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SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI

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Presentazione sul tema: "SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI"— Transcript della presentazione:

1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI
Roma 11 0ttobre 2017 C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 9 cfu (inclusi crediti Laboratorio) Orario: Mercoledì Aula Blu2 Giovedì 9-12 Aula Blu2 Stanza B12 Via Salaria113, tel.: ricevimento giovedì

2 Giovedì scorso Neoliberismo: assiomi politiche Confronto con Crouch
Analisi crisi piramide schemi esplicativi Regole vecchie e nuove Controrivoluzione 1989 Elite o classe capitalistica transnazionale Declino classi medie La crisi è sistemica

3 indice I costi umani della crisi Povertà- 8 obiettivi del millennio
Sassen espulsioni Contraddizioni della crisi Previsioni della crisi di Hopkins e Wallerstein, Polanyi Conclusioni Gallino

4 I costi umani della crisi
Le teorie economiche neo-classiche, che imitano le scienze naturali, finiscono per ignorare la complessità sociale e anche il fatto di essere scienze sociali non vedono che la crisi è stata pagata dai più deboli (lavoratori a bassa qualifica, precari, poveri e immigrati) Il peggioramento delle condizioni sociali deriva anche dal fatto che gli stati indebitati, per salvare le banche, diminuiscono il welfare. I cittadini che hanno subito la crisi dei mutui subprime perdono la casa anche in Spagna. Disoccupazione e peggioramento condizioni di lavoro

5 Aumento della povertà e degli affamati
Povertà relativa in Ue: reddito<60% del reddito mediano → 16% popolazione Povertà assoluta: non si raggiungono alcuni standard di consumi → 9,5 mln di europei Affamati nel mondo in aumento a causa della speculazione, di un mercato oligopolistico (3 Tnc Usa controllano l’85% delle granaglie), espulsione contadini dalle terre da parte di grandi società per coltivare biocarburanti → impossibile raggiungere 1 degli obiettivi del millennio: dimezzare gli affamati nel 2015 PRESENTATA anche in 4 sist Org

6 8 obiettivi del Millennio
Eliminare la poverta' estrema e la fame istruzione elementare universale Promuovere l'uguaglianza fra i sessi e conferire potere e responsabilità alle donne Diminuire la mortalità infantile Migliorare la salute materna Combattere l'HIV/AIDS, la malaria e altre malattie Assicurare sostenibilità ambientale Promuovere una partnership globale per lo sviluppo

7 Raggiungere tutti gli 8 obiettivi del millennio
Come si potevano impiegare altrimenti i capitali usati per salvare la finanza Raggiungere tutti gli 8 obiettivi del millennio Un servizio sanitario nazionale Usa Fare ricerche contro il cancro equivalenti alle risorse impegnate negli ultimi 60 anni

8 Contraddizioni della crisi
biocarburanti prodotti espellendo contadini e aggravando la fame nel mondo sono Green economy? tagli alla spesa pubblica: Meno istruzione, meno salute→ meno speranza di vita + lavoro minorile (anche con alta disoccupazione! ) Megalopoli e Slums sempre più presenti: dal 5% nel 1980 al 20% nel 2000, potreb-bero diventare 2mld nel 2030 (UN habitat, 2008), anche perché la popolazione urbana ha da qualche anno superato quella rurale

9 Saskia Sassen Sociologa alla Columbia University, ha scritto “le città nell’economia globale” nel 1997 e più recentemente Espulsioni. Brutalità e complessità nell’economia globale, Il Mulino 2014 Questo testo riprende alcune delle tematiche affrontate da Gallino

10 Obiettivi Sassen in “Espulsioni”
Partire dai nuovi fenomeni (dagli anni’80 in poi) per capire tendenze sotterranee globali che possano farci capire la grande trasformazione in corso, analoga al passaggio dalla società pre-capitalistica a quella capitalistica tradizionale Accostare fenomeni lontani come l’impoverimento ceti medi egiziani e greci, lo sfruttamento di territori per estrarre minerali in maniera distruttiva in Russia e negli Usa Difficoltà degli oppressi di ribellarsi quando sono espulsi e vivono lontano dai loro oppressori

