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PubblicatoUberto Orazio Lombardo Modificato 6 anni fa
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I FONDATORI e le loro analisi della società moderna
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La sociologia come “scienza positiva”
AUGUSTE COMTE (francese: ) La sociologia come “scienza positiva” Nel 1839 ideò la parola sociologia, presente nel suo Corso di filosofia positiva. La sociologia è la scienza della società capace di svelare le leggi universali che governano il mondo sociale. Così come esistono leggi naturali che permettono di controllare e prevedere gli eventi del mondo fisico, esistono anche leggi invariabili che spiegano il mondo sociale (fisica sociale).
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Auguste Comte ( ) Il positivismo sostiene che la scienza si applica ai fenomeni osservabili e alle loro relazioni causali, direttamente attingibili attraverso l’esperienza. La sociologia è una scienza positiva, pertanto essa applica allo studio della società gli stessi rigorosi metodi scientifici che la fisica o la chimica applicano allo studio del mondo fisico. L’approccio positivista in sociologia comporta la produzione di conoscenza sociale basata sull’evidenza empirica ricavata dall’osservazione, dal confronto e dalla sperimentazione.
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Auguste Comte ( ) La legge tre stadi afferma che gli sforzi umani per comprendere il mondo sono passati attraverso gli stadi: teologico: la società è espressione della volontà di Dio; metafisico: la società è spiegata da principi astratti (etici, logici, ecc.); positivo: la società è indagata con il metodo scientifico. “Ordine e Progresso” (visione statica e lineare della società) Comte contribuì alla sistematizzazione e all’unificazione della sociologia in vista della sua successiva professionalizzazione come disciplina accademica.
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ÈMILE DURKHEIM (francese, 1858-1917) La sociologia macro-organicista
1° professore di sociologia (del mondo) alla Sorbona La sociologia studia i fatti sociali => la vita sociale può essere studiata con lo stesso rigore riservato agli eventi naturali. I fatti sociali sono elementi della vita sociale che determinano le azioni individuali (corrispondono a fenomeni, tendenze, norme, strutture). I fatti sociali sono esterni agli individui ed esercitano un potere di coercizione sugli individui. Fonte:
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Èmile Durkheim ( ) La sociologia studia i fatti sociali con un metodo empirico (“Le regole del metodo sociologico”) I fatti sociali sono collegati fra loro: strutturano in modo organico la società (organicismo). La società funziona come organismo vivente, anche se sempre da costruire. I fatti sociali possono essere normali (fisiologici) o patologici: la sociologia si occupa della loro diagnosi e cura (similmente alla medicina sociale)
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La divisione sociale del lavoro (1893) Solidarietà meccanica
Èmile Durkheim ( ) La divisione sociale del lavoro (1893) Analisi del mutamento e della coesione sociale attraverso l’articolazione del lavoro (industriale): nell’era industriale si afferma un nuovo tipo di solidarietà (coesione). Società moderne Società tradizionali Solidarietà meccanica Solidarietà organica
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Solidarietà meccanica
I membri della società si dedicano in prevalenza a occupazioni simili tra loro Prevalgono le esperienze comuni e le credenze condivise L’individuo non si distingue dalla sua comunità di appartenenza La coesione sociale è garantita da sanzioni repressive (espulsione, omicidio) Solidarietà organica I membri della società si dedicano in prevalenza a occupazioni diverse tra loro Gli individui si differenziano Prevale l’interdipendenza reciproca, come tra le componenti di uno stesso organismo La coesione sociale è garantita da sanzioni restitutive (diritto)
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Il suicidio (1897) Il suicidio è un fatto sociale (patologico) che può essere spiegato solo da altri fatti sociali (non psicologici) Due forze sociali, esterne all’individuo, influenzano, per carenza o per eccesso, i tassi di suicidio Integrazione sociale Regolazione sociale suicidegoistico (scarsa)carenzdi integrazione sociale) suicialtruistico (eccessiva)(di integrazione sociale) sanomico (scarsa)cdi regolazione fatalistico (eccessiva)o di regolazione sociale)
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La coscienza collettiva
