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La teoria della BUONA FORMA
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Percepire vuol dire assegnare un significato agli stimoli provenienti dagli organi di senso e attribuire loro proprietà fisiche: nitidezza ad un’immagine, grandezza ad un oggetto, chiarezza ad un suono, ecc. Per capire il fenomeno della percezione visiva, dal punto di vista strettamente cognitivo e fenomenologico, bisogna porsi due domande perchè percepiamo come percepiamo
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Perché Percepiamo Perché ricerchiamo la “buona forma” (Gestalt) intesa come qualunque organizzazione percettiva a cui attribuiamo un significato in funzione della nostra struttura anatomo-fisiologica, delle regole che governano l’organizzazione percettiva dell’ambiente dell’esperienza Perché quest’attività è indispensabile per la sopravvivenza nell’ambiente, per la riproducibilità selettiva, per realizzarci e migliorare la qualità della vita, ecc.
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Come Percepiamo Quello che percepiamo non corrisponde a quello che esiste effettivamente nella realtà, come ingenuamente si potrebbe credere (realismo ingenuo). La realtà è “fredda” e “incolore”, fatta, cioè, di luce proiettata ai nostri organi di senso sotto forma di lunghezze d’onda. La nostra “costruzione” della realtà (in senso visivo) è, quindi, una trasformazione della luce proiettata sugli occhi (sulle nostre retine)
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Lo Stimolo Durante le fasi della visione
Catena psicofisica
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STIMOLO DISTALE STIMOLO PROSSIMALE
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Esiste, quindi, sotto alcune condizioni, una discrepanza fra la realtà fisica e quella fenomenica (percepita) Questo può indurci a fare degli errori di valutazione su quello che percepiamo, in due direzioni Errore dello stimolo: descrivere quello che si sa e non quello che si vede Errore dell’esperienza: attribuire agli stimoli distali o prossimali una proprietà fenomenica attribuibile soltanto ai percetti
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FIGURE GEOMETRICHE NON TRACCIATE
Si vede quello che non esiste: nell’ambiente fenomenico esistono oggetti che non hanno una contropartita nell’ambiente reale, come nei CONTORNI ILLUSORI: FIGURE GEOMETRICHE NON TRACCIATE MA PERCEPITE: TRIANGOLO DI KANIZSA
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OPPURE NEL CONTRASTO DI CHIAREZZA
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Non si vede quello che esiste
nell’ambiente fenomenico non esistono oggetti che hanno invece contropartita nell’ambiente reale, come nei casi di MIMETISMO
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Coppa con i due profili (Rubin)
si vedono più cose in una (figure reversibili e figure ambigue), in contrasto con l’ipotesi di una ferrea corrispondenza fra le cose e le immagini di esse. Coppa con i due profili (Rubin)
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La giovane e la vecchia
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si vede quello che non può esistere
Le cose viste sono impossibili da realizzare nella realtà
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TRIDENTE BIDENTATO
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SCALA DI PENROSE
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si vedono cose differenti da quelle che sono
dove sono presenti due condizioni contraddittorie: che si sta vedendo qualcosa di reale ma anche qualcosa di illusorio (illusioni ottiche). ILLUSIONE DI ZOELLNER
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VARIANTI DELL’ILLUSIONE DI LIPPS
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Quindi Le immagini viste fino ad ora sono una conferma dell'ipotesi avanzata dalla psicologia scientifica: la percezione non è una registrazione sensoriale o una fotocopia della realtà, come sostiene il senso comune, ma una complessa interpretazione della realtà. La percezione è un processo cognitivo e non solo sensoriale. Le illusioni sono percezioni di oggetti costruiti mentalmente, ma in realtà inesistenti.
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Le leggi della Gestalt Prossimità Somiglianza Chiusura
Buona continuazione E altre nuove…
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