, ho bisogno di questo, non istigare, perché poi mamma si arrabbia. Se mamma ti dice che in quel momento, in questo momento non è il momento tu devi pensare non è il momento. Allora devi portare pazienza, cercare di avere pazienza quei 10 minuti, insomma, rilassati, prendi un libro e leggi, fai un disegno” (…)” Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

93 Disconnessione cognitiva
“(…) un mesetto fa è successo che effettivamente sono proprio scoppiata a piangere davanti al bambino perché veramente non ne potevo più, quel giorno all’improvviso gli ho detto: “adesso basta, non ti sopporto più” e sono scoppiata a piangere perché poi l’ho preso in braccio perché lui voleva venire in braccio, l’ho preso in braccio, sono scoppiata a piangere e proprio in faccia gli ho detto: “mamma non ce la fa più, mamma è stanca, basta, smettila di piangere, ti prego, smettila di piangere”, lui probabilmente lui mi ha vista così e ha smesso di piangere però effettivamente il mio malessere è andato avanti tutto il giorno e anche il giorno successivo perché probabilmente ero proprio stanca fisicamente, stanca psicologicamente proprio perché non ho attimi, proprio non ho spazi (…)” Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

94 Sistemi non integrati “ (…) No, nel senso che uno comincia: “va bene, adesso togliamo per 15 giorni tutti i giochi elettronici, quando mi trova quando mi trova del tutto inviperita allora strappo album, figurine e tutto quello che c'è e se poi però dopo due giorni siamo di nuovo punto da capo, a volte prende anche le botte, perché poi uno dice “allora visto che ehm” mi sembra sempre di capire con R. che non ci sia mai un punto dove riesci a ferirlo, nel senso che magari c'è quel bambino che gli dici: “ti tolgo il calcio o il pallone” e viene ferito e quindi per quello magari cerca di non commettere più certi errori, invece con lui sembra che niente abbia importanza (Mentre questo in lei che cosa (--)?) E’ terrificante, perché dici “ allora con che cosa ribatto?” Non ho nessuna arma per battermi, nel senso per fargli capire determinate cose (…)” “(…) diventa sempre una battaglia, per questo dico sempre che è uno scontro aperto il nostro, perché lui è duro, io sono dura, lui non è arrendevole, io neanche, lui non viene vicino e io faccio fatica e quindi è un continuo, quindi diventa veramente una battaglia all’ultimo sangue (…)” “ (…) è difficile gestire i miei due bambini, io lo trovo molto difficile questo, e quindi tante volte sono proprio disperata, non so trovare il modo per farlo (…)” “(…) Io mi sento molto male, molto male e sempre divento nervosa no?! Proprio male, male dentro perché mi sento di essere una madre incapace, stupida eh cattiva che tante volte proprio, cioè non tante volte, può capitare che mi viene anche una crisi isterica perché mi sento proprio cattiva nei confronti di loro (…)” “(…) quando mi metto con loro, mi viene difficile ecco, mi viene difficile mettermi vicino a loro, sì mi viene difficile farlo, mi viene, non so preferisco che lo facciano loro tra di loro, poi mi arrabbio, li smonto (In quel momento lei come si sente?) Nel momento in cui lo fanno loro? (Quando siete insieme, è difficile?) Non lo so mi viene difficile, non lo so perché, ha ragione, ma non mi, non, non lo so, dico, io sono la mamma e non posso farlo, non lo so, mi viene difficile mettermi lì, giocare con loro, mi viene veramente difficile, non so perché o perché cosa, o perché ehm non lo so, non riesco, non, non riesco a darmi una risposta (…)” Maria Zaccagnino – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO: APPLICAZIONI CLINICHE NEL CICLO DI VITA

95 Riferimenti bibliografici
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