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Il focus group
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Introduzione Il F.G. risale agli anni’40
Quando Merton mise a punto una nuova tecnica di rilevazione delle opinioni e degli atteggiamenti, denominata poi “intervista focalizzata di gruppo” L’espressione focus group è più recente
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Nel F.G. i partecipanti al gruppo di discussione devono discutere e confrontarsi sul tema oggetto dell’indagine Si valorizza l’interazione tra i partecipanti che possono modificare la loro opinione nel corso della discussione
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1. Definizione 1.1 Che cos’è un focus group?
Non è rintracciabile una definizione univoca E’ una tecnica di rilevazione per la ricerca sociale basata sulla discussione tra un piccolo gruppo di persone, alla presenza di uno o più moderatori, focalizzata su un argomento che si vuole indagare in profondità [1.6]
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1.3. Il F.G. è un’intervista? Molti autori lo considerano una intervista e lo definiscono “intervista focus group”…..[Bellenger 1976; Goldman 1962] Altri autori lo definiscono una “discussione di gruppo”…. [Dawson 1993] Ma il definirlo o meno intervista dipende da cosa intendiamo per intervista!
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Si ritiene non preferibile usare il temine intervista per riferirsi al F.G. poiché il termine intervista evoca la rilevazione di opinioni individuali I F.G. si differenziano anche dalle interviste collettive, infatti: → nelle interviste collettive ci si focalizza comunque sulle risposte individuali; → nei F.G. invece si presta attenzione all’interazione tra i membri
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1.4. F.G.: una tecnica basata sul gruppo?
La fonte di informazione non è il singolo soggetto, ma un gruppo di persone Occorre comunque definire meglio le differenze che intercorrono tra le diverse tecniche di gruppo (gruppi naturali; Nominal Group Technique; Delphi; Brainstorming)
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1.4.1 F.G. e studio dei gruppi naturali
La differenza non risiede nel fatto che il f.g. non esiste nella realtà , mentre l’altro si…. ……..ma dipende dal diverso oggetto di studio
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1.4.2. F.G. e Nominal Group Tecnique
Definizione metodologica: simile al focus group, ma a differenza di questo non hanno peso le dinamiche interpersonali. Inoltre gli esperti invece di esporre verbalmente le idee, le scrivono (anonime). Nominal = si riferisce al fatto che si tratta di un gruppo non interattivo, nominal appunto
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F.G. e Delphi Definizione metodologica: (divinare il futuro, Delphi). Indagine sullo sviluppo futuro di un fenomeno, tramite un gruppo di esperti che non si conoscono, a cui sono somministrati quesiti via mail (questionario) Si rinviano a tutti le risposte di tutti (anonimamente). Ogni esperto viene invitato a ripensare alle sue risposte, la sequenza si ripete fino ad una progressiva convergenza di opinioni Panel eteregeneo
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1.4.4 F.G. e Brainstorming Significa “tempesta di idee”. E’ utilizzato per sviluppare e facilitare la produzione di nuove idee Si lavora per catene associative e per creatività Non sempre è richiesta la presenza del moderatore
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1.5. Elementi caratterizzanti il focus group
Interazione tra un gruppo di persone La presenza di uno o più moderatori La focalizzazione su uno specifico argomento
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2. Evoluzione nel tempo 2.1 Le origini del F.G.
