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La scienza della razza Biologia e igiene razziale

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Presentazione sul tema: "La scienza della razza Biologia e igiene razziale"— Transcript della presentazione:

1 La scienza della razza Biologia e igiene razziale
non una precorritrice diretta del caso nazista: in qualche caso sterilizzazione degli inadatti in genere, come nel caso dell’eugenetica, solo astinenza volontaria per evitare malformazioni o malattie congenite ereditarie

2 La scienza della razza Molto più radicali furono le forme di darwinismo mistico e spiritualista Emblematico il caso di Ernst Haeckel forse il più famoso divulgatore scientifico della Belle epoque Il suo "monismo" fu sostanzialmente una rilettura religiosa del darwinismo evoluzione come forza mistica

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5 La scienza della razza Con Haeckel:
insistenza sulla superiorità ariana, sui tedeschi come razza superiore teorizzazione del diritto di eliminare gli inadatti introducendo la pena di morte per i criminali e l'eutanasia per i malati tanto da proporre l'istituzione di commissioni che decidessero della vito a o della morte dei singoli antisemitismo la nuova religione panteistica si accordava con il cristianesimo ma non con l'oscura religione orientale ebraica.

6 La scienza della razza Manca dunque una continuità tra social-darwinismo e nazismo ma nel 1933 molti esponenti della biologia razziale aderirono al nazismo lodarono le prime leggi eugenetiche esaltarono il caso del primo Stato al mondo che faceva una politica eugenetica malgrado le differenze, ritenevano necessaria un’élite per governare il paese che essa dovesse essere ottenuta per virtù di selezione naturale applicata dallo Stato questo li avvicinò al nazismo che tale politica faceva

7 C) La teoria della degenerazione

8 La scienza della razza Un altro filone importante del razzismo scientifico di fine Ottocento è quello legato all'incubo della degenerazione Dopo Gobineau, la scienza dà una dignità nuova a questo problema Sintomatica la definizione di un celebre antropologo, Bénédict Morel, del 1857: “le degenerazioni sono deviazioni dal normale tipo umano, che si trasmettono attraverso l'ereditarietà e portano progressivamente alla distruzione”

9 La scienza della razza I nomi chiave in questa storia della degenerazione sono quelli di Cesare Lombroso Max Nordau

10 La scienza della razza Cesare Lombroso (1836-1909) non era un razzista
un socialista riformista passato poi a idee democratiche ebreo, convinto dell'assimilazione

11 La scienza della razza Fondatore dell'antropologia criminale
anche qui relazione con l'ideale medio della borghesia del suo tempo: normalità intesa come rispettabilità genio e criminale fenomeni patologici ereditari tanto che se ne potevano discernere dei segni esteriori enormi mascelle, zigomi alti, orecchie a sventola, ecc.

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15 La scienza della razza La pena di morte
giustificabile e necessaria per proteggere la società ma in una logica darwiniana elemento in grado di favorire la "selezione naturale“ Non fu dunque un caso se l'eugenetica nazista rifiutò la psicoanalisi freudiana adottò la psicologia lombrosiana

16 La scienza della razza Ebreo era anche Max Nordau (1849-1923)
medico e romanziere, allievo e amico di Lombroso assai più popolare di Lombroso, più che scienziato puro autore che propose una sua interpretazione teorica complessiva della scienza e della cultura

17 La scienza della razza Nordau partiva dai valori della società del positivismo: i valori del lavoro, della rispettabilità, della disciplina chi non rientrava in questi valori, appariva degenerato gli artisti erano al vertice di questa scala lo manifestavano anche attraverso anomalie fisiche Nordau era convinto, ad esempio, che la pittura espressionista fosse possibile solo a causa di anomalie del sistema nervoso, del sistema della percezione

18 La scienza della razza In Nordau, ancora più chiaro
il rapporto tra l'idea della degenerazione e la moralità delle classi medie L'idea nazista dell'arte degenerata verrà sicuramente da lui

19 D) Lo sviluppo di una antropologia razziale

20 La scienza della razza L'ultimo contributo alla diffusione del razzismo scientifico in questo periodo venne dalla antropologia che fece i maggiori progressi in Francia

21 La scienza della razza I principali antropologi, come Paul Broca oWilliam Frederick Edwards (attivo a Parigi), erano dei liberali credevano all'esistenza delle razze, ma anche al ruolo benefico degli incroci evitavano giudizi di valore Broca

22 La scienza della razza Tuttavia, progressiva diffusione di stereotipi e radicalizzazione dopo la guerra del 1870 Armand de Quatrefages ( ) accusò i prussiani di aver condotto una guerra razziale volta all’annientamento della razza francese sostenne che essi non erano biondi germani ma in realtà una razza mongoloide di origini finniche

23 La scienza della razza In risposta grande inchiesta sugli scolari svolta nel 1871 dalla Società antropogica tedesca promossa da Rudolf Virchow ( ) per dimostrare l’inesistenza di razze pure

24 La scienza della razza Risultati:
Ariani Biondi 31,8% Bruni 14,05% Misti 54,15% Ebrei: Biondi 11% Bruni 42% Misti 47% Dimostrata l'inesistenza della razza tedesca: eppure essa non ebbe alcun effetto tutti sono convinti dell’esistenza delle razze

25 La scienza della razza gli stessi ebrei sono ormai pienamente convinti dell'esistenza di una razza ebraica per gli ebrei assimilati più difficile per gli ebrei orientali, il passaggio dalla nazione, al sangue, alla razza non è difficile I principi antropologici e fisiognomici vengono impiegati per dimostrare il fatto che gli ebrei siano una razza

26 La scienza della razza Se non il razzismo,
l'esistenza delle razze, a fine Ottocento è una convinzione comune che la stessa antropologia liberale ha finito per rafforzare


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