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Tra gli effetti tossici più importanti figurano:
Le micotossine possono avere un effetto dannoso a breve e/o a lungo termine sulle strutture cellulari e quindi sugli organi e sugli apparati Tra gli effetti tossici più importanti figurano: l’induzione di alcuni tipi di tumore l’indebolimento del sistema immunitario Si calcola che il 40% dei decessi nei paesi in via di sviluppo può essere collegato al consumo di derrate contaminate da micotossine 2 2
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Micotossine Eterogeneo gruppo di composti chimici, dal peso molecolare compreso tra 200 e 500, prodotti secondari del metabolismo di funghi (o muffe) appartenenti principalmente ai generi Aspergillus, Pennicillium e Fusarium. Questi metaboliti fungini, in seguito ad ingestione di alimenti o mangimi contaminati, producono effetti dannosi per l’uomo e per gli animali, che vanno dall’intossicazione acuta e cronica (micotossicosi), alla immunodepressione, al semplice calo delle performance produttive.
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La FAO reputa che il 25% degli alimenti è contaminato da micotossine.
Le micotossine sono metaboliti secondari prodotti da “muffe” in opportune condizioni microclimatiche di temperatura e umidità (caldo/umido). Sono biosintetizzate con poche reazioni biochimiche e costituiscono un gruppo chimicamente e biologicamente eterogeneo.
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Perché i funghi producono le micotossine?
Via di detossificazione da specie ossidanti accumulate durante la fase di ageing es. le aflatossine sono formate mediante 6 passaggi di ossidazione (Narasaiah et al., 2006) Competizione (antibiosi) con altri competitori di nicchia es. le aflatossine inibiscono la crescita di molti insetti allo stadio larvale (Miller, 1974) 5
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L'invecchiamento cellulare (cell ageing) induce uno stato iperossidante nella cellula fungina che porta al differenziamento e all'attivazione del metabolismo secondario (Aguirre et al., 2007) La diminuzione delle difese antiossidanti nella cellula fungina genera un ambiente ossidativo che favorisce la produzione di aflatossine (Reverberi et al., 2007) 6 6
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Ci sono diversi punti critici per l’ingresso di infezioni fungine e quindi per una possibile contaminazione da micotossine in una catena alimentare tipo: Piante o loro prodotti (semi) Consumo da parte di animali allevati Infezione fungina Presenza nei tessuti Secrezione con il latte Sintesi di micotossine Prodotti carnei Formaggi Consumo da parte dell’uomo e degli animali Consumo da parte dell’uomo Micotossicosi primarie Micotossicosi secondarie 7 7
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Micotossine più frequenti
Le micotossine più frequentemente associate a decrementi produttivi negli animali da reddito sono: Aflatossine Ocratossina Zearalenone (ZEA) Fumonisine Tricoteceni Sono state studiate più di 30 micotossine, ma si stima ne esistano circa 300, la maggior parte delle quali ancora sconosciuta.
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Sviluppo micotossine Le micotossine vengono prodotte da specifici ceppi di muffe, all’interno di un ampio intervallo di umidità relativa, di acqua libera, di temperatura e di pH. Ocratossine e tricoteceni si sviluppano da 4°c a 24°C, con un optimum intorno ai 18°C. Fumosina e ZEA sono tipiche dei climi più temperati e secchi. Le Aflatossine sono tipiche dei climi caldo-umidi (optimum 25-30°C).
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Origine delle micotossine
In generale si ritiene che il livello di contaminazione dei mangimi da parte delle tossine da Fusarium (ZEA, fumonisine, ecc.) sia funzione essenzialmente della contaminazione originaria – Contaminazione da Campo – mentre le micotossine da Aspergillus (afla e ocratossine) trovino fattori di sviluppo in particolari condizioni di stoccaggio – Tossine da Stoccaggio -
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Ingestione micotossine
In seguito all’ingestione di alimenti contaminati, le micotossine sono metabolizzate a livello epatico e renale, nonché dai microrganismi del tratto gastrointestinale. Fegato e rene sono i due principali organi bersaglio delle Aflatossine, nonché la sede di massimo accumulo di questi composti. I residui di micotossine che risultano da queste reazioni, sia che vengano escreti, sia che si accumulino a livello tissutale, differiscono dai composti di origine per struttura chimica e caratteristiche tossicologiche.
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Ingestione micotossine nei ruminanti
La bioconversione operata dai microrganismi ruminali produce composti idrosolubili e meno tossici rispetto alle micotossine di partenza. Per questa ragione si tende a considerare i ruminanti adulti meno sensibili dei monogastrici agli effetti dannosi delle micotossine. Esistono però casi in cui l’ecosistema ruminale può fungere da amplificatore degli effetti tossici delle micotossine. Lo ZEA viene convertito a livello ruminale in alfa e beta zearalenolo, composto 4 volte più estrogenico dello ZEA.
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AFLATOSSINE Gruppo di metaboliti prodotti da funghi da stoccaggio del genere Aspergillus; sono state riconosciute 18 differenti aflatossine, ma solo la B1, B2, G1 e G2 sono state riconosciute come agenti naturali di contaminazione di mangimi o alimenti. Fra questi composti, la AFB1 presenta una tossicità acuta e cronica ed un potere carcinogenetico e mutagenico che ne fanno uno dei più pericolosi veleni conosciuti in natura. Le aflatossine possono essere presenti in numerosi substrati, in particolare arachidi e derivati, mais e derivati, cotone ecc.
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Aflatossina M1 Dall’Aflatossina B1, con un processo di idrossilazione che ha luogo a livello epatico e renale, si produce l’Aflatossina M1 che è il metabolita presente nel latte. La AFM1 (dotata di minore potere carcinogenetico ma con tossicità simile al composto di partenza) può essere rinvenuta nel latte e nei suoi derivati. Qui la AFM1 è legata alla frazione proteica, e per la sua resistenza ai trattamenti termici può trovarsi nei prodotti caseari con una concentrazione compresa tra le 3 e le 5 volte quella del latte di provenienza.
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Conversione AFB1 – AFM1 Secondo alcuni autori, nel latte si ritrova AFM1 in quantità pari a 1-3% della AFB1 presente nell’alimento, secondo altri il rapporto di conversione medio AFB1 – AFM1 è compreso tra 58:1 e 75:1.
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Regolamento CE 1525/98 Fissa a 50 nanogrammi/ kg (ppt) il limite massimo di contaminazione da Aflatossina M1 nel latte umano. In base a tale regolamento e alle possibili conversioni da AFB1 ingerita a AFM1 nel latte, può essere sufficiente un’ingestione media di mcg/capo/giorno per produrre un latte con contenuto superiore a 50 ppt e, come tale, non commercializzabile.
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Tenori Massimi AFB1 negli Alimenti per Bovini – Direttiva CE 199/29
Aflatossina B1 Mangimi Contenuto max ppb Materie prime 50 Arachidi, mais 20 Mangimi completi Mangimi per animali da latte 5 Mangimi complementari Mangimi complementari per animali da latte
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Effetti Tossici Aflatossine
Gli effetti tossici sono dose e tempo-dipendenti, in base al livello e alla durata dell’esposizione a questi composti si possono evidenziare due forme di aflatossicosi, acuta e cronica. La acuta si caratterizza come una sindrome epatotossica acuta accompagnata da anoressia, quadri ittero-emorragici, ecc. La forma cronica dovuta ad ingestione prolungata nel tempo di bassi livelli di aflatossine evidenzia essenzialmente un peggioramento delle performance produttive e alimentari.
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Zearalenone - ZEA Lo Zearalenone è una micotossina prodotta principalmente da Fusarium roseum e Fusarium graminearum. Lo ZEA viene convertito a livello ruminale in alfa e beta zearalenolo. L’alfa zearalenolo ha un potere estrogenico molto superiore al composto di partenza. Tuttavia si ritiene che nei ruminanti la risposta estrogenica provocata dall’ingestione di questa micotossina sia meno intensa che nei monogastrici.
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Deossinivalenolo - DON
Prodotto principalmente da Fusarium graminearum, costituisce insieme alla Fumonisina B1 la micotossina di più frequente reperimento nelle nostre latitudini. L’ingestione di alimenti contaminati da DON, noto anche come vomitossina, è associata nel suino ad un rifiuto del mangime e raramente anche al vomito. Anche nei bovini è documentato un calo dell’ingestione alimentare, sebbene i meccanismi di bioconversione ruminale riducono fortemente gli effetti tossici di questa micotossina.
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Fumonisine – FB1 Sono le micotossine di più recente studio, prodotte principlamente da Fusarium moniliforme. Tra quelle identificate, la FB1 è la più pericolosa, per i suoi effetti carcinogenetici sull’uomo. La FB1 può provocare leucoencefalomacia negli equini, edema polmonare nei suini ed epatotossicità nei ratti. Si ritiene che sia meno tossica nei ruminanti adulti che nei monogastrici. Le vacche ad alta produzione sono più sensibili dei bovini da carne a questa micotossina, probabilmente per i maggiori stress metabolici-produttivi.
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Ocratossina A Prodotta da muffe del genere Pennicillium e Aspergillium è una micotossina dotata di elevata tossicità, soprattutto a carico del rene, ed è molto diffusa nei climi freschi e temperati. Sebbene più del 50% dell’Ocratossina A venga distrutta in 15 minuti nel rumine, sono citati casi di tossicità nella vacca da latte, con conseguenze quali diarrea, danno epatico e diminuzione della produzione lattea. Il principale metabolita prodotto a livello ruminale, l’Ocratossina alfa, può essere rinvenuto in tracce nel latte.
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Tossina T-2 Questo Tricotecene prodotto principalmente da Fusarium sporothrichoides è stato messo in relazione con gravissimi casi di gastroenterite ulcerativa, emorragie intestinali e ulcere ruminali, fino alla morte dei soggetti intossicati. Sono scarsi gli studi riguardanti il trasferimento nel latte di questa tossina.
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Il P. roqueforti produce la "roquefortina" (una micotossina)
Roquefort (formaggio) Il P. roqueforti produce la "roquefortina" (una micotossina)
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