In genere la paternità del F.G. è attribuita a Merton, egli però ne ha rifiutato la paternità nel 1986 Tutto è cominciato nel 1941 quando P.F. Lazarsfeld invitò Merton ad assistere ad una sua sessione di lavoro ……
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……….l’ascolto di una registrazione radiofonica ad un gruppo di persone che dovevano premere bottoni rossi o verdi (rifiuto o assenso) rispetto agli stimoli ascoltati…. Finito l’ascolto del programma un assistente di Lazarsfelt chiedeva ai membri del gruppo le ragioni delle loro scelte
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Fu così che iniziarono le “interviste di gruppo focalizzate”: intervista che coinvolgevano più persone contemporaneamente nel ruolo di intervistati, focalizzate su alcuni elementi e finalizzate ad esaminare le opinioni e gli atteggiamenti
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Merton successivamente effettuò interviste a gruppi di soldati per studiare le loro reazioni a film di addestramento “film morali” Tali interviste furono chiamate “focalizzate” perché l’attenzione era posta su precisi elementi, sui quali si indagava con la tecnica del “probing”, fino a risalire ai fattori che avevano determinato gli effetti
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2.2. Dal marketing ad altri settori di ricerca
Inizialmente il F.G. ha trovato applicazione nel marketing per il suo contributo nelle situazioni decisionali (creazione di idee; campagne pubblicitarie) A partire dagli anni’80 ha cominciato ad essere utilizzato anche in altri settori di ricerca
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Un uso crescente del F.G si è fatto nella ricerca in ambito sanitario (es.: Piani per la salute; definizione dei bisogni dei cittadini; ecc…) E’ stato ed è utilizzato anche nella “communication research” per lo studio delle ricadute del linguaggio dei mass media Utilizzato anche in ambito politico ad esempio durante le campagne elettorali
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2.2.1 perché il F.G. è stato dimenticato per tanto tempo nelle scienze sociali?
Oggi, al contrario di un tempo, ci si focalizza maggiormente sulle “ricerche motivazionali”. I committenti sono interessati alle percezioni e alle preferenze dei consumatori
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3. Il focus group: disegni di ricerca
2 modalità di utilizzo del focus: Uso “strumentale” nella fase iniziale della ricerca (definizione del disegno di ricerca): - per fare emergere una serie di ipotesi da sottoporre alla verifica empirica per la costruzione del questionario (per cogliere concetti vicini all’esperienza di vita dei soggetti; per individuare la gamma delle possibili opinioni sul tema e le differenze socio-culturali; per assumere il linguaggio e gli schemi concettuali utilizzati dal target; per prendere spunti per la costruzione delle domande e delle modalità di risposta)
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Per effettuare il pre-test del questionario (controllo della comprensibilità di domande e risposte; segnalazione di eventuali problemi di interpretazione e conseguenti modificazioni al q.) Per esaminare l’applicabilità di uno strumento d’indagine a differenti contesti socio-culturali (controllo sulla legittimità dei concetti e adeguatezza delle definizioni operative) Dopo che si è effettuata un sondaggio, il f. può servire ad interpretare i risultati
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Uso “indipendente”: Il focus, oltre a sollevare domande, può anche fornire risposte, cioè essere usato come tecnica unica o principale all’interno di una ricerca. Produce informazioni valide in sé. Ad es., è utile se si vuole compiere uno studio in profondità di un fenomeno settoriale o affrontare temi delicati e fornirne una descrizione particolareggiata, senza pretese di generalizzazione.