11 S. Sassen, 2014, Espulsioni. Frattura storica provocata dalla globalizzazione → immiserimento ed esclusione di masse crescenti “non sono anomalie né conseguenze di una crisi: fanno invece parte dell’attuale approfondimento sistemico dei rapporti capitalistici”. → contrazione dello spazio economico a favore di quello finanziario in molti paesi sviluppati → le persone- consumatori e lavoratori- contano meno delle risorse naturali in Africa, Asia e America Latina – i consumi e l’espansione delle classi medie del periodo fordista si producono solo in alcuni paesi emergenti. Altrove c’è declino. E’ difficile ribellarsi quando gli oppressi sono espulsi e vivono lontano dai loro oppressori che per di più sono un sistema complesso di persone, reti che non hanno un centro ben definito. Nelle città globali il potere può essere meglio affrontato Sociologa alla Columbia University, ha scritto le città nell’economia globale 1997

12 S. Sassen, segue Dopo il 1989 emerge la logica dell’espulsione di persone, imprese, comunità locali, una logica brutale di cui l’A. analizza i casi estremi. La distruzione ambientale provocata dal frazionamento delle rocce per estrarre petrolio con spreco di acqua, rovina delle falde acquifere e produzione di terra morta, l’accaparramento di terre a livello internazionale per estrarre metalli rari o per produzioni estensive che comporta riduzione in povertà e produzione di profughi ambientali, che si aggiungono a quelli delle guerre, solo questi ultimi riconosciuti come tali dall’Onu E’ una nuova accumulazione primitiva svolta da formazioni predatorie abilitate dalla finanza a concentrare ricchezze come mai è avvenuto (250 miliardari le cui ricchezze sono 4 volte ciò che servirebbe ad eliminare la povertà mondiale) L’outsourcing richiede costosa logistica: diviene vantaggioso perché migliora i titoli in borsa Analogie con Gallino

13 Sassen e Gallino Analoga attenzione alla finanza per Sassen come strumento che può cartolarizzare enormi quantità e accentrare la ricchezza Analoga attenzione agli aspetti predatori dell’ecosistema → L’accaparramento di terre si avvicina all’assalto al sistema agroalimentare del finanzcapitalismo

14 Finanzcapitalismo sta provocando cambiamenti su più piani
Crisi finanziaria: esplosione del debito e poi indebitamento stati→ le banche non svolgono il ruolo di prestare denaro alle imprese: specie le Pmi non possono quotarsi in Borsa e ricorrono all’auto-finanziamento o a prestiti onerosi →crisi economica Politica→ sottomessa all’economia, non in grado di contrastarne la deriva sociale → aumento disuguaglianze e peggioramento delle condizioni di vita dei ceti medio-bassi con i tagli al welfare in Ue e con aggressioni all’ambiente attraverso guerre e inquinamento umana → disoccupazione, precariato e corrosione del carattere in Occidente, sfruttamento ed espulsione di popolazione nei paesi più poveri (nei Bric aumento della ricchezza e delle disuguaglianze) ideologica →neo-liberismo da teoria economica a teoria politica neo-conservatrice che si rafforza col crollo del muro di Berlino a teoria del tutto (influenza individui, cultura, società e economia) Sociale e ambientale Sassen parla di Espulsioni. Brutalità e complessità dell’economia globale

15 La crisi sistemica come conseguenza inevitabile del finanzcapitalismo
Dopo 30 anni di finanzcapitalismo sono insostenibili gli squilibri nella distribuzione del reddito e nei rapporti internazionali: gli Usa da 30 anni indebitati con Cina e altri paesi, grazie alla propria potenza militare e al dollaro assunto come moneta di riferimento negli scambi internazionali

16 Quali interventi dopo la crisi?
Riforma di Wall Street del 2010 introduce qualche nuova regola, ma il muro che dovrebbe separare controllori e controllati è pieno di porte girevoli Gli intrecci tra finanza e politica li ostacolano: Ad es. M.Draghi, da nov.2011 direttore della Bce, dal1996 al 2002 direttore generale del Tesoro, poi vice-presidente della Goldman Sachs per l’Europa Gia presentata

