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Memoria storica Aprile 2016.

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Presentazione sul tema: "Memoria storica Aprile 2016."— Transcript della presentazione:

1 Memoria storica Aprile 2016

2 Una questione di “tempi geologici”
20-30 anni di dati strumentali affidabili sono troppo pochi per comprendere le caratteristiche della sismicità: occorre andare indietro nel tempo il più possibile. La rete di monitoraggio ci consente, oggi, di conoscere in tempo quasi reale i terremoti che si verificano e di accedere facilmente a gran parte delle informazioni sulla sismicità. La mappa dei terremoti occorsi in Italia negli ultimi 30 anni, da quando la Rete Sismica Nazionale ha raggiunto una discreta capacità di monitoraggio, fornisce alcune informazioni importanti (ad es. gran parte dei terremoti si distribuisce lungo la catena appenninica) ma si tratta di una visione molto parziale: 30 anni dal punto di vista dei tempi geologici in gioco è un’inezia. Occorre pertanto allungare all’indietro nel tempo il più possibile la finestra di osservazione. La mappa dei forti terremoti dell’ultimo millennio individua in modo accurato dove avvengono i terremoti più forti (M≥6.5), in grado di fare danni gravi (Appennino centro.meridionale, arco calabro, Sicilia sud-orientale, Friuli).

3 Lo studio dei terremoti
Le informazioni in tempo quasi reale sui terremoti derivano dalla Rete Sismica Nazionale, e i dati strumentali consentono di localizzare e dare una stima dell’energia rilasciata di ciascun terremoto. I terremoti del passato invece possono essere studiati solo attraverso ricerche storiche, che ricostruiscono gli effetti prodotti dai terremoti nel numero maggiore possibile di località, e attraverso queste informazioni è possibile localizzare tali terremoti, stimarne l’energia e in questo modo compilare cataloghi parametrici che integrano insieme (anche per terremoti recenti) dati strumentali e dati ‘osservati’. Lo studio dei terremoti attraverso dati strumentali dati storici L’interpretazione delle informazioni storiche è effettuata utilizzando la scala macrosismica, una classificazione, una ‘graduatoria’ dello ‘scuotimento’ osservato in ogni singola località, che funzionano da ‘rete’ di osservazione. 3 3

4 I parametri dei terremoti
quando, dove, quanto grande Dati strumentali e informazioni sugli effetti forniscono informazioni altrettanto preziose, spesso concordanti. In qualche caso i dati di intensità rappresentano in modo più efficace le dimensioni della faglia che ha originato il terremoto (i dati strumentali individuano invece il punto di inizio della rottura, la stella nera in figura) e la direzione di propagazione pervalente (direttività), che giustifica la presenza di effetti molto forti in direzione sud-est, molto lontano dall’epicentro strumentale. Con la stessa tecnica si studiano anche i terremoti recenti (es. 6 aprile 2009): da questi dati è possibile ricavare localizzazione epicentrale di ogni terremoto, una stima dell’energia e - a volte - ipotesi sulla faglia che lo ha generato. 4

5 I parametri dei terremoti
quando, dove, quanto grande L’accuratezza dei parametri ‘macrosismici’, e cioè dai dati di intensità codificati con un grado della scala MCS sulla base della documentazione storica raccolta e interpretata, dipende ovviamente dal numero di osservazioni disponibili, dalla loro distribuzione nello spazio (lo stesso accade per i dati da rete strumentale: densità e distribuzione della rete sono molto importanti) e dall’accuratezza della documentazione storica. L’accuratezza dei parametri del terremoto (localizzazione e stima della magnitudo) dipende dalla quantità e qualità dei dati disponibili: esattamente come per le stime ricavate oggi dalle reti sismiche.

6 Dati di intensità, cataloghi
Le ricerche storiche sui terremoti sono oggetto di una disciplina specifica, la SISMOLOGIA STORICA, e sono confluite in banche dati pubbliche (in continuo aggiornamento), che consentono poi di compilare cataloghi o realizzare numerose elaborazioni (mappe di intensità massime, storie sismiche di sito, ecc.). In arrivo presto! Tutti i dati sui terremoti prodotti dalle ricerche storiche (oltre che dalle reti strumentali) sono liberamente consultabili, interrogabili e scaricabili in rete: il database macrosismico consente di visualizzare i dati di intensità di tutti i terremoti più importanti e le storie sismiche di migliaia di località.