e gli studi sui fenomeni religiosi (1912) Distinzione sacro-profano la religione come "un sistema solidale di credenze e di pratiche relative a cose sacre, cioè separate e interdette, le quali uniscono in un'unica comunità morale, chiamata Chiesa, tutti quelli che vi aderiscono.” La religione favorisce la coesione sociale permettendo rappresentazioni del mondo comuni La società elabora un immaginario, delle rappresentazioni collettive (= “coscienza collettiva”), delle emozioni condivise, uno “spirito del tempo” La relativa caduta delle credenze religiose nella società moderna necessita di essere compensata da una “religione civile” per mantenere la coesione sociale
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La teoria di Durkheim L’individuo si differenzia e individualizza (micro) ma è insieme sempre più definito e dipende dai fatti sociali collettivi (divisione del lavoro, solidarietà organica, valori morali, ecc.) L’ordine e la coesione sociale dipendono dalle norme, dall’educazione, dalla coscienza collettiva (macro) La modernità (del suo tempo) presenta sintomi di disadattamento (es. operai) e di anomia (insufficiente integrazione-regolazione) Le corporazioni e i gruppi professionali (meso) danno un contributo all’integrazione Nella visione societaria e funzionalista di D. la dimensione relazionale è scarsamente colta e valorizzata
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La sociologia (macro) del conflitto
KARL MARX ( ) La sociologia (macro) del conflitto Studia i cambiamenti della società moderna legati allo sviluppo del capitalismo: un modo di produzione radicalmente diverso dai suoi precedenti storici e costituito da due elementi: il capitale: mezzi di produzione usati per produrre merci - il lavoro salariato: l’insieme dei lavoratori che, privi dei mezzi di produzione, vendono la propria forza lavoro in cambio di un salario. I rapporti fra capitalisti e salariati definiscono i rapporti sociali di produzione che generano il surplus o profitto La storia delle società passa dai modi di produzione antichi a quelli feudali (o asiatici) e quelli proto-capitalistici. Il capitalismo può evolvere in ulteriori modi di produzione senza classi e sfruttamento (visione utopica) Fonte: academic.brooklyn.cuny.edu
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Il capitalismo è un sistema classista e nella società capitalista sono presenti due classi caratterizzanti: - la borghesia: i capitalisti proprietari dei mezzi di produzione; il proletariato: la classe operaia priva dei mezzi di produzione. (le altre classi, come la piccola borghesia, tendono ad allearsi con una o l’altra o ad essere marginalizzate, come il sotto-proletariato) Il rapporto fra classi è conflittuale, fondato sullo sfruttamento e l’alienazione: la borghesia è la classe dominante; il proletariato è la classe subordinata.
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concezione materialistica della storia:
Il percorso storico poggia sulla concezione materialistica della storia: le cause del mutamento sociale non sono da ricercare nelle idee o nei valori, ma nei fattori economici. Le società cambiano a causa delle contraddizioni insite nei rispettivi modi di produzione. Il sistema capitalistico è destinato a essere rovesciato da una rivoluzione dei lavoratori, che instaurerà una società senza classi (socialista-comunista). « Nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita. Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere ma è, al contrario, il loro essere sociale a determinare la loro coscienza [...]» (Per la critica dell’economia politica, 1859)
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La teoria di Marx Marx è stato un intellettuale molto articolato (filosofo, economista, sociologo, analista della cultura, politico, ecc.) con una grande influenza sul pensiero europeo dell’800 e ’900 Il “giovane Marx” è più umanista e vede il valore dell’individuo, delle arti e della religione Il Marx del “Capitale” è più determinista e strutturalista Alcune correnti marxiste ortodosse si manterranno sul modello determinista (Engels) Weber verrà influenzato da Marx ma se ne differenzierà su diversi aspetti Alcuni seguaci di Marx definiranno una “teoria critica” della cultura nell’epoca moderno-capitalista (es. Scuola di Francoforte) Altri seguaci (Lenin) parleranno di imperialismo o di sfruttamento degli stati “centrali” su quelli “periferici” (Wallerstein, Gunther Frank, ecc.) Manca a Marx una visione meso, micro e relazionale della vita sociale
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La sociologia dell’azione (soggettiva)
MAX WEBER (tedesco: ) La sociologia dell’azione (soggettiva) A differenza di Marx, per Weber l’influenza di idee e valori sul mutamento sociale è pari a quella delle condizioni economiche. Come in altre scienze, la sociologia si sviluppa nell’integrazione fra modelli teorici e raccolta di dati empirici. Il tipo ideale è un modello concettuale utile a comprendere il mondo. L’aggettivo ‘ideale’ non è sinonimo di desiderabile, ma designa la forma pura di un fenomeno. La sociologia è comprendente (non positivista): ha il compito di comprendere il significato dell’azione sociale. Per comprendere l’azione sociale è necessario utilizzare metodi che osservino e diano voce agli attori sociali (differenza sc. naturali/sc. sociali). Fonte: fr.wikipedia.org