17 Teorie economiche che imitano le scienze naturali
Gli economisti neo-liberisti ignorano le conseguenze sociali delle politiche economiche→ i costi umani della crisi Questa crisi durerà fino al e con tali politiche sarà pagata dai più deboli: disoccupati, lavoratori di bassa qualifica, precari, poveri, immigrati Utile porsi in un ottica di lungo periodo come fa Wallerstein, ma anche un economista Kondratiev

18 I cicli o onde lunghe di Kondratiev
Nikolaj Kondrat'ev ( ), economista russo primo a porre attenzione agli andamenti di lungo periodo del capitalismo nel suo libro I maggiori cicli economici (1925). Rivoluzione industriale 1771 Era del vapore e delle ferrovie 1829 Era dell'acciaio, dell'elettricità e dell'ingegneria pesante 1875 Era del petrolio, dell'automobile e della produzione di massa 1908 Questi sono i picchi delle onde lunghe (fasi di espansione legate a una nuova tecnologia già viste). A cui si possono aggiungere Era dell'informatica e delle telecomunicazioni 1971 secondo Wallerstein 2007 è il giro di boa tra la 5° e la 6° onda di Kondratiev secondo Wallerstein La 5 onda è di Wallerstein

19 T. K. Hopkins e I. Wallerstein ( ed. ) L'era della transizione
T.K. Hopkins e I. Wallerstein ( ed.) L'era della transizione. Le traiettorie del sistema mondo , Asterios 1997 con approccio multidisciplinare e sistemico analizzano i cambiamenti dal dopoguerra del sistema storico-sociale:. l’economia mondo capitalista, iniziata nel ‘500 i cicli sono un meccanismo entro cui guardare a tali cambiamenti.

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24 Ancor prima di Wallerstein
Utili spunti per capire la attuale crisi si hanno da Polanyi, che 60 anni fa già rifiutava un approccio economicista Filosofo sociologo antropologo di origine ungherese

25 Polanyi K., 1974 (ed. or. 1944), La grande trasformazione, Einaudi
Testo interdisciplinare, tra la storia, l’economia la sociologia e antropologia Capovolge l’idea che la società di mercato sia il punto di approdo naturale della società umana→ estrema artificiosità di un’economia sottratta al controllo sociale e destinata a chiudersi con una crisi violenta Società di mercato innaturale (≈ eccezionale) rispetto alla storia precedente (occidentale e non), ma un mercato regolato è più utile della pianificazione socialista

26 Il mercato del lavoro, della terra e della moneta sono artificiali
Non sono merci perché non sono stati prodotti per essere venduti la terra è solo un altro nome per natura lavoro = attività umana che si accompagna alla vita stessa → la sua trasformazione incide sulle relazioni di parentela e vicinato Moneta è un simbolo del potere d’acquisto Eppure questi 3 “mercati” artificiali sono ambiti necessari all’economia di mercato→ ma non possono essere lasciati a se stessi, pena la distruzione della società

27 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI
Roma 12 0ttobre 2017 C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 9 cfu (inclusi crediti Laboratorio) Orario: Mercoledì Aula Blu2 Giovedì 9-12 Aula Blu2 Stanza B12 Via Salaria113, tel.: ricevimento giovedì

28 I danni di una fede cieca nel progresso spontaneo
Tale fede ha accompagnato l’industrializzazione, come emerge dalla storia della rivoluzione industriale inglese↓ Tra gli interventi in controtendenza →legge delle 10 ore di lavoro del 1847 in GB opera di reazionari illuminati Tale rivoluzione avviene nel contesto della pace dei 100 anni ( ) ↓ equilibrio di potere tra le grandi potenze→ cade con la guerra Base aurea internazionale → finisce con la crisi del ‘29 Mercato autoregolato e stato liberale a livello nazionale → finisce col fascismo o socialismo e provoca la grande crisi Progresso spontaneo fa parte della fede nel neo liberismo

29 Il mercato autoregolato è un’uto-pia: la grande crisi ne è il frutto
E’ impossibile autoregolare i mercati a livello internazionale → infatti i singoli stati tra il 1879 e il 1929 seguirono politiche protezionistiche + tentativi di guidare la moneta centralmente senza riuscire a controllare la finanza internazionale Durante e dopo la crisi vi furono governi popolari o reazionari fino alla guerra ANCHE LA ATTUALE CRISI notare l’attenzione alla finanza internazionale che pure non disponeva ancora delle tecnologie attuali

30 La libertà in una società complessa
“La debolezza congenita della società del XIX secolo non consisteva nel fatto che era una società industriale, ma che era una società di mercato” (Polanyi, 1944, p.313) Lavoro, terra e moneta vanno tolti dal mercato → la loro regolazione non mina la libertà ma spesso la estende↓ cambiamenti interni ai paesi, ma anche nelle relazioni tra paesi che possono essere di cooperazione, anziché essere egemonizzate da poche grandi potenze la scoperta della società è l’ancora della libertà → è il riconoscimento di un limite che come quello della morte ci fa più maturi e veramente liberi

31 Chi può cambiare le cose?
Marx pensava alla classe operaia dei paesi più sviluppati Polanyi pensava al contro-movimento che cercava di proteggere la società dall’ecces-siva espansione del mercato tra il sec.XIX e il XX: non era un soggetto politico unitario. → I migliori risultati si ottennero con la legislazione antitrust dal 1890 al 1920 e poi il New Deal tra il 1932 e 1939 negli Usa Oggi chi può cambiare le cose?

32 Chi può cambiare le cose oggi?
Non c’è un contro-movimento unitario neanche oggi ma diverse realtà: Dai No global del 2000 ai movimenti contro la finanziarizzazione (Occupy Wall Street) o contro i governi autoritari (primavera araba e Occupy Hong Kong) I movimenti pacifisti e le organizzazioni non governative La Federazione europea o mondiale dei sindacati Le associazioni contadine di resistenza in America latina, Africa e Asia I governi avanzati di qualche paese emergente? L’Unione europea?

33 Chi può cambiare le cose oggi?
Volete aggiungere qualche gruppo? Oppure toglierlo?

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36 La nuova strategia Europa 2020 (del 2010): OBIETTIVI PRINCIPALI
tasso di occupazione popolazione anni dal 69% al 75%; investire il 3% del PIL in R&S, migliorando il settore privato definire un nuovo indicatore dei progressi in innovazione; – ridurre tasso abbandono scolastico al 10% (è 15%) →

37 La nuova strategia Europa 2020 (del 2010): OBIETTIVI PRINCIPALI 2
portare la quota della popolazione anni in possesso di un diploma universitario dal 31% ad almeno il 40%; – ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 o del 30%, portare al 20% la quota di energia rinnovabile nel nostro consumo finale di energia e migliorare del 20% l'efficienza energetica; – ridurre del 25% il numero di europei che vivono al di sotto delle soglie di povertà nazionali, facendo uscire dalla povertà più di 20 milioni di persone L’Italia è ultima come numero laureati in Ue, ma ne riparleremo

38 CRESCITA INTELLIGENTE SOSTENIBILE INCLUSIVA
Intelligente→ innovazione, istruzione, società digitale sostenibile→"Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse” modernizzando il nostro settore dei trasporti. Una politica industriale per l'era della globalizzazione" inclusiva→OCCUPAZIONE E COMPETENZE LOTTA ALLA POVERTÀ

39 Buoni propositi, ormai spariti?
Se ne tiene conto, quando si fanno proposte contro la crisi?

40 Joseph E. Stiglitz Bancarotta L’ECONOMIA GLOBALE IN CADUTA LIBERA COME NASCE UNA CRISI Il prezzo della disuguaglianza Come la società divisa di oggi minaccia il nostro futuro 2013 6 slide su Stiglitz eliminabili o riducibili

41 Chi è Stiglitz Economista keynesiano Nobel per l’economia
Ha lavorato nella Banca Mondiale dove si è interessato delle crisi dei Pvs → quando la crisi colpì paesi periferici ci si preoccupò più di salvare le banche occidentali, che la vita degli abitanti delle nazioni colpite È stato consulente di Clinton Si autodefinisce riformista di centro, ma si dichiara deluso da Obama che ha fatto peggio di Clinton, continuando in molte cose la politica di Bush

42 Stiglitz: analisi della crisi e conseguenze della crisi
Il testo “Bancarotta” fa un’analisi della crisi che assomiglia a quella di Gallino a breve “Il prezzo della disuguaglianza” si concentra sulle conseguenze dell’aggravamento delle disuguaglianze negli Usa tra l’1% che non capisce che il suo destino dipende anche dall’altro 99%

43 L’ECONOMIA GLOBALE E’ SOGGETTA A SCOSSE SISMICHE
Il quadro generale L’ECONOMIA GLOBALE E’ SOGGETTA A SCOSSE SISMICHE Paesi sviluppati: tendenza al passaggio dal settore manifatturiero al terziario Globalizzazione: delocalizzazione della produzione Vantaggio comparato in Cina, India e in altri paesi emergenti Paesi poveri che prestano soldi a quelli più ricchi: deficit insostenibile

44 Che fare secondo Stiglitz
C’è bisogno di nuove regole Un nuovo ordine capitalistico con un nuovo ruolo dello stato Innovazione va indirizzata al risparmio energetico e di risorse naturali e non di posti di lavoro→ è paradossale avere molti disoccupati in un mondo sull’orlo del disastro ambientale

45 Gallino: gli effetti del finanzcapitalismo sulle imprese
Mercati borsistici non servono più per emettere nuove azioni→ le imprese si indebitano con le banche o si autofinanziano Le banche più grandi riducono i prestiti (la loro funzione) e speculano dentro e fuori bilancio Dato che le operazioni finanziarie rendono più di quelle produttive le imprese si finanziarizzano a danno dei lavoratori e della R&S→ es. gruppo Fiat che già da anni ha una holding finanziaria, apre una banca in Argentina

46 La trasformazione delle imprese industriali in enti finanziari
Banche che vendono automobili (o imprese di automobili che acquistano banche?) → almeno l’80,5% degli scambi sono unicamente speculativi La esternalizzazione della produzione →accrescimento irresponsabilità sociale Le ricadute sul management→ più attento a soddisfare gli azionisti con operazioni finanziarie, che non a migliorare la produzione

47 l’uomo economico un modello diventato carne e ossa
istituzioni-scuola, mercato, produzione, consumo, media, intrattenimento, PA e politica operano come se ognuno fosse un homo oeconomicus→ avanza una mutazione antropologica che rischia di farci essere attenti solo al nostro interesse immediato e di non essere capaci di distanza dal finanzcapitalismo. Anche il sé corporeo è plasmato dalla cultura dominante

48 L’estrazione di valore dal lavoro umano
Interconnessione totale rischia di farci lavorare più che ai tempi di Dickens C’è voluta una sentenza negli Usa per vietare ai datori di lavoro di obbligare i dipendenti a rispondere al cellulare fuori orario e durante le vacanze

49 Estrazione di valore dalla natura
L’assalto al sistema agroalimentare Il degrado civile legato alle disuguaglianze Fragilità sistemica del finanzcapitalismo

50 Riforme forse impossibili, ma necessarie secondo Gallino
Necessità di investimenti socialmente responsabili da parte dei fondi pensione Riforme finanziarie che la Ue dovrebbe introdurre per regolare la palude del sistema finanziario eccessivamente complesso e inconoscibile

51 È possibile incivilire il finanzcapitalismo?
Necessario, ma non sufficiente ridurre il dominio della finanza Alla ricerca di un contro movimento (Polanyi) Democratizzare la globalizzazione L’incivilimento dipende anche dalle tecnologie di assoggettamento e dai processi di soggettivazione→liberazione da comportamenti infantilistici e consumisti →consumi responsabili e promozione dello sviluppo umano

52 Conclusioni prima parte del corso
oltre a Gallino, Sassen, Crouch, Wallerstein, Stiglitz, Castells e Polanyi ci chiariscono perché stiamo vivendo una fase di forte trasformazione Tutti gli autori citati non credono che sia utile lasciar agire i mercati e pensano che lo stato e/o altri soggetti debbano agire


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