7 Dati di intensità, cataloghi
alcuni esempi Nei database macrosismici attuali sono incluse solitamente informazioni sugli eventi principali, in molti casi è rappresentato e rappresentabile solo l’evento principale di una sequenza sismica, che può essere molto complessa. I forti terremoti hanno sempre caratteristiche molto diverse: quello dell’11 gennaio 1693, preceduto due giorni prima da una forte scossa, è uno dei più forti della storia sismica italiana [Mw 7.4]. Il terremoto fu accompagnato da un’onda di maremoto e seguito da una sequenza lunghissima.

8 Dati di intensità, cataloghi
alcuni esempi Nell’insieme dei dati è possibile riconoscere alcune caratteristiche della sismicità del territorio nazionale: ad esempio il fatto che spesso i forti terremoti si manifestano in ‘cluster’, insiemi di eventi relativamente ravvicinati nel tempo e nello spazio. L’Appennino Campano e Lucano hanno avuto nei secoli numerosi forti terremoti, in qualche caso molto ravvicinati nel tempo, pur interessando settori leggermente diversi: ad es. E’ il caso dei terremoti del 5 giugno 1688 (Mw 7) e quello dell’8 settembre 1694 (Mw 6.8)

9 Asolo, Via Browning Belluno Trenta anni di ricerche storiche ci consentono di conoscere in modo abbastanza accurato i maggiori terremoti che interessano diversi settori del territorio nazionale, dalla Sicilia al Friuli. L’area delle Prealpi Venete e del Friuli sono quelle sismicamente più pericolose dell’Italia Settentrionale. In Veneto i terremoti più forti sono quelli dell’Asolano del 25 febbraio 1695 (Mw 6.5) e quello del Bellunese del 29 giugno 1873 (Mw 6.3).

10 Le storie sismiche alcuni esempi
In arrivo: soglia di danno Le storie sismiche di sito, e cioè gli effetti osservati (e documentati) per i terremoti che hanno interessato una località, sono indicative della pericolosità sismica del sito. Nella storia sismica delL’Aquila, sono riconoscibili 3 episodi di danno gravissimo (IX grado MCS), prima del 2009, rispettivamente nel 1349, nel 1461 e nel 1703. Nella storia sismica di Ferrara è riconoscibile il precedente del 1570. soglia di danno Una delle elaborazioni più importanti dei dati storici sui terremoti è la possibilità di compilare storie sismiche di sito, che sono discretaente rappresentative solo per le località maggiori, ovviamente, per le quali c’è una buona continuità di documentazione storica e sono state realizzate ricerche più approfondite. Le storie sismiche di sito sono indicative della pericolosità al sito.

11 FARE MEMORIA La memoria è un fattore fondamentale per comprendere che il terremoto è un carattere del territorio, con cui fare i conti e dal quale ci si può proteggere. Le tracce: cronache, diari, giornali, fotografie, epigrafi, siti abbandonati, tradizioni locali, riti, ex-voto, ecc. L’allestimento nelle piazze della linea del tempo, a partire dalle conoscenze disponibili nel database DBMI, ha l’obiettivo di rendere visibili le ‘tracce’ degli eventi maggiori che hanno interessato quella località nella sua storia. A volte gli effetti di danno possono essere prodotti da terremoti locali, in qualche caso possono essere prodotti da terremoti forti localizzati anche molte decine di chilometri dal sito. E’ molto importante che la linea del tempo recuperi le tracce di un carattere del territorio quale la sismicità, che possono avere forme molto diverse: testimonianze dirette, iscrizioni, ricorrenze, culti, tracce materiali di effetti riconoscibili, ecc. Avere memoria significa avere consapevolezza di un rischio e opportunità di fare scelte per ridurre quel rischio. La linea del tempo: ha la funzione di ‘rappresentare’ in modo scenografico ‘tracce’ degli eventi del passato: il messaggio principale è che la sismicità è un carattere del territorio, del nostro territorio.


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