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“L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” (1904-1905)
ALLE ORIGINI DELLA SOCIETÀ MODERNA: l’analisi sociologica dei processi storici “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” ( ) Lo sviluppo dell’impresa capitalistica è avvenuto soprattutto nei paesi europei dove si è avuta una evoluzione delle credenze religiose L’etica protestante spinge l’individuo a impegnarsi per il successo delle proprie iniziative economiche, segno di predestinazione divina. Si passa da un’Etica dell’intenzione (dei principi) ad un’Etica della responsabilità (delle conseguenze dell’azione) Lo spirito del capitalismo è quel complesso di orientamenti normativi che sono alla base della società occidentale moderna, favorito dall’etica protestante e dal dogma della predestinazione. Sociologia della religione: Altri pensieri religiosi (orientali) hanno favorito l’adattamento alla situazione esistente: non stimolando il cambiamento modernizzante
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CARATTERISTICHE SOCIETÀ MODERNA
Il termine razionalizzazione indica l’affrancamento della società moderna dalle credenze radicate nella superstizione, nella religione, nelle usanze, nelle abitudini tradizionali, cui subentra il calcolo strumentale razionale, tendente al raggiungimento dell’efficienza sulla base delle conseguenze prevedibili. Il pensiero razionale moderno ha spazzato via le credenze di carattere ‘magico’, cioè non scientifico, legate alla tradizione (però provocando un disincantamento del mondo). Ciò porta allo sviluppo di organizzazioni burocratiche basate su criteri razionali e allo sviluppo delle professioni tecniche (anche la sociologia può diventare una professione) A fianco delle classi sociali (indicate da Marx) vi sono dei ceti sociali (professionisti, commercianti, artigiani, ecc.) che sviluppano una propria competenza tecnica e sub-cultura di ceto. La società moderna è conflittuale e diseguale non solo per ragioni economiche (classi), ma anche di status (considerazione sociale) e politiche (posizione nello stato)
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Economia, politica e società
L’attore sociale contribuisce alla vita sociale con varie modalità d’azione Agire razionale rispetto allo scopo (tipico della vita moderna) Agire razionale rispetto al valore Agire affettivo (legato a emozioni, sentimenti, stati d’animo) Agire tradizionale (conformità a modelli predefiniti) Le Autorità politiche (o leader) possono essere di varie tipo: legali-funzionariali (tecnici) tradizionali (valore sacro delle tradizioni) carismatiche (che per lui dovevano però sempre agire in ambito parlamentare utilizzando un’etica della responsabilità, ma dopo di lui si imporranno leader carismatici anti-democratici)
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La teoria di Weber La sociologia studia l’interpretazione dell’agire sociale dotato di senso. La sociologia è una scienza sociale “comprendente” Gli individui hanno una grossa influenza sulla vita sociale, specie se alcune idee-etiche vengono condivise all’interno di ceti sociali attivi e innovativi I gruppi professionali e le organizzazioni (apparati pubblici e strutture economiche organizzate razionalmente) caratterizzano la società moderna I leader politici ottengono consenso e potere attraverso varie forme di legittimazione La perdita di peso e diffusione della religione accentua la “gabbia di ferro” del pensiero razionale-utilitaristico Il capitalismo è un “tipo-ideale” con diverse varianti storiche La dimensione relazionale è scarsamente trattata
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La sociologia della relazione
GEORG SIMMEL ( ) La sociologia della relazione (azione reciproca) 1890 "Sulla differenziazione sociale" 1892 "I problemi della filosofia della storia" 1894 "Il problema della sociologia" 1900 "Filosofia del denaro" 1900 "La metropoli e la vita dello spirito” (v. scheda integrativa)
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Georg Simmel ( ) Il concetto cardine del suo pensiero è la “Wechselwirkung” o “azione reciproca”. “se la società deve costituire l’oggetto autonomo di una scienza indipendente, può esserlo solo sulla base del fatto che, dalla somma di elementi individuali che la costituiscono, emerge una nuova entità: altrimenti tutti i problemi della scienza sociale non sarebbero che quelli della psicologia individuale”. L’interazione sociale si manifesta con continui scambi interpersonali ma si consolida in forme sociali stabili che costituiscono la sociazione (relazioni diadiche, triadiche, cerchie sociali, associazioni).
