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PubblicatoClaudia Pasquali Modificato 6 anni fa
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Scuola aperta: un lascito del 900 cui dovremmo renderci degni
Roberto Maragliano ( Safer Internet Day - 7 febbraio 2017
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Esempi di apertura Restituire immagini al romanzo di Manzoni, risonorizzare la Divina Commedia, fotografarsi dentro Caravaggio, liberare erotismo tramite Mozart, non porre limiti alla possibilità di dare numeri: semplici esempi di cambiamenti di prospettiva, apparentemente piccoli, di fatto drastici e profondi, che il digitale e la rete invitano a fare Così, due anni fa, presentavamo l’uscita di un numero della rivista online Mediascapes dedicato a al tema Educare / educarsi nell’ambiente digitale (l’intero fascicolo è liberamente scaricabile da qui:
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Il senso dell’apertura del digitale
Usare Internet in modo ‘sicuro’, a mio avviso, significa prima di tutto mettersi nelle condizioni di servirsi intelligentemente e serenamente della rete, valorizzando le sue caratteristiche fondamentali, che sono: interattività multicodalità perfettibilità Condizione necessaria perché questo si avveri è che ogni insegnante abbia PERSONALMENTE un rapporto assiduo con la rete.
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Un Internet ‘personal’
Occorre che l’insegnante maturi un approccio ‘etologico’ alla rete, cioè che, come individuo, cittadino, donna/uomo del nostro tempo accetti il fatto che la rete è l’infrastruttura su cui al presente poggia, che uno voglia o no, la più gran parte delle relazioni: economiche sì, ma anche culturali, affettive, in una parola ‘umane’. Nessun uso di Internet, tanto meno un uso critico, potrà essere fatto, a scuola, se il singolo insegnante non abbia maturato, consapevolmente, un rapporto di familiarità piena con il tipo di logica, di sensibilità e di cultura che sottintende all’uso ‘personale’ di Internet.
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Il cambio di prospettiva
Data questa condizione, ognuno sarà in grado di capire che: Internet apre a forme di conoscenza ed esperienza fin qui sacrificate dalla scuola, il multimediale riscatta e dà ulteriore forza al meglio della nostra tradizione, apprendere in forma di rete dà garanzie originali di costruzione e partecipazione Non c’è discorso sulle sicurezze di Internet e dentro Internet che possa prescindere da questo presupposto. Insomma, nessun discorso sui limiti e i pericoli di questa forma di sapere può essere anteposto ad una coscienza piena dei vantaggi che procura.
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La rete e il libro Buona parte della pedagogia del Novecento, a mio avviso la parte migliore, ha sviluppato il tema dell’apertura della scuola, auspicando e promuovendo una sua capacità di confrontarsi costruttivamente con il mondo. Buona parte delle assunzioni tuttora correnti nella nostra scuola vedono l’apertura come un fattore di disturbo e non di ricchezza, e inducono a rifugiarsi dentro stili di pensiero e schemi di azione caratterizzati da logiche di chiusura. Il ruolo tuttora centrale che in tutto ciò svolge il libro scolastico è a riprova di questa ideologia e della pratica che ne viene.
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Una concezione duale L’attuale fase di passaggio può (a mio avviso deve) essere vista come un’occasione unica, che si apre per la scuola, di lavorare contemporaneamente e dialetticamente su due fronti: quello dell’apertura, proprio della forma rete, e quello della chiusura, proprio della forma libro. Tutte le volte che ciò sia possibile ci sarà da mostrare vantaggi e limiti di una forma così come emergono dall’assumere la prospettiva dell’altra forma: dunque, ciò che il libro ha in più e in meno rispetto alla rete (anche in termini di sicurezza!), e viceversa.
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