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Tipologie di f.g. Modello standard Gruppo omogeneo, costituito da persone con caratteristiche simili I componenti non devono conoscersi Il moderatore conduce la discussione seguendo una guida d’intervista, con domande già prestabilite
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Altre tipologie di f.g. distinte sulla base di 4 fattori:
Composizione dei gruppi Estraneità dei partecipanti / i partecipanti si conoscono Omogeneità/eterogeneità interna al gruppo (il criterio che deve guidare nella scelta dei partecipanti è l’oggetto di studio; inoltre, si cerca di evitare che i partecipanti siano molto diversi per estrazione socio-culturale → controllo sul livello di istruzione, genere, età) Mini group (4-5 partecipanti) / full group (8-10 partecipanti) A uno stadio / a più stadi
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2. Grado di strutturazione del focus
focus autogestito (livello di strutturazione più basso): il moderatore propone il tema di discussione e alcune regole di interazione e lascia libera l’interazione, intervenendo solo se emergono problemi Focus “semi-strutturato”: il moderatore utilizza una guida d’intervista (lista di temi da trattare ed elaborazione spontanea delle domanda da parte del moderatore / guida più formale, con temi e domande precostituite) Focus “strutturato”: uso di tecniche standardizzate per raccogliere dati supplementari o incentivare la discussione (questionari, brainstorming, role-playing…)
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3. Ruolo del moderatore Non-direttivo: Intervento marginale: nel focus autogestito, il m. fornisce le indicazioni che permettono al gruppo di discutere autonomamente, egli osserva dall’esterno e prende appunti Intervento limitato: il m. fa interventi mirati sulle dinamiche di interazione del gruppo
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Direttivo: - Intervento ampio: controllo notevole sul contenuto della discussione (il m. pone precise domande seguendo un ordine prestabilito) e sulle dinamiche di gruppo. Non deve essere eccessivamente direttivo, pena il soffocamento delle opinioni altrui o una mancata interazione spontanea nel gruppo 4. Combinazione di più criteri
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Il CAMPIONAMENTO nel f.g.
Numerosità del campione e dei gruppi: è difficile predeterminarle rigidamente , si stabilisce un numero orientativo Per alcuni autori, nemmeno tale num. orientativo non può essere stabilito a priori: si deve seguire il criterio della “saturazione” Per selezionare i membri del f.g. si scelgono campioni non probabilistici “a scelta ragionata” (l’equipe di ricerca decide a monte quali caratteristiche debbano possedere i partecipanti). Per selezionare le persone può essere utile rivolgersi ad un mediatore
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Elaborazione ed analisi delle informazioni raccolte
Le informazioni devono essere elaborate alla fine di ogni f.g. Si può cercare un feed-back con i partecipanti alla fine del f.g. Quale base d’analisi: ideale è trascrizione integrale del f.g. Modalità d’analisi: costruzione di una griglia di lettura; analisi del contenuto.
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Focus group: vantaggi e svantaggi
Interazione tra i partecipanti: recupera la dimensione relazionale nella formazione delle opinioni; la percezione di trovarsi tra “pari” consente agli intervistati di esprimere in libertà le proprie opinioni; si attenua l’influenza dell’intervistatore. fornisce risultati in poco tempo e a basso costo (?) le domande aperte permettono la formulazione di risposte nel linguaggio stesso dei soggetti.
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Il basso livello di strutturazione consente un’ampia flessibilità
Il moderatore può chiedere chiarimenti e approfondimenti: si ottengono informazioni dettagliate e talvolta inaspettate La naturalezza del f.g. rispetto ad altre tecniche (?): dipende dal grado di artificiosità e strutturazione
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Svantaggi Difficoltà nel creare i gruppi di partecipanti (problemi organizzativi: reperimento persone e sede) Difficoltà inerenti al moderatore, che deve essere esperto e competente Rischio che emergano opinioni conformistiche e non quelle reali: il contesto di gruppo può inibire la manifestazione delle opinioni personali (possibile soluzione: si chiede ai partecipanti si scrivere la propria opinione prima di iniziare la discussione)
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Minor livello di approfondimento rispetto all’intervista: i partecipanti hanno meno tempo per spiegare le proprie opinioni; essi possono essere interrotti dagli altri Complessità nell’elaborare ed interpretare le informazioni raccolte (spesso caotiche; importante ricordare che l’unità d’analisi è il gruppo, non il singolo individuo)
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Un’integrazione innovativa tra f. g
Un’integrazione innovativa tra f.g. e intervista: l’intervista con riproposizione del dibattito Si utilizzano le informazioni emerse dal focus come base di partenza per la formazione della struttura dell’intervista. In sede di intervista, si possono riproporre all’intervistato: Frasi tratte dalla trascrizione della discussione di gruppo Pezzi di dialogo trascritti da far leggere all’intervistato Pezzi di dialogo registrati da far ascoltare all’intervistato
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