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La relazione straniero-autoctono
La condizione di straniero (strano-estraneo) non è una condizione oggettiva ma una relazione sociale fra un persona/un gruppo visti da parte degli autoctoni come non-partecipi del proprio gruppo sociale. Gli autoctoni sviluppano un’azione di rifiuto nei suoi riguardi La relazione è spesso ambivalente: il lontano è vicino, è presente nella società (quindi di fatto è parte dell’ingroup) ma è anche considerato un “non appartenente” (non fa parte del NOI identitario ma dell’outgroup). Occupa uno spazio sociale lasciato libero (certi lavori, certe posizioni sociali) ma non conosce “dall’interno” i meccanismi della società ospitante. Spesso anche il povero è l’estraneo interno (potenzialmente “il nemico”) Se riusciamo a sentire delle somiglianze/uguaglianze con lui (es. comune umanità, comune destino) allora si formano dei meccanismi di vicinanza
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Georg Simmel ( ) Gli scambi interpersonali necessitano di fiducia reciproca. La fiducia è decisiva sia in campo economico sia nei rapporti fra i gruppi. La sua mancanza porta a conflitti Nella metropoli moderna si ha un aumento delle cerchie (raggruppamenti e associazioni) e delle intersecazioni, della velocità dei contatti, della differenziazione degli individui (sempre più individualizzati), ma si ha anche un raffreddamento e un distanziamento dei rapporti Nella vita metropolitana emergono particolari tipologie individuali (come l’uomo blasé, ossia indifferente) e sorgono specifiche problematiche di malessere (stress, nevrastenia, frettolosità, …) legate ai tempi di vita e alle tonalità fredde dei rapporti
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Mediatori sociali generalizzati “La filosofia del denaro”
Le relazioni sono sempre più mediate dal denaro (quantità invece che qualità). Il denaro ha il vantaggio dell’immediatezza e della mediazione simbolica: crea un forte legame tra i membri di una stessa cerchia economica; proprio perché non può essere utilizzato immediatamente, rimanda ad altri individui, dai quali si possono ottenere in cambio beni di consumo. Rendendo possibile gli scambi, lega ineluttabilmente gli uomini gli uni agli altri. Il denaro imprime il proprio marchio sui rapporti sociali ma apre anche nuove opportunità di scambio: è ambivalente. Cambia la percezione del tempo che diventa misurabile e assimilato al denaro (sempre carente e fuggevole)
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La teoria di Simmel La sociologia studia le forme sociali (sociazione) e i processi che le trasformano: è contestuale, adattiva, evolutiva La società si basa su relazioni, interazioni, differenziazioni La società ha bisogno di grandi mediatori degli scambi come il denaro, la fiducia, il tempo, ecc. La libertà individuale si scontra con il prevalere degli oggetti e col valore quantitativo-monetario assunto dagli scambi non solo economici ma anche sociali-culturali È possibile analizzare sociologicamente la soggettività (relazionale) e l’arte (es. il volto nella pittura) Nella soc. moderna si creano forme di disadattamento (indifferenza, freddezza, superficialità, …) ma vi è il bisogno di nuova socialità “pura” La differenziazione sociale porta alla formazione di cerchie e associazioni Le dimensioni culturali e l’immaginario collettivo sono molto rilevanti negli scambi sociali
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Fondazione dell’analisi sociologica (fine ‘800-primo ‘900)
Epistemologia della sociologia come scienza Positivismo (“la scienza riguarda la descrizione oggettiva della realtà come essa è. Il cambiamento può essere spiegato con leggi di causa-effetto”): Comte, Durkheim Storicismo (“la vita sociale si può essere ricostruita attraverso documenti e indizi. Essa può essere meglio capita in modo comparativo confrontando tipi-ideali, modelli e dinamiche storiche”): Weber, Marx Anti-positivismo contestualista (“la vita sociale non può essere conosciuta in modo oggettivo ma piuttosto in modo rigoroso e controllato. Il divenire sociale dipende dalle condizioni di vita ma anche dalla interpretazione data dai soggetti delle loro relazioni reciproche situate in uno specifico contesto socio-culturale): Simmel (e in parte Weber)
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Modelli esplicativi Olisti-Strutturalisti (macro): società, funzione, struttura, coesione, ordine, base materiale, suddivisione e conflitti di lavoro, … (Comte, Marx, Durkheim) Individualisti (micro-macro): individuo, attore sociale, azione sociale, inter-azione, … (Weber) Relazionali-contestuali (micro-meso-macro): legame, relazione, socialità, interconnessione, forma, processo, ambiente, fenomeni sociali emergenti; … (Simmel)
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Ordine e coesione sociale nella modernità
Passaggio storico dal vecchio al nuovo ordine: cosa “tiene insieme” la società? (esempi di collasso e conflittualità ingovernabili) FATTORI STRUTTURALI Lo Stato: sicurezza e giustizia (necessari ma non sufficienti; la mafia come anti-stato) La divisione del lavoro e la nuova economia capitalista (dello sviluppo) La politica democratica (la democrazia come ordine egualitario e inclusivo riformabile) e i beni pubblici o comuni (il welfare, l’indipendenza, il territorio, i beni storico-artistici, …) FATTORI CULTURALI La fede nel futuro (progressismo e antiprogressismo) e nella ragione (scienza, coscienza retta) Nazionalismo e patriottismo (nuova religione civile moderna e suoi limiti) Religione ed etica (dal monoculturalismo al pluralismo etico-religioso) Contenimento diseguaglianze e conflittualità sociali (riforme o ribellione?): la redistribuzione e le pari opportunità
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Disordine e conflittualità sociale nella modernità
Passaggio storico dal vecchio al nuovo ordine: cosa “ostacola il benessere e il senso di appartenenza” dei cittadini? FATTORI STRUTTURALI Diseguaglianze (eccessive), precarietà e cattive condizioni di lavoro Scarsa mobilità (ascendente) fra le classi sociali; Poca integrazione (es. occupazione) e coesione sociale; Orientamenti politici anti-democratici e poco attenti ai beni pubblici o comuni (il welfare, l’ecologia, i diritti personali, ecc.) FATTORI CULTURALI Scarsa fiducia reciproca fra gruppi; Malesseri della vita frenetica e dei rapporti freddi; Individualizzazione difensiva (prevalgono sentimenti di isolamento, indifferenza e sfiducia) Disincantamento del mondo, areligiosità, scarsa “coscienza collettiva” (insufficienti orizzonti di senso e di essere parte della società)
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Obiettivi di apprendimento
La teoria sociologica di Comte, Durkheim, Marx, Weber, Simmel L’epistemologia delle scienze sociali fra ‘800 e ‘900 I modelli esplicativi dei fondatori La questione dell’ordine e della coesione sociale nella modernità (sintesi del pensiero dei classici) La questione del disordine e della conflittualità sociale nella modernità (sintesi del pensiero dei